Proroga del Decreto Calabria è legge

La proroga del Decreto Calabria è legge. La Camera, infatti, ha dato il via libera al provvedimento che consente, per un anno, il prolungamento della norma per la sanità calabrese fino al 31 dicembre 2024.

Nel dettaglio, vengono prorogati i contratti del personale Agenas a supporto della struttura commissariale, la possibilità di far ricorso ad Azienda Zero e alla Stazione unica appaltante per gli appalti, c’è lo stop al blocco delle procedure esecutive nei confronti degli enti del servizio sanitario calabrese, circa 58 milioni di euro per l’edilizia sanitaria e poi la norma sui vertici aziendali.

Come spiegato dal commissario ad acta e presidente della Regione, Roberto Occhiuto, con la proroga «saranno salvaguardate le unità di personale con contratto di lavoro flessibile in servizio alla data di entrata in vigore della legge e si stabilisce, come già accaduto in passato, una nuova scadenza per la conferma dei commissari straordinari a 60 giorni dalla data di entrata in vigore della norma di proroga».

«Con l’approvazione del medesimo emendamento – ha spiegato ancora – vengono inoltre sbloccati 58 milioni di euro di risorse ex articolo 20 della legge 11 marzo 1988, che saranno quindi immediatamesntr disponibili. I fondi saranno 19,4 milioni di euro per il 2024 e di 38,6 milioni di euro per il 2025, e saranno destinati, ad esempio, al finanziamento delle varianti progettuali relativi ai lavori per la realizzazione degli ospedali della Sibaritide, di Vibo Valentia, di Catanzaro e di Gioia Tauro».

Una proroga indispensabile «che ci permetterà – ha detto ancora Occhiuto – nel prossimo anno di continuare ad agire in modo preciso e spedito avendo come unico obiettivo quello di ristrutturare dalle fondamenta la sanità della Calabria per garantire alle nostre comunità servizi all’altezza e il diritto alla cura».

 

 

Sanità: prorogato di 6 mesi il Decreto Calabria

Nelle pieghe di un decreto “omnibus”, il Consiglio dei ministri ha approvato la proroga per altri sei mesi del cosiddetto “Decreto Calabria”, il provvedimento che contiene misure straordinarie per affrontare le perduranti gravi criticità del settore e per preparare il terreno al ritorno alla gestione ordinaria dell’Ssr.

Un provvedimento arrivato in “zona Cesarini” (sarebbe scaduto l’8 maggio, anche se ovviamente ora è una corsa contro il tempo per pubblicarlo entro lunedì sulla Gazzetta Ufficiale), un provvedimento che resiste ai cambi di governo (anche quelli regionali) e di colore politico delle maggioranze: nato nel 2019 con l’allora governo giallo-verde su input del Movimento 5 Stelle, il “Decreto Calabria” ora convince anche il centrodestra, che pure l’aveva a suo tempo avversato.

L’ulteriore proroga del commissariamento conferma sul piano politico l’asse tra la Giunta calabrese guidata da Roberto Occhiuto, uno dei big di Forza Italia, e il governo di Giorgia Meloni. Ma oltre che sul piano politico, anche su quello concreto questa ulteriore proroga del Decreto Calabria avrà degli effetti piuttosto significativi: i più importanti sono la permanenza in carica degli attuali commissari delle Asp e delle aziende ospedaliere (che comunque dovranno essere esplicitamente confermati entro due mesi dall’entrata in vigore del testo), e – spiegano i più attenti analisti politici – la possibilità per il governatore e commissario Occhiuto di poter godere di spazi di manovra più ampi e discrezionali nella scelta dei manager. Su un dato però in tanti osservatori concordano: con la proroga della legislazione speciale comunque viene cristallizzata ancora una volta la situazione di emergenza del settore in Calabria.

