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A Reggio chiude definitivamente la Casa di Riposo Don Orione

A Reggio chiude definitivamente la Casa di Riposo Don Orione

Il 31 dicembre 2024 chiuderà definitivamente la Casa di Riposo Don Orione di Reggio Calabria.

«Una decisione estremamente difficile», ha spiegato don Giovanni Carolo, direttore Provinciale dell’Opera Don Orione, «ma purtroppo necessaria», annunciata nel corso nel corso di una serie di incontri con i sindacati, i 19 lavoratori, e le famiglie dei 24 ospiti attualmente accolti dalla struttura che dovranno essere ricollocati.

Dopo oltre 40 anni di cura e di servizio a favore dei Reggini più fragili e delle loro famiglie, cessa definitivamente la sua attività la Casa di Riposo Don Orione, residenza per anziani autosufficienti e parzialmente autosufficienti che non necessitano di assistenza medica continua. Oltre alla chiusura della struttura, terminerà il lavoro di tutti i 19 dipendenti diretti e a tempo indeterminato impiegati all’interno della struttura e suddivisi tra operatori socio sanitari, animatori geriatrici, addetti ai servizi, personale di cucina, assistenti sociali, receptionist e amministrativi.

Una decisione difficile, dunque, in quanto «nonostante i continui investimenti e i molteplici tentativi di riorganizzare i servizi per garantire assistenza senza gravare sulle famiglie e per tutelare il maggior numero di posti di lavoro, da tempo la Casa di Riposo Don Orione non è economicamente sostenibile», ha spiegato don Carollo.

Dal 2021, infatti, il bilancio della casa di riposo è negativo con perdite per oltre mezzo milione di euro all’anno, mentre la previsione di chiusura per il 2024 vede i conti in rosso per un importo che sfiora i 650 mila euro. Dal 2010 ad oggi l’Opera Don Orione è intervenuta ripetutamente a copertura finanziaria della struttura immettendo fondi per un ammontare di 5 milioni e 700 mila euro, evitandone il fallimento.

«La finalità del nostro Ente – ha precisato Don Carollo – non è di natura commerciale. Le rette, che sono calmierate e non sono state incrementate, non sono sufficienti a compensare le spese. La pandemia e il generale aumento del costo dei beni e dei servizi necessari allo svolgimento delle attività essenziali di cura, hanno poi progressivamente deteriorato una situazione già pregiudicata e la cui gravità è dovuta al mancato supporto da parte delle istituzioni pubbliche che, nonostante il fabbisogno, non hanno dato seguito al riconoscimento dei cosiddetti Livelli Essenziali di Assistenza».

Per salvaguardare la sua attività al servizio delle persone anziane fragili, nel maggio 2019 l’Opera Antoniana delle Calabrie ha avviato con la Regione l’iter di autorizzazione e accreditamento per convertire la casa di riposo in Rsa (Residenza Sanitaria Assistenziale). Paradossalmente questa procedura, che ha richiesto alla struttura l’adempimento alle regole regionali in materia di RSA, ha prodotto un ulteriore e conseguente aumento dei costi. In mancanza dei relativi ricavi non riconosciuti dall’ente pubblico, l’Opera Antoniana ha potuto esclusivamente contare sul sostegno economico della Congregazione orionina.

I ritardi delle Istituzioni, che per la concessione della sola autorizzazione al funzionamento all’esercizio per RSA hanno impiegato ben tre anni, hanno ulteriormente compromesso il già instabile equilibrio finanziario della struttura. In assenza di risposte concrete sull’iter di accreditamento e il conseguente convenzionamento per l’erogazione di prestazioni sanitarie per conto del Servizio Sanitario Nazionale, l’Opera Antoniana è stata costretta a rinunciare all’autorizzazione al funzionamento per RSA e a contrarre il proprio organico arrivando oggi, ad un anno dalla comunicazione alle famiglie e al Comune di non poter più accogliere le persone anziane fragili, alla decisione di cessare definitivamente l’attività. 

“«Siamo consapevoli delle dure conseguenze che questa sofferta decisione avrà sulle persone – ha continuato il direttore Provinciale Don Carollo –. Per questo a partire da subito ci attiveremo per supportare gli ospiti e loro famiglie nell’individuare la più adeguata alternativa assistenziale sul territorio, e per accompagnare i collaboratori per i quali cesserà l’attività».

Per i 19 dipendenti per i quali a fine anno terminerà il rapporto di lavoro, saranno valutate con le Organizzazioni Sindacali tutte le misure per attenuare l’impatto del provvedimento, tra cui eventuali ammortizzatori sociali previsti dalla disciplina vigente o ricollocazioni in altre strutture dell’Opera Don Orione sul territorio nazionale. Non sarà purtroppo possibile una ricollocazione all’interno della Regione Calabria.

«L’Opera Antoniana delle Calabrie – ha concluso Don Carollo – fortemente voluta da Don Orione all’indomani del terremoto di Reggio e Messina del 1908, continuerà ad essere al servizio della città e del popolo Reggino nel solco del suo fondatore, dando il suo contributo nella carità». 

Gli spazi in uso attualmente alla Casa di Riposo Don Orione saranno destinati a progetti di housing sociale per garantire l’accesso alla casa alle persone e ai nuclei più fragili, non solo dal punto di vista economico. 

L’Opera Antoniana delle Calabrie mantiene la sua presenza a Reggio attraverso le attività della Parrocchia e della casa religiosa di ospitalità Sant’Antonio, del Centro Aiuto Familiare, e della Scuola dell’Infanzia “Collina degli Angeli”. (rrc)

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