Coldiretti Calabria: Crollati del 12,6% i consumi di frutta e verdura

In Calabria il consumo di frutta e verdura è crollato del 12,6%. È quanto ha denunciato Coldiretti Calabria, evidenziando come «le famiglie hanno ridotto del 18% le quantità di pere, del 8% le arance, dell’7% le pesche, le nettarine e i kiwi e del 4% le mele mentre crollano  gli ortaggi con punte del 26% degli asparagi. Il risultato è che il consumo di frutta e verdura si è notevolmente ridotto, con preoccupanti effetti sulla salute dei cittadini».

«Il frutteto Calabria – ha ricordato Coldiretti – secondo i dati Istat è cosi composto almeno per le principali varietà: melo 1074 aziende per 453 ettari, pero 731 con 168 ha, pesco 774 e 1571 ha, nettarina 243 con 1016 ha, albicocco 560 e 734 ha, ciliegio 738 con 382 ha, susino 373 e 87ha, fico 1246 con 777 ha, actinidia 959 con 2.562 ha, arancio 8.385 e 10.790 ha, clementina 3827  con 9.792 ha. Il caro prezzi taglia quindi  le quantità di prodotti alimentari acquistate dai consumatori nel 2023 che sono però costretti però a spendere comunque il 7,7% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica».

«La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che – ha sottolineato la Coldiretti – volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,1% nel trimestre nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio.  Una situazione che evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità e facendo slalom alla ricerca dei prezzi più bassi. Volano gli alimentari con un balzo del +13,4% del fatturato».

«A spingere gli alimentari – ha proseguito la Coldiretti – sono sia i consumi interni trainati dalla ristorazione ma anche le esportazioni che nel primo trimestre dell’anno mettono a segno con un buon aumento anche in Calabria  grazie ai prodotti simbolo della Dieta Mediterranea come vino, olio e ortofrutta fresca che salgono sul podio delle specialità più vendute all’estero. Un risultato che conferma il primato del nostro agroalimentare nella filiera allargata  che in Italia vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio e 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica».

«In Calabria – ha ricordato Coldiretti – ci sono oltre 15mila tra ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi  con 32668 addetti e  i mercati coperti e all’aperto di Campagna Amica . La strada da seguire sono gli accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni nonché, aumentare le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sostenendo progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura che vedono più di 50 proposte che coinvolgono  migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca». (rcz)

Giornata mondiale delle api, Coldiretti: In Calabria calo produzione miele del 30%

In Calabria, il calo della produzione di miele si aggira intorno al 30%. Lo ha reso noto Coldiretti Calabria in occasione della Giornata mondiale delle Api, per richiamare all’attenzione dei cittadini, dei media e dei decisori politici l’importanza delle api per la sicurezza alimentare, la sussistenza di centinaia di milioni di persone eper il funzionamento degli ecosistemi, la conservazione degli habitat e della biodiversità.

Prezioso non solo per miele, pappa reale, propoli eccetera, ma anche per l’azione impollinatrice che effettua nei suoi voli contribuendo al buon mantenimento di colture, ad esempio, come l’erba medica e il trifoglio, fondamentali per i prati destinati agli animali da allevamento. Nella nostra regione a fine 2022 – riferisce Coldiretti ci sono 1747 aziende apistiche con un costante aumento dei giovani che si dedicano a questa speciale attività di + 9% negli ultimi 5 anni.  Gli alveari sono 118.465 e gli sciami 12.103. Dati e numeri in  incremento nel tempo in parallelo con gli alveari dedicati al biologico. Sono circa 3.500.000 i Kg di miele che si produce, che genera un valore alla produzione di oltre 15 milioni di €.

«In media una singola ape – precisa la Coldiretti – visita in genere circa 7000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele. Sostenere l’apicoltura locale attraverso gli acquisti di prossimità significa premiare le buone pratiche di produzione e dare una mano sia all’ambiente sia all’economia calabrese».

«La Coldiretti ricorda – si legge – che due località calabresi possono fregiarsi del marchio di “Città del Miele: San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria e nella provincia di Catanzaro, Amaroni. In questi luoghi, ma anche in molti altri nella regione, l’esperienza e la passione degli apicoltori hanno tratto, dalla indubbia e varia ricchezza e qualità ambientale dei territori, il valore d’origine e il segno distintivo della tipicità di un prodotto eccellente. Nella rete di Campagna Amica numerosi sono i produttori dell’eccellente miele calabrese».