Emergenza del resto plasticamente resa ad agosto dalla decisione dello stesso Occhiuto di ricorrere all’ingaggio di medici da Cuba per sopperire alle gravissime carenze di personale sanitario. L’arrivo degli operatori caraibici – una prima tranche è entrata in servizio ad agosto negli ospedali maggiormente sofferenti della provincia di Reggio Calabria mentre altri ne sono attesi a breve – ha alimentato le sempre infuocate polemiche che caratterizzano storicamente la sanità calabrese, anche se Occhiuto ha sempre specificato che si tratta di una misura “tampone”, valida fino a quando non saranno espletati i concorsi, che sono in corso di svolgimento nell’ambito della cosiddetta “manovra d’autunno”, avviata a ottobre scorso per reclutare nuovo personale nell’ordine di complessive 3.600 nuove assunzioni.

Sono comunque ancora tanti i punti di estrema debolezza della sanità calabrese, come lo stentato start di “Azienda Zero”, il nuovo ente di governance del settore creato più di un anno fa ma ancora non del tutto operativo, anche se alcuni segnali di inversione di tendenza si stanno già materializzando.

Tra questi un primo step concreto nella ricognizione e nell’accertamento dell’enorme debito commerciale della sanità calabrese, che secondo un report della struttura commissariale guidata da Occhiuto e della Regione è stato almeno quantificato nella sua consistenza storica in oltre 860 milioni al 31 dicembre 2020. Altri segnali di inversione di tendenza messi in risalto dal commissario Occhiuto in questi ultimi mesi sono la copertura dei disavanzi delle aziende sanitarie e ospedaliere, lo sblocco delle procedure per la costruzione di tre nuovi ospedali (Sibaritide, Piana di Gioia Tauro e Vibo Valentia) ferme da anni, la nascita dell’azienda ospedaliera unica di Catanzaro Renato Dulbecco, un hub da oltre 800 posti letto che prende corpo dalla fusione del Policlinico universitario Mater Domini e dell’ospedale Pugliese Ciaccio del capoluogo, svolta anche questa attesa da anni.

Lo stesso Occhiuto ha avviato anche una campagna di “tolleranza zero” contro la disorganizzazione del settore aprendo una piattaforma online – www.sanibook.it – nella quale i cittadini possono segnalare quello che non va negli ospedali in modo da rendere più celeri (e verificabili) le soluzioni. Ora arriva questa nuova (e verosimilmente ultima) proroga del “Decreto Calabria” che è un altro strumento a disposizione di Occhiuto per accelerare la fine dell’emergenza e il ritorno alla normalità della sanità calabrese. (rrm)

Bevacqua (PD): A regione serve ulteriore proroga del Decreto Calabria?

Il capogruppo del Pd, Mimmo Bevacqua, si è chiesto se «alla nostra regione serve una ulteriore proroga del Decreto Calabria o tornare alla legge ordinaria  così da porre fine ai proclami e passare ai fatti?».

Una proroga, infatti, per Bevacqua «suonerebbe come il protrarsi di una evidente anomalia, e la fine dello stesso previsto per il prossimo 8 maggio con il ritorno alla legislazione ordinaria che come è noto non ha poteri per superare le drammatiche criticità».

«A questo punto, però – ha spiegato – mi chiederei provocatoriamente se non sia il caso di ritornare alla gestione ordinaria perché in tal caso occorrerebbero i fatti, le certezze e non i continui proclami a cui siamo abituati da qualche anno».

 «In queste ore – ha continuato Bevacqua – è tornata al centro del dibattito la ulteriore proroga di sei mesi del famoso Decreto Calabria, diventato definitivamente legge nel dicembre 2022 e contenente misure straordinarie per il sistema sanitario calabrese. Sulla carta, in origine, una buona notizia perché disponeva ulteriori agevolazioni come la concessione di ingenti risorse per gli anni 2021, 2022, 2023, nonché l’ampia facoltà al Commissario ad acta nella composizione del management aziendale e lo stop ai pignoramenti nei confronti delle Asp fino a tutto il 2023. Non proprio rose e fiori, intendiamoci».

«Alcuni punti fortemente dibattuti come lo stop ai pignoramenti verso le Asp, così come l’ampia discrezionalità del commissario nella selezione del management – ha detto ancora –. A tal proposito, Occhiuto farebbe bene a procedere, in piena autonomia, a cambiare i commissari che non hanno adempiuto al loro compito, non coadiuvandolo negli obiettivi prefissati. Tuttavia, di questi tempi e in così grave emergenza sanitaria, più poteri alla Calabria significa anche maggiore assunzione di responsabilità, come quella assunta dal commissario Occhiuto di procedere alla ricostruzione del debito e al pagamento dei fornitori e soprattutto di limitare il precariato per arrivare al suo superamento».

