Rapani (FDI): Verificare procedure e atti su riapertura impianto di Tortora

Il senatore di Fdi, Ernesto Rapani, ha chiesto di verificare gli atti e le procedure sulla riapertura dell’impianto di Tortora. Sulla questione, infatti, il parlamentare ha annunciato di aver coinvolto la politica regionale e che presenterà una interrogazione al ministero dell’Ambiente.

Il senatore, che ha partecipato a un dibattito insieme all’europarlamentare Vincenzo Sofo, sulla questione relativa alla conferenza dei servizi indetta dagli uffici della Regione Calabria, finalizzata al rilascio dell’Autorizzazione di Impatto Ambientale, ha rilevato come «nel 2023 avrei preferito partecipare all’inaugurazione dei lavori di bonifica per la messa in sicurezza dell’impianto di rifiuti pericolosi di San Sago, in prossimità del fiume Noce, nel comune di Tortora. Ed invece mi ritrovo a dover contrastare il rilascio di autorizzazioni per la riapertura del sito».

«Nel corso del dibattito – ha spiegato – sono emersi tanti dubbi e tante perplessità in merito all’iter che sta seguendo la procedura della conferenza dei servizi. È opportuno evidenziare che l’area interessata rientra nel Parco del Pollino, ed è dunque protetta. Si trova a ridosso di un torrente soggetto a nullaosta paesaggistico, vincolo idrogeologico, in area vincolata dal Piano di Assetto Idrogeologico e dal Piano di Gestione Rischio Alluvioni. Sembrerebbe ci sia un parere dell’autorità di bacino rilasciato senza alcuno studio idraulico- geologico imposto dalla normativa vigente».

«Inoltre – ha concluso – i comuni che si trovano nelle vicinanze dell’impianto di località San Sago sono tutti ad alta vocazione turistica e la ripresa delle attività andrebbe a creare un danno inestimabile all’economia del territorio». (rp)

Beni culturali in Calabria, Rapani (Fdi): Il Ministero sblocchi i vincitori dei concorsi

Il senatore di Fdi, Ernesto Rapani, ha presentato una interrogazione, chiedendo al ministero della Cultura «se sia a conoscenza dei problemi che gravano sul comparto della cultura calabrese e se intenda sbloccare la condizione di stasi dei vincitori dei concorsi del Ministero stesso per ripianare le piante organiche e garantire la piena operatività dei musei e dei siti archeologici calabresi».

«I musei calabresi rappresentano una ricchezza inestimabile per la nostra regione. Reggio, Locri Epizefiri, Sibari – ha evidenziato – sono solo tre eccellenze rispetto ai beni architettonici conservati in Calabria e che meriterebbero di entrare a far parte del novero del patrimonio Unesco. Mi preoccupa, però, l’impiego delle risorse umane nella gestione dei tanti patrimoni calabresi».

«Mi preoccupa ancora – ho riferito al Ministero – la notizia, riportata da fonti di stampa, rispetto al rischio di una prossima chiusura di musei e siti archeologici calabresi. Peraltro, secondo i sindacati le strutture calabresi sono ormai svuotate di dipendenti dopo l’emorragia determinata dai pensionamenti a cui non è corrisposto un adeguato turnover. La situazione più eclatante, rilevata già qualche mese fa, riguarda la Soprintendenza di Catanzaro e Crotone dove sono in servizio soltanto quattro persone (due amministrativi, un centralista e un architetto) che lavorano sotto la direzione dell’architetta Stefania Argenti, su una pianta organica ministeriale che ne contempla ben trentacinque».

«Allarmante, in particolare, la situazione dei siti pertinenti il Parco archeologico di Sibari e della Direzione regionale musei – ha proseguito Rapani – dove il personale di accoglienza e vigilanza in servizio, già numericamente inferiore di oltre il 50% rispetto all’organico previsto, sarà a breve ulteriormente ridotto in vista dei pensionamenti ormai prossimi, a tal punto da non poter più garantire l’apertura nei prossimi mesi estivi».

«E se non si interverrà tempestivamente, tale situazione rischia di penalizzare la Calabria nell’accessibilità, fruibilità e promozione, soprattutto in vista della stagione turistica alle porte – ha concluso – di un patrimonio di inestimabile valore, quello archeologico e culturale, che costituisce una delle realtà più positive della regione; un patrimonio che, invece, deve costituire la leva strategica per il rilancio culturale, economico e sociale della Calabria». (rp)

Dl Ponte, Irto (PD): È solo uno spot, mancano coperture finanziarie

Per il senatore del Partito Democratico, Nicola Irto, «il decreto sul Ponte dello Stretto proposto dal governo è una potentissima arma di distrazione di massa, brandita ogni qual volta va distolta l’attenzione mediatica da altro».

