Dl Ponte è legge, il Comitato Ponte Subito: Un passaggio storico per il nostro Paese

Il Comitato Ponte Subito, che da 15 anni si batte per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, ha ribadito come l’approvazione del Dl Ponte «segna un passaggio storico per il nostro Paese».

«Il governo guidato da Giorgia Meloni, tutta la coalizione di centrodestra e in modo particolare il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini – si legge nella nota – hanno il merito di aver bruciato i tempi e rilanciato in poco più di sei mesi il più grande investimento della storia nel Sud Italia per la grande opera più importante in assoluto del Paese».

«Il nuovo Governo – prosegue il Comitato – ha il merito di aver mantenuto l’impegno elettorale: la realizzazione del Ponte era ampiamente inserita nel programma e quindi ha il pieno mandato popolare, come confermato da tutti i recenti sondaggi in merito che vedono una larga maggioranza di consenso pro Ponte. Siamo molto contenti che questa nuova spinta pontista a livello governativo abbia ‘risvegliato’ tanti favorevoli che purtroppo negli scorsi anni si erano dimenticati dell’importanza di questo progetto: meglio tardi che mai!».

«Noi che abbiamo sempre combattuto in prima linea per il Ponte – si legge ancora – continueremo a stimolare le autorità competenti non solo a fare, ma a fare bene e a fare in fretta perché il Sud Italia non può più aspettare, non può più perdere tempo, ha la disperata necessità di adeguare i propri standard infrastrutturali al resto del Paese. In tal senso è molto importante tutto ciò che il Governo sta alimentando intorno al Ponte con la forte attenzione dimostrata dal Mit a guida Salvini per Calabria e Sicilia: strade, autostrade, ferrovie, la linea jonica, l’alta velocità ferroviaria, tutti tasselli strategici per rispondere alle esigenze di sviluppo che il Sud operoso e produttivo chiede come ricetta per abbandonare degrado, povertà e perifericità».

«È questa la migliore soluzione – ha ribadito il Comitato – per rilanciare il Meridione su principi liberali, a differenza dell’opposta visione statalista dei pubblici sussidi quali assunzioni nella pubblica amministrazione e redditi di cittadinanza che per decenni non hanno fatto altro che mantenere il meridione in eterna povertà».

«Stupiscono fortemente – ha evidenziato il Comitato – le ideologiche posizioni contrarie della sinistra, persino dei Verdi che opponendosi al Ponte si oppongono alla grande opera più ecosostenibile che ripulirebbe lo Stretto dall’inquinamento abnorme provocato dal traghettamento abbattendo in modo straordinario le emissioni inquinanti, e anche di tutti quegli improbabili personaggi che da un lato strepitano fandonie catastrofiste e anti scientifiche profetizzando scenari funesti su un Ponte che viene dipinto come un drammatico cigno nero e allarmando in tal senso la popolazione con bufale e fake-news, ma al tempo stesso evidenziano che il Governo non starebbe facendo sul serio perché non ci sarebbe il progetto e non ci sarebbero i soldi».

«Non si capisce quindi se sono preoccupati del fatto che il Ponte si farà contro la loro volontà (come già accaduto per il Mose, la Tav, il Tap senza che si sia realizzata alcuna delle profezie di sventura da loro stessi annunciate), o se invece dovrebbero dormire sonni tranquilli perché tanto è tutta ‘una presa in giro’. Ma la loro credibilità è già pari a zero – conclude la nota – hanno governato l’Italia per 11 anni boccando il Ponte che altrimenti oggi sarebbe già in piedi, avevano promesso mille alternative e priorità, e invece – conclude la nota del Comitato Ponte Subito – non hanno fatto il Ponte e non hanno fatto neanche tutto il resto». (rrc)

Ponte sullo Stretto, Candeloro Imbalzano: Finalmente si riparte

Candeloro Imbalzano, già consigliere regionale e primo assessore comunale all’Area dello Stretto, ha evidenziato come «con la conversione definitiva in legge anche al Senato, riparte finalmente, dopo il vergognoso stop del Governo Monti nel 2012, la costruzione della grande opera che collegherà  la Sicilia alla Calabria ed al Continente, realizzando  il sogno, ormai millenario,  di tanti di noi che a questa battaglia, da almeno 20 anni, hanno dedicato una parte importante della propria attività  politico-amministrativa». 

«Una opera – ha evidenziato – che sarà decisiva per rompere il sottosviluppo secolare  dell’intero Mezzogiorno ed in particolare della Calabria e della Città Metropolitana  di Reggio,  per l’impatto virtuoso sui nostri territori che avranno gli enormi investimenti infrastrutturali che si stanno già mobilitando nelle due regioni per opere stradali – a partire dalla S.S. 106 – e ferroviarie, nonché con quelli miliardari che sono previsti per la  costruzione  dell’intera  opera, che sfoceranno in un enorme sviluppo turistico del grande Comprensorio a cavallo delle due sponde  una volta che sarà completata».

«In questo momento di legittima euforia – ha proseguito – un ringraziamento va rivolto, tra i tanti,  ai due Presidenti di Regione Renato Schifani e Roberto Occhiuto, che hanno marciato in questi mesi di comune accordo,  con convinzione e passione, per superare i non pochi ostacoli via via frapposti,    ed ai parlamentari che hanno sostenuto ed approvato  il provvedimento legislativo che definisce l’assetto della Società “Stretto di Messina” e riavvia le attività di programmazione generale e di progettazione definitiva della mega opera».

