Il Consiglio di Anci Calabria delibera l’istituzione di una commissione consultiva per l’autonomia

Sarà istituita una Commissione consultiva e di studio sull’applicazione della legge in materia di autonomia differenziata. È quanto è stato deliberato dal Consiglio di Anci Calabria, «in linea con le indicazioni dell’Anci nazionale noi 20 presenti sui 25 componenti del Consiglio, abbiamo scelto in piena unità di approfondire, tramite apposita Commissione consultiva, la concreta applicazione della legge sull’autonomia differenziata, di monitorarne gli effetti e di indicare tutti i necessari correttivi al Governo e al Parlamento, in modo che l’Anci Calabria sia protagonista attiva nell’interesse esclusivo delle comunità locali»», ha spiegato la presidente di Anci Calabria, Rosaria Succurro.

Dell’organo, poi, faranno parte l’avvocato amministrativista Oreste Morcavallo, l’avvocato Alfonso Rende, segretario generale della Provincia di Cosenza, l’avvocato Nicola Midonno, segretario generale della Provincia di Crotone, e l’avvocato Giorgio Vercillo, docente universitario di Diritto amministrativo.

«Abbiamo voluto confrontarci a modo –  ha chiarito la presidente dell’Anci Calabria – e trovare una linea comune riguardo alla legge sull’autonomia differenziata. Mi spiace che si siano assentati i sindaci di Cosenza, Crotone, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria, che hanno deciso di non venire a discutere, rinunciando al confronto e al voto democratico sulle azioni da intraprendere».

«Nessuno – ha concluso Succurro – ha impedito a questi cinque colleghi, di cui rispetto la posizione pur non condividendola, di esprimere e far valere le loro idee nella sede del Consiglio dell’Anci Calabria. Il buon senso ci dice che, quando si diserta un appuntamento, ci si colloca nel torto». (rcz)

I cinque sindaci dei Capoluoghi non parteciperanno al Consiglio di Anci Calabria

I sindaci dei Capoluoghi calabresi, Nicola Fiorita (Catanzaro), Franz Caruso (Cosenza), Giuseppe Falcomatà (Reggio), Vincenzo Voce (Crotone) e Enzo Romeo (Vibo Valentia), non partecipano al Consiglio dell’Anci Calabria «poiché è passata infruttuosamente la settimana che doveva servire a trovare una sintesi per un documento unitario dell’Anci sull’autonomia differenziata».

«Che peraltro, contravvenendo a un impegno che aveva assunto a Lorica, non ha inteso consultare i sindaci promotori dell’appello “UnasolaItalia”», hanno spiegato i primi cittadini, sottolineando come sia «evidente che l’Anci calabrese  non ha nessuna intenzione di chiedere il referendum abrogativo della legge Calderoli. La proposta della Presidente Succurro di istituire un osservatorio sull’autonomia differenziata è praticamente una fotocopia della proposta di Forza Italia».
«Un modo elegante – hanno proseguito – di non prendere posizione e consentire comunque l’attuazione della riforma. Mai nella sua storia l’Anci Calabrese si era piegata così al potere Regionale e nazionale. Ci addolora constatare che l’Anci Calabrese non tiene conto della posizione di 130 sindaci, tra cui tutti quelli dei Capoluoghi e delle principali città, rappresentativi di un milione di cittadini calabresi. Noi andiamo per la nostra strada e proseguirei nella nostra battaglia».
«Non è tempo di mediazioni al ribasso – hanno concluso Fiorita, Caruso, Falcomatà, Voce e Romeo – di tattiche dilatorie. Fortunatamente ci hanno pensato le Regioni Sardegna, Campania, Puglia, Emilia Romagna e Toscana a chieder il referendum e se questo non bastasse raccoglieremo mezzo milione di firme. Anci Calabria resti alla finestra e giri pure le spalle al popolo calabrese». (rcz)

Conclusa la prima assemblea di Anci Calabria: 296 sindaci e 9 tavole rotonde

Sono stati 296 sindaci e nove tavole rotonde il bilancio della prima assemblea regionale di Anci Calabria, svoltasi a Lorica nei giorni scorsi. Una due giorni convocata dalla presidente regionale, Rosaria Succurro, «intense e straordinarie, con contenuti di elevata qualità, la condivisione di buone pratiche amministrative e tante necessità espresse» e che si è conclusa con la convocazione, per il 19 luglio a Lamezia Terme, di un Consiglio dell’Anci Calabria per formulare delle proposte unitarie sull’autonomia.