Intanto, per la Giornata mondiale delle api i giovani di Coldiretti si sono mobilitati da Nord a Sud della Penisola con la campagna “God save the bees – Meno api meno futuro” a sostegno del #mieleitaliano.  In Calabria, il testimonial dell’iniziativa è il maestro orafo Michele Affidato. (rrm) 

Coldiretti Calabria: L’Università della California certifica che carne sintetica inquina 25 volte di più

L’Università di Davis, in California, in una ricerca realizzata da Derrick Risner ed i suoi colleghi, ha certificato che la carne sintetica inquina dalle quattro alle 25 volte di più. È quanto ha reso noto Coldiretti Calabria, evidenziando come lo studio fornisca un contributo alla chiarezza «in un campo d’indagine molto recente sul quale crescono le ombre e insuccessi».

«I ricercatori – ha sottolineato la Coldiretti – hanno condotto una valutazione del ciclo produttivo della carne a base cellulare stimando l’energia utilizzata in ogni fase con gli attuali metodi di produzione, un parametro che è grosso modo indipendente dal tipo di carne prodotta. In particolare – continua la Coldiretti – è stata focalizzata l’attenzione sulle sostanze nelle quali vengono fatte crescere in laboratorio le cellule staminali che sembrano avere un forte impatto sull’ambiente, in particolare a causa dei processi di trattamento necessari per evitare la formazione di tossine o batteri».

«Il risultato – ha precisato la Coldiretti – è che la produzione della carne in laboratorio è molto più impattante dal punto di vista ambientale della zootecnia tradizionale. Le preoccupazioni ambientali che arrivano dal mondo della ricerca fanno seguito ai rischi per la salute censiti dal recente Rapporto pubblicato dalla Fao e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che hanno individuato ben 53 pericoli potenziali per la salute, dalle allergie ai tumori, per i cibi a base cellulare (carne, pesce e latte) definizione considerata più chiara rispetto al termine “coltivato” preferito invece dalle industrie produttrici ma ritenuto essere fuorviante dalle due Autorità mondiali».

«Il mondo scientifico conferma la necessità di rispettare il principio di precauzione di fronte a tecnologie con molte incognite che rischiano di cambiare  la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda – ha detto ancora Coldiretti – proprio per questo la sfida che la Coldiretti lancia alle istituzioni europee è che i prodotti in laboratorio nei processi di autorizzazione non vengano equiparati a cibo ma bensì a prodotti a carattere farmaceutico».

«Già da questo – ha commentato la maggiore organizzazione agricola – si potrebbe dire che siamo ai titoli di coda, ma bisogna invece continuare a mantenere alta l’attenzione e Coldiretti lo ha fatto e continuerà a farlo con determinazione continuando a sostenere il disegno di legge che vieta la produzione, la commercializzazione e l’uso di cibo artificiale che dovrà ora essere discusso e poi approvato dal Parlamento».

«La nostra  mobilitazione –ha concluso la Coldiretti – ha il merito di aver acceso i riflettori su un business in mano a pochi ricchi e influenti nel mondo sul quale si sta facendo luce. I cittadini vogliono il cibo naturale che solo i nostri agricoltori sono capaci di produrre». (rcz)

Frutteto Calabria, Coldiretti: Cala il consumo di frutta del 9%

I cittadini hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura che crollano del 9% in quantità rispetto allo scorso anno, ai minimi da inizio secolo. È quanto ha denunciato Coldiretti Calabria, spiegando come «nel 2022 cala al 16,8% la quota di popolazione di 3 anni e più che ha consumato giornalmente almeno 4 porzioni di frutta e/o verdura che ora si colloca su livelli significativamente più bassi rispetto a quanto registrato nel periodo 2015-2018, quando tale indicatore raggiungeva quasi il 20% secondo le elaborazioni Coldiretti su dati del rapporto sul benessere dell’Istat».

«Il “frutteto Calabria”, al Macfrut in corso a Rimini di distingue per qualità e varietà ma – riferisce Coldiretti – si assiste, come già dimostrato nel corso del Villaggio Contadino di Cosenza,  anche ad una strage della frutta con i drammatici dati sui consumi e sulla scomparsa di piante di agrumi, mele, pere, pesche, ciliegie e albicocche in atto lungo tutta la Penisola che mette a rischio il clima, l’ambiente, il territorio e la salute degli italiani. I cittadini hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura che crollano del 9% in quantità rispetto allo scorso anno, ai minimi da inizio secolo».

