di MARIACHIARA MONACO – Segnali incoraggianti arrivano dalla capitale, per quanto riguarda un progetto, ideato dal Comune di Cosenza e già avviato, dal nome Reddito di libertà, in collaborazione con Spazio Donna WeWorld nell’ambito d’un impegno di empowerment femminile.
Si tratta di una possibilità, per consentire alle donne vittime di violenza di ritrovare la libertà, a cominciare da quella economica.
Tale incentivo, è destinato a donne sole, o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali. Destinatarie del reddito, sono anche le residenti nel territorio italiano che siano cittadine italiane o comunitarie, extracomunitarie in possesso di regolare permesso di soggiorno, e le straniere aventi lo status di rifugiate politiche o lo status di protezione sussidiaria.
L’iniziativa è stata realizzata grazie all’amministrazione che vede a capo il primo cittadino di Cosenza, Franz Caruso, insieme alla commissione consiliare Pubblica istruzione e Legalità, presieduta da Chiara Penna.
«Con queste attività, che implementano i servizi dello sportello per il reddito di libertà – ha dichiarato la presidente Penna – l’amministrazione Caruso intende andare oltre l’attribuzione di un mero sussidio, per consegnare un futuro di indipendenza alle donne vittime di violenza economica. In pratica il reddito di libertà, che è pari a 400 euro mensili per un anno, seppur importante non risolve il problema. Ed è rispetto a questa consapevolezza che ci siamo posti lo scopo di integrare le vittime di violenza nel tessuto economico, attraverso il loro inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro».
«L’azione dello sportello – continua – è stata gestita dai responsabili delle associazioni di volontariato, che hanno affrontato il tema sotto diversi punti di vista e portato all’attenzione della commissione alcuni casi di violenza in cui si sono recentemente imbattuti in città, e prevede una presa in carico più incisiva delle donne. Per cui accanto all’opportunità di richiedere il reddito di libertà, saranno implementati percorsi personalizzati volti a rafforzare l’empowerment delle donne in campo lavorativo».
Insomma, un’iniziativa molto importante, che seppur con tante difficoltà, ha aiutato, e continua ad aiutare molte donne in crisi, nonostante i numerosi ritardi nel finanziare il progetto, da parte del Ministero delle pari opportunità.
Infatti dopo un periodo di stallo, per la carenza di fondi destinati a tale iniziativa, arrivano soltanto in questi giorni, buone notizie circa l’invio di nuove disponibilità economiche, comunque molto limitate e insufficienti.
La somma stanziata, infatti, non basterebbe neppure a coprire il bisogno d’una ventina di richieste in tutta la regione, e considerato che il sostegno economico, concesso solo dopo un’attenta verifica, dura un anno, si tratta di una vera e propria catastrofe.
Soprattutto in un periodo storico particolare, come quello che stiamo attraversando, dal punto di vista economico e sociale.
Le professioniste di Spazio Donna, coordinate dalla psicologa e psicoterapeuta Mariagrazia Martire, in collaborazione con l’amministrazione comunale, continuano a lavorare per fare emergere prima e combattere poi ogni forma di violenza: psicologica, verbale, spirituale, economica e ovviamente fisica. In attesa, ovviamente, di una risposta da parte del nuovo esecutivo, targato Fdi, che s’insedierà proprio in queste settimane. (mm)