«L’Anci regionale sostiene nel concreto le amministrazioni locali e questa prima Assemblea serve a consolidare le sinergie istituzionali esistenti, a garantire tutti insieme i diritti, i servizi e la crescita delle nostre comunità, al di là delle diverse appartenenze politiche», ha detto Succurro durante la prima giornata in cui, assieme ad altri sindaci, ha accompagnato il prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, che dal prossimo lunedì prenderà servizio a Latina, a visitare la vetta del monte Botte Donato e il lago Arvo a bordo di un battello elettrico.

Il prefetto Ciaramella, che ha salutato con emozione le autorità presenti, ha sottolineato la propria vicinanza ai Comuni, che «sono – ha detto – gli enti più vicini ai cittadini».

Roberto Pella, presidente facente funzioni dell’Anci nazionale, ha ringraziato Succurro e gli altri sindaci calabresi, si è soffermato sull’unità dei sindaci all’interno dell’Anci e ha evidenziato l’attenzione del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, per le comunità locali.

Il presidente Occhiuto, intervenuto in collegamento dalla presidenza della giunta regionale, ha rivolto un «sentito augurio» a tutti i primi cittadini e detto che «la Calabria non sviluppa grandissima capacità fiscale».

«In passato – ha aggiunto – il malgoverno regionale sui rifiuti o sull’idrico si è riverberato sui sindaci. In quanto a noi, nei due anni e mezzo di mandato siamo riusciti a costruire un racconto diverso di quello degli ultimi 20 anni e abbiamo dato esempi di buone pratiche amministrative. La pessima reputazione che le amministrazioni calabresi hanno avuto negli anni passati è stata una barriera per lo sviluppo economico e infrastrutturale».

«Il modo migliore per combattere la criminalità organizzata – ha detto ancora – è conferire trasparenza ed efficienza alla pubblica amministrazione. Il ruolo dei sindaci è dunque fondamentale e noi continueremo a sostenere le amministrazioni locali. Il mio auspicio è che le ragioni della contrapposizione politica possano essere superate dalla volontà di ciascuno di mostrare quanta eccellenza ci sia nella nostra Calabria e quanto questa eccellenza possa essere determinante per lo sviluppo della regione».

Nel suo intervento, Succurro ha illustrato l’attività che ha finora svolto l’Anci Calabria, «la cui missione – ha precisato – è quella essere una voce autorevole per i Comuni presso le istituzioni superiori».

«Finora, ha proseguito – ci siamo occupati – tra l’altro, di sostegno amministrativo, erosione costiera, Tirocini di inclusione sociale, interlocuzione con le associazioni di categoria e sostegno agli agricoltori. Inoltre, abbiamo affrontato il tema della stabilizzazione dei tecnici per il Sud e del futuro dei precari dei Centri per l’impiego. Abbiamo interloquito con Arrical per la revisione delle tariffe della depurazione e con la Protezione civile regionale per la realizzazione o l’aggiornamento dei Piani di protezione civile. Ne emerge un’Anci regionale attiva, operativa, che intende portare con orgoglio il peso della propria responsabilità».

Succurro ha poi chiesto un applauso per i sindaci dei piccoli Comuni, poiché «spesso mostrano anche capacità dirigenziali e fanno di tutto per i loro cittadini».

Veronica Nicotra, segretaria generale dell’Anci nazionale, si è complimentata con Succurro, ha sottolineato l’approccio concreto delle donne ai problemi e riassunto le iniziative dell’Anci in tema di autonomie locali, attuazione del Pnrr e regionalismo differenziato.

