La deputata del Movimento 5 Stelle, Vittoria Baldino, ha portato all’attenzione del Governo la vertenza Simet, chiedendo in una interrogazione «quali iniziative intende intraprendere a sostegno dei lavoratori licenziati dalla Simet».
«Negli anni – ha spiegato – Simet è diventata un punto di riferimento per il trasporto su gomma a media-lunga percorrenza, servendo in particolar modo la fascia ionica della Calabria. Poi quello che si pensava rappresentasse uno scatto in avanti: nel marzo 2018 le Ferrovie dello Stato Italiane, attraverso la società Busitalia Sita Nord, controllata integralmente da Ferrovie dello Stato, insieme al gruppo Simet S.p.A., porta alla nascita di Busitalia Simet S.p.A. per incentivare, attraverso il servizio FAST, i collegamenti sulla lunga percorrenza a mezzo autobus».
«La nuova società, con il nuovo socio di maggioranza “pubblico” – ha spiegato ancora – avrebbe dovuto rilanciare il brand ed i servizi storici così come l’attivazione di nuove tratte e rotte. Ma inspiegabilmente, dopo solo 18 mesi, il socio Busitalia Sita Nord manifesta in modo irrevocabile la decisione di uscire dalla compagine sociale compromettendo, così, il mantenimento dei livelli occupazionali, non confermando il piano industriale di 5 anni, siglato proprio con Simet, per dar vita ad una forma di trasporto integrato ferro-gomma che prevedeva oltre 90 destinazioni in Italia e in Germania nonché l’impiego di 200 lavoratori».
Prima la pandemia, poi il caro gasolio, per finire la mancata attuazione del piano industriale delle Ferrovie dello Stato, piegano Simet che il 10 gennaio scorso presenta formale procedura di licenziamento collettivo, mentre il 10 settembre scorso invia le lettere di licenziamento per 40 lavoratori.
«La maggioranza dei lavoratori licenziati – ha proseguito Baldino – proviene dalla fascia ionica calabrese, la zona in cui le linee sono maggiormente occupate e cariche di lavoro come lo sono, peraltro, le altre aziende che concorrono nello stesso ambito. Le tratte servite dalla Simet risultano essere cruciali per un territorio, quello ionico della Calabria, nel quale la situazione dei trasporti, per quanto riguarda le ferrovie e gli aeroporti, è drammatica. Non è stata ancora completata, a titolo d’esempio, l’elettrificazione della ferrovia ionica nel tratto calabrese e la fascia, parliamo di un bacino di 300.000 persone, è servita attualmente soltanto da un treno a lunga percorrenza».
«In una regione dove il tasso di disoccupazione ha raggiunto – ha conclusoBaldino – proporzioni inquietanti e il sistema della mobilità offre un servizio di trasporto carente, con collegamenti irrisori e inadeguati verso le regioni del nord Italia, queste situazioni portano ancora di più a desertificare il territorio. Se il centro destra ha davvero a cuore il tema del lavoro, se non lo utilizza strumentalmente solo per attaccare il reddito di cittadinanza, deve dare una risposta immediata alla grave crisi che sta colpendo aziende importanti come quelle che operano nel settore dei trasporti». (rp)