«Ma l’arma di distrazione di massa – ha aggiunto – può servire anche ad altro. Ad esempio, a coprire interventi che rischiano di sconquassare ulteriormente il Paese e di cui il governo deve assumersi la responsabilità politica. Perché non è un caso che il decreto Ponte sia nato quasi contemporaneamente all’ultima bozza, dagli effetti potenzialmente devastanti, sull’autonomia differenziata».

«Il governo non ha tenuto in alcuna considerazione neppure i rilievi che sono stati mossi nel corso delle audizioni nelle Commissioni competenti, rilievi secondo i quali l’attuale progetto di attraversamento stabile sullo Stretto è del tutto insostenibile, non soltanto sotto il profilo tecnico e ambientale, ma anche sotto il profilo economico-finanziario. Pertanto – ha sottolineato il parlamentare democratico – risulta chiaro che si tratta di una strategia del governo per annunciare opere che non saranno mai fatte” “Il nostro no, dunque, è un no al decreto per come è strutturato, per l’assenza di coperture finanziarie, per l’assenza di dibattito pubblico sui territori, perché nei fatti è solo uno spot».

«Una ferma opposizione – ha concluso – che proseguiremo nel Paese dovuta alla mancanza di strategia del governo sul tema complessivo dello sviluppo intermodale della rete dei trasporti. Senza tutto questo, il decreto Ponte è utile non per la comunità ma esclusivamente per la società che va a finanziare. Alla propaganda e all’arroganza del governo il Partito democratico vota no». (rp)

Concorsi Comune di RC, Minasi (Lega): Si faccia passo indietro e si faccia nuovo bando

La senatrice della Lega, Tilde Minasi, ha evidenziato come «i concorsi appena indetti dal Comune di Reggio Calabria sono chiaro segno di approssimazione amministrativa e di assenza di responsabilità politica e sociale nei confronti della Città e dei cittadini».

«Quest’Amministrazione a guida di facenti funzioni – ha aggiunto – esulta per l’indizione di procedure concorsuali che, anziché portare nuova linfa alla macchina amministrativa e burocratica, arricchiranno il Comune solo di ricorsi, contenziosi e speranze tradite.  Speranze dei tanti cittadini, soprattutto dei giovani, che vorrebbero lavorare nella nostra Reggio Calabria e dare un contributo allo sviluppo del territorio, ma che oggi, alla luce della sciatteria amministrativa e politica di chi governa la città, sono costretti a prendere atto che si è trattato di speranze mal riposte».

«La compagine politica comunale, dopo aver rinunciato a Formez PA per la gestione dei concorsi, ha addirittura deciso – ha proseguito – di farli svolgere da remoto, ossia da casa, quindi con una procedura che, introdotta tempo fa per fronteggiare l’emergenza covid, comporta notoriamente serie difficoltà a garantire adeguati controlli durante lo svolgimento delle prove e, quindi, carenza di trasparenza, oggettività ed imparzialità nella valutazione dei candidati.  Soprattutto non si comprendono le ragioni politiche e di opportunità alla base di questa scelta, soprattutto alla luce della comunicazione, risalente allo scorso 5 Maggio, da parte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa la conclusione dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia».

«Peraltro, in questi bandi – ha spiegato – non è prevista la valutazione dei titoli di studio, non sono stabiliti i punteggi da assegnare alle prove a risposta multipla, non indicate la tipologia né la modalità di svolgimento delle prove da remoto, e la prova scritta, anch’essa da remoto, potrebbe addirittura essere a risposta aperta, il che comporterebbe ampi margini di discrezionalità per una Commissione di concorso di cui peraltro non è dato conoscere la composizione.  Inoltre, non risultano allegate al regolamento per l’accesso all’impiego, approvato dal Comune con D.G. del Comune n. 5 del 19.01.2023, le linee guida dell’Anci per i concorsi da remoto, per come di contro raccomandato dall’Anci medesima, che dettano disposizioni per la Commissione e per i candidati in merito allo svolgimento delle prove».

«Dunque una totale assenza di trasparenza, ripeto, e una decisione che accresce la deresponsabilizzazione sociale e politica a cui questa amministrazione ci ha abituati.  I bandi prevedono, oltretutto – ha sottolineato Minasi – che debbano essere i candidati a dotarsi dei computer, della connessione internet e di tutta la strumentazione informatica necessaria per le prove da remoto. Ma lo sa questa Amministrazione che molte famiglie e molti giovani non hanno purtroppo la possibilità di godere di connessioni internet a casa e di dotarsi di PC performanti come quelli richiesti? Che faranno queste famiglie e questi giovani? Rinunceranno a mettersi in gioco? Rinunceranno a candidarsi ai concorsi?».