Nel complesso, la prima Assemblea regionale dell’Anci Calabria è stata ricca di osservazioni, testimonianze di buone pratiche amministrative e proposte su diversi argomenti: transizione digitale e prevenzione dei crimini informatici; efficientamento energetico; politiche sociali; ambiente e risorse idriche; autonomia differenziata; unione, fusione e scioglimento dei Comuni; valorizzazione e potenziamento delle risorse umane negli enti locali; sport come strumento di tutela della salute; agricoltura, commercio, turismo e peculiarità dei borghi.

Nella giornata dell’11 luglio, oltre ai diversi sindaci, hanno fornito contributi specifici Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica amministrazione, intervenuto da remoto sul potenziamento degli organici del personale degli enti locali; il senatore Francesco Silvestro, presidente della Commissione bicamerale per le questioni regionali, che ha trattato in profondità il tema dell’autonomia differenziata; il senatore Mario Occhiuto, segretario della VII Commissione di Palazzo Madama; Gianluca Gallo, assessore all’Agricoltura della Regione Calabria; Pierluigi Caputo, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria; la sindaca Donatella Deposito in rappresentanza  dell’Uncem Calabria; Fulvia Caligiuri, commissaria dell’Arsac; i giuristi Oreste Morcavallo e Pietro Manna; il docente universitario Luigino Sergio; Antonello Graziano, vicepresidente nazionale di Federsanità, e Giuseppe Varacalli, presidente di Federsanità-Anci Calabria.

Alla fine, Rosaria Succurro, presidente dell’Anci Calabria, ha ringraziato tutti i sindaci per il loro lavoro quotidiano, i relatori e i vari rappresentanti istituzionali presenti.

«L’Anci, ribadisco, è la casa di tutti e continuerà a dare risposte ai territori. Prima della prossima Assemblea, che si terrà in altra sede, lavoreremo con ulteriore spinta sugli argomenti già trattati e su altri, sempre convinti che i sindaci siano i primi riferimenti delle comunità locali, di cui rappresentano i bisogni e le istanze». (rcs)

I sindaci dei 5 capoluoghi all’Anci: Il Consiglio regionale può impugnare legge Calderoli e chiedere referendum

I cinque sindaci delle Città capoluogo di provincia della Calabria – Nicola Fiorita (Catanzaro), Franz Caruso (Cosenza), Giuseppe Falcomatà (Reggio Calabria), Vincenzo Voce (Crotone), Enzo Romeo (Vibo Valentia) hanno esposto all’Assemblea Anci di Lorica le ragioni della forte richiesta, indirizzata al presidente Roberto Occhiuto e al Consiglio regionale, di adottare due delibere per bloccare la legge “spacca Italia”.

La prima per chiedere il referendum abrogativo seguendo l’esempio di Campania, Toscana, Emilia Romagna, Puglia e Sardegna; la seconda per impugnare davanti alla Consulta la “Calderoli”, non nella sua interezza, ma su specifici punti.

«La nostra sia un’unica voce, non c’è spazio per mediazioni o fantomatici osservatori sull’autonomia. O si è a favore, o si è contro. Anci dimostri un volto unitario e autonomo. In caso contrario, andremo avanti da soli», hanno detto i primi cittadini, anticipando le risultanze di uno studio preliminare compiuto, su sollecitazione dei sindaci, da alcuni autorevoli giuristi. Ci sono almeno cinque possibili argomenti di impugnazione che possono essere individuati dall’Assemblea Regionale, con buone possibilità di successo.