«Un doveroso pensiero particolare va, altresì ai due relatori, il siciliano Nino Germanà al Senato e l’onorevole reggino Francesco  Cannizzaro alla Camera – ha aggiunto – che in questi mesi si sono spesi con costanza e sano pragmatismo  per far progredire nelle Commissioni e nelle rispettive  Aule parlamentari questo importante e decisivo approdo».

«Questa storica decisione, che bandisce finalmente – ha concluso – un ambientalismo ideologico e pernicioso  che tanti danni ha prodotto fino ad oggi,  nonché  la strategicità dell’opera,  non solo  avranno  nei sette anni previsti per la costruzione del Ponte un enorme impatto lavorativo con decine di migliaia di nuovi posti di lavoro nei più  diversi settori, rispetto ai quali dobbiamo da subito attrezzarci, ma daranno  finalmente a questa Area ed alla città di Reggio la possibilità di diventare, col grande porto di Gioia Tauro,  un  mega  hub   del Sud Europa e dell’intero Mediterraneo, offrendole  una occasione unica ed irripetibile di riscatto sociale e di sviluppo sostenibile coerente con la sua antica  vocazione naturale». (rrm)

Cannizzaro (FI): Ponte sullo Stretto non più un sogno

Il deputato di Fi, Francesco Cannizzaro, dopo l’approvazione in Senato del Dl Ponte, ha ribadito come «il Ponte è finalmente legge” E, con esso, anche tutti i nostri emendamenti mirati a migliori ricadute sul nostro territorio».

«Grazie a Forza Italia ed al CentroDestra – ha aggiunto – il Ponte sullo Stretto, fortemente voluto dal Presidente Berlusconi, presto sarà realtà. Voglio ringraziare il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che hanno fatto propria questa battaglia e combattendo insieme a noi per raggiungere questo traguardo importante. È una grande conquista per tutto il Paese, ma soprattutto per Calabria e Sicilia!».

«Dopo vent’anni – ha aggiunto il parlamentare reggino – siamo riusciti a sconfiggere il partito dei no, i veti ideologici, i pregiudizi, la paura, il disfattismo. La costruzione di quest’opera strategica porterà anche investimenti nella rete stradale, autostradale, ferroviaria, portando l’alta velocità e l’alta capacità. Il Ponte porta in dote tanto altro, dunque, con importanti ricadute sul territorio anche in termini di servizi. Con miei due emendamenti al Decreto, infatti, sono state previste iniziative in favore delle realtà locali, giustamente preoccupate dagli impatti di un’opera grandiosa, ma altamente impattante».

«Anzitutto, la realizzazione del Piano integrato di trasporto – ha detto ancora – con l’obiettivo di adeguare il sistema del trasporto pubblico locale nell’area dello Stretto (sia terrestre che marittimo) alle esigenze di mobilità delle aree rivierasche, tanto durante la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, quanto successivamente. In secondo luogo, l’adeguamento di porti ed infrastrutture portuali, sia esistenti sia di nuova realizzazione, alla nascente configurazione che deriverà dalla costruzione del Ponte. I porti saranno quindi tutti potenziati, in particolare quello di Villa San Giovanni, con l’approdo a sud, e quello di Tremestieri, che insieme rappresenteranno la svolta per la portualità dello Stretto».

«Finalmente, il Sud, e di conseguenza l’Italia, saranno dotati di una infrastruttura indispensabile ed efficiente e diventeranno l’hub per eccellenza del Mediterraneo, con Calabria e Sicilia protagoniste di uno sviluppo economico e sociale senza precedenti. È una vittoria soprattutto di Forza Italia e del Presidente Berlusconi – ha concluso – ma anche di tutto il CentroDestra, dei cittadini del Mezzogiorno, di chi ci ha creduto sempre. Avanti tutta!». (rp)

IL 2024 UN ANNO “MEMORABILE” PER IL SUD
IL G7 IN PUGLIA E I LAVORI PER IL PONTE

di PIETRO MASSIMO BUSETTAGiugno 2024 sarà  un mese memorabile per il Sud. Infatti dovrebbe essere il mese in cui dovrebbero  ripartire i lavori relativi al ponte sullo stretto di Messina, tappa fondamentale nel processo di adeguamento  infrastrutturale di tutto il Mezzogiorno, Sicilia  compresa. 

Manca poco più di un anno. Ma sarà un mese importante anche per un altro evento, annunciato ieri dalla Presidente del  Consiglio a Hiroshima, perché si svolgerà un G7 a guida italiana, e già questo sarebbe un evento importante. Ma lo è ancor di più perché la sede scelta sarà la nostra Puglia. Essa con il suoi 4.079.702 abitanti rappresenta un quinto della popolazione di tutto il Mezzogiorno. Ma con i suoi 1.267.000 occupati compresi i sommersi riesce ad avere un rapporto tra popolazione ed occupati un po’ migliore del resto delle altre regioni meridionali. 

Ma soprattutto registra un trend positivo che la vede passare dai 1,207 milioni del 2021 ai 1,267 milioni del 2022. Per aumento degli occupati la Puglia nel 2022 è la prima regione del Mezzogiorno e la quarta in Italia dopo Toscana, Lombardia e Veneto. Sessantamila occupati in più nel 2022 rispetto all’anno precedente ed esportazioni che superano per la prima volta dal 2000, la soglia dei 10 miliardi di euro, ne fanno una regione  vivace. Troppo poco in ogni caso, però,  per affermare come fanno alcuni  che vi siano diversi mezzogiorni,  giustificando un intervento anche per le realtà magari a pochi  chilometri da Milano con strumenti simili, ma certamente abbastanza per far ritenere questa una regione più virtuosa delle altre. 

