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Balneari, Rapani (Fdi): Mappatura coste italiane utile per mettersi in regola con la Bolkestein

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Il senatore di Fdi, Ernesto rapani, ha evidenziato come «la mappatura delle coste italiane consentirà al nostro Paese di adempiere a quanto richiesto da una sentenza emessa nei giorni scorsi dalla Corte di giustizia europea sulle concessioni balneari».

«Ed il prolungamento di tali autorizzazioni demaniali fino al 31 dicembre 2024 – ha aggiunto – approvato con un emendamento presentato nel decreto Milleproroghe, servirà al Ministero delle Infrastrutture per effettuare quella mappatura. Il nostro Paese, quindi, si metterà in regola con la direttiva Bolkestein – secondo cui le concessioni balneari nelle aree sature non possono essere rinnovate automaticamente – varata ormai diciassette anni fa. Quasi due decenni in cui nessun governo in precedenza ha voluto mettervi mano. L’Italia vanta 8300 chilometri di costa: 800 sono occupati da porti, approdi e attracchi, 7500 ricadono nel demanio marittimo e con finalità turistico-ricreative».

«La mappatura servirà, quindi – ha proseguito – a stabilire le capacità ricettive tra aree già sature e le altre disponibili. Un passo importante in tal senso potranno compierlo i Comuni collaborando alla mappatura del Mit per avere contezza e certezza delle spiagge occupate e quelle libere, per poi accelerare i tempi delle concessioni. Successivamente se gli enti locali vorranno incentivare il lavoro e lo sviluppo turistico attraverso la creazione di strutture e servizi, dovranno programmare l’assegnazione delle aree libere».

«L’obiettivo dell’emendamento presentato nel Milleproroghe era, quindi – ha spiegato – finalizzato a questo risultato. Nei giorni scorsi la sentenza del Corte europea ha stabilito anche che le assegnazioni andranno concesse secondo un principio di massima trasparenza, e quindi attraverso dei bandi».

«Anche in Calabria – ha concluso – bisognerà tutelare tutto l’indotto, circa 2000 imprese e 20mila lavoratori. Nella nostra regione solo il 30% risulta occupata ed è quindi evidente che non mancherà la “materia prima” per fare impresa turistica con le regole imposte dall’Ue». (rp)

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