Primo punto

La legge n. 86 del 2024 disciplina la procedura per la “specializzazione” delle Regioni a Statuto ordinario che vogliano acquisire ulteriori forme di autonomia, ai sensi dell’art. 116, c. 3, Cost. Tuttavia, tale disposizione stabilisce che l’attribuzione di tale autonomia debba avvenire nel rispetto dei principi di cui all’art. 119 Cost., sicché la legge in questione, oltre a non essere espressamente richiesta dall’art. 116, risulta con essa in contrasto in quanto la procedura ivi prevista, oltre a prevedere la previa determinazione dei Lep, conduce all’attribuzione di tali forme ulteriori di autonomia senza che sia stato previamente ultimato il processo di realizzazione dell’autonomia finanziaria regionale previsto dall’art. 119 della Carta. Si potrebbe decidere di chiedere l’annullamento di tutta la legge oppure, come sembra preferibile, una decisione manipolativa con la quale la Corte dichiari illegittimo l’art. 11 della legge (in particolare, il c. 1), recante disposizioni transitorie e finali, nella parte in cui non condiziona il raggiungimento dell’intesa definitiva in relazione agli atti di iniziativa delle Regioni, già presentati al Governo o presentati in futuro, alla previa attuazione completa dell’art. 119 Cost.

Secondo punto

Ai fini dell’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (LEP), l’art. 3, c. 1, della legge delega il Governo ad adottare, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della legge uno o più decreti legislativi, senza indicare direttamente i principi e criteri direttivi della delega, ma individuandoli per relationem, mediante un rinvio a quanto stabilito dall’articolo 1, commi da 791 a 801-bis, della legge 29 dicembre 2022, n. 197.
La Corte costituzionale ha più volte affermato che, spettando la titolarità e l’esercizio stabile della funzione legislativa al Parlamento, sono costituzionalmente illegittime leggi delega prive di principi e criteri direttivi sufficientemente precisi: c.d. deleghe in bianco (106/1962).  Nè può ovviare a tale mancanza il richiamo dell’art. 3 alla legge del 2022, visto che per la Corte costituzionale una determinazione di principi e criteri direttivi risulta praticabile per relationem, con riferimento ad altri atti normativi, se ed in quanto sufficientemente specifici (sentenze nn. 87/1989 e 156/1987), condizione che viene a mancare in questo caso. Ora, secondo la costante giurisprudenza costituzionale, le Regioni possono denunciare in sede di giudizio in via d’azione un vizio della legge statale diverso dalla violazione della loro competenza laddove – come in questo caso – il diverso vizio comunque si traduca, seppur indirettamente, in una violazione di tale competenza (c.d. ridondanza).

Terzo punto

La legge prevede la determinazione dei Lep unicamente in relazione a materie che possano essere oggetto di differenziazione e che lo richiedano per propria natura (cfr. elenco art. 3, c. 3). Tuttavia, tale scelta determina l’effetto illogico e irragionevole per cui risultano prima determinati i Lep sulle materie su cui è possibile la differenziazione per le Regioni che lo richiedano e solo eventualmente dopo per le materie che, a seconda dei casi, sono già adesso oggetto di competenza (concorrente o residuale) di tutte le Regioni a statuto ordinario.

Quarto punto

L’art. 3, c. 7, stabilisce che i Lep, una volta determinati con Decreto legislativo, possano essere periodicamente aggiornati con d.P.C.M. Seppure non può escludersi che in seconda battuta intervenga un atto secondario, la presenza di una riserva relativa di legge nell’art. 117, c. 2, lett. m), Cost., impone che in tale ambito un atto legislativo fissi in modo puntuale i limiti della discrezionalità governativa, che invece, come ricordato, sembrano mancare in questo caso.