«Ad oggi però – ha continuato il gruppo consiliare regionale del Pd – non registriamo passi avanti nel raggiungimento di quegli obiettivi perché, come già segnalato sul tema della ricognizione del debito, restano ancora molte criticità come quelle dei pagamenti non effettuati con conseguenti interessi di mora che continuano ad aumentare nonché la mancata approvazione, ormai decennale, dei bilanci di alcune aziende, una su tutte l’Asp di Reggio Calabria con sofferenze anche su Cosenza. Insomma una occasione fin qui mancata, il pur anomalo Decreto Calabria. Che oggi si chiede di prorogare visto che è in scadenza l’8 maggio. Non sapremmo che scegliere, a questo punto. Certo è che se dovesse saltare la proroga del Decreto Calabria, che resta appesa al prossimo Consiglio dei ministri, non potendo più passare per via parlamentare, si ritornerebbe alla legislazione ordinaria che non aiuterebbe il sistema sanitario regionale a superare le sue criticità».

«Ci si rinchiuderebbe di nuovo – ha concluso – nei limitati poteri regionali al cospetto di un dramma nazionale, quale è appunto la sanità di Calabria. Insomma – conclude Bevacqua – siamo in un vicolo cieco e per uscirne bisogna mettere da parte i proclami. Del resto la destra governa da 4 anni (2 Santelli 2 Occhiuto), ma passi in avanti la sanità calabrese non ne ha fatti. Anzi ci sembra che ci sia stato il risveglio di alcune logiche che nel passato erano state finalmente messe in soffitta…». (rrc)

Il Decreto Calabria è legge

Il Decreto Calabria è legge. La Camera dei Deputati, nella seduta di ieri ha dato il via libera definitivo al decreto legge che contiene le disposizioni della partecipazione di personale militare al potenziamento di iniziative della Nato e le misure per il servizio sanitario della regione Calabria nonché di commissioni presso l’Aifa.

Con il via libera della Camera, è prevista la proroga di sei mesi del Commissariamento della sanità calabrese; l’erogazione alla Calabria di un contributo di 60 mln per gli anni 2021, 2022 e 2023.

Altro effetto del Decreto, è la facoltà, da parte del Commissario ad acta, di nominare i direttori generali degli Enti del Servizio e di avvalersi della collaborazione dell’Agenzia delle Entrate. 

I deputati del Movimento 5 Stelle, Anna Laura Orrico Vittoria Baldino e Riccardo Tucci, hanno dichiarato che «ggi questa maggioranza, la stessa che dai banchi dell’opposizione gridava allo stop al commissariamento della sanità per la Calabria e si rifiutava di votare per il decreto approvato, in data odierna, alla Camera, ha respinto le nostre proposte emendative, mettendo in atto un vero e proprio paradosso».

«Ciò che precipuamente chiedevamo – hanno spiegato – attraverso i nostri interventi emendativi era una maggiore trasparenza sia sull’operato del presidente Occhiuto che avrebbe dovuto relazionare alle Camere circa lo stato di avanzamento dei lavori, che sulla discrezionalità in capo al presidente di Regione nell’individuazione dei direttori generali, amministrativi e sanitari che andrebbero invece scelti attraverso selezioni pubbliche». 

«È paradossale – hanno proseguito di deputati pentastellati – he chi rivendica l’importanza della meritocrazia faccia poi orecchie da mercante quando lo stesso parametro deve essere usato per l’individuazione di chi dirige le Aziende sanitarie calabresi, alcune delle quali commissariate con una commissione d’accesso antimafia». 

«Cosa c’era di tanto irricevibile – hanno chiesto – nelle nostre proposte di portare alla luce e alla conoscenza dei cittadini calabresi l’operato compiuto dal commissario ad acta, oppure nel voler recidere il legame tra le nomine dei dirigenti della sanità e la politica che ad oggi hanno portato ad un evidente fallimento contraddistinto da un commissariamento ultradecennale». 

