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A Bagaladi un progetto per valorizzare il patrimonio rinascimentale del Parco dell’Aspromonte

crocifisso

Si chiama Il crocifisso ritrovato il progetto promosso dal Comune di Bagaladi e finanziato dal Parco Nazionale dell’Aspromonte, il cui obiettivo è quello di valorizzare il patrimonio scultoreo rinascimentale conservato nei comuni che circondano la riserva naturale più a Sud dell’Appennino italiano.

Nello specifico, il progetto porta a termine gli interventi di valorizzazione delle sculture cinquecentesche presenti nella chiesa parrocchiale di Bagaladi, con il miglioramento della loro fruizione mediante delle audio guide, funzionali attraverso qr-code, un sistema innovativo che consente, tramite il proprio cellulare, di ascoltare la storia e le caratteristiche artistiche non solto delle opere marmoree bagaladesi, ma anche di altre importanti sculture del Quatto e Cinquecento, venerate dalle comunità che popolano il Parco Nazionale dell’Aspromonte.

Ben diciotto sculture del Rinascimento meridionale, alcune delle quali attribuite ad Antonello Gagini e alla sua Scuola, saranno al centro di un lavoro di studio e di ricerca, cui risultati potranno essere ascoltati tramite qr code dai sempre più numerosi turisti che ogni anno visitano il Parco Nazionale dell’Aspromonte.

Il progetto, denominato il crocifisso ritrovato completamento valorizzazione della chiesa di San Teodoro di Bagaladi e miglioramento della fruizione del patrimonio scultoreo rinascimentale del Parco Nazionale dell’Aspromonte – Ambito 2 “Miglioramento dell’offerta culturale del Parco – Azione 2 “castelli, aree archeologiche, opifici (mulini ecc.)” 2016, porta il nome di una poca nota scultura conservata nella chiesa di San Teodoro Martire di Bagaladi, oggi databile grazie alle indagini archivistiche effettuate nell’ambito delle azioni progettuali.

Oggi esposto sull’altare centrale della chiesa principale di Bagaladi, il Crocifisso proviene dalla perduta cappella dell’Annunziata, i cui resti, ancora visibili alla metà del secolo scorso sul fianco settentrionale del torrente Zervo, ospitavano anche il gruppo scultoreo realizzato da Antonello Gagini nel 1504.

L’opera fu trasferita insieme al gruppo gaginiano nell’attuale edificio di culto nel 1957, dopo un intervento di recupero teso ad integrare la parte mancante del braccio inferiore della croce, andato perduto nel terremoto del 1904. Il manufatto, ricavato da un unico blocco di marmo di Carrara, è scolpito su entrambe le facce. Sul recto campeggia il crocifisso raffigurato secondo la tipologia del Cristus Patiens, mentre sul retro sono scolpiti al centro l’agnello pasquale e nei capocroce dai simboli degli Evangelisti. (zc)

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