Quinto punto

L’art. 11, c. 1, stabilisce che «gli atti di iniziativa delle Regioni già presentati al Governo, di cui sia stato avviato il confronto congiunto tra il Governo e la Regione interessata prima della data di  entrata  in  vigore  della presente  legge,  sono  esaminati  secondo  quanto   previsto   dalle pertinenti disposizioni della presente legge». Da tale disposizione non sembra possibile evincere con chiarezza se l’intesa raggiunta in relazione a tali atti debba intendersi provvisoria o definitiva, sicché si evidenzia innanzitutto un vizio di «radicale oscurità» della legge (sent. n. 110/2023).
In subordine, si può chiedere l’annullamento di tale disposizione nella parte in cui consente di ritenere già raggiunta la bozza preliminare di intesa, impedendo dunque al Presidente del Consiglio di circoscrivere la portata del negoziato prima di addivenire alla bozza definitiva, ai sensi di quanto previsto dall’art. 3, c. 2, secondo cui quest’ultimo, «Al fine di tutelare l’unità giuridica o economica, nonché di  indirizzo  rispetto  a  politiche   pubbliche   prioritarie,   (…), anche su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie o dei Ministri competenti per materia, può limitare l’oggetto del negoziato ad  alcune  materie  o ambiti di materie individuati dalla Regione nell’atto di iniziativa».
Si tratta di una valutazione essenziale ai fini di salvaguardare interessi unitari che possono ostare all’attribuzione di ulteriori forme di autonomie in materie particolari, come, ad esempio, l’istruzione, le grandi reti di trasporto, gli aeroporti, la distribuzione nazionale di energia.

A Lorica l’assemblea regionale Anci “I sindaci uniscono la Calabria”

Da domani al Centro di canottaggio Lorica, alle 15, si terrà l’Assemblea regionale dell’Anci Calabria, dal titolo I sindaci uniscono la Calabria.

«Sarà un appuntamento storico, di attualità e importanza rilevanti: noi sindaci dei Comuni calabresi ci incontreremo, in un periodo segnato da gravi difficoltà internazionali e da grandi sfide per il futuro, ai fine di discutere di sviluppo economico, sostenibilità ambientale, agricoltura e ampliamento degli organici amministrativi, oltre che di potenzialità, esigenze e ragioni del Mezzogiorno, prevenzione della criminalità, Stato sociale e altri temi prioritari», ha detto la presidente di Anci Calabria, Rosaria Succurro.

In particolare, i lavori dell’Assemblea regionale dell’Anci Calabria inizieranno con i saluti della presidente Succurro, del prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e del vicepresidente vicario dell’Anci nazionale, Roberto Pella. Poi Veronica Nicotra, segretario generale dell’Anci nazionale, parlerà dell’impegno della stessa associazione nelle politiche pubbliche e Succurro illustrerà le attività compiute dall’Anci Calabria. A seguire, ci saranno tavole rotonde su diversi temi: transizione digitale e prevenzione dei crimini informatici; efficientamento energetico; welfare e politiche sociali; ambiente e risorse idriche.

Dalle 9.30 di giovedì 11 luglio, i lavori ripartiranno con tavole rotonde su decentramento amministrativo, unità nazionale e autonomia differenziata; su unione, fusione e scioglimento dei Comuni; su forme di valorizzazione del capitale umano dei Comuni, con specifica relazione del ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo; su sport come strumento di salute; su agricoltura, commercio, turismo e peculiarità dei borghi.

«Come già anticipato, l’Assemblea di Lorica – ha precisato Succurro – rappresenterà anche un’occasione di confronto aperto, tra i sindaci calabresi, sull’autonomia differenziata, con l’obiettivo di percorrere una direzione unitaria nell’interesse delle comunità locali».  (rcs)

Succurro (Anci) ai sindaci: evitare forme di protagonismo politico su autonomia

La presidente di Anci Calabria, Rosaria Succurro, in una lettera inviata ai sindaci ha chiesto di «evitare forme di fughe in avanti, di protagonismo politico e di visioni aprioristiche motivate da interessi di parte».

Abbiamo l’occasione della imminente Assemblea regionale di Anci – ha sottolineato la stessa presidente dei sindaci della Calabria – per licenziare le migliori e condivise decisioni possibili, i più opportuni indirizzi e i maggiori approfondimenti sulla scelta della più efficace linea di iniziativa, su una riforma che certamente reca tanti punti da chiarire, a difesa di quel prezioso avamposto che è il Comune e che i cittadini considerano il proprio interlocutore istituzionale privilegiato, spesso anche laddove non ne ha competenza».

