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Credere nelle possibilità di sviluppo della Locride

Locride Capitale Italiana della Cultura 2025

di ARISTIDE BAVADifficilmente si potranno sapere le cause che hanno portato alla eliminazione della Locride dalla top list delle 10 finaliste a Capitale della cultura 2025  e, francamente, a questo punto poco importa. Non manca chi è convinto che questa terra, come spesso è stato scritto, «benedetta dalla natura ma maledetta dalla incapacità degli uomini» non abbia avuto i necessari supporti politici e/o, comunque, continui a pagare lo scotto di una immagine su cui pesano parecchio le sue vicende negative.

Una vecchia storia che si ripete e che si sperava invece che si fosse riusciti a cancellare proprio sulla scorta dello slogan che è stato accompagnato alla candidatura, ovvero «tutta un’altra storia». Così non è stato ed è segno che ancora c’è parecchio da lavorare per fuoriuscire da uno stereotipo che ha fatto breccia sulla gente più delle bellezze e dei tesori storici culturali e archeologici di questa terra che una volta gli abitanti erano felici di potere chiamare “La Riviera dei Gelsomini”, grazie alle tante piantagioni del profumato fiore che inondava del suo profumo, soprattutto nelle ore notturne, l’intero territorio che va da Palizzi a Monasterace.

Quei tempi sono finiti ma per fortuna rimane, ancora, la bellezza del territorio, deturpato solo parzialmente dalla mano dell’uomo con qualche costruzione poco appropriata che, comunque, non ha tolto il suo fascino alla bellezza selvaggia delle spiagge basse e sabbiose che si alternano, in alcuni tratti alle rocce a picco sul mare, e a molte colline, ancora ricche di agrumeti e ulivi . Il tutto, piaccia o non piaccia, arricchito da un patrimonio storico-culturale che rimane certamente una immensa risorsa, anche se poco sfruttata, del territorio della Locride. Lungi da noi fare paragoni con le località selezionate per far parte delle 10 finaliste fortemente convinti, come hanno scritto i responsabili del Gal che “la cultura non è antagonismo; la cultura è alleanza”.

È giusto, però, rivendicare – e questa dovrà essere la grossa forza dei cittadini della Locride – quello che di eccezionale la Locride può offrire. Una natura meravigliosa che si mescola alla storia antica che si può riassumere dai ritrovamenti negli scavi di Locri Epizefiri e di Monasterace – Kaulonia dalla stupenda Villa Romana di Casignana e dai suoi splendidi mosaici, dai resti del Naniglio di Gioiosa Jonica , dai tanti castelli del suo entroterra, dai maestosi Palazzi dei suoi borghi antichi . Una terra che ha ospitato i Bizantini e i Normanni dove esistono ancora monasteri e santuari di notevole bellezza e dove soprattutto le bellezze e il fascino dei borghi antichi riescono ad incantare i visitatori con alcune punte di diamante come Gerace, con la sua Cattedrale normanna; Stilo con la pregevole architettura della Cattolica bizantina, Bivongi con le spettacolari cascate del Marmarico.

Oppure con la sua fascia costiera che comprende suggestive località balneari e ampie e lunghe spiagge tra le quali anche quella di Riace resa famosa in tutto il mondo per il ritrovamento dei Bronzi. Una terra meravigliosa, pur con tutti i suoi contrasti, dove la qualità della vita,  è certamente tra le migliori del mondo favorita anche da un microclima unico che non solo fa bene alla salute come è stato accertato da appositi studi universitari,  ma favorisce anche la coltivazione di risorse di nicchia come il bergamotto, l’annona, piante officinali, e il famoso e inimitabile vino greco. E di prodotti gastronomici “speciali” come l’olio d’oliva “Grossa di Gerace”; la ricotta affumicata di Mammola, il caciocavallo di Ciminà’, il pane di Platì, di Mammola e di Canolo tanto per citare solo alcune delle specialità piu’ note del territorio.

Chi può disconoscere tutto questo ? Certo nessuno vuole disconoscere le sue tante carenze sociali che, forse, anche in questo caso, hanno costituito una classica palla al piede. Ma quanto si dovrà ancora attendere per dare soluzione ai suoi problemi ? Il vero interrogativo è proprio questo. Per questa terra si sta facendo troppo poco mentre invece proprio nella strategia progettuale che si accompagnava a Locride Capitali Italiana della cultura 2025 c’erano le premesse e i  presupposti per lasciare spazio ad una strategia di rilancio economico indirizzata  anche a limitare la spoliazione giovanile e creare forme occupazionali durature.

Ecco perché, come da tutti viene indicato, che  bisogna continuare ad inseguire il “sogno” di sviluppo della Locride e credere ancora, malgrado l’eliminazione dalla candidatura che “tutta un’altra storia” è ancora possibile. (ab)

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