Anche se per arrivare al rapporto popolazione occupati di una regione come l’Emilia-Romagna,  che con abitanti pari a 4.458  mila ha 2 milioni di occupati compresi i sommersi,  ce ne vuole. Si dovrebbero creare ulteriori 600.000 posti di lavoro, cosa che non é né semplice né può essere veloce. 

Probabilmente la presenza nel Governo del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, di origine pugliese, Alfredo Mantovano, otrantino o idruntino, può aver influenzato la scelta. Per cui Otranto potrebbe essere il luogo candidato ad accogliere il summit del giugno 2024. Mantovano infatti ha parlato del Cenobio di San Nicola di Casóle, uno dei luoghi mistici della Terra d’Otranto, quale «cornice ideale per i Grandi del mondo». 

In realtà anche Il 43º vertice del G7 si è svolto al Sud. Voluto da Renzi si svolse al Palacongressi di Taormina (ME), in Sicilia, il 26 e 27 maggio 2017. Poi la riunione fu guidata dal Presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni. Ed anche un G8 si è svolto all’Aquila dall’8 al 10 luglio 2009. La riunione  guidata dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi fu spostata dalla Sardegna in Abruzzo a seguito del sisma che lo colpì.  

Nonostante non sia la prima volta che viene localizzato al Sud un evento così importante non può essere sottaciuto che è un segnale di attenzione che spesso non è stato scontato. Accendere  i riflettori su una realtà meridionale, se non diventa un rito senza conseguenze sul piano operativo, è un modo per approfondire le tematiche che riguardano questa parte del Paese, con difficoltà mai superate, e quindi per farlo diventare centrale non solo a parole ma anche con fatti conseguenti. 

Certo i grandi eventi che cambiano, o meglio contribuiscono a cambiare, una realtà sono quelli che coinvolgono centinaia di migliaia ,se non milioni, di persone. Come accade con l’Expo piuttosto che con le Olimpiadi. In quel caso è necessario potenziare le infrastrutture, avere una rete di accoglienza adeguata, adeguare i servizi pubblici a numeri importanti, tutte operazioni che incidono profondamente nel tessuto di una realtà. E certo obiettivo sarebbe che un vero grande evento possa essere localizzato, per esempio, a Napoli, città che ne avrebbe molto bisogno per svoltare finalmente e diventare la metropoli che per tanti anni l’ha fatta primeggiare tra le città europee.

Ma guardiamo il mezzo bicchiere pieno che oggi riguarda la scelta della Puglia per il G7 del 2024. Una  regione che ha grande bisogno di infrastrutturazione, se è vero che tutta la parte del tacco dello stivale, che possiede località bellissime e ancora poco sfruttate, ha grandi difficoltà ad essere raggiunta. Anche se vi è un aeroporto a Brindisi, la rete stradale ferroviaria ha bisogno di interventi importanti. Se la scelta dovesse ricadere su Otranto sarebbe un modo per porre l’attenzione su quella parte di Puglia che forma una penisola e che, pur possedendo un gioiello prezioso come Lecce, è stata abbastanza dimenticata. Peraltro  va sottolineato che pur essendo più grande della Campania, avendo 19.273 chilometri quadrati rispetto a quelli della Campania che sono 13.590, ha  molto meno abitanti.

Nell’ambito dell’Italia meridionale (isole escluse) la Puglia è la regione più estesa nonché quella con il maggiore sviluppo costiero con un’estensione delle coste di circa 865 km. 

Adesso ci si accorge come la equidistribuzione della popolazione per tutto il Paese, può  evitare quei fenomeni di estremo utilizzo del suolo e di antropizzazione selvaggia che poi portano all’impossibilità di contenere il Covid come è stato a Bergamo oppure ai fenomeni alluvionali che, pur in presenza di un fatto assolutamente eccezionale, avrebbero potuto essere limitati se la Romagna non fosse diventata un’unica realtà, senza  soluzione di continuità, di case e fabbriche.

Riflettere su i tanti territori ancora poco utilizzati di cui il nostro Paese, soprattutto al  Sud, dispone può essere l’inizio per cominciare a pensare ad un nuovo progetto di sviluppo più sano e saggio, che non dia spazio eccessivo alle bulimie autodistruggenti. 

Sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. Troppi fatti stanno dimostrando che la strada che ha percorso il nostro Paese negli ultimi settant’anni perlomeno,  che vede una locomotiva che arranca e dei vagoni fermi in binari morti,  va totalmente ripensata. E se gli sforzi saranno costanti e non solo sfoghi di vento  la possibilità di un cambiamento anche veloce potranno non risultare un’utopia. Giovanni Falcone riferendosi alla mafia diceva che è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un inizio e una fine, possiamo ripetere lo stesso concetto per  il sottosviluppo del Mezzogiorno. Anche esso è un fenomeno umano,  ha avuto un inizio e se vogliamo può avere una fine. (pmb)

[Corutesy Il Quotidiano del Sud – L’altravoce dell’Italia]

Il ministro Salvini: Nel 2024 l’apertura dei cantieri del Ponte sullo Stretto

Nel 2024 ci sarà «l’apertura dei cantieri» del Ponte sullo Stretto, ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, replicando in Senato al termine della discussione generale sul decreto Ponte e assicurando che «in Sicilia e Calabria tra il 2026 e 2032 arriveranno a compimento molte opere».