«Questa modalità gestionale –  ha detto ancora – carica di fatto i costi delle prove sui cittadini e sulle fasce più deboli, piuttosto che rimettere all’Amministrazione il carico di fornire almeno la strumentazione necessaria; garanzia prevista in molti concorsi, certamente in quelli gestiti da Formez PA, organismo che rappresenta lo Stato ed a cui il Comune di Reggio ha inteso rinunciare. E, dunque, viene limitata di fatto l’accessibilità al concorso stesso, comprimendo ingiustamente i più elementari principi costituzionali previsti in materia di accesso al pubblico impiego. Ci sarebbe, anzi, da chiedersi perché gli strumenti informatici non possano essere forniti dalla società a cui è stato affidato il concorso, lautamente remunerata a spese dei cittadini».

«Questa vicenda – ha concluso la Senatrice – mostra il totale scollamento di Palazzo San Giorgio dalla realtà cittadina ed anche nazionale e chiediamo, dunque, un immediato e serio passo indietro all’Amministrazione, invitandola ad annullare la procedura concorsuale in atto, per predisporre un bando che risponda ai dovuti requisiti di trasparenza e imparzialità e consentire una selezione delle persone più preparate e meritevoli del nostro territorio, a prescindere dalla loro capacità di spesa». (rp)

Ricerca, Occhiuto (FI): Assicurare tempi idonei per erogare i fondi

Il senatore di Fi, Mario Occhiuto, ha evidenziato come «il decreto per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l’anno 2023, proposto dal ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha il merito di sostenere la crescita diffusa e inclusiva del sistema della ricerca, consolidare la ricerca fondamentale e rafforzare quella interdisciplinare, valorizzare la circolazione di conoscenza e competenze tra ricerca e sistema produttivo».

«Il decreto, inoltre – ha spiegato ancora – accompagna lo sviluppo di una nuova generazione di ricercatori, promuove la dimensione internazionale dell’alta formazione e della ricerca e assicura il coordinamento della ricerca nazionale, europea e internazionale».

«Auspico che da oggi in poi – ha concluso – si imprima un’accelerazione per l’adozione del decreto ministeriale di riparto del Foe in tempi idonei, in modo da assicurare l’erogazione delle risorse entro i primi mesi dell’anno e non più nei mesi finali dell’esercizio finanziario, come accaduto finora. Solo in questo modo si potrà garantire l’ottimale raggiungimento degli obiettivi prefissati nei progetti di ricerca». (rp)

Agricoltura, Rapani (FDI): Gli istituti agrari calabresi potranno partecipare ai bandi Psr

Il senatore di Fdi, Ernesto Rapani, ha annunciato «con la norma approvata in consiglio regionale – ha spiegato – che si allinea alle direttive del governo, gli istituti agrari calabresi potranno approfittare delle grandi opportunità dettate dal Piano di sviluppo rurale».

«Il testo approvato consente a queste scuole, che hanno al proprio interno delle vere e proprie aziende agricole con una propria capacità produttiva, di partecipare ai bandi regionali per lo sviluppo rurale – ha aggiunto –. In tal modo si assicura l’equiparazione di queste aziende allo “status” di imprenditori professionisti e, quindi, sarà così possibile consentire di concorrere ai bandi regionali per l’ammodernamento delle strutture e dei mezzi dell’impresa agricola e beneficiare dei contributi pubblici per il rinnovo del parco macchinari o di quelle strumentazioni indispensabili, sia per migliorare la produttività dei propri laboratori, sia per aiutare l’attività didattica degli Istituti agrari e premiare l’imprenditorialità e la propensione allo sviluppo degli istituti di formazione superiore».

«Esprimo, quindi – ha detto ancora – apprezzamento per l’iniziativa legislativa supportata dall’assessore all’Agricoltura, Gianluca Gallo, che ha recepito le istanze dei dirigenti scolastici. La misura ratificata a Palazzo Campanella contribuirà a far crescere ulteriormente una delle eccellenze del territorio, l’Istituto agrario di Corigliano Rossano diretto da Saverio Madera. Questo può essere considerato anche come primo passo verso la trasformazione degli istituti agrari nei Licei del Made in Italy, proposti dalla presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni».