Ma il frutteto Calabria si difende e secondo i dati Istat, è cosi composto almeno per le principali varietà: melo 1074 aziende per 453 ettari, pero 731 con 168 ha, pesco 774 e 1571 ha, nettarina 243 con 1016 ha, albicocco 560 e 734 ha, ciliegio 738 con 382 ha, susino 373 e 87ha, fico 1246 con 777 ha, actinidia 959 con 2.562 ha, arancio 8.385 e 10.790 ha, clementina 3827  con 9.792 ha.

Il brusco calo dei consumi– sottolinea la Coldiretti – ha fatto scendere il consumo individuale sotto la soglia minima di 400 grammi di frutta e verdure fresche per persona, da mangiare in più volte al giorno, raccomandato dal Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per una dieta sana».

«Un dato ancora più allarmante, siamo intorno ai 250 grammi di consumo medio pro capite – denuncia Coldiretti – se si considera che a consumare meno frutta e verdura sono soprattutto i bambini e gli adolescenti, con quantità che sono addirittura sotto la metà del fabbisogno giornaliero, aumentando così i rischi legati all’obesità e alle malattie ad essa collegate, con una potenziale esplosione della spesa sanitaria. In controtendenza rispetto al dato generale si registra un aumento degli acquisti direttamente dal produttore e nei mercati contadini, secondo un’analisi effettuata da Fondazione Campagna Amica nella rete di vendita diretta degli agricoltori».

«A spingere le vendite della frutta locale è soprattutto – spiega Coldiretti – la garanzia della stagionalità e della maggiore genuinità e freschezza del prodotto che, non essendo soggetta a lunghi tempi di trasporto, dura di più e, conseguentemente, azzera gli sprechi, rispetto soprattutto a quella proveniente dall’estero, spesso anche di minore qualità». (rcz)

Coldiretti Calabria: Oltre 5 mila persone hanno scelto l’agriturismo per ponte 25 aprile

Sono oltre 5 mila le persone che hanno scelto l’agriturismo per il ponte del 25 aprile, sia per soggiornare o per un pranzo usufruendo anche di spazi all’aperto. Lo ha riferito Coldiretti Calabria, sottolineando l’importanza del dato, che conferma, dopo le festività pasquali, l’onda lunga del turismo in Calabria.

«Questi  ponti di primavera rappresentano un grande banco di prova in vista della prossima estate e i primi dati – ha evidenziato Coldiretti – confermano che l’agriturismo è entrato definitivamente nel cuore e nelle abitudini dei turisti grazie al notevole processo di qualificazione del settore che è oggi in grado di offrire servizi diversificati tra loro».

«Da tenere in considerazione – ha detto ancora Coldiretti – che anche la  spesa destinata alla tavola è la voce principale del budget di chi è in vacanza nel ponte della liberazione per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per picnic, cibo di strada o acquistare souvenir enogastronomici in mercati, feste e sagre di Paese. Un turismo curioso e intraprendente che vuole mettersi alle spalle gli anni di limitazioni a causa della pandemia».

La Calabria, dunque, per Coldiretti «si sta confermando capace di richiamare un turismo nazionale  e internazionale che può giovarsi di essere contemporaneamente  innovativo e responsabile, coerente con le istanze del nostro tempo. L’agriturismo, anche nel ponte della Festa della Liberazione, con  il suo saper fare squisitamente “Made in Calabria” arricchisce l’offerta turistica, cogliendo così lo spirito di coinvolgimento e apertura facendo apprezzare la Calabria del bello,  del contatto con la natura e del ben fatto con operatori agrituristici che  uniscono i sapori dei prodotti calabresi  d’eccellenza con la creatività e la tecnica degli agrichef e della loro  brigata che sapientemente offrono prodotti a chilometri zero». (rcz)

Coldiretti Calabria: Facebook “censura” manifesto informativo contro cibo sintetico

Facebook ha censurato la campagna di raccolte firme a sostegno della conversione del disegno di legge per fermare i cibi sintetici. È quanto ha denunciato Coldiretti, parlando di «un’assenza di pluralismo e di partigianeria conclamata, che vuole coprire in maniera massiccia temi importanti per farli  passare sotto silenzio».

