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Anci Calabria replica a Morra: La Calabria non è una colonia penale, intervenga il Capo dello Stato

Candia

Anci Calabria è intervenuto in merito alle dichiarazioni di Nicola Morra, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia sulla partecipazione dei sindaci calabresi a Roma indetta dall’Anci Calabria, chiedendo l’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

«Le dichiarazioni diffuse dal senatore Morra, presidente della Commissione Parlamentare antimafia – ha dichiarato Francesco Candia, vicepresidente vicario Anci Calabria – sulla partecipazione dei sindaci alla manifestazione indetta dall’Anci Calabria e svoltasi a Roma l’altro ieri, con il contestuale incontro della delegazione di primi cittadini con il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e con il ministro Roberto Speranza, destano sconcerto e forte preoccupazione perché rappresentano una terribile offesa per le istituzioni locali e per la gran parte dei calabresi onesti».

«Le parole di Morra – ha aggiunto – prendendo spunto da qualche episodio degenerativo che ha nel tempo riguardato anche ambienti e soggetti del mondo delle amministrazioni locali, si traducono in un giudizio sprezzante ed incontrollato che di fatto criminalizza ed addita al pubblico ludibrio tutti i sindaci calabresi ed un’intera regione senza tener conto di quanti,  quotidianamente, operano e si spendono con esclusivo spirito di servizio in favore delle proprie comunità».

«Il senatore Morra – ha proseguito – ama sparare nel mucchio senza distinzioni, ma in questo modo non fa altro che mettere in discussione la legittimazione dei Sindaci e di altri livelli elettivi e dell’intero corpo elettorale (si veda il clamoroso e deprecabile infortunio delle dichiarazioni riguardanti la compianta presidente della Regione Calabria, Jole Santelli che hanno offeso tutti coloro che combattono quotidianamente con patologie tumorali), dimenticando che egli stesso ha tratto legittimazione da quel medesimo corpo elettorale».

«La Calabria non è una “colonia penale” – ha sottolineato –. Forse, a questo punto, l’unico gesto plausibile sarebbe quello di rassegnare le dimissioni dalle sue funzioni e chissà che non stia maturando, responsabilmente, il convincimento di abbandonare  cariche e ruoli rivestiti. Ecco perché invochiamo l’intervento del Presidente della Repubblica, affinché possa far riflettere il responsabile di un tale dissennato attacco ai rappresentanti democratici delle comunità locali e, investendo gli altri organi costituzionalmente deputati, dia corso al ripristino del reciproco doveroso rispetto che non può essere messo in discussione da nessuno, a maggior ragione da chi dovrebbe mantenere un esemplare atteggiamento istituzionale».

«Esprimiamo forti perplessità – ha detto ancora Candia – da sindaci quasi minacciati dalla veemenza delle sue dichiarazioni, sull’opportunità che il senatore Morra possa permanere nel suo delicato incarico. Non può, infatti, un Presidente della Commissione parlamentare antimafia esprimere giudizi denigratori, offensivi e pregiudizievoli nei confronti dei Sindaci che rappresentano l’avamposto delle istituzioni democratiche. E’ intollerabile ed inaccettabile. Così come è sorprendente che nelle sue analisi ritenga addirittura di superare e divergere dalle stesse tesi di Procuratori che non possono essere strumentalizzati da nessuno. Gli accadimenti negativi assunti ad esempio diffuso da Morra, seppur deplorevoli, riguardano tutti gli ambienti sociali e attengono anche ad altre sfere, sia delle istituzioni che della società».

«È come se – ha concluso – all’esito di ipotesi di responsabilità che riguardano talvolta persino soggetti appartenenti alle Forze dell’Ordine, al corpo giudiziario o del clero, dovessimo concludere che perciò non ci siano più regole, giustizia o religione. Confidiamo, pertanto, nell’intervento del Capo dello Stato, a tutela dei primi cittadini calabresi, della Calabria e dei calabresi onesti. Ed anche della memoria di quei sindaci “martiri” che hanno pagato sulla propria pelle  l’impegno per la comunità, contro il malaffare ed ogni forma di degenerazione». (rrm)

In copertina Francesco Candia, vicepresidente vicario Anci Calabria

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