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All’Unical ricordato l’eccidio degli zingari ad Aushwitz – Birchenau nel 1944

All'Unical ricordato l'eccidio degli zingari ad Aushwitz – Birchenau nel 1944

di FRANCO BARTUCCI – La Scuola di Leadership per il Contrasto all’Antiziganismo, che ha sede presso il Dipartimento dio Scienze Politiche e Sociali, ha organizzato nella giornata di giovedì 16 maggio, presso l’Università della Calabria, un seminario sul tema: Nell’80° anniversario della resistenza (16 maggio – 2 agosto 1944) nel “Campo famiglie Zingare’ di Aushwitz – Birchenau.

L’aula H/2, dove si è svolto il seminario, ha accolto una buona partecipazione di studenti e studentesse dell’UniCal, esponenti della comunità Rom di Cosenza, della chiesa valdese, di associazioni migranti e attivisti locali. 

 Il seminario, organizzato dalla Scuola di Leadership per il Contrasto all’Antiziganismo, si è aperto con una relazione di Laura Corradi, direttore della Scuola, volta a documentare gli atti di resistenza zingara che avvennero nel campo di sterminio di Aushwitz nelle 10 settimane che intercorsero dal 16 maggio 1944 al 2 agosto 1944.

La prof.ssa Laura Corradi ha tradotto nel suo intervento alcune parti di diari di prigionieri politici che narrano in tempo reale quanto succedeva.

«Le donne sono quelle che hanno lottato con più ferocia, per difendere i loro bambini» è scritto in uno di questi diari. Infatti ad Aushwitz le famiglie Rom erano riuscite a restare unite e si erano barricate nei capannoni intenzionate a resistere.

Il sociologo rom Dezso Mate, collegato in remoto dall’Università di Hidelberg, è intervenuto sulla situazione specifica delle persone LGBTIAQ Rom che nei lager non venivano assegnate né al ‘triangolo rosa’, e nemmeno al triangolo ‘marrone’ delle persone di colore, come neanche alle loro comunità di appartenenza, ma venivano uccisi all’arrivo e gettati in fosse comuni, senza nome e dimenticati.

La sociologa MirindaA Ashley Karsan ha esposto una ricerca sulle attuali condizioni nei campi Rom italiani, tracciando connessioni tra il pregiudizio di oggi e la persecuzione del passato; mentre Saska Jovanovic direttore dell’Associazione italiana di donne Rom ‘Romnì’ ha narrato dell’attivismo di genere e della lotta contro l’antiziganismo. 

Il sociologo Fabio Perocco, dell’Università di Venezia Cà Foscari, ha presentato una relazione finale su ‘Razzismo ed anti-ziganismo di Stato’, fenomeno che è alla base delle disuguaglianze e discriminazioni multiple nei confronti del popolo Rom nel nostro paese e in altri stati europei.

La femminista Rom Stefania Bevilacqua ha messo l’accento sulle difficoltà che incontrano le donne della sua comunità nelle istituzioni educative e nelle università, dove spesso si laureano senza poter dichiarare di essere Rom per timore di comportamenti anti-zigani. Infine è intervenuto il presidente dell’Associazione Lav Romanò di Cosenza, Fiore Manzo, che ha parlato della sua ricerca in corso sulle persone Rom internate nel campo a Ferramonti di Tarsia.

Hanno partecipato in presenza all’evento anche la pro-Rettore, prof.ssa Patrizia Piro, che ha espresso il suo apprezzamento per questo tipo di iniziative volte a valorizzare le diversità, ed ha espresso parole  di incoraggiamento a replicarlo per il prossimo anno dando più spazio e voce a questa storia evento di commemorazione e studio; mentre  il co-direttore della Scuola di Leadership per il Contrasto all’Antiziganismo, prof. Danilo Pappano, del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, ha espresso parole di apprezzamento per l’ottima riuscita dell’evento, che ha pure accolto varie testimonianze di studiosi ed attiviste, collegate in remoto, da diverse parti d’Italia.

«Non parlare degli atti di resistenza delle persone zingare ad Aushwitz, omettere l’uccisione di centinaia di migliaia di Rom, Sinti, Gitane nei campi di concentramento e sterminio, significa commettere un crimine, non solo nei confronti della storia, ma anche del presente di popoli che ancora oggi subiscono razzismo e pregiudizi», ha concluso la coordinatrice dei lavori prof. Laura Corradi. 

La storia di resistenza rom di quel giorno del mese di maggio 1944Ce la sintetizza la prof.ssa Laura Corradi

«Il 16 maggio del 1944 ad Aushwitz Birchenau, nel Ziegeuner Lager (Campo Zingaro), collocato ad un centinaio di metri dai forni crematori, le famiglie Rom danno vita a forme di resistenza. Si barricano nei dormitori ed iniziano a forgiare armi rudimentali. Le versioni di quanto accadde nelle dieci settimane successive sono differenti, ma una cosa è certa: il 2 agosto 1944 le circa 3000 persone zingare rimaste in vita vengono portate nelle camere a gas da un ingente schieramento di SS. Ad Aushwitz morirono circa 22mila Rom. In totale ne furono uccisi mezzo milione, durante il Samudaripen, l’olocausto zingaro, di cui ancora non si parla nei libri di scuola. Fare luce su quegli eventi ci aiuta a capire le radici lontane della persecuzione di questi popoli ‘nomadi’ ed a combattere stereotipi ed antiziganismo, una forma di razzismo molto perniciosa, l’unica forma di razzismo tollerata negli stati europei.  Nel nostro Ateneo esiste da anni una ‘Scuola di Leadership’ composta da uomini e donne Rom e pro-Rom, studenti, docenti ed attivisti/e impegnati/e nel contrasto all’anti-ziganismo e nella formazione di comunità’». (fb)    

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