«A differenza di quanto riportato da due membri della Camera dei Deputati, a società si conforma alle normative in materia di trasparenza (decreto legislativo 33/2013) e di prevenzione della corruzione (legge 190/2012), ponendo in essere gli adempimenti previsti dalle suddette disposizioni, nonché dai provvedimenti emanati dall’Autorità Nazionale Anticorruzione». È quanto ha detto Pietro Ciucci, amministratore Delegato di Stretto di Messina, rispondendo al capogruppo del Pd in Commissione Trasporti, Anthony Barbagallo e il capogruppo del PD in Commissione Ambiente, Marco Simiani, che hanno presentato un’interrogazione alla Camera rivolta ai ministri dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini.
«In particolare, Stretto di Messina pubblica nell’apposita sezione “Società Trasparente” del proprio sito istituzionale informazioni, dati e documenti previsti in assolvimento degli obblighi su trasparenza e anticorruzione», ha concluso Ciucci, rispondendo ai parlamentari del Pd.
Barbagallo e Simiani, infatti, nell’interrogazione hanno evidenziato come «dopo i rilievi posti dalla Corte dei Conti sulla gestione finanziaria di Anas il Governo non può più girarsi dall’altra parte. La Corte, infatti, ha sottolineato che il bilancio 2023 si è chiuso con una perdita di 162,7 milioni di euro riconducibile alla svalutazione del valore della partecipazione detenuta nella società Stretto di Messina», hanno detto Barbagallo e Simiani.
«Secondo i magistrati contabili – hanno aggiunto –la disciplina vigente non è compatibile con il criterio della valorizzazione ‘al costo’ della società SdM nel bilancio Anas 2022, nel quale si ometteva l’analisi dei costi funzionali al riavvio dell’opera di collegamento stabile tra Sicilia e Calabria».
«Una violazione della legge accertata anche dal perito indipendente nominato dal Mef – hanno proseguito – che ha ritenuto non funzionali al riavvio dell’opera oltre 85 milioni di euro di costi sostenuti da SdM, con conseguente grave svalutazione del valore delle azioni di SdM. Inoltre, sempre la Corte, contesta anche il ricorso a onerosi e ingiustificati pareri di professionisti esterni e segnala la necessità che la Sdm, particolarmente esposta a gravi comportamenti corruttivi, debba essere riportata nell’ambito di applicazione della normativa anticorruzione e trasparenza, dalla quale attualmente risulta esclusa in quanto partecipata da FS».
«Il Ponte, dunque – hanno concluso – rischia di affossare i bilanci dell’Anas, società importante che va difesa e tutelata. Il governo deve garantire la vigilanza esplicitamente invocata nella relazione della Corte dei conti, superando l’attuale situazione di incertezza determinata dal rapporto concessorio e riportando Anas nell’ambito di applicazione della normativa anticorruzione e trasparenza. Il governo intervenga al più presto». (rrm)