«Secondo il fast checking di Facebook – ha riferito Coldiretti – il manifesto disinformerebbe poiché definisce i cibi ottenuti in laboratorio come sintetici mentre si tratterebbe di “carne coltivata”. In realtà il rapporto  appena pubblicato dalla Fao e dall’Organizzazione Mondiale evidenzia che il termine “cibi sintetici” è utilizzato in ambito accademico oltre che dai media anche se la definizione considerata più chiara dalle due autorità mondiali è quella di “cibo a base cellulare”, preferibile rispetto al termine “coltivato” utilizzato invece dalle industrie produttrici ma ritenuto fuorviante».

«Peraltro – si legge nella nota di Coldiretti – nel Rapporto pubblicato si ritiene anche discutibile usare per questi prodotti i termini carne, pollo o pesce. C’è il rischio oggettivo di ingannare i cittadini poiché in realtà quella ottenuta in laboratorio secondo la Coldiretti non è carne e non è coltivata. Secondo l’enciclopedia Treccani, per carne si intende “la parte muscolare del corpo dell’animale” e di conseguenza senza animale non c’è carne mentre il significato di coltivare è “curare un terreno, una pianta con il lavoro, la concimazione e gli altri mezzi opportuna renderli capaci di far frutto”».

«Niente di tutto questo si realizza in laboratorio o nel bioreattore utilizzato – ha evidenziato l’Associazione –. La presunzione di voler modificare addirittura il vocabolario – continua la Coldiretti – è una misura degli interessi che si nascondono dietro un business di pochi sul quale hanno investito tra gli altri Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape), da Jerry Yang (co-fondatore di Yahoo!) a Vinod Khosla (Sun Microsystems). Un contributo alla chiarezza viene dal documento Fao/Oms “Aspetti della sicurezza alimentare del cibo a base cellulare” che individua ben 53 rischi potenziali, dalle allergie al tumore, che è stato pubblicato dopo la presentazione in Italia del disegno di legge sulla produzione, la commercializzazione e l’uso di cibo artificiale che dovrà ora essere discusso e poi approvato dal Parlamento».

«Quello di Coldiretti è un percorso istituzionale trasparente corroborato dalla raccolta di firme. Una mobilitazione che – ha concluso la Coldiretti – ha il merito di aver acceso i riflettori su un business in mano a pochi ricchi e influenti nel mondo e fino ad ora tenuto nascosto ma che può cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda, con la positiva apertura di una discussione nel Paese e in Parlamento che rappresenta la casa della democrazia». (rcz)

Coldiretti Calabria: Presenze e prenotazioni per Pasqua negli agriturismi input positivo per stagione estiva

Coldiretti Calabria ha evidenziato come le presenze e le prenotazioni, registrate nel periodo pasquale negli agriturismi, fa «ben sperare in un input positivo anche per la stagione estiva».

Segnali positivi, dunque, che confermano la voglia degli italiani di evadere «nonostante il tempo incerto del fine settimana  e le preoccupazioni per la guerra in Ucraina. Questi giorni di pioggia comunque – ha commentato Coldiretti Calabria – hanno ristorato le campagne e aumentato le fluenze dei fiumi che alimentano gli invasi. Anche la neve, che è caduta sui rilievi contribuirà a tonificare le falde».

«Certo – ha aggiunto Coldiretti – non si può dire che tutto è risolto, ma come si dice nel gergo contadino “abbiamo messo fieno (acqua in questo caso) in cascina”».

Come evidenziato da un’analisi svolta dall’Associazione agrituristica, Terranostra Calabria, «le prenotazioni ci sono e anche le presenze, anche per periodi più lunghi, sono soddisfacenti».

«Siamo in questo periodo – ha detto Adriana Tamburi, presidente di Terranostra Calabria – quasi al sold out in tutto il territorio, con punte di tutto esaurito per i pranzi di Pasqua e pasquetta. La partecipazione alle più importanti rassegne nazionali e anche il recente villaggio Coldiretti di Cosenza stanno contribuendo ad aumentare appeal e reputazione nei confronti della Calabria».

Si assiste ad un turismo nazionale e gli agriturismi sono gettonatissimi anche perché consentono di stare all’aria aperta ma anche di recarsi al mare, nei borghi e vivere le tradizioni e i suggestivi riti pasquali,  e naturalmente la campagna e la montagna. E poi, c’è la ricerca del buon cibo  con un’offerta che traina anche i piccoli borghi con meno di cinquemila abitanti dove nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo l’indagine Coldiretti/Symbola, una ricchezza conservata nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture storiche con una cucina che promuove tutta la filiera delle produzioni agricole, invidiate e, purtroppo, spesso copiate, in tutto il mondo. La multifunzionalità delle aziende agricole, favorisce una vasta possibilità di offerte; secondo i dati dell’ultimo censimento Istat in Calabria sono 2049 le aziende con attività connesse, 37 si dedicano all’agricoltura sociale, 94 le fattorie sociali e 595 gli agriturismi e altre vanno dall’artigianato alla produzione di energia rinnovabile etc.

