di PINO NANO – Un calabrese al Quirinale, è il caso di dirlo.
Ricevuto, applaudito, salutato e raccontato in maniera solenne, come solo lui avrebbe meritato tutto questo affetto. Qui al Quirinale lo trattano come una star. È per tutto quello che lui ha rappresentato per la storia della televisione italiana, e per tutto quello che di lui rimane nel cuore del Paese. Perché lui è, non solo la storia della Rai e del mondo dello spettacolo e del cinema in generale, ma è la storia di questo Paese. Lui è un pezzo della Repubblica, è uno di quegli amici che tutti vorrebbero avere accanto nei momenti peggiori della loro vita, lui è il padre che ogni figlio vorrebbe poter avere accanto, ma lui soprattutto è il più grande poeta visionario che io abbia mai conosciuto in Rai. Una leggenda.
Parliamo di Vincenzo Mollica, giornalista, scrittore, conduttore televisivo, narratore per eccellenza del mondo dello spettacolo italiano e non solo, volto tra i più autorevoli del Tg1, cronista e inviato speciale che ha raccontato per decenni il cinema, la musica e la tv intervistando i più grandi personaggi di questo mondo Calabrese dalla testa ai piedi, perché la sua famiglia era originaria di Motticella, frazione poverissima di Bruzzano Zeffirio.
Commoventissimo, il momento in cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli va incontro per salutarlo, si piega in avanti, Vincenzo è seduto, il Presidente gli stringe la mano con un sorriso fuori dal comune e gli confessa di essere da sempre un suo fan, cosa che il Capo dello Stato aveva appena fatto in pubblico davanti a tutti, davanti al mondo del cinema che ieri era qui al Quirinale per la presentazione ufficiale dei candidati ai Premi di Donatello, 69esima edizione anno 2024.
«Auguri e complimenti ai premi alla carriera, meritatissimi – dice il Presidente Mattarella – A Vincenzo Mollica: il suo garbo, la sua competenza, la sua voce rassicurante, la sua presenza familiare, hanno accompagnato generazioni di italiani alla scoperta di piccoli e grandi capolavori del cinema e della musica. Sono io e sono un suo fan».
In prima fila, ad applaudire Vincenzo Mollica c’è il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, cresciuto come giornalista anche lui in Rai quando Vincenzo Mollica era già per tutti noi una sorta di icona vivente,
A insegnargli i primi segreti del mestiere è stato il grande e indimenticabile Enzo Biagi, che lo chiama a Linea diretta il suo programma su Raiuno, e questo non fa che favorire non solo la sua crescita professionale, ma anche il carisma delle sue dirette e delle sue interviste ai grandi personaggi del tempo.
Nessuno come lui, nessuno più di lui, nessuno quanto lui. Neanche il mitico Lello Bersani, che ha tanto accompagnato la nostra infanzia, quando in TV andava in onda un solo telegiornale e Lello Bersani era il solo cronista che allora si occupasse di spettacolo e di musica. Vincenzo Mollica sarà poi il suo erede naturale al TG1, e come spesso accade l’allievo supera il maestro. E di gran lunga.
«Da oltre quarant’anni, Vincenzo Mollica racconta con passione e sobrietà, entusiasmo e competenza, il mondo dello spettacolo in Italia – dichiara Piera Detassis, presidente e direttrice Artistica dell’Accademia del Cinema Italiano –. Il suo stile unico, l’empatia e la sua arte dell’intervista sono da decenni un esempio per chi ha intrapreso la carriera di giornalista. Per me una vera ispirazione, per tutti un maestro che sa unire gusto pop, film d’autore, grandi attori e registi. E che, soprattutto, ama comunicare, perché Vincenzo Mollica non ha parlato solo agli addetti ai lavori ma al pubblico, enorme, che lo ha conosciuto e apprezzato attraverso televisione e radio. Cinema, musica, tv, fumetto, letteratura, universo digitale: Vincenzo è al fianco di tutti noi, ogni giorno, per raccontarci con la sua coinvolgente curiosità l’affascinante universo della cultura in tutti suoi linguaggi».
Semplicemente meraviglioso il duetto e lo scambio di battute tra Teresa Mannino, che qui al Quirinale conduce la cerimonia e lo stesso Vincenzo Mollica, due star del teatro insieme, che sorridono del mondo e della vita come se avessero ancora un altro secolo almeno da attraversare e da vivere. Emozionante davvero.
Poi ieri sera in diretta dagli studi di Cinecittà, con la conduzione di Carlo Conti e Alessia Marcuzzi, la consegna ufficiale di un Premio che non era mai andato prima ad un “estraneo “ al mondo del cinema. Ma si vede che il mondo del cinema considera Vincenzo Mollica parte di se stesso. E credo che non si potesse fare scelta migliore portandolo sul red carpet di Cinecittà da dove lui per mezzo secolo ha raccontato gli altri.
Complimenti Vincenzo, e grazie per tutto quello che ci hai insegnato. (pn)