«La sanità calabrese – hanno ribadito – ha bisogno di trasparenza ed efficienza, tuttavia, a questa maggioranza sembra non interessare e preferisce respingere al mittente delle proposte opportune, necessarie e costruttive senza le quali continueremo a non avere contezza di quanto compiuto dal commissario ad acta né – concludono i deputati – a risanare un servizio sanitario regionale colabrodo che viola da decenni il diritto alla salute dei cittadini calabresi».

Il deputato della Lega, Domenico Furgiuele, ha reso noto di aver presentato un odg – che è stato approvato – con cui il Governo si impegna a sostenere il commissario ad acta e presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto «con collaborazione e leale cooperazione a tutti i livelli istituzionali, tavolo Adduce incluso».

«La sanità calabrese – ha ricordato il deputato – è stata vittima di un approccio ostruzionistico e autoreferenziale che ha caratterizzato per troppi anni l’operato delle strutture ministeriali, con risultati fallimentari e drammatici sotto gli occhi di tutti». 

«Per risollevarla dalla crisi – ha evidenziato – è fondamentale che, nei mesi a venire, la volontà del Presidente della Regione, che ha giustamente chiesto e ottenuto l’incarico di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del SSR calabrese, sia sostenuto realmente e non solamente sulla carta come accaduto in passato, anche agevolando assunzioni di medici e migliorie».

La Calabria merita i servizi migliori e la Lega sarà sempre in prima linea per questo», ha concluso. (rrm)

Decreto Calabria, scintille tra le parlamentari Loizzo (Lega) e Baldino (M5S)

Nella giornata di lunedì 12 dicembre, alla Camera dei Deputati si è discusso della conversione in Legge del Decreto Calabria. Sono intervenute le deputate Simona Loizzo (Lega) e Vittoria Baldino (M5S).

«Per quanto riguarda il decreto Calabria – ha detto Loizzo – come calabrese e come medico, devo dire che, a prescindere dall’istruzione tecnica della conversione in legge, tale provvedimento nasce in relazione alla grave situazione del sistema sanitario regionale calabrese ed agli effetti di un commissariamento, durato oltre dieci anni, che non ha soltanto penalizzato i livelli essenziali di assistenza, ma ha anche peggiorato notevolmente lo stato del debito e del disavanzo, legato al sistema sanitario regionale, che occupa la gran parte del bilancio della nostra regione Calabria. In tale ottica, il conferimento da parte del Governo al presidente governatore onorevole Occhiuto del ruolo di presidente commissario della sanità va nella direzione giusta, soprattutto se supportato dalla proroga del decreto Calabria».

La deputata ha parlato, nello specifico, dell’articolo 2, che introduce una proroga di 6 mesi, quindi, fino al 13 maggio 2023. Un limite definito da Loizzo necessario «per consentire alla struttura commissariale di effettuare ulteriori interventi di potenziamento dei livelli essenziali di assistenza e di diminuzione del reddito».

«Sono escluse dalla revisione dell’articolo 2 – ha detto – perché già contenute in altre procedure, le norme che riguardano gli ulteriori compensi dei commissari e l’utilizzo della Guardia di finanza in un territorio come il nostro assai importante per il ripristino di alcune regole di legalità, anche all’interno delle gestioni del debito visionate attraverso la gestione contabile accentrata. Ovviamente, viene escluso anche il Fondo di solidarietà per un ulteriore finanziamento per il sistema sanitario regionale calabrese. I commissari che finora sono stati nominati, se non revocati, saranno in carica per altri 60 giorni dall’inizio del decreto attuativo».

Loizzo, poi, ha parlato delle modifiche poste dal senato all’articolo, come ad esempio la facoltà del commissario di nominare i direttori generali. Su questo punto, Loizzo ha sottolineato il bosogno di «uscire dalla fase del commissariamento per formare la del sistema sanitario regionale calabrese e abbiamo bisogno di un necessario passaggio dai commissari ai direttori generali più strutturati».

Altre modifiche apportate dal Senato sono l’utilizzo di apposite consulenze con l’Agenzia delle Entrata, la Guardia di Finanza; che il personale assunto da Agenas può essere utilizzato dalla nascente Azienda Zero, «un’esperienza politico-gestionale – ha ricordato la parlamentare – che consente di governare tutte le aziende sanitarie locali, provinciali ed ospedaliere».

