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A Matteo Salvini piace l’aria dello Stretto:
sogna un sindaco leghista, qualcuno lo svegli

Matteo Salvini e Tilde Minasi

di SANTO STRATI – L’aria dello Stretto comincia a piacere a Matteo Salvini: quando venne eletto senatore a Reggio (per la regola vale il seggio dove si prendono meno voti in caso di pluricandidature) non si era fatto vedere, considerando la rappresentanza calabrese un “incidente” di poco conto. Poi ha dovuto cedere il seggio a Fulvia Michela Caligiuri e la Calabria era ritornata lontana come al solito. Il risveglio delle regionali ha fatto il “miracolo” delle apparizioni. Frequenti se pur non fruttuose (non ha preso i voti che pensava di raccogliere), ma indicative di una scelta di avvicinamento al Sud che poteva avvenire solo dalla Calabria. Così è tornato di nuovo a Reggio, a presiedere un’assemblea di simpatizzanti ed elettori. Ha trovato il tempo di visitare lo splendido museo dei Bronzi, accompagnato dal direttore Carmelo Malacrino, prendere posizione a favore dei pescatori di Bagnara, per finire a cena con la neo-presidente Jole Santelli a parlare del futuro governo regionale. E, da ultimo, lanciare, ad effetto, l’ipotesi di un sindaco leghista per Reggio.

Salvini dall’estate scorsa, però, non ne sta azzeccando una: col governo e le dimissioni-beffa che gli si sono ritorte contro, con le sue sceneggiate risibili quanto di dubbio gusto, e, soprattutto, con le valutazioni esagerate sul successo elettorale. Batosta in Emilia, ma anche arretramento in Calabria, dove dichiarava, anzitempo, che avrebbe fatto furore. C’eravamo permessi di suggerire prudenza al “Capitano” visto che non conosce i calabresi, aggiungendo che sottovalutare gli esiti calabresi non gli avrebbe portato fortuna. Parlano da soli i numeri: nel 2018 la Lega in Calabria aveva raccolto  5,6 % per fare il grande balzo alle europee col 22,6% e ridiscendere il 26 gennaio scorso al 12,3% appena sotto Forza Italia. Una posizione che ha di fatto ridimensionato il peso di Salvini in regione, rivelando chiaramente che i calabresi preferiscono il centro-destra moderato rispetto a quello sovranista della Meloni o a trazione leghista. Tant’è che, ora, il segretario leghista cerca di recuperare, dimenticando i citofoni e sfoggiando sorrisi al sapore di ‘nduja per professare un nuovo sviscerato amore per la Calabria.

Giacché siamo ancora convinti – come gran parte dei calabresi – che leghista e calabrese sia un ossimoro di difficile accoglienza, continuiamo a dubitare sulle buone intenzioni della Lega rispetto a tutto il Mezzogiorno che, fino ad oggi, continua a dargli dispiaceri. Quando dovrà affrontare il problema del regionalismo differenziato che gli pongono, col fiato sul collo, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, vedremo come riuscirà a conciliare gli interessi “rapaci” delle ricche regioni del Nord a sfavore del Meridione sempre più impoverito. Se gli è riuscito il niet su Mario Occhiuto con Berlusconi per la presidenza della Regione Calabria, Salvini non pare in grado di fare il bis con Stefano Caldoro tra qualche mese in Campania. Il problema della Lega è, probabilmente, che manchi di una strategia, un qualche disegno che possa convincere sulle buone intenzioni i riluttanti meridionali che vedono Salvini come un parente scomodo, in visita per niente gradita. Bastano le grandi dichiarazioni e gli annunci ad effetto per conquistare consenso? È facile fomentare le masse davanti all’incompiuta (vergognosa) del nuovo Palazzo di Giustizia di Reggio che i cittadini vedono come la plateale rappresentazione dell’ignavia politica degli amministratori locali, ma probabilmente non basta criticare i lavori che languono da 15 anni: servono idee e soprattutto uomini e donne in grado di supportare adeguatamente qualsiasi iniziativa a marca leghista. E qui casca l’asino: dove e quali sono le risorse umane della Lega per il Comune di Reggio?

Salvini, però, probabilmente mal consigliato, si lancia, imperterrito, nei suoi propositi di conquista: «Alle comunali – ha dichiarato – per la prima volta ci sarà una lista della Lega». E ha aggiunto che – uomo o donna, non importa – la Lega potrebbe puntare al Sindaco. «Non scegliamo in base al sesso, ma valutiamo competenze e bravura: la Lega ha tante persone su cui puntare». Qualcuno svegli l’ex-ministro dell’Interno dal suo sogno. La destra appare vincente, soprattutto se Zingaretti si ostina a indicare nella ricandidatura di Falcomatà la migliore scelta del Pd, ignorando i tanti ed evidenti malumori del territorio: c’è Giorgia Meloni che ha ipotecato la poltrona di Palazzo San Giorgio, pur sapendo di non avere candidati “spendibili” sulla piazza, e Forza Italia che vorrebbe un sindaco della propria lista, con un lanciatissimo Francesco Cannizzaro (artefice dello straordinario successo azzurro nella Città Metropolitana) che sta tessendo una fitta tela di alleanze. E la Lega? Chi propone Salvini come sindaco di Reggio? Vista la composizione delle liste regionali, è legittimo qualche dubbio sui futuri candidati del Carroccio per Reggio.

