Coldiretti Calabria ha previsto che, purtroppo, quest’anno «non sarà un’annata vitivinicola che entrerà nella storia».
Dopo un’annata caratterizzata dal clima, da difficoltà legate allo sviluppo di malattie fungine e problematiche fitosanitarie (peronospora) e, purtroppo – annota Coldiretti – da “una vendemmia” anticipata da parte dei cinghiali. Il semaforo verde per la vendemmia dovrebbe avvenire con 10-15 giorni di ritardo rispetto alle consuete date, a seconda delle cultivar più precoci o tardive.
Il report analitico della Calabria, per dati quanti/qualitativi, che Coldiretti traccia seppur in estrema sintesi è il seguente: la cacciata dei germogli è stata mediamente buona, cosi come la fioritura. Dall’osservazione in campo l’allegagione e l’invaiatura sono state mediocri. L’incidenza delle malattie del vigneto rispetto alla media stagionale ha registrato, a seconda delle zone produttive un 40-70% di perenospera e 30/50 % di oidio. Nell’ultima decade di Luglio a causa delle temperature elevate con punte di 48°C si sono verificate scottature sia sulle foglie che sulle uve. A fronte di tutto questo si registra una perdita produttiva tra il 60/70% in pianura ed il 40/50% in collina. La qualità è mediocre in pianura in modo particolare nelle aziende in regime biologico.
«Certamente – commenta Coldiretti Calabria – è stata un’annata che viene definita da più voci come “difficile”, anche se i vignaioli l’hanno affrontata con professionalità ed efficacia».
«Abbiamo però – dichiara Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – vignaioli e cantine all’altezza della situazione che operano al fianco di tecnici preparati, in grado cioè di cogliere le sempre nuove esigenze del vigneto, determinate anche dai cambiamenti climatici”. La produzione calabrese ha il suo potenziale sui vitigni autoctoni a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità, 19 tra Doc e Igt, una produzione del 75% di vini rossi e rosati (segmento in crescita) e il 25% di bianchi». (rcz)