Azienda Zero, dunque, «potrà – ha spiegato Loizzo –avvalendosi del personale di Agenas, riformulare e condurre fuori dalla stagnazione il processo di riqualificazione del sistema sanitario regionale calabrese, a cui tengono tutti gli operatori del servizio, ma che, soprattutto, dobbiamo alla popolazione calabrese in termini di omogeneità e uguaglianza di trattamento, soprattutto uguaglianza, come previsto dall’articolo 32 della nostra Costituzione».

«Sempre il Senato – ha proseguito – ha stabilito la possibilità di reclutamento e il conferimento di incarico, sempre a termine, finalizzato non solo a garantire il lavoro nei centri di gestione contabile accentrata, perché, mi ripeto ancora una volta, il debito, ugualmente alla qualità delle prestazioni, è il che il commissario ha messo al centro della politica sanitaria regionale, ma potranno anche essere utilizzati altrove, nel rispetto non soltanto della qualità e della garanzia dei livelli essenziali di assistenza, ma anche dell’attuazione del piano di rientro del disavanzo sanitario della regione Calabria».

«In ottemperanza alla sentenza della Corte costituzionale di novembre 2022, n. 228 – ha ricordato – si anticipa il termine di scadenza riguardante il termine ultimo per l’inesigibilità dei debiti, delle procedure attraverso cui le aziende produttrici, giustamente, rivendicavano il pagamento della fatturazione, e si proroga di solo un anno. Ovviamente, questa necessità non può varcare il termine ultimo di un anno, perché a noi è ben chiaro che la situazione contabile può essere difficile, ma altrettanto difficile è la contabilità delle imprese che, dopo aver effettuato servizi e prodotto le loro fatture, non possono vederle pagate in un limite troppo lungo, che spesso ne determina anche il fallimento, quindi con un degrado del tessuto economico-sociale delle piccole imprese che lavorano in sanità. Ovviamente, sono escluse le imprese che hanno compiuto illeciti, che, quindi, non verranno retribuite».

Il deputato Andrea Quartini (M5S), nel suo intervento ha evidenziato come «nell’attuale Decreto Calabria vediamo zero risorse per i cittadini calabresi e poltrone per qualcuno. Questa è la triste realtà. Temiamo, infatti, che dietro questa proroga o con l’occasione di essa vi possa essere in realtà l’ennesimo del potere sulla pelle dei cittadini della Calabria, un timore giustificato dal fatto che il Governo, proprio in questo provvedimento, ha ben pensato di introdurre, con straordinaria sollecitudine, la decadenza dei commissari straordinari delle Asl e degli enti sanitari calabresi ove non confermati».

Vittoria Baldino (m5S), nel suo intervento, ha ricordato come in Calabria ci sono 18 ospedali con il piano di rientro del 2009 «senza alcuna valutazione delle condizioni del territorio, del fabbisogno sanitario della popolazione, dei tempi di percorrenza verso i principali ospedali».

«Si tratta – ha spiegato – di diciotto ospedali chiusi in una regione che, per la sua condizione morfologica, rende assai difficoltoso agli abitanti delle aree collinari e montuose, che rappresentano circa il 90 per cento del territorio, di raggiungere i presidi ospedalieri più prossimi. Diciotto ospedali chiusi in una regione dove il 22,6 per cento della popolazione è composta da persone che hanno più di 65 anni».

La parlamentare, poi, ha portato l’Ospedale di Cariati come simbolo del paradosso della sanità calabrese: «Di Cariati ha parlato tutto il mondo, grazie ad un gruppo di cittadini uniti in associazioni e collettivi che, nel novembre 2020, in piena pandemia, ha occupato la struttura per chiederne la riapertura, anche per far fronte all’emergenza sanitaria. Grazie al coraggio di questi ragazzi e di queste ragazze, ma anche di adulti, cittadini comuni, si sono susseguiti appelli da tutto il mondo per la riapertura del presidio. Finanche Roger Waters ha lanciato un accorato appello per la causa che è diventata una pellicola in riproduzione nelle sale cinematografiche in tutta Italia proprio in questi giorni».

