In Calabria, solo il 3% dei bambini usufruisce dei posti negli asili nido o servizi integrativi per l’infanzia, finanziati dai Comuni. Un dato vergognoso, ben al di sotto della media nazionale che si attesta al 14,7%. È l’allarme lanciato dall’eurodeputata Laura Ferrara, sottolineando come il 12esimo rapporto dell’Atlante dell’infanzia a rischio Il futuro è già qui – Il mondo dei bambini di domani di Save the Children, ha evidenziato che la Calabria non ha raggiunto l’obiettivo del 33% entro il 2010.
«Analizzando le intenzioni di investimento nella programmazione regionale a valere sui fondi europei, è presto detto perché nulla si è fatto. Investimenti esigui e come se non bastasse la spesa effettuata non raggiunge nemmeno il 30% di quella prevista» ha detto l’eurodeputata, evidenziando come la Calabria potrebbe usufruire dei livelli essenziali delle prestazioni su asili nido inseriti, per la prima volta, dal Governo, nel disegno di legge di Bilancio 2022.
Si tratta di risorse destinate ai Comuni svantaggiati e che, con molta probabilità, cresceranno con i fondi del Pnrr.
Ed è per questo che l’Eurodeputata ha lanciato un appello alla Giunta regionale e al presidente, Roberto Occhiuto, chiedendo di «affiancare agli investimenti nazionali una rivoluzionaria e ambiziosa programmazione delle risorse europee derivanti dalla Programmazione operativa regionale 21-27, così da recuperare il gap con le altre regioni e offrire ai bambini calabresi ed alle loro famiglie servizi e sostegni equi al resto d’Europa».
Un problema, quello degli asili nido in Calabria, che tuttavia non è nuovo: nell’aprile del 2021, il rapporto nazionale di Openpolis e Con i Bambini, evidenziava un divario nell’offerta di nidi e servizi di prima infanzia, posizionando la nostra regione sotto la media nazionale.
«A fronte di un Centro-Nord – si legge – che con 32 posti ogni 100 bambini ha quasi raggiunto l’obiettivo europeo del 33% e dove in media 2/3 dei comuni offrono il servizio, nel Mezzogiorno i posti ogni 100 bambini sono solo 13,5 e il servizio è garantito in meno della metà dei comuni (47,6%). La differenza tra le due aree è di 18,5 punti».
«A Bolzano – si legge ancora nel report – vi sono quasi 7 posti ogni 10 bambini, mentre a Catania e Crotone quasi 5 non su 10 ma su 100 bambini. Forte anche la differenza tra comuni polo e quelli periferici e ultraperiferici (13,8 punti). La media italiana è del 25,5%».
Un altro problema, provocato dalla carenza degli asili nido, è il fenomeno degli anticipatari nel Sud: In Italia sono circa 70mila i bambini che all’età di 2 anni frequentano già la scuola dell’infanzia. A fronte di una media nazionale del 14,8% di bambini di 2 anni anticipatari, il dato supera il 20% in gran parte delle regioni meridionali, con picchi del 29,1% in Calabria, del 25% in Campania e del 23,7% in Basilicata.
Dati, che destano preoccupazione, se si considera che, come ha spiegato Raffaela Milano, direttrice Programmi Italia -Eu Save the Children Italia Onlus, «la povertà educativa dei bambini e delle bambine affonda le radici già nella prima infanzia, e si consolida ben prima della scuola primaria» e che «è dimostrato come un asilo nido di qualità rappresenti, per i bambini, uno strumento efficacissimo di riduzione delle diseguaglianze di ingresso nel sistema scolastico ed un investimento fondamentale per prevenire la dispersione». (rrm)