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Cerimonia in Senato per il dipinto di Franco Azzinari dedicato ai due papi

Azzinari

di ROSARIO SPROVIERI – Malli i Arberit, Omaggio a Papa Francesco e Papa Albani. L’appuntamento è per il 12 Luglio 2021 al Senato della Repubblica, ore 16, Sala Zuccari – Palazzo Giustiniani – Via della Dogana Vecchia, 29 Roma, un evento internazionale che riporta alla ribalta la magia, la storia e la grande tradizione arbëreshë.

Partiamo dall’invito ufficiale che viene da Majlinda Dodaj, capo Missione dell’Ambasciata della Repubblica di Albania presso la Santa Sede, e il Sovrano Militare Ordine di Malta, in occasione del 30° Anniversario delle Relazioni Diplomatiche tra la Santa Sede e l’Albania nel 3° Centenario della morte di Papa Clemente XI.
Non a caso, il tema della conferenza principale che darà il via a questa solenne manifestazione sarà proprio questo: Il ruolo di Papa Clemente XI per il risveglio identitario albanese e nella cultura italiana del tempo. Alla cerimonia parteciperà, a nome del Santo Padre, il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, una delle massime autorità accademiche e intellettuali della Chiesa moderna, teologo di spessore davvero sovranazionale.
Il programma ufficiale di Palazzo Madama prevede una serie di saluti e di interventi ufficiali secondo quest’ordine: Majlinda Dodaj – Capo Missione Ambasciata d’Albania presso la Santa Sede; S. Em.za Rev.ma Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura; Francesco Altimari, Università della Calabria con Papa Albani per la Rinascita Culturale Albanese e Arbereshe; Gezim Gurga, Università di Palermo con L’insegnamento della lingua Albanese sotto il Pontificato di Papa Albani; Carla De Bellis, Università di Roma “La Sapienza” su Clemente XI e le Accademie Romane. L’Arte della Propaganda; Matteo Mandala, Università di Palermo con Papa Albani e il Processo di Costruzione di Identità tra gli Arbereshe; Franco Azzinari, che presenterà dell’Opera Artistica Malli i Arberit – Omaggio a Papa Francesco e Papa Albani.
Per l’occasione, torna in Italia il grande pittore di origini calabresi, egli stesso figlio dell’Arberia, il grande Franco Azzinari, e torna per presentare in Senato un singolare dipinto dedicato questa volta a Papa Francesco e al suo immaginario incontro con Papa Clemente XI, due Pontefici che hanno in comune l’amore e la dedizione verso il popolo arbëreshë e verso le millenarie tradizioni di questa cultura che ha radici ancora profonde in Italia, e soprattutto in provincia di Cosenza, dove i più giovani hanno imparato a parlare la lingua albanese dai nonni e dai genitori più vecchi.
Il dipinto che il maestro Azzinari regalerà al Cardinale Ravasi, perché venga poi portato a Sant’Anna, dimora abituale di Papa Francesco, propone in primo piano i due Papi, uno accanto all’altro, con sullo sfondo il cupolone e i riflessi bluastri dei bellissimi e incontaminati tramonti romani, un’opera ad olio di dimensioni un metro per settanta. È il racconto di un incontro impossibile, tra due Papi che hanno vissuto a distanza di trecento anni l’uno dall’altro, e che oggi il ritrattista ufficiale di Gabriel Garcia Marquez ha rimesso insieme e fatto ritrovare nella stessa casa comune di Pietro.
È la grande magia della pittura, ma forse ancora di più è la visione di un grande artista internazionale come Franco Azzinari, che non ha esitato a lasciare l’America Latina per tornare in Italia e trovare lo spazio di tempo appena necessario per questo suo regalo personale e bellissimo a Papa Francesco.
«Spiegherò ai tanti amici che quel giorno verranno a trovarci a Palazzo Giustiniani – anticipa a PPN il famoso artista arbërëshe – che il sorriso di questi due pontefici non è altro che la costruzione ideale di una Chiesa senza tempo, sempre rispettosa dei popoli e della loro fede, e soprattutto alla ricerca continua e affannosa di una unità di intenti e di obiettivi che fanno grande la storia del mondo”. Indubbiamente svelare “un volto così espressivo”, la faccia di un Papa del quale rimangono solo pochissime lacunose incisioni, lo si deve solo alla grande sensibilità di questo artista, che – da anni – ha scelto di nutrire il suo intelletto e, di trarre quella forza ostinata e segreta, che irrora le sue opere, proprio dal humus fertile della ricerca e della conoscenza. Azzinari ha metabolizzato il pensiero che appartenne a Primo Levi “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario».
Clemente XI fu un Papa operoso, di grande spessore culturale, egli era un discendente di Filippo de’ Laci, capitano del principe dell’Epiro Giorgio Castriota Scanderbeg. Da papa s’interessò molto dell’Albania, occupata dai turchi, si battè, soprattutto per la salvaguardia della lingua albanese e della religione cattolica. Un Papa integerrimo, che respinse tutti i tentativi della famiglia di approfittare della carica del loro congiunto per accaparrarsi cariche politiche o religiose, o titoli nobiliari e uffici pubblici. Clemente XI istituì la “Festa dell’Immacolata” – Approvò la fondazione dell’Accademia dei nobili ecclesiastici  (Pontificia Accademia Ecclesiastica) che cura la preparazione dei sacerdoti destinati al servizio diplomatico della  Santa Sede.
È sempre di Clemente XI  la scelta di proteggere i reperti archeologici che, già in quel tempo, venivano dissotterrati in tutto il territorio dell’Urbe; da Papa né vietò l’esportazione e, avviò i primi scavi sistematici nelle catacombe di Roma. A lui si devono l’ammodernamento del Porto di Ripetta, per la cui ristrutturazione furono impiegati materiali provenienti dal Colosseo. Sono sempre su ordine di Clemente XI il rifacimento della facciata della chiesa di San Silvestro in Capite, la costruzione della fontana antistante la Chiesa di San Pietro in Montorio; l’edificazione della meridiana di Santa Maria degli Angeli; anche il totale rifacimento della basilica dei Santi Apostoli. Poi ancora, la ristrutturazione della basilica di San Clemente al Laterano, la ricostruzione della chiesa di Santa Maria in Monticelli. Il Papa commissionò anche la Fontana dei Tritoni, presso la piazza della Bocca della Verità; l’erezione dell’Obelisco del Pantheon, fece costruire anche, un  pregevole viadotto nella città di Civita Castellana e l’acquedotto di Civitavecchia. (rp)
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