Nella sua lettera, Succurro ha precisato che da presidente dell’Anci e della Provincia di Cosenza non ha «mai pensato di dare luogo a discriminazioni partitiche nei confronti di istanze di interesse collettivo». Oggi, ha scritto Succurro, il No alla recente legge sull’autonomia differenziata «ci deve vedere ancor di più dalla stessa parte, con lo sforzo di una sintesi unitaria e di comune sentire». Nell’Assemblea regionale dell’Anci, che si terrà a Lorica il 10 e l’11 luglio prossimi, «sarà previsto – ha scritto ai sindaci la presidente Succurro – apposito spazio da dedicare al confronto aperto sul tema dell’autonomia differenziata, dal quale sono sicura che possa uscire una determinazione unitaria con il coinvolgimento di ciascuno». (rcz)

Succurro (Anci Calabria): Rilanciamo il Sud partendo dai piccoli Comuni

«Andiamo avanti così, per costruire un Sud più reattivo e attrattivo, a partire dal rilancio dei piccoli Comuni». È quanto ha dichiarato Rosaria Succurro, presidente di Anci Calabria, presidente della Provincia di Cosenza e sindaca di San Giovanni in Fiore, nel corso dell’iniziativa Piccoli, destinata agli Enti locali, di minori dimensioni, di Campania, Calabria e Sicilia, in programma a Pompei (Napoli).

In rappresentanza della Calabria, all’iniziativa in questione hanno partecipato anche i sindaci di Bianchi, Caraffa, Guardavalle, Lattarico, Marcellinara, Miglierina, Panettieri, Parenti, Scigliano e Squillace.

Per Succurro, infatti, «è obiettivo largamente condiviso il governo puntuale ed efficace dei Comuni meridionali, soprattutto dei più piccoli, cui è dedicata questa importante iniziativa dell’Anci, molto utile a potenziare le singole capacità amministrative».

«Spesso, specie dopo il Covid, si sente dire della volontà di valorizzare i borghi. Tuttavia, si tende a dimenticare – ha sottolineato la presidente Succurro – che quei borghi sono di frequente non governati a causa di varie difficoltà. In un piccolo Comune della Calabria, per esempio, non ci sono state candidature a sindaco. Agli enti locali più piccoli serve, dunque, sostegno tangibile. In questo senso, ho gestito il dimensionamento scolastico, da presidente della Provincia di Cosenza, con un chiaro segnale di attenzione e tutela verso i piccoli Comuni, che, se privati delle loro scuole, sarebbero stati condannati all’estinzione».

«Ancora – ha aggiunto – a San Giovanni in Fiore, Comune di cui sono sindaco, ho comprato 15 abitazioni vetuste nel centro storico, per ristrutturarle e consegnarle ad altrettante famiglie che popoleranno la zona antica».

«Noi sindaci siamo concreti – ha rimarcato Succurro – perché viviamo i problemi della quotidianità. Pertanto, sappiamo che, se non li risolviamo noi, quei problemi non li risolverà nessuno al nostro posto. Ecco perché sono preziose iniziative mirate come quella odierna, di mamma Anci, che forniscono buone pratiche gestionali ai Comuni più piccoli, in spirito di piena collaborazione». (rrm)

Tirocinanti, i sindacati chiedono l’intervento del Governo

Le Segreterie Regionali Nidil Cgil, Felsa Cisl ,Uiltemp, Usb Fds hanno chiesto l’intervento del Governo per la vertenza dei tirocinanti calabresi, in quanto nel Dl Milleproroghe manca la dotazione finanziaria, valutabile in circa 60 milioni di euro annui.

I sindacati, poi, hanno reso noto che riproporranno l’azione sindacale nei confronti dell’Anci Calabria, nella persona della presidente Rosaria Succurro, «della quale si è potuto apprezzare uno spirito collaborativo, mancante nelle precedenti gestioni».

Quella dei tirocinanti, infatti, è una delle vertenze «più importanti – si legge in una nota – per il mondo del lavoro in Calabria con più di 4.000 lavoratori coinvolti, distribuiti in circa 450 amministrazioni pubbliche»

Il dl Milleproroghe, infatti, accoglie le deroghe normative affinché gli enti possano procedere alle assunzioni. Dopo la sua approvazione è seguito un confronto sui territori tra le quattro sigle sindacali e i lavoratori «per dare piena consapevolezza non solo di quanto conquistato, ma anche del difficile percorso di quanto ancora è necessario ottenere per poter davvero superare la fase dei tirocini formativi e approdare ad un lavoro vero e tutelato».

