16 settembre – È un grande motivo d’orgolio per tutta la Calabria. la scrittrice reggina Rosella Postorino col suo libro “Le assaggiatrici” ha vinto il Premio Campiello 2018. Anzi, ha stravinto, raccogliendo 278 dei 300 voti dei lettori per poi ricevere 167 voti nella votazione finale al Teatro La Fenice di Venezia. originaria di Reggio calabria, Rosella Postorino è cresciuta in Liguria e da17 anni vive a Roma.
Il suo libro “Le assaggiatrici” (Feltrinelli) racconta la singolare storia di un gruppo di donne chiamate ad un compito insolito e terribile: assaggiare il cibo destinato a Hitler. «Un privilegio e una condanna» dice la scrittrice. Che ha espresso con un largo sorriso la sua soddisfazione: «Sono felicissima. Voglio ringraziare tutti quelli che mi sono stati vicino mentre scrivevo questo libro. Grazie al Campiello che mi ha fatto fare un’esperienza bellissima».
Alla serata finale del Campiello hanno preso parte la Presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, e il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli. Se per la Casellati il Campiello è «una scommessa abbondantemente vinta» per il prestigio del Premio e la sua autorevolezza nel mondo della cultura, il ministro Bonisoli ha sottolineato che bisogna «lavorare insieme per la diffusione della scrittura e della letteratura tra i giovani. Abbiamo – ha detto il ministro – un problema enorme in questo Paese. Siamo sull’orlo di un distacco tra generazioni. Ai giovani basta cercare di far venire la fame di cultura. Siamo in un momento di cambiamento della storia in cui nessuno sa con precisione dove stiamo andando. La cultura è una soluzione per trovare la nostra strada».
Rosella Postorino per il suo libro si è liberamente ispirata alla storia vera di Margot Wolk che a 96 anni ha raccontato l’esperienza di “assaggiatrice” del Führer alla caserma di Karusendorf. Un libro straordinario e avvincente, scritto con mano sicura, capace di rapire il lettore e costringerlo a riflettere anche sugli aspetti meno conosciuti del nazismo e le sue brutalità anche a livello psicologico nella scommessa sulla sopravvivenza cui costringeva le sue vittime.
La scrittrice è stata introdotta da Gad Lerner che nel sottolineare le sue origini ha esaltato le virtù del libro: «Che cosa c’entra una giovane donna calabrese con la Germania 1943? Ho iniziato questo libro con diffidenza e poi lo ho divorato». La Postorino sarà festeggiata a Montecarlo il 12 ottobre ospite dell’Ambasciata d’Italia, e come da tardizione per il vincitore del Campiello mercoledì 19 presenzierà a PordenoneLegge.
È importante sottolineare come sia un momento particolarmente felice per la narrativa calabrese: la Postorino, a buon diritto, diventa la portabandiera della forte capacità degli scrittori calabresi (Gioacchino Criaco, Mimmo Gangemi, Domenico Dara, solo per citarne alcuni) che stanno conquistando un posto di rilievo nel panorama non solo nazionale (di Criaco è stato appena pubblicata la traduzione di “Anime Nere” negli USA). Un motivo di orgoglio e l’ulteriore dimostrazione, ma non ce n’è bisogno, che questa terra ha tante ricchezze in casa, ma spesso non se ne accorge nemmeno. (rrm)