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CATANZARO – L’appello dell’Osservatorio Regionale per le Scuole di Specializzazione

UMG

Nicola Perrotti, presidente dell’Osservatorio Regionale per le Scuole di Specializzazione, e la maggioranza dei componenti, hanno scritto al presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, fornendo un parere sull’impatto che l’attuale situazione potrebbe avere sulle Scuole di Specializzazione dell’Università Magna Graecia di Catanzaro».

L’ Osservatorio Regionale per la formazione medico specialistica della Regione Calabria è stato istituito con DRG n. 158 del 09 maggio 2018 – Regione Calabria, è costituito da un rappresentante per ogni area sanitaria, un rappresentante per ogni azienda Ospedaliera della Regione Calabria e da tre rappresentanti dei Medici in Formazione Specialistica e svolge regolarmente il suo lavoro, ai sensi della normativa vigente (368/99). Da un punto di vista tecnico, l’Osservatorio Nazionale, ai sensi del Decreto Interministeriale 402/2017, valuta il raggiungimento dei requisiti Assistenziali, Disciplinari e strutturali previsti nel sopracitato decreto, ed infine invia i verbali ai ministeri competenti (MIUR e Salute). Il MIUR, mediante apposita delibera, comunica al Ministero della Salute l ’ elenco delle Scuole che sono state accreditate ed è poi il Ministero della Salute ad attribuire le borse ministeriali per ogni singola Scuola con apposito decreto. Il riconoscimento e la certificazione dell’attività assistenziale erogata dalle unità operative che ospitano le scuole di specializzazione è uno dei requisiti previsti per l’accreditamento delle Scuole. All’interno di questo contesto l’attuale Rettore si era adoperato per il consolidamento delle Scuole già accreditate e per l’accreditamento di ulteriori Scuole, mediante una serie di provvedimenti intrapresi in accordo con i Direttori delle Scuole, delle Unità Operative, e con i Direttori/Commissari dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini. La crisi attuale obbliga certamente ad un ’ evoluzione degli scenari, ma è opportuno, nonché necessario, guardare avanti consapevoli del passato e delle linee già tracciate. L’attuale blocco delle attività sanitarie a favore di più urgenti interventi connessi all’emergenza virale potrebbe rappresentare l’ennesimo colpo al sistema: l’attività assistenziale su cui si è basata in passato la valutazione per l ’ accreditamento delle Scuole ha subito un ’ enorme frenata ed appare ora obbligatorio, che le autorità competenti prevedano delle vie di uscita per prevenire un ulteriore danno collaterale dell’infezione da COVID-19. E’ necessario che l’attività formativa dei nostri specializzandi riprenda a pieno ritmo, ripristinando la disponibilità di posti letto che era originariamente a disposizione delle varie unità operative presso cui sono attive le scuole di specializzazione.

Come specificato dal Rettore dell’Ateneo catanzarese è impensabile che nel breve termine si esca da questa emergenza, è quindi necessario (in realtà lo era già da un po’) programmare un iter futuro per la gestione di questi pazienti, e programmare il Centro Covid regionale come centro di eccellenza infettivologico. D’altro canto, un intervento di questo genere non può non tener conto del contesto in cui avviene, e vincolare il centro COVID regionale alla struttura Universitaria rischia di affossare definitivamente un sistema che era funzionante, ma che aveva anche ottime prospettive di miglioramento. Inoltre, una struttura universitaria, con il suo eterogeneo affollamento di studenti, operatori sanitari, pazienti e visitatori, non sembra adatta ad ospitare un centro specializzato in malattie ad alta infettività come il Covid 19. Alla luce di tutto questo riteniamo che debba essere identificato un plesso ospitante esterno, e la proposta dell’ex Villa Bianca rimane allo stato attuale la più valida. In Lombardia si è costruito un intero ospedale dal nulla, non capiamo come non si possa riadattare una struttura che, quando fu dismessa, era ancora pienamente funzionante come Ospedale Universitario. Senza considerare che la possibilità di rimodernare tale struttura, in collaborazione fra più enti, rappresenterebbe un’ enorme opportunità anche per il futuro della città di Catanzaro e della Regione tutta. Ci teniamo a sottolineare che la permanenza della struttura COVID presso il Campus di Germaneto creerebbe un danno irreparabile per le funzioni formative dell’Università stessa, che esiterebbe nella perdita di Scuole di Specializzazione. Adesso la coerenza della Regione non può venir meno e pensare al futuro è un obbligo che solo chi ha a cuore la regione stessa può avere. La tutela della formazione universitaria e dell’efficienza sanitaria non devono essere messe in discussione. Tutto il sistema sanitario regionale si è messo all ’ opera per tutelare la salute pubblica, adesso le istituzioni competenti devono garantirci la possibilità di ritornare alla nostra primitiva funzione didattica, scientifica ed assistenziale. Stiamo vivendo un momento indiscutibilmente problematico, ma cogliamo l ’ occasione per migliorare, e soprattutto non permettiamo che si perda tutto il lavoro finora svolto dall’Ateneo di Catanzaro, non solo in termini di Scuole di Specializzazione, ma di capacità formativa a tutto tondo. (rcz)

 

 

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