Angela Marcianò

E poi, contro i sogni di Salvini, c’è l’incognita delle liste civiche. L’ex assessore Angela Marcianò sta preparando la campagna elettorale: proprio ieri ha fatto la prima apparizione ufficiale come candidata a Reggio, alla libreria Culture, raccogliendo un largo consenso tra professionisti e politici di professione, nonché la disponibilità di Filippo Surace a nome di Tesoro di Calabria che ha offerto il suo sostegno, smentito un attimo dopo da Carlo Tansi che ha annunciato che presenterà una propria lista al Comune. Un sindaco donna a Reggio sarebbe una meravigliosa realtà: abbiamo lanciato come Calabria.live l’idea già un anno fa, quando l’avv. Giovanna Cusumano dichiarò di aderire a Forza Italia, aprendo una prospettiva rosa per Palazzo San Giorgio. Il dubbio su un sindaco donna, oggi, riguarda non solo la persona, ma anche l’area politica di riferimento. Considerando lacerazioni, divisioni e dispettucci vari tra le varie forze in campo nell’area di centro-destra, potrebbe finire pure che Falcomatà venga rieletto sindaco per mancanza di antagonisti…

La Marcianò, chiamata da Matteo Renzi nella Segreteria dem (pur senza tessera) dopo l’infelice esperienza di assessore con Giuseppe Falcomatà, ha peccato d’ingenuità nella vicenda processuale che coinvolge quasi tutta la giunta comunale a proposito dell’ex Hotel Miramare, però mostra competenza e capacità che quasi tutti le debbono riconoscere. Il suo progetto metropolitano piace alla cosiddetta società civile, ma le elezioni comunali della metrocity sono una cosa complicata, dove già formare le liste presenta difficoltà impensabili, ed è necessario studiare bene gli schieramenti a sostegno perché raccogliere i voti necessari non è così semplice come potrebbe apparire. L’adesione e il sostegno di varie personalità reggine (tra cui Eduardo Lamberti Castronuovo, ex assessore provinciale e attuale consigliere metropolitano), Alberto Cutuli (ex Alleanza Nazionale), Stefano De Luca (ex assessore con Italo Falcomatà) e Oreste Arconte (Italia dei Valori) offre comunque un variegato assortimento, che tradisce un’insolita trasversalità, visti i trascorsi dem dell’ex assessore alla Legalità. Raccogliere a piene mani il consenso della parte “buona” della città non è, però, affatto scontato.

«Con me – ha detto la Marcianò – voglio persone che rispettino una pre-condizione inderogabile: persone libere da condizionamenti che non mi chiedano nulla né oggi né domani, ma siano pronte ad offrire al loro disponibilità a a spendersi in nome della città». La formazione delle liste civiche è affidata a Salvatore Chindemi e a Renato Milasi (il suo avvocato nella vicenda Miramare). Avrà l’appoggio che le serve? Come convincere un elettorato inviperito con tutta la classe politica locale che ci potrebbe essere qualche respiro di rinnovamento guardando alle liste civiche?

Non trapela, invece, niente sul candidato sindaco di Forza Italia. Un abbottonatissimo Cannizzaro dice solo «stiamo lavorando» sapendo bene che la destra è vincente solo se non è divisa. Ma come mettere insieme e coagulare l’ala moderata forzista con i disegni sovranisti dei Fratelli di Giorgia e dei salviniani, senza dimenticare l’area degli ex-scopellitiani che spingono per la candidatura dell’ex presidente del Parco d’Aspromonte Giuseppe Bombino? Gli azzurri vorranno puntare a fare il bis rosa anche per il Comune di Reggio? Giovanna Cusumano, esponente di spicco della commissione contro la violenza di genere ed apprezzata professionista in città, non si tira indietro, ma non spinge per la candidatura. Da non trascurare, peraltro, l’eventualità, per niente remota, di una candidatura diretta dell’on. Cannizzaro a sindaco. Il deputato reggino (oltre 37mila voti alle politiche del 2018) un pensierino ce lo farebbe pure, rinunciando, forse a malincuore, al seggio di Montecitorio.

Di sicuro, l’attuale panorama degli aspiranti sindaci spariglia gli improbabili disegni di Salvini che, in Comune, riuscirà a far eleggere qualche consigliere, ma raccoglierà quasi certamente nuove delusioni in termini di consenso. I calabresi sono «lottatori» (lo ha detto anche la Marcianò) e i reggini lo sono ancora di più e non amano i colonizzatori, “conquistatori” o presunti tali. A fine maggio, probabilmente, si vota a Reggio per Comune e Città Metropolitana: anche qui, preparatevi, i colpi di scena sono da copione. (s)

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