Lo riferisce l’Agi.

«Sotto il Ponte le navi ci passeranno, i 65 metri di altezza permettono il passaggio», ha detto ancora Salvini e il «Comitato tecnico-scientifico sarà composto dai più grandi esperti internazionali» per realizzare «la più grande opera pubblica a mondo», il «più grande ponte a campata unica» che «sarà l’orgoglio dell’Italia nel mondo», ha detto ancora, assicurando come «stiamo componendo un puzzle che renderà Italia più moderna, più veloce, e più sicura. E il ponte è un tassello. In 7 mesi miracoli non se ne fanno, ma la cosa è talmente appassionante e sfidante».

«È una grande giornata per tutto il Paese – ha detto ancora –. Sarà un’opera facile? No, non sarà facile. Se ne discute da secoli, ma penso che gli italiani ci chiedano di essere concreti e veloci. L’avvio dell’opera è il coronamento di un sogno».

«Mi occupo di manutenzione quotidiana piccola e grande – ha ricordato il ministro – ma se torniamo a pensare in grande, l’Italia tornerà ad avere il posto che le spetta. Grazie anche al contributo di chi ha criticato perché può essere utile, basta che non sia pregiudiziale o ideologico».

Per Salvini, il Dl Ponte «darà un senso a tutti gli investimenti, perché se sto spendendo 11 miliardi per arrivare in treno più velocemente da Palermo a Messina e altri 11 miliardi per arrivare più velocemente da Salerno a Reggio Calabria e poi mi fermo, smonto il treno, lo metto sul traghetto, inquino, arrivo dall’altra parte, rimonto il treno e riparto e perdo due ore, non ha senso quello che stiamo facendo».

Poi riferendosi agli investimenti, citati poco prima, dei 28 miliardi di investimenti infrastrutturali messi in cantiere o che saranno cantierati in Sicilia e altrettanti in Calabria, ha aggiunto: «Senza tutti questi 28 più 28 miliardi, è vero, il ponte da solo non serviva. Confermo. L’unicum lì in mezzo, senza strade, metropolitane e ferrovie non serviva. Ma finalmente si muove tutto il resto, perché fare tutto il resto per arrivare velocemente e poi fermarsi a Villa San Giovanni o a Messina non ha senso». (rrm)

L’OPINIONE / Roberto Di Maria: Il Ponte, un’occasione unica per il rilancio del territorio

di ROBERTO DI MARIA – La notizia della ripresa, da parte del Governo, dei rapporti contrattuali con la ex Eurolink per la realizzazione del Ponte sullo Stretto ha attivato una serie di iniziative intraprese, con lungimiranza, da soggetti come Rete Civica per le Infrastrutture. Soggetti che da più di un decennio aspettano che i cantieri per il Ponte ripartano e che, di fronte alla buona notizia appena annunciata, non hanno perso tempo nel porre in essere quanto è necessario per non far cogliere impreparati i territori di fronte alle enormi potenzialità rappresentate dai cantieri che, si spera al più presto, saranno  i piantati per realizzare il Ponte e le non trascurabili opere di collegamento e di mitigazione ambientale.

Webuild, impresa titolare del contratto appena “rivitalizzato” dall’azione del governo, potrebbe in tal senso attivare il proprio Regional Supply Chain Manager affinché prenda contatto con i Tavoli Ponte creati sia a Messina che a Reggio, riunendo imprese, sindacati e aziende di servizi dell’Area dello Stretto.

Ciò sarebbe perfettamente in linea con la mission esposta nel sito dell’impresa leader nel campo delle costruzioni, che recita: «Il R.S.C.M. diffonde linee guida, procedure e modelli Procurement e coordina i Project Procurement Manager per la corretta impostazione dei processi di acquisto, assicurando l’applicazione delle condizioni dei frame-agreements e la realizzazione dei piani di approvvigionamento per il raggiungimento dei targets per l’area geografica di competenza».

Allo stesso tempo renderebbe concrete le indicazioni dell’Ue, secondo le quali «…considerare lo sviluppo locale semplicemente come l’implementazione a livello locale dei programmi di politica nazionale sarebbe riduttivo oltreche fuorviante… le azioni di sviluppo locale implicano infatti un’attivazione più o meno accentuata degli attori locali pubblici e privati, che determina un cambiamento di governance delle politiche, con un rafforzamento degli attori impegnati a livello sub-regionale».

Queste iniziative possono avere una valenza enorme per lo sviluppo del territorio, o quanto meno per contrastare l’attuale condizione di arretratezza in tutti gli indicatori di benessere sociale: si pensi alla irrefrenabile emigrazione che rende Messina la città a più rapido spopolamento dell’intero continente europeo.

Le iniziative che possono essere intraprese in questa occasione, al di là dei risultati conseguiti in termini di crescita economica ed occupazionale, possono avere ricadute comunque positive, insegnando agli attori locali, nei casi in cui essi non siano già capaci di farlo, a porsi obiettivi comuni e a cooperare per raggiungerli. Il principio di partnership spinge infatti gli attori a creare dei veri e propri policy networks, che si caratterizzano per le relazioni di fiducia e cooperazione tra attori provenienti da ambiti diversi, ma impegnati a perseguire gli stessi obiettivi di sviluppo della realtà territoriale in cui operano.

Un valore aggiunto notevole per il territorio che accoglierà l’opera, moltiplicando l’effetto positivo che la stessa avrebbe sull’economia locale, non più limitata al semplice apporto di manodopera non specializzata ed a qualche fornitura di secondaria importanza.