«A far scegliere le aziende agrituristiche – ha sottolineato la Coldiretti – è anche la spinta verso un turismo tutto Made in Italy di prossimità, “sostenibile” in termini di costi, distanze e rispetto del proprio benessere. Un trend che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici ma anche turismo esperienziale». (rcz)

Coldiretti Calabria: Mezzo milione di firme contro il cibo sintetico

Sono mezzo milione le firme raccolte per la petizione contro il cibo sintetico di Coldiretti Calabria. Una iniziativa promossa dall’Associazione per salvare il Made in Italy «a tavola dall’attacco delle multinazionali», che è stata sottoscritta anche dal Premier Giorgia Meloni  e dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida.

Tra l’altro, all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, c’è il disegno di legge Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici.

Le firme a supporto della nuova normativa, che hanno registrato al Villaggio Coldiretti Cosenza un boom di adesioni, sono state raccolte lungo tutto il Paese da Coldiretti insieme a Campagna Amica, World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe e Filiera Italia.

La petizione ha ricevuto l’adesione anche di altri Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei, Governatori tra cui il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto , tanti sindaci Sindaci, personalità della cultura dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni tra cui l’assessore Gallo, e Province, imprenditori e diversi Vescovi.

Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della Good Meat, «il rischio è una diffusione anche nell’Unione Europea dove già quest’anno – denuncia la Coldiretti – potrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Dopo la carne la sperimentazione si è estesa al pesce ed al latte mettendo a rischio la naturalità degli alimenti piu’ presenti nella dieta».

«Ringraziamo il Governo – ha detto Coldiretti – per aver accolto il nostro appello a fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro della cultura alimentare nazionale, delle campagne e dei pascoli e dell’intera filiera del cibo Made in Italy e la stessa democrazia economica».

«Le  bugie sul cibo in provetta – continua Coldiretti – confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. La verità è che non si tratta di carne ma di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali».

Al Cibus di Parma nello spazio della Coldiretti al Padiglione 5 – Stand I004, ci sarà la rassegna delle tipicità nazionali messe a rischio dai cibi sintetici.  Il contributo della produzione agroalimentare Made in Italy, di cui la Calabria è un pezzo importante, alle esportazioni e alla crescita del Paese potrebbe essere nettamente superiore con un chiaro stop alla contraffazione alimentare internazionale. (rcz)

Coldiretti Calabria: No a speculazioni dal fotovoltaico a terra

Il presidente di Coldiretti CalabriaFranco Aceto, ha ribadito che «è necessario salvaguardare le campagne per garantire la sovranità alimentare nazionale fermando le speculazioni ed il consumo di suolo con impianti fotovoltaici a terra che sono incompatibili con l’attività agricola».

«Non vogliamo – ha proseguito – che, dietro il miraggio di un effimero guadagno, gli imprenditori sono invitati ad abbandonare la produzione di cibo in nome di quella energetica, installando sui propri terreni impianti fotovoltaici a terra».

«Coldiretti – ha aggiunto – non è, in linea di principio, contro la produzione e l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia, ma manifesta la convinta contrarietà alla diffusione indiscriminata ed incontrollata di tali impianti a terra che potrebbero minacciare vaste aree della nostra regione, zone a vocazione agricola, senza dimenticare i danni che ne scaturirebbero anche dal punto di vista turistico e del paesaggio».

La Coldiretti sostiene un modello di transizione energetica che vede le imprese agricole protagoniste, come ad esempio con le comunità energetiche, gli impianti solari sui tetti e l’agrivoltaico  sostenibile e sospeso da terra che consentono di integrare il reddito degli agricoltori con la produzione energetica rinnovabile, con una ricaduta positiva sulle colture e sul territorio. Per questo, nei mesi scorsi, Giovani Impresa ha promosso una petizione dal tema Sì all’energia rinnovabile senza consumo di suolo agricolo.

