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CALABRIA, LA QUALITÀ DELL’ARIA È BUONA
NEL 2020 SONO DIMINUITI GLI INQUITANTI

FOCUS_aria pulita report arpacal

Tra tante criticità nella regione, almeno può consolare la buona qualità dell’aria. Difatti, da quanto è stato rilevato dalla Relazione per la valutazione della qualità dell’aria nella regione Calabria, per l’anno 2020, redatto dall’Arpacal su tutte le attività riconducibili alla gestione della Rete regionale per la qualità dell’aria, quella calabrese gode di buona salute.

Un dato confortante, quello rilevato dai tecnici nei siti di Siderno, Cantinelle, Rende, Castrolibero, l’Area ex-Pertusola di Crotone e l’area industriale di Vibo Valentia, in cui è emerso che «gli inquinanti rilasciati in atmosfera non hanno superato i limiti previsti dal D.lgs. n. 155/2010 e dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)», e che «è stata registrata una significativa diminuzione della concentrazione media degli inquinanti – sia quelli principali rilevati dalla rete regionale di monitoraggio che quelli secondari riscontrabili attraverso le analisi di laboratorio- in corrispondenza del periodo di lockdown».

Per quanto riguarda, invece, l’andamento dell’ozono, «alcuni parametri ne influenzano l’accumulo – si legge – in modo tale da presentare il superamento dell’obiettivo a lungo termine, nel periodo tardo primaverile-estivo. Ad attestare questa tendenza è la stazione di monitoraggio di Mammola, in provincia di Reggio Calabria, che nel Piano di valutazione regionale riveste un particolare ruolo di sentinella della qualità dell’aria in Calabria».

«Nessun superamento delle emissioni di ozono per quanto riguarda, invece – continua il rapporto – i limiti previsti per la soglia di informazione e la soglia di allarme: l’andamento dell’inquinante su base temporale giornaliera garantisce, anche nei picchi orari più sensibili, i parametri stabiliti dalla legge per la protezione della salute umana».

Per il direttore generale dell’Arpacal, Domenico Pappaterra, «attraverso le agenzie ambientali e istituzioni di ricerca, incluse quelle del settore sanitario si possono individuare, sotto l’egida dell’Ispra, le migliori strategie anche per mitigare gli effetti del clima sulla qualità dell’aria».

Per Michelangelo Iannone, direttore scientifico dell’Arpacal, «sulla base dell’esperienza di altre agenzie, emerge l’opportunità di riuscire ad integrare l’attuale monitoraggio degli inquinanti con dati ancora più dettagliati circa le sorgenti emissive».

«Una specifica attività di monitoraggio delle emissioni sugli aeroporti – continua Iannone – così come sul traffico portuale e stradale, all’interno del settore trasporti, e delle attività produttive, ci consentirebbe di elaborare valutazioni di impatto sempre più dettagliate alla realtà regionale e supportare la pianificazione in modo coerente alla sostenibilità ambientale». (rrm)

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