In questo senso conforta l’apertura mostrata dalla stessa Webuild al territorio, manifestata in occasione dell’apertura dei cantieri che interessano altre importanti opere da realizzare in Sicilia. Si pensi che l’impresa sta già lavorando a 3 lotti dell’asse ferroviario ad Alta Capacità Messina-Catania-Palermo, per un totale di 77 km di nuova linea ferroviaria ed oltre 2 miliardi di Euro. Ma si è anche aggiudicata, in associazione con altre imprese, la realizzazione di altri 3 lotti della stessa infrastruttura per un totale di 97 km e 3,5 miliardi di Euro.

Grazie all’acquisizione di una quantità così rilevante di opere pubbliche da realizzare, l’Amministratore Delegato di Webuild, Pietro Salini, ha già preannunciato la realizzazione in Sicilia, a ridosso dei cantieri, di una fabbrica automatizzata di “conci” in calcestruzzo per la realizzazione del rivestimento delle gallerie. Manifestando, nel contempo, la volontà di realizzare sullo stesso territorio stabilimenti industriali in grado di costruire e riparare le “talpe” meccaniche utilizzate per lo scavo (le Tunnel Boring Machine, o TBM).

Si tratta di insediamenti industriali modernissimi che pochi territori al mondo possono vantare, e che proietterebbero la Sicilia ai vertici del mercato mondiale per questo tipo di macchine operative. Ma è solo un esempio di quello che può essere realizzato nei territori interessati da un’opera che, come il Ponte, comporta una varietà ancor più grande di manufatti ad altissima tecnologia: si pensi agli elementi in acciaio necessari per la costruzione dell’impalcato, come pure alle speciali imbarcazioni che serviranno a trasportarli.

Tutte attività che richiedono non soltanto una grande quantità di manodopera, ma anche un’altissima specializzazione della stessa, per la quale si richiedono corsi di formazione lunghi ed approfonditi da organizzare per tempo. Se veramente si vuole partire con questa grande opera lasciando al territorio tutti i benefici che essa comporta, occorre provvedere subito ad attivare le necessarie sinergie tra parti sociali ed imprenditori impegnati nei lavori.

La politica, in tal senso, ha un ruolo fondamentale: sarà in grado di cogliere questa occasione per ridurre il divario sempre più crescente del Meridione rispetto al resto del Paese? (rdm)

Dall’Assemblea Pd netto no al Ponte: Al Sud non serve una cattedrale nel deserto

«Al Sud non serve una cattedrale nel deserto, ma infrastrutture moderne e al passo con il resto del Paese e dell’Europa». È quanto è stato detto dall’Assemblea del Partito Democratico Calabria, ribadendo il suo no al Ponte sullo Stretto, almeno nelle condizioni attuali  e con le modalità scelte dal governo.
«La  posizione del Pd sull’idea del Governo di realizzazione di questo progetto di Ponte sullo Stretto non può che essere contraria – viene evidenziato –. E non per questioni pregiudiziali, ma per concrete analisi sullo stato complessivo delle infrastrutture di Calabria e Sicilia, sulla fattibilità stessa dell’opera e sul metodo utilizzato dal governo nazionale per riattivare la progettazione che è assolutamente inaccettabile. In questo contesto il Ponte sullo Stretto diverrebbe un’opera inutile per la Comunità che rappresentiamo».
«Questo “no” si rafforza poi in relazione ai forti, motivati e concreti dubbi di fattibilità, impatto ambientale e copertura finanziaria – viene spiegato –. Il nostro impegno, dunque, sarà rivolto a bloccare l’iter scellerato avviato dal governo per riportare l’attenzione sulla vera urgenza dei nostri territori che è quella di realizzare tutte le infrastrutture strategiche e prioritarie per l’intero Sud e per la Calabria, cominciando dall’evitare che restino incompleti i progetti finanziati con i fondi del Pnrr».
«Rendere le infrastrutture al Sud moderne, europee e ugualmente efficienti rispetto a quelle del Nord  – evidenziano i dem – è un passaggio necessario e fondamentale per affrontare successivamente, ma in maniera costruttiva, concreta e coinvolgendo tutti i soggetti preposti, eventuali discussioni sulla costruzione del Ponte e sulla stessa realizzazione dell’autonomia differenziata».  

Il segretario regionale Nicola Irto ha detto a chiare lettere: «Non assumiamo una posizione strumentale, ma legata attentamente alla condizione che vivono Calabria e Sicilia. La rete viaria e ferroviaria delle due Regioni ha necessità di investimenti straordinari per essere resa efficiente e in grado di garantire il diritto alla mobilità dei cittadini. Soltanto dopo avere recuperato il gap con il resto del Paese possono avviarsi altre discussioni, compresa quella sulla realizzazione di un’opera come il Ponte sullo Stretto o della stessa autonomia differenziata».

Il senatore Antonio Misiani, componente della segreteria nazionale con delega a economia, finanze, imprese e infrastrutture, al quale sono state affidate le conclusioni del dibattito in corso a Villa San Giovanni, ha ribadito: «Il metodo adottato dal governo è inaccettabile. Sono stati bocciati quasi tutti i nostri emendamenti al decreto, non è stata avviata nessuna interlocuzione con i soggetti interessati e, soprattutto, ci sono incertezza gravissime sulla fattibilità dell’opera, sul suo impatto ambientale e sulle coperture finanziarie».