«Secondo la Corte dei conti, la spesa sanitaria corrente riconosciuta al Sud è arrivata a toccare i 2.046 euro – ha spiegato la deputata pentastellata –, mentre al Nord è arrivata a toccare i 2.152 euro . Ogni cittadino del Sud ha percepito quindi in meno, rispetto ad un cittadino del Nord, 106 euro, che significa per il Sud contare su 2,2 miliardi in meno. Poco importa se l’articolo 32 della Costituzione considera il diritto alla salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, a prescindere dal luogo in cui si nasce, e poco importa se la legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale annovera tra i principi ispiratori l’universalità, l’uguaglianza e l’equità, da garantire su tutto il territorio nazionale».

«Sono principi rimasti lettera morta – ha continuato – perché di Cariati ne è disseminata la Calabria, una terra che sembra non avere più voce, che sembra rassegnarsi ad una condizione di disagio, che induce molti figli di questa terra alla triste parabola della migrazione sanitaria in favore della sanità privata oppure delle regioni del Nord, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte».

La pentastellata, poi, ha ripercorso la strada che ha portato a quella che è la sanità calabrese oggi: un disastro.

«Dopo 13 anni di piani di rientro e 12 di commissariamento – ha continuato Baldino – la Calabria è ancora in emergenza e questo provvedimento arriva in Aula per prorogare di altri 6 mesi – perché 12 anni sono pochi – il commissariamento della sanità calabrese, però senza aver avuto la possibilità, nonostante la richiesta del MoVimento 5 Stelle, di ascoltare l’attuale commissario alla sanità calabrese, il presidente della regione Roberto Occhiuto, addirittura senza il riconoscimento che, conclusi questi 6 mesi di proroga, il Parlamento possa apprezzarne gli sviluppi, gli obiettivi raggiunti, lo stato d’avanzamento dei servizi sanitari calabresi, perché i nostri emendamenti, in questo senso, in Commissione sono stati respinti e li ripresenteremo in Aula».

«Questa proroga, di fatto – ha detto ancora Baldino – si accompagna ad un silenzio che rischia di fare tanto rumore su un commissariamento che sembra destinato a proseguire, invece, dobbiamo e vogliamo capire con quali modalità e tempistiche la Calabria uscirà dal commissariamento per tornare ad una gestione ordinaria».

Nella replica, Loizzo ha ricordato che «il decreto Calabria nasce grazie anche al partito che rappresento, la Lega-Salvini Premier. È noto a tutti lo stato del servizio sanitario regionale calabrese e per me, da calabrese, ogni volta che se ne parla in questi termini, in un’Aula come quella di Montecitorio, la tristezza, soprattutto come direttore di dipartimento chirurgico, è grandissima, perché se ne parla come di un esempio negativo».

«C’era un’esperienza di questo genere nel centrodestra nel passato – ha aggiunto – e volevo replicare all’onorevole Baldino che si sono succeduti ben due Governi di centrosinistra alla guida della regione Calabria – prima della parentesi della nostra cara Jole e oggi finalmente con Roberto Occhiuto – con capacità di incidere sull’ del sistema sanitario regionale calabrese. Ebbene, non è che non abbiamo avuto tempo per cambiare questo decreto: noi non lo abbiamo voluto cambiare. Abbiamo inteso che il decreto Calabria andasse bene, quindi trovo questa provocazione dell’onorevole Nico Stumpo inefficace, perché il tempo per cambiare la legge ci sarebbe stato, ma non abbiamo voluto».

«E poi, per quanto riguarda la riconversione degli ospedali – ha proseguito – voglio sempre ricordare che molti ospedali sono stati considerati, ma non oggi, già ben un quindicennio fa, ospedali di morte. Noi non vogliamo ospedali in tutti i paesi e in tutte le comunità. Vogliamo che venga applicato il Dm 77 del 2022, vogliamo gli ospedali di comunità, ma non vogliamo certo ospedali in ogni comune della regione Calabria. Noi vogliamo centri nascita che funzionino secondo quelli che sono i dettami del Ministero della Salute, con un certo numero di parti, perché ovviamente la capacità di eseguire le procedure dipende anche dal numero e dalla quantità di procedure effettuate per quei centri»

«E, quindi, mi preme far sapere all’onorevole Baldino – ha concluso – che tutti gli ospedali chiusi verranno riconvertiti secondo processi guidati di altissime specialità, in relazione alla posizione geografica, perché la Calabria ha un territorio difficilmente gestibile anche in termini di viabilità e trasporti…».