«Manca, infatti, la parte economica – hanno evidenziato i sindacati – ossia quella dotazione finanziaria valutabile in circa 60 milioni di euro annui, perché gli Enti, in particolare i Comuni – notoriamente in gravi difficoltà finanziarie – possano procedere a concretizzare la norma che, altrimenti, rischia di restare lettera morta».

«Nel valutare quindi – hanno detto i sindacati – la mancata capacità della maggioranza degli Enti comunali di tradurre le norme in posti di lavoro per via della loro situazione economico – finanziaria, ribadiamo che l’unica soluzione per garantire un contratto a tutti i tirocinanti sia un intervento da parte del governo con il riconoscimento di un contributo al quale affiancare eventualmente altre risorse da parte della Regione Calabria».

«I prossimi mesi, dunque – hanno proseguito – saranno importanti anche alla luce dei provvedimenti normativi che saranno presentati al Parlamento e che dovranno effettivamente rendere la norma appena approvata accessibile a tutti gli enti utilizzatori per permettere di trasformare le parole in fatti. Continuiamo a pensare, infatti, che su una vertenza che coinvolge un così grande numero di famiglie calabresi non si possa pensare né a fughe in avanti solo per fini elettorali e nemmeno a facili scarica barili».

«Tutti i soggetti coinvolti a livello nazionale e regionale – hanno concluso le Segreterie – assieme alle parti sociali, devono remare nella stessa direzione. Richiameremo tutti alle proprie responsabilità anche attraverso mobilitazioni di piazza che decideremo assieme ai lavoratori». (rcz)

 

Naufragio di Cutro, Succurro (Anci): Davanti a queste tragedie non può esserci contrapposizione politica

«iamo profondamente addolorati per quello che accadde a Cutro l’anno scorso. Ancora oggi siamo scossi. Davanti a codeste tragedie, non ci può essere alcuna contrapposizione politica». È quanto ha dichiarato la presidente di Anci Calabria, Rosaria Succurro, recatasi sulla spiaggia di Steccato di Cutro  per deporre una rosa bianca come simbolo di umanità e di speranza.

«Ricordiamo anche l’accoglienza, il calore che allora ebbero tanti calabresi. La memoria – ha aggiunto la stessa presidente – è necessaria, ma sono indispensabili una sensibilizzazione, una testimonianza e un impegno costanti per salvaguardare i diritti, la dignità e la vita di tutti gli esseri umani».

Con il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, e con tutte le autorità civili e militari presenti, Succurro si è poi fermata in raccoglimento davanti alla lapide che ricorda i morti e i sopravvissuti di quel naufragio. (rkr)

Succurro (Anci Calabria): Significativa firma Fsc nel nostro territorio

La presidente di Anci Calabria, Rosaria Succurro, ha evidenziato come «ha un grande significato, non soltanto politico, che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sia venuta in Calabria a firmare con il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, l’Accordo per il Fondo per lo sviluppo e la coesione».

«Il Sud, in particolare la Calabria, merita la stretta vicinanza del governo», ha detto Succurro, precisando come «per i Comuni calabresi si tratta di un fatto della massima importanza. Infatti, la quota disponibile del Fondo per lo sviluppo e coesione, di oltre due miliardi e mezzo di euro, servirà soprattutto alla prevenzione nell’ambito idrogeologico, a superare le criticità sui rifiuti, a potenziare il trasporto stradale e marittimo, la mobilità urbana, la gestione delle risorse idriche, la portualità regionale e la competitività del sistema economico». «Dunque, nell’unità e nella cooperazione, noi sindaci calabresi – conclude la presidente Succurro – dobbiamo lavorare per cogliere tutte le opportunità che si profilano». (rcs)