«È evidente che il Pd metterà in campo tutto il proprio impegno per bloccare l’iter avviato dal governo che sembra impegnato più che altro in una mera attività di propaganda senza avere nessuna intenzione di realizzare investimenti davvero in grado di risolvere i problemi delle Comunità del Sud dell’Italia». 

Nel corso dell’Assemblea, inoltre, è stata nominata la segreteria regionale e istituito i Dipartimenti.La nomina per la segreteria regionale  che risulta così composta: Maria Chiara Chiodo (Scuola, pari opportunità); Francesca Dorato (Transizione ecologica, sostenibilità); Marwa El Afia (Diritti e cittadinanza); Pasquale Mancuso (Aree interne); Salvatore Monaco (Enti Locali), Luigi Muraca (Giustizia e Legalità); Gino Murgi (Volontariato, Terzo settore); Paolo Pappaterra (Fondi europei, Pnrr); Giuseppe Peta  (Organizzazione); Anna Pittelli  (Welfare e lavoro); Damiano Silipo  (Economia e sviluppo economico); Franca Sposato (Trasporti, infrastrutture); Teresa Esposito (di diritto nella qualità di coordinatrice Donne Democratiche).

Partecipano alla Segreteria regionale anche il Tesoriere regionale e il Segretario dei Giovani democratici. La delega alla Sanità è seguita, temporaneamente, dal Segretario regionale. Ulteriori saranno assegnate successivamente.

Sono stati, altresì, istituiti i seguenti Dipartimenti: Cultura; Fondi europei e Pnrr; Giustizia e diritti; Giovani, istruzione, innovazione e lavoro; Politiche agricole; Politiche per la parità; Salute; Sviluppo economico, terzo settore, missione PMI e Transizione ecologica, sostenibilità e infrastrutture.

n conclusione dei lavori di ieri, l’Assemblea regionale del Pd ha condiviso l’allarme  in ordine alla modifiche che il centrodestra vorrebbe introdurre alla legge sulla fusione dei Comuni.

«Avvieremo le più opportune iniziative – si legge nella nota – sia in Consiglio regionale che fuori, per opporci a una modifica che il governo regionale vuole introdurre per bypassare i Consigli comunali e rendere semplicemente consultivo l’eventuale referendum successivo alla proposta di fusione dei Comuni. Si tratta di una scelta insensata, che non ha precedenti in Italia, e che punta a non confrontarsi con la volontà dei cittadini e dei loro rappresentanti, così come potrebbe avvenire già con la fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero». (rrc)

L’OPINIONE / Francesco Cannizzaro: Il Ponte è investimento più sensato che l’Italia possa fare

di FRANCESCO CANNIZZAROÈ un vero privilegio per me intervenire a nome e per conto di Forza Italia e, quindi, anche a nome del nostro leader, Silvio Berlusconi che, vorrei ricordarlo a tutti, è il primo vero promotore del Ponte sullo Stretto. Vorrei invitare la minoranza a smetterla con le frasi slogan e gli atavici pregiudizi contro questa grande opera.

Noi rappresentiamo lo Stato, siamo più forti del disfattismo, della paura di fare e della criminalità organizzata. Dobbiamo dimostrare a tutti gli italiani e all’Europa che siamo in grado di portare avanti progetti importanti. Il Ponte è un grande sogno che questo Governo di CentroDestra realizzerà. Pertanto, Forza Italia vota a favore di questa conversione in legge.

Vorrei ricordare a tutti che questo progetto è ultraventennale, risale al 2001, quando già il Presidente Berlusconi aveva un disegno ben preciso per il rilancio economico e logistico di tutto il Sud; un progetto che non si fermava certo al Ponte. Autostrade, ferrovie, porti e infrastrutture accessorie: nel Programma Quadro di quel Governo di CentroDestra si faceva già riferimento a quella che sarebbe stata la svolta del Meridione, grazie al connesso corridoio ferroviario ad alta velocità ed alta capacità Berlino-Palermo, che avrebbe posto Calabria e Sicilia realmente al centro del Mediterraneo, come principali porte d’ingresso all’Europa, soprattutto a scopi commerciali. E il peso specifico dell’Italia in Europa sarebbe cambiato notevolmente molto prima di oggi.

Nonostante le continue interferenze della Sinistra, prima col Governo Prodi e dopo con quello tecnico targato Monti, ad ogni ritorno di Silvio Berlusconi al timone, il CentroDestra riavviò l’iter per rivitalizzare le procedure di realizzazione del Ponte; ma qualcun  a Bruxelles si preoccupò di come fermare tutto e abbatterlo politicamente. L’enorme potenzialità del Ponte, che poteva e doveva essere realizzato in quegli anni, fu uno degli elementi chiave di quella aggressione politica a Berlusconi ed al Governo di CentroDestra, perché evidentemente quell’opera rappresentava una minaccia.

Dunque, è con orgoglio che al Premier Giorgia Meloni ed al ministro Matteo Salvini, che ringrazio profondamente per l’impegno, diciamo sommessamente che la prima pietra del Ponte l’ha posata Forza Italia. Non oggi, ma tanto tempo fa. A cominciare dalla Variante di Cannitello, a Villa San Giovanni, opera propedeutica al Ponte, realizzata già un decennio fa, che ci permetterà di ergere la prima torre della grande opera, su sponda calabra.