«Un inno alle produzioni bio, chilometro zero e, nel nostro caso – ha concluso – alle produzioni agricole di eccellenza Made in Calabria». (rp)

 

Peste Suina, Irto (PD) presenta interrogazione per chiedere interventi a Reggio

Il senatore del Pd, Nicola Irto, ha depositato una interrogazione a risposta a scritta al ministro della Salute, al ministro degli Affari regionali e al ministro dell’Agricoltura per chiedere immediati interventi in merito all’espansione della peste suina nella Provincia di Reggio Calabria.

«Il 25 aprile scorso purtroppo nel territorio della Città di Reggio Calabria è stata rinvenuta la prima carcassa di cinghiale risultata positiva al test sulla P.S.A. – si legge nell’interrogazione – e, invero, è stata conclamata la positività di diversi cinghiali rinvenuti morti nel territorio della Provincia di Reggio Calabria in diversi allevamenti di suini semi bradi».

La situazione, dunque, desta particolare preoccupazione e necessita di un’attenzione particolare. E se grazie alla collaborazione di alcune squadre di caccia al cinghiale in braccata operanti nei Comuni di Reggio Calabria e di Cardeto il Commissario dell’Ambito territoriale di Caccia RC1 si è riusciti a risalire alla posizione georeferenziata delle carcasse rinvenute fino alla data odierna, «ciò che preoccupa è che ufficialmente nessuno ad oggi scriva o diffonda la notizia di queste carcasse tanto che i comuni della Provincia di Reggio Calabria non risultano inseriti tra i Comuni italiani in cui è stata riscontrata la malattia». 

Considerato che ufficialmente i Comuni Calabresi non sarebbero tra quelli colpiti dalla P.S.A. e che, invece, la tempestività degli interventi e del monitoraggio risultano essere gli unici strumenti per bloccare la diffusione a macchia d’olio di questa epidemia letale, il senatore Irto ha interrogato il ministro della salute, il ministro degli affari regionali e le autonomie e il Ministro dell’Agricoltura al fine di sapere «se intendano chiarire il motivo per cui sul sito del Ministero della Salute, la Provincia di Reggio Calabria non risulti interessata dalla grave problematica della P.S.A.; se l’Ufficio del Commissario nazionale per l’emergenza P.S.A. sia stato dotato di fondi sufficienti agli interventi programmati; se e quali iniziative intendano adottare necessarie ad indennizzare gli operatori della filiera suinicola calabrese colpiti dalle restrizioni sull’abbattimento, la movimentazione degli animali e sulla commercializzazione dei prodotti derivati e, infine, quali azioni intendano adottare al fine di utilizzare la dotazione finanziaria, allo scopo integrata affidata al Commissario di intesa con le Regione Calabria, per i necessari interventi sul campo». (rp)

Bonifica Sin Crotone, Rapani (FDI): Riscattare migliaia di ettari significa occupazione, riutilizzo, sviluppo

Il senatore di Fdi, Ernesto Rapani, ha evidenziato come «la nomina prossima del commissario straordinario del Sito di interesse nazionale di Crotone-Cassano-Cerchiara, imprimerà la definitiva svolta e certifica, qualora ce ne fosse bisogno, le attenzioni del Governo Meloni nei confronti della Calabria».

«E, nel caso specifico – ha aggiunto – , sui siti da bonificare che, per come ha risposto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ad una recente interrogazione parlamentare di Domenico Furgiuele, fanno riscontrare ancora “numerose criticità che devono essere affrontate».

« È tempo, quindi – ha proseguito – di accelerare su un intervento che perdura da decenni. Peraltro, la bonifica delle quattro aree industriali che insistono nel comune di Crotone, quali la ex Fosfotec, la ex Agricoltura, l’ex discarica di servizio di Farina Trappeto ed l’ex Sasol-Kroton Gres 2000 Industrie ceramiche, si tradurrà in occupazione, recupero dei siti stessi, riutilizzo e sviluppo. Parliamo di 884 ettari perimetrati a terra e circa 1.448 ettari, compresa l’area portuale, perimetrati a mare».

«Nel frattempo, però, Comune, Provincia di Crotone e Regione – ha rilevato – proseguono la battaglia nelle sedi preposte, avviata oltre un decennio addietro da associazioni, movimenti, comitati cittadini, tutti a chiedere alcuni dei diritti fondamentali, quali il diritto alla salute e la tutela dell’ambiente. In proposito il presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, è stata spesso chiara nell’affermare che vogliamo difendere la “natura con l’uomo dentro”».