Una petizione che suggeriva quale valida alternativa al fotovoltaico a terra quello sui tetti e sulle strutture aziendali. Un’intuizione, questa, che ha poi portato all’emanazione del “Bando Agrisolare” che prevede aiuti fino al 70% del costo per la realizzazione di tali impianti.

«Occorre – ha concluso Aceto – anche considerare la produzione di crediti di carbonio da parte delle imprese agricole e la loro potenziale vendita ad altre aziende, in un’ottica di economia circolare e di sostenibilità del Paese. Il carbon farming, infatti, nell’ambito della Politica agricola comune (PAC), rappresenta  un’altra voce di reddito potenziale per gli agricoltori che deve essere resa disponibile attraverso scelte amministrative chiare e semplici». (rcz)

Villaggio Coldiretti: Il sindaco di CS Caruso e Franco Aceto: Straordinaria collaborazione per un evento da record

Circa 300mila presenze rilevate,  andate bel oltre ogni più rosea aspettativa, oltre centocinquanta stand tra mercati degli agricoltori e un ricco programma sono i numeri che ha registrato il Villaggio di Coldiretti svoltosi nei giorni scorsi a Cosenza.

«Un evento straordinario», lo hanno definito il sindaco di Cosenza, Franz Caruso e il presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto, soddisfatti per il successo e il consenso eccezionale che ha raccolto la manifestazione.

Il sindaco Franz Caruso ed il Presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto hanno ringraziato, per la grande condivisione e collaborazione il Prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella,  il Questore Michele Maria Spina, Il Comandante provinciale dei Carabinieri, Agatino Saverio Spoto, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, Giuseppe Dell’Anna e tutti i rappresentanti delle le forze dell’ordine.

«Cosenza ha vissuto un momento di straordinaria valenza e promozione del proprio territorio, di cui ringrazio Coldiretti non solo perché ha scelto la nostra città, ma anche per la sinergia e la collaborazione istituzionale che ha saputo garantire – ha detto il sindaco Franz Caruso –. L’indotto economico è stato straordinario, se è vero com’è vero, che le strutture ricettive cosentine e dell’intero hinterland hanno fatto registrare il tutto esaurito e che anche i locali pubblici, tra bar e pub,  hanno raddoppiato ed in alcuni casi triplicato le presenze. Si è trattato di una boccata d’ossigeno importante, soprattutto a seguito della crisi pandemica e per il conflitto che si sta ancora combattendo nel cuore dell’Europa».

«Siamo stati proscenio – ha concluso Franz Caruso – di un appuntamento che finora aveva toccato soltanto città metropolitane e ne siamo stati all’altezza anche con la nostra organizzazione comunale che ha saputo affiancare con professionalità Coldiretti. Di ciò ovviamente ringrazio gli uffici comunali preposti e la Polizia Municipale. Dopo decenni le luci di Cosenza tornano ad accendersi nel segno della concretezza tornando ad essere punto di riferimento per l’intero territorio provinciale ed attrattiva in tutta la Calabria ed anche oltre. Abbiamo confermato e consolidato un rapporto proficuo con Coldiretti che in futuro porterà tanti altri benefici alla nostra comunità».
«Per tre giorni abbiamo tenuto accesi i riflettori su una Calabria positiva– ha spiegato il presidente di Coldiretti Calabria – bella, dinamica, del fare. Abbiamo esaltato un territorio che fa dell’Agricoltura e dell’Agroalimentare il suo punto di forza, dove le produzioni e i prodotti crescono in qualità ogni giorno, attraverso il lavoro della aziende agricole e delle persone. Gli echi di questo straordinario evento dureranno a lungo, oserei dire che apparterranno alla storia della nostra Regione e di Cosenza».
«Il bilancio fatto di numeri, attività, intrattenimento, attrattività, progettualità, idee che abbiamo stilato a conclusione della grande festa di popolo e di informazione oltre che di condivisione con la collettività, non lascia spazio a dubbi – ha evidenziato Aceto –. Penso di poter dire che abbiamo innescato fiducia e stimoli per il futuro che ci aspetta e su quello che dobbiamo continuare a fare. A conferma dell’importanza dell’evento, abbiamo avuto la presenza di autorevoli rappresentanti Istituzionali, della magistratura, dell’economia, dello spettacolo, del giornalismo, della chiesa, della scuola che, insieme a Coldiretti, hanno detto no a modelli alimentari sbagliati e pericolosi come la diffusione del cibo sintetico». (rcs)