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Cisl e Fim-Cisl Calabria: Almaviva Spa non chiuda al confronto con le organizzazioni dei lavoratori

Cisl

Tonino Russo, segretario generale della Cisl Calabria, e Ciro Bacci, segretario generale della Fim-Cisl Calabria, hanno chiesto che «Almaviva Spa non chiuda al confronto con le organizzazioni dei lavoratori».

«Per quanto possa apparire paradossale in un settore in crescita e sempre più fondamentale per lo sviluppo come quello dell’informatica – hanno dichiarato i due segretari generali – Almaviva Spa, azienda operante in tutto il Paese, chiude al confronto con le organizzazioni dei lavoratori e intende procedere unilateralmente sull’aumento dell’orario di lavoro e la diminuzione del salario contrattato, abolendo la parte fissa del Pdr (a giugno) e assorbendo i tre quarti degli aumenti contrattuali stabiliti dal Ccnl».

«E sullo Smart Working – hanno aggiunto – in cui è attualmente impegnato oltre il 90% dei dipendenti, l’azienda dichiara l’intenzione di diminuire il valore del buono pasto, negando ogni apertura anche sulle dotazioni tecnologiche e strumentali necessarie per quel lavoro che i dipendenti stanno garantendo nella situazione di emergenza sanitaria ed economica che l’Italia, l’Europa e il mondo intero stanno vivendo».

«Di fronte all’intenzione di Almaviva Spa – hanno proseguito Russo e Bacci – di non rispettare accordi sottoscritti, le O.o.s.s. hanno dichiarato uno sciopero delle reperibilità, degli straordinari e di 8 ore per una giornata nella prossima settimana, uno sciopero che riguarderà anche la Calabria».

«I lavoratori – hanno concluso – che hanno contribuito in maniera significativa, con il loro impegno e con sacrifici che hanno investito l’aspetto salariale, a superare una fase di crisi che ha segnato negli anni scorsi il percorso di Almaviva Spa, invitano l’azienda a riflettere sul valore delle relazioni industriali e di un confronto che in un passato anche recente si è rivelato positivo e produttivo di buoni risultati. Le contrapposizioni sterili rischiano di generare fasi conflittuali, difficilmente ricomponibili che, in questo momento di grave difficoltà della nostra regione dell’intero Paese, non giovano a nessuno». (rcz)

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