«Coniugare, quindi, sostenibilità ambientale, economica e sociale, accompagnando imprese e cittadini – ha concluso – verso la transizione verde, senza consegnarci a nuove dipendenze strategiche e rispettando il principio di neutralità tecnologica. Sarà questo il nostro approccio. In questa direzione sarà determinante la rappresentanza del territorio in Parlamento». (rp)

Irto (PD) presenta interrogazione per ennesima chiusura Galleria della Limina

Il senatore del Partito Democratico, Nicola Irto, ha presentato una interrogazione per chiedere al governo e al ministro per le Infrastrutture chiarezza e pronti interventi dopo l’ennesima chiusura della galleria della Limina che paralizza la Locride.

«La nuova chiusura della galleria della Limina – ha spiegato il senatore Irto – non può essere accettata supinamente. Da lunghi anni si aspettano interventi strutturali che rendano sicuro il transito lungo quell’arteria e, invece, la risposta dei governi a tutti i livelli è quella di consentire chiusure temporanee, in qualche stagione avvenute nelle ore notturne e con orari diversi a seconda delle giornate delle settimane, ma facendo rimanere insoluto il problema in tutta la sua gravità. Tanto che, adesso, ci troviamo davanti all’ennesima decisione arbitraria che rischia di compromettere la stagione turistica che sta per cominciare, oltre a creare disagi enormi per l’intero comprensorio».

«Nell’interesse della Comunità della Locride e della Calabria tutta – ha proseguito – depositerò un’interrogazione rivolta al governo e al ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini per avere risposte chiare su quanto sta avvenendo nella Locride e capire quali interventi il governo nazionale abbia intenzione di mettere in atto per evitare una così grave penalizzazione per la cittadinanza. Purtroppo le statistiche relative alla chiusure precedenti parlano chiaro ed esiste il rischio concreto che la nuova condizione di isolamento metta la Provincia di Reggio definitivamente in ginocchio».

«Non possiamo consentirlo – ha concluso – e metteremo in campo ogni sforzo utile per scongiurare la chiusura e rilanciare la questione del diritto alla mobilità per i cittadini calabresi che non può limitarsi esclusivamente allo spot relativo al Ponte sullo Stretto». (rp)

Irto (PD): Questioni poste con Vertenza Calabria vanno rilanciate con forza

Il senatore e segretario regionale del Pd, Nicola Irto, ha ribadito come «il grido d’allarme lanciato da Cgil e Uil, in ordine ai ritardi che stanno arenando il percorso della cosiddetta “Vertenza Calabria” merita grande attenzione e pronto ascolto».

«Infrastrutture, sanità, Zes, ambiente, politiche di sviluppo industriale, la statale 106, l’elettrificazione della linea Ionica e l’alta velocità erano le priorità indicate per la Calabria nella vertenza – ha spiegato Irto – insieme al piano per il lavoro che acquista ancora più importanza con l’aggravarsi della crisi economica e  in relazione agli ultimi dati relativi alla disoccupazione nella nostra Regione. E’ molto grave che il presidente Roberto Occhiuto si sia completamente tirato fuori da ogni impegno, dopo essersi reso promotore dell’iniziativa volta a chiedere interventi immediati al governo nazionale».

«In realtà – ha detto – il passo indietro che i sindacati denunciano con forza oggi, il governatore lo aveva compiuto con chiarezza estrema nel momento stesso in cui ha dato il suo avallo al progetto di autonomia differenziata voluto dal ministro leghista Roberto Calderoli. Un progetto che cela maldestramente l’antica idea secessionista del Carroccio e che finirà per l’affossare definitivamente le speranza di sviluppo delle Regioni meridionali. Il sì all’autonomia differenziata, così come strutturata, di per sé è un colpo di spugna sulla “Vertenza Calabria” e dimostra, ancora una volta, quanto sia lontana dagli interessi dei calabresi l’azione del governo regionale nonostante i continui spot».

«Facilissimo – ha proseguito – sposare iniziative soltanto sulla carta per poi piegarsi agli interessi di partito e di coalizione. Come Pd abbiamo sostenuto la “Vertenza Calabria” fin dall’inizio, senza badare a colore politico o a primogeniture, e la nostra posizione rimane identica».

«Le questioni che vengono sollevate dai sindacati, oggi come allora – ha concluso – meritano di essere rilanciate e poste all’attenzione del governo nazionale che ha il dovere di programmare interventi straordinari per lo sviluppo della nostra Regione che non può continuare ad essere presa in considerazione soltanto in prossimità delle tornate elettorali come mero bacino di voti». (rp)