Anche la realizzazione della sola Variante preoccupò quell’Europa, perché era chiaro che, nel momento in cui si fosse realizzato il Ponte, Sicilia e Calabria (e quindi l’Italia) sarebbero diventate la naturale piattaforma logistica d’Europa. Perché proprio qui abbiamo due porti, Augusta e Gioia Tauro, che possono diventare l’hub principale del Mediterraneo.

Anche per questo, i poteri forti europei pensarono di bloccare la realizzazione del Ponte. Guarda caso, infatti, proprio negli anni della realizzazione della Variante a Cannitello, l’Europa decise di cambiare rotta al corridoio Berlino-Palermo, tagliando fuori Calabria e Sicilia e facendo quindi cadere il progetto Ponte, con annesso Governo Berlusconi.

Fatta questa doverosa premessa di fatti, che sono storia, ci tengo a ringraziare in particolare i Sottosegretari Tullio Ferrante e Matilde Siracusano, per il grande impegno profuso; specialmente Matilde per averci creduto sin dall’inizio, battagliando da anni. Forza Italia, in tutti questi anni e, soprattutto, nel corso della recente attività emendativa, si è costantemente confrontata con i sindaci, sia della sponda calabra che siciliana, ed è per questo che siamo riusciti a dare il nostro lungimirante apporto.

Quando i colleghi della Sinistra parlano di insostenibilità dei costi non si rendono conto che questa è un’opera che si pagherà da sola, che darà uno scossone economico senza precedenti. Questo Governo deve andare avanti più determinato che mai, senza dare retta alle frasi slogan utili solo a spaventare i cittadini. Dicono che il Ponte non si possa fare per il pericolo di infiltrazioni mafiose… Io ritengo che noi siamo più forti della criminalità organizzata, siamo lo Stato e per primi dobbiamo saperlo difendere e dare l’esempio che le cose positive si possono realizzare, senza paura.

Avanti tutta, dunque: il Ponte sarà una grande conquista, sia del Presidente Meloni, sia del Ministro Salvini, ma soprattutto del grande leader Silvio Berlusconi. (fc)

[Francesco Cannizzaro è vicepresidente del gruppo di Forza Italia alla Camera e Responsabile del Sud del partito]

La Camera dice sì al Ponte sullo Stretto

Il Dl Ponte ha raccolto la fiducia della Camera dei Deputati, con 206 voti a favore, 124 contrari e 5 astensioni.

Per domani, infine, è previsto il voto finale sul provvedimento che definisce l’assetto della società Stretto di Messina e riavvia le attività di programmazione e progettazione.

Sulla fiducia è intervenuto il WWF, sottolineando come «la fiducia a Montecitorio sul cosiddetto Decreto Ponte non risolve i nodi di un’opera dai fortissimi impatti ambientali ed economici: mancano all’appello il Piano Economico Finanziario per dimostrare la redditività e l’utilità del ponte sullo Stretto di Messina oltre che la valutazione di impatto ambientale per attestare la sostenibilità dell’intervento».

«Una decina di anni fa – ha ricordato il Wwf – con il decreto-legge 179/2012, il Governo Monti aveva introdotto a difesa della finanza pubblica disposizioni per garantire una particolare tutela nella verifica di sostenibilità del piano economico-finanziario del progetto definitivo elaborato dal General Contractor Eurolink. Entro il primo marzo 2013, come richiesto dal DL n. 179/2012, la Stretto di Messina SpA e il GC Eurolink, avrebbero dovuto stipulare un atto aggiuntivo al contratto che consentisse alla SdM SpA di poter presentare al Cipe uno stralcio del progetto, gli elaborati tecnici ed i necessari pareri e autorizzazioni, con i piani economico-finanziari, accompagnati da un’analisi dell’intervento che attestasse la sostenibilità dell’investimento. Ma il GC Eurolink non fece fronte a queste richieste, creando i presupposti per la caducazione del contratto».

«Oggi – ha continuato Wwf – il Governo in carica accetta, a scatola chiusa e senza fare alcuna seria verifica della sostenibilità economico-finanziaria dell’opera, un costo prudenziale del ponte stimato in 14,6 miliardi di euro (fonte DEF) il 367% in più di quanto previsto a suo tempo nell’offerta economica (3,9 miliardi di euro) presentata dal GC Eurolink in occasione della gara nel 2003».

Il Wwf ha ricordato, poi, che «la Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale Via e Vas dette il suo parere n. 1185 il 15/3/2013 sulla verifica di ottemperanza del progetto definitivo del 2011 elaborato da Eurolink rilevando che su 27 prescrizioni solo 6 risultavano ottemperate, 18 solo parzialmente ottemperate e 1 non ottemperata (2 non competevano al ministero dell’Ambiente). La Commissione tecnica dette una Valutazione di Incidenza (valutazione degli effetti diretti o indiretti sui siti della Rete Natura 2000, tutelati dall’Europa) negativa sugli habitat prioritari del Sito di Interesse Comunitario ITA03008 Capo Peloro – Laghi di Ganzirri e sull’avifauna appartenente a specie di interesse conservazionistico comunitario della Zona di Protezione Speciale IT IT9350300 Costa Viola e della ZPS ITA030042 Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennamare e Area Marina dello Stretto. Quindi, manca ancora una via esaustiva sul progetto definitivo e difficilmente potrà essere eluso il fatto che tutto lo Stretto di Messina sia ricompreso in aree tutelate dall’Europa». (rrm)

 

LA LETTERA / Giusy Caminiti: Presidente Meloni venga a Villa San Giovanni

di GIUSY CAMINITI – Presidente, è in discussione e approvazione alla Camera il disegno di legge di conversione in legge  del decreto 35/2023 recante disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la  Sicilia e la Calabria, quel Ponte sullo Stretto che cambierà per sempre il volto e il cuore della Città  che solo un anno fa sono stata chiamata ad amministrare, il primo sindaco donna al pari di Lei,  primo Presidente donna di questa meravigliosa Italia. 