«Chiudere un ospedale pubblico conduce alla morte», ha risposto Baldino a Loizzo.

«In Italia, negli ultimi 10 anni – ha ricordato – sono stati tagliati ben 37.000 posti letto. Centinaia sono stati gli ospedali pubblici chiusi. Di questi, neanche a dirlo, 18 erano in Calabria. Sono stati chiusi per effetto del piano di rientro voluto dal centrodestra. Ieri sono intervenuta in aula per ricordare tutto il dolore dei calabresi e degli italiani che pagano sulla propria pelle, con viaggi della speranza, i tagli alla sanità pubblica, i danni del commissariamento regionale e il fallimento del regionalismo sanitario».
«La politica regionale ha usato la sanità come bancomat – ha evidenziato –. Era mio dovere, come rappresentante dei cittadini, ricordarlo a chi quelle scelte le ha fatte. Era mio dovere ricordare i nomi e i volti dei tanti cittadini costretti a fuggire verso il nord per curarsi. Era mio dovere restituire dignità a quei territori indebitante scippati di servizi sanitari».
«La risposta della maggioranza è avvenuta per bocca dell’On. Loizzo – ha continuato – mia conterranea, che per tutta risposta mi ha ricordato che loro considerano molti di quei 18 ospedali pubblici chiusi, inutili: “ospedali della morte” li ha chiamati. Chissà cosa ne pensano i suoi elettori!  Tanto erano inutili quegli ospedali, che solo grazie all’ostinazione di un gruppo di cittadini, oggi l’ospedale di Cariati ambisce alla riapertura. Tanto erano inutili che ben 3 sentenze hanno decreto la riapertura degli ospedali di Trebisacce e Praia a Mare».
«Solo per citare 3 degli ospedali chiusi, in attesa di riapertura – ha concluso –. Quello alla salute è un diritto individuale.  Un interesse della collettività.  Chiudere un ospedale pubblico, questo si conduce alla morte. Era mio dovere ricordarlo. È nostro dovere rivendicarlo». (rrm)

Passa in Senato il Decreto Calabria, fino al 31 dicembre sospese procedure esecutive contro Asp e Ao

Il Decreto Calabria è stato approvato in Senato e, ora, manca il via libera della Camera. Lo ha reso noto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, spiegando che «nel passaggio parlamentare provvedimento ha ricevuto, grazie a puntuali emendamenti presentati dai gruppi di maggioranza – che in queste settimane hanno avuto una positiva interlocuzione con il mio governo regionale -, importanti miglioramenti che ci permetteranno di cogliere al meglio le opportunità messe in campo da questa norma».

«Innanzitutto – ha spiegato – si interviene sulla governance delle Aziende sanitarie provinciali e delle Aziende ospedaliere: il testo uscito dal Consiglio dei ministri permetteva al commissario ad acta di nominare i commissari delle Asp e delle Ao; adesso, con le modifiche introdotte, sarà possibile nominare anche i direttori generali delle aziende».

«Ma la novità più importante riguarda la possibilità di intraprendere azioni esecutive – ha proseguito – a carico degli enti del servizio sanitario regionale. Qualche settimana fa una sentenza della Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittimo l’articolo 16 septies, comma 2, lettera g), del decreto fiscale del 2021, che stabiliva la sospensione delle azioni esecutive nei confronti degli enti del servizio sanitario calabrese fino al 31 dicembre 2025».

«Ma il dispositivo depositato dalla Consulta – ha aggiunto – riconosceva comunque la validità della norma, stigmatizzandone solo l’eccezionale durata. Per queste ragioni il Senato è intervenuto con una specifica modifica, approvata quest’oggi nel passaggio in Aula del decreto Calabria, stabilendo che le azioni esecutive – escluse quelle riguardanti crediti da lavoro e crediti risarcitori – nei confronti delle Asp e delle Ao saranno sospese fino al 31 dicembre del 2023».

