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Decreto Calabria, Anastasi (Iric) scrive al Premier Conte e al ministro Speranza

Anastasi

Il consigliere regionale e capogruppo di Io Resto in Calabria in Consiglio regionale della Calabria, Marcello Anastasi, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, e al ministro alla Salute Roberto Speranza per quanto riguarda il Decreto Calabria, su cui sta lavorando, in queste ore, il Governo.

Per Anastasi, infatti, nel nuovo Decreto Calabria, «occorre tra le altre cose affrontare con maggiore incisività la questione della stabilizzazione del personale precario e dell’assunzione di nuove figure tra medici, infermieri, operatori socio-sanitari, personale tecnico-professionale e amministrativo» e «le aziende sanitarie devono essere autorizzate a coprire le carenze nei propri organici immettendo nei ruoli tutte quelle figure, individuate dai Piani del Fabbisogno del personale relativi al triennio 2020-2022 e deliberati dalle stesse, attraverso l’avvio delle procedure concorsuali e l’utilizzo delle graduatorie valide esistenti in ambito regionale».

«Altro aspetto di fondamentale importanza – si legge nella missiva inviata a Conte e Speranza – è la questione del debito sanitario, che va azzerato, e del pagamento pregresso delle prestazioni, dei servizi e delle forniture erogate da parte dei privati. Non si può prorogare ulteriormente, dopo oltre dieci anni, la gestione commissariale in Calabria senza risolvere in maniera definitiva la problematica del disavanzo e del debito della Sanità calabrese».

«Rivolgo, pertanto, al Governo – conclude Anastasi – un appello affinché si inserisca nel provvedimento, di prossima emanazione, norme che vadano nella direzione della risoluzione dei punti sopra evidenziati se si vuole realmente fare uscire la Calabria dall’emergenza e dal commissariamento rilanciando così concretamente le politiche sanitarie regionali».

Il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Giovanni Aruzzolo, ha ribadito che «siamo davvero stanchi e pretendiamo il dovuto rispetto istituzionale nei confronti della Regione Calabria e del suo popolo».

«Una domanda su tutte – ha dichiarato Aruzzolo – ha la capacità di guardare indietro chi si assume la responsabilità di scelte di tale portata ed entità? Perché la storia e gli eventi avvenuti in Calabria hanno lasciato il segno e non possono sfuggire alla riflessione e all’attenzione politica. Il commissariamento della sanità calabrese ha fatto acqua da tutte le parti. Un fallimento assoluto che nemmeno lontanamente potrebbe ispirare soluzioni analoghe, segnato anche da contraddizioni e paradossi, come le dimissioni annunciate e poi ritirate del commissario ad acta per il Piano di Rientro, generale Saverio Cotticelli».

«Eppure – ha proseguito il consigliere regionale – è proprio quello che si sta paventando e che ci lascia attoniti e sbigottiti. Tre anni di proroga del commissariamento – tra l’altro, in un momento tragico della storia della sanità italiana e calabrese dove l’incombere della pandemia rischia di fare saltare il sistema-  è uno scenario che la Calabria non può assolutamente permettersi». (rrm)

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