Anche la mia Città Presidente è meravigliosa: magari non adesso, agli occhi di chi la vede solo come  luogo di attraversamento da e per la Sicilia, che la rende unicum mondiale per il traffico gommato  e ferroviario; ma è meravigliosa perché è la Città bagnata dallo Stretto (luogo dei miti di Omero e  della leggenda della Fata Morgana) con le sue correnti, i suoi fondali, i suoi pesci abissali, le rotte migratorie dell’avifauna, l’incontro dei due mari Ionio e Tirreno, i suoi sette chilometri di costa che  noi vogliamo valorizzare per la loro vocazione turistica, il suo naturale essere già oggi il luogo  deputato al diportismo nautico quale baricentro tra Taormina, Tropea e le Isole Eolie. 

Le dico questo perché io l’ho sentita parlare a Roma, ero lì di persona al Nuvola, in occasione della  manifestazione di Poste Italiane: mi sono emozionata quando Lei ha riconosciuto il valore e  l’importanza del lavoro quotidiano dei sindaci, “silenzioso e creativo” ha detto; ho sorriso quando  ci ha detto che le resta il rimpianto, pur essendo Presidente del Consiglio, di non aver fatto il sindaco  di Roma. 

Da qui voglio partire Presidente Meloni: io amo Villa San Giovanni e fino ad ora ho rappresentato  in ogni dove, anche in commissione parlamentare, le ragioni di una Città che vuole essere preparata  ad accogliere la più grande opera ingegneristica di tutti i tempi, per non diventare la Città sotto il  Ponte dello Stretto ma essere una Città trasportistica all’avanguardia e turistica di eccellenza, che  guarda al Ponte.

A Lei mi permetto di chiedere questo Presidente: aiuti Villa San Giovanni a vivere questo momento  di profondo cambiamento (che la impatterà oltre ogni misura sotto il profilo urbanistico, sociale e  anche economico) con serenità, permettendo a questa Comunità di essere responsabile e coraggiosa,  ma al contempo protagonista del proprio futuro.  

Non vogliamo essere snaturati della nostra identità di “Strettesi” che per noi, Presidente, è cuore,  habitat, cultura, continuità territoriale, vincolo viscerale con questo angolo di paradiso.  

Non ci servono sette milioni di euro per la comunicazione sul Ponte: servono opere preliminari utili  alla Città secondo la sua vocazione trasportistica ed eco-turistica; serve che nessun inizio lavori  avvenga senza che siano certi i tempi di realizzazione, le risorse destinate alla costruzione del Ponte  e senza che sia certo il collegamento sia stradale sia ferroviario. La cosiddetta “variante ferroviaria  di Cannitello”, prima pietra del Ponte posta a Villa nel 2021, è lì a testimoniare la ferita già inferta! 

Per questo chiedo a Lei di prendere a cuore e trasformare in azione e impegno politico tutte le  richieste fatte fin qui dalla Città di Villa San Giovanni (per mio tramite ma anche con un deliberato  unanime del consiglio comunale che Le invio integralmente): la presenza della Città (assieme a Messina), nelle forme giuridicamente possibili, al CdA della riattivanda società Stretto di  Messina SpA, non come precedente per le grandi opere ma come segnale preciso rispetto a un’opera  unica al Mondo; un accordo di programma quadro “decreto Villa San Giovanni” che promuova  la nostra Città come Città innovativa per i trasporti, la salvaguardia delle risorse culturali e  ambientali e lo sviluppo turistico, programmando grandi interventi: approdi a sud, aree di  stoccaggio, servizi di mobilità-intermodalità ed interscambio, viabilità congruente con le opere di  collegamento stabile e di mobilità dinamica – porto turistico e riqualificazione fronte mare – riqualificazione e valorizzazione delle aree collinari cittadine – interventi primari connessi alle reti  di servizi alla Città – arredo e viabilità urbana, parchi urbani e assi verdi, attività commerciali,  fieristiche, centri di studio e/o ricerca (a titolo esemplificativo biodiversità, correnti e maree,  sismologia e vulcanologia), musei tematici sull’identità dello Stretto e sul Ponte; l’approvazione  di una legge sulla continuità territoriale, attesa da sempre da tutta l’Area Integrata dello Stretto;  la rimodulazione della Zes al fine di estendere le superfici già individuate a ridosso del porto di  Villa San Giovanni alla contigua area industriale di Campo Calabro, Villa S. Giovanni e Reggio  Calabria.

Presidente venga a visitare lo Stretto e la Città di Villa San Giovanni per farla entrare nella sua già  ricca agenda politica.  

Mi appello al suo amore di mamma per ogni angolo di questa Italia, una mamma  che concede a ciascuno dei suoi figli l’opportunità di realizzarsi secondo la propria inclinazione e  vivere consapevolmente le scelte della vita: Presidente conceda alla mia Città l’opportunità di essere  protagonista di questa fase, per potersi preparare ad accogliere (se sarà!), quale unica Città sul  versante calabrese, il Ponte sullo Stretto. 

Presidente, noi la aspettiamo! (gc)

[Giusy Caminiti è sindaca di Villa San Giovanni]