«Le Aziende sanitarie provinciali e le Aziende ospedaliere calabresi – ha detto ancora Occhiuto – potranno dunque ripianare i propri debiti – così come vogliamo fare, entro qualche mese – senza il rischio di incorrere in operazioni di pignoramento o di recupero coatto da parte dei creditori».

«Una buona notizia – ha evidenziato – che ci permetterà di concludere con tranquillità ma anche con tanta determinazione l’azione intrapresa dal governo regionale, con la fattiva collaborazione della Guardia di Finanza, per l’accertamento del debito della sanità calabrese, per sanare i bilanci, pagare coloro che devono essere pagati, e ripartire con programmazioni e investimenti».

«Ringrazio per il supporto e per il prezioso lavoro governativo e parlamentare – ha concluso – il ministro della Salute, Orazio Schillaci, il sottosegretario Marcello Gemmato, la capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, Licia Ronzulli e il senatore azzurro Francesco Silvestro – che hanno seguito l’iter del testo in Commissione -, e la relatrice del provvedimento, la senatrice della Lega Tilde Minasi». (rrm)

Occhiuto: Proroga decreto Calabria segno di attenzione da parte del Governo

Il Governo ha dato il via libera per la proroga del Decreto Calabria. Una decisione che «rappresenta un segno di attenzione vera da parte del governo nei confronti della nostra Regione e soprattutto nei confronti del diritto alla salute dei calabresi», ha commentato il presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto.

«Ringrazio il premier Meloni, il vice premier Tajani, i ministri Giorgetti e Schillaci, e tutto l’esecutivo – ha aggiunto – per la sensibilità dimostrata. Con l’intera struttura commissariale avremo così la possibilità di proseguire quell’imponente lavoro di riorganizzazione e razionalizzazione avviato in questi mesi e finalizzato a due obiettivi principali: porre ordine al piano contabile e alla ricostruzione del debito, e imprimere una svolta nell’ambito delle risorse umane e del superamento del precariato».

«Ci siamo posti un orizzonte d’azione impegnativo – ha continuato – quello di una sanità che operi nel segno dell’efficienza, del giusto equilibrio fra costi-benefici, che ponga al centro la tutela della salute dei calabresi e i doverosi livelli di assistenza, e per realizzare tutto ciò abbiamo bisogno del tempo e degli strumenti necessari. La proroga di sei mesi del decreto Calabria va sicuramente in questa direzione ed è doveroso da parte nostra dare atto di una preziosa sinergia d’intenti e d’azione fra Regione Calabria e governo nazionale».

Il governatore, poi, ha partecipato all’inaugurazione del Pronto Soccorso di Polistena.

«Un restyling costato 155mila euro – ha spiegato Occhiuto – con la rigenerazione dei percorsi di accesso, con la realizzazione ex novo della camera calda, di una zona filtro per lo smistamento dei vari codici, rifatta anche l’accessibilità pedonale per arrivare al triage e all’accettazione. Il Pronto soccorso è dotato ora di nuove tecnologie tra le quali un ecografo di ultima generazione».

«Piccolo passo avanti, c’è tanto da fare, ma io sono determinato a riuscirci», ha concluso. (rrm)

Occhiuto: «Penso che il Decreto Calabria sarà prorogato domani»

Penso che che il Decreto Calabria verrà prorogato domani dal governo nazionale, almeno ho avuto assicurazioni in tal senso», ha dichiarato il presidente della Regione  e commissario ad acta, Roberto Occhiuto. 

«Questo – ha aggiunto – ci darà la possibilità di concludere la ricognizione del debito, che spero di poter definire entro fine anno, impedirà la decadenza dei commissari perché altrimenti avremo avuto un sistema sanitario senza commissari perché la loro durata era relativa alla durata del Decreto Calabria». 

«Soprattutto – ha detto – ci dà la possibilità anche di ottenere le risorse che spettano alla Calabria per effetto dell’approvazione del programma operativo regionale, che abbiamo inviato ai tavoli ministeriali già da qualche mese ma che ancora non ci hanno restituito appena ce lo restituiranno ci saranno 60 milioni in più per la Calabria». Abbiamo