«La società deve saper rispondere maggiormente alle esigenze delle persone affette da demenza, in quanto la cura ha effetto solo se rapportata a un intervento condiviso nella comunità». È quanto ha dichiarato Daniele Lorenzi, responsabile Politiche Economiche Arci Nazionale, nel corso del convegno Comunità di cura: culle territoriali per famiglie e persone con demenza, organizzato dall’Associazione Ra.Gi. presso il Comune di Catanzaro, a ridosso della Giornata mondiale dell’Alzheimer.
«Prendersi cura delle persone è la vera rivoluzione: nel nostro Paese, che negli ultimi 20 anni ha scelto la strada dell’egoismo e dell’indifferenza che conduce verso la solitudine dei singoli cittadini ma anche di istituzioni e organizzazioni, attraverso la nostra rete ci attiviamo per realizzare azioni normali, ma necessarie per la comunità. Connettiamo piccole solitudini per garantire una vita dignitosa a persone che soffrono a causa di una malattia che porta con sé un problema sociale», ha detto Walter Massa, presidente nazionale di Arci, ribadendo la mission dell’Associazione.
Esempio eclatante di tale socialità, interpretata come atto rivoluzionario, non può che essere CasaPaese, la residenza innovativa per persone affette da Alzheimer e demenza, ideata dalla presidente Elena Sodano e diventata operativa dallo scorso mese di aprile nel borgo di Cicala, dove Massa ha fatto visita insieme al presidente Arci Calabria, Giuseppe Apostoliti, e al responsabile Politiche Economiche Arci Nazionale, Daniele Lorenzi.
Lorenzi, poi, si è trovato d’accordo con il responsabile invecchiamento attivo dell’Arci, Rosario Bressi, nel rivedere in CasaPaese il paradigma della quotidianità circolistica, basata su relazioni e interlocuzione.
«Siamo antenne che recepiscono i disagi delle famiglie e delle persone affette da demenze» ha spiegato Apostoliti che ha fortemente voluto l’incontro con la dirigenza nazionale della storica associazione di promozione sociale per far conoscere la realtà della residenza calabrese che si spera possa essere presto replicata anche in altre regioni.
Per il momento, l’occasione è stata proficua per annunciare l’apertura di uno sportello gratuito, operativo con psicologhe e assistenti sociali della Ra.Gi., nella città di Catanzaro.
«Siamo stati la prima e unica città in Calabria con un centro diurno per persone affette da demenza, rimasto aperto persino durante la pandemia. Ora, con somma gioia, cerchiamo di indagare un terreno più ampio, in cui ricopre grande importanza non solo la pratica sanitaria, ma soprattutto una visione complessiva dell’essere umano», ha specificato Sodano, soffermandosi sull’importanza di un trattamento morale, oltre che farmacologico.
Tesi sostenuta anche da Roberto Lacava, geriatra responsabile del Centro per i disturbi cognitivi e le demenze, che ha confessato: 1mi rendo sempre più conto del grande bisogno di assistenza per le famiglie delle persone affette da Alzheimer e demenza. L’attività di Elena Sodano può rappresentare un ponte virtuoso su cui far transitare questi pazienti, assicurando attenzione e ascolto».
Non è affatto semplice né scontato, le figure sanitarie che operano nel mondo delle malattie neurodegenerative devono essere adeguatamente formate ed empatiche.
«Il nostro ruolo, dopo quello del medico che fa la diagnosi e prescrive la cura, è fondamentale per indicare alle famiglie il percorso da intraprendere per conoscere le fasi della malattia e affiancare i propri cari nel modo giusto. Siamo raccoglitori di malessere, timori, domande a cui dobbiamo dare risposte», ha affermato Amanda Gigliotti, psicologa dell’associazione Ra.Gi.
Elemento altrettanto importante di questa rete sempre più attiva e in espansione sono anche le istituzioni, rappresentate durante il convegno dal sindaco Nicola Fiorita che ha confermato pieno sostegno e collaborazione con le attività della Ra.Gi. e dal vicesindaco nonché geriatra Giusy Iemma che si è trovata d’accordo nel sostenere «il soggetto fragile non ha bisogno solo di terapie farmacologiche, ma anche di attenzioni in un ambiente che evoca ricordi ed emozioni. Solidarietà e accoglienza aiutano ad abbattere i ponti dell’indifferenza creando percorsi comuni».
Percorso comune che, come ci ha tenuto a sottolineare anche l’assessore alla cultura, Donatella Monteverdi, va attraversato e sviluppato insieme alle istituzioni perché «nessuna intelligenza potrà salvare il mondo da sola, bisogna immaginare e costruire insieme una città diversa, in cui i soggetti fragili acquistano centralità». Per permettere loro, come attesta quotidianamente Sodano, di riconquistare la propria dignità e libertà in un clima di umanità e fiducia in sé stessi e nella comunità. (rcz)