Il senatore Adriano Cario (USEI) ha rilasciato un’intervista sul primo mese del denominato “Governo del cambiamento” che ha appoggiato col suo voto al Senato.
– Come analizza il lavoro dei massimi sostenitori del governo nei suoi rispettivi ministeri?
«Da noi – dice il senatore Cario – è strano imaginare due leader della politica occupare anche cariche ministeriali. Comunque, il protagonismo che hanno saputo attrarre in due ministeri così fondamentali è totale. L’immagine pubblica di Salvini e Di Maio è cresciuta in tutte le statistiche».
«Da una parte, le ricorrenti notizie di nuove e numerose navi con migranti che attraversano il Mediterraneo cercando i porti italiani trovando la dura negativa del ministro dell’Interno Matteo Salvini. La negoziazione con l’UE sul protocollo usato con gli sbarchi è e sarà la sua maggior carta di credibilità.
Da un’altra parte, uscire dalla recessione e ridurre l’ancora alto indice di disoccupazione sono le difficili sfide che ha assunto il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi di Maio a capo del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. La polemica generata con il responsabile dell’Inps (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), Tito Boeri, sui numeri dei disoccupati è un antecedente da sorvegliare data l’indipendenza dell’organismo rispetto agli esecutivi.
«Sugli sbarchi è molto difficile per noi emigrati dare un’opinione imparziale che non sia attraversata dalla nostra propria storia famigliare. Sono comunque consapevole che l’Italia non può più farsi carico da sola dei rifugiati che attraversano ogni settimana il Mediterraneo, L’UE deve assumere la responsabilità. Ma dall’altra parte c’è gente disperata decisa a mettere in rischio la loro vita per cercare un futuro più dignitoso», ha detto Cario.
— Questa complessa attualità resta occasione per proporre la discussione dei problemi degli italiani all’estero?
«Se fosse per me – dice il senatore Cario – è sempre il momento di prendere in considerazione i nostri temi, le nostre problematiche e anche le nostre soluzioni. Invece, oggi l’attenzione passa per altre urgenze. Urgenze che non sono le nostre che anche abbiamo cose da risolvere che non possono più aspettare”.
– E allora?
«Adesso è quando dobbiamo potenziare i nostri organi di rappresentanza come il CGIE e i COMITES affinché le discussioni di oggi siano la risposta e la soluzione del domani, quando finalmente possiamo attrarre la attenzione politica, mediatica e sociale su di noi. È difficile aspettare quando è da lunghissimi anni che aspettiamo risposte, ma questa volta abbiamo la decisione, il compromesso e la forza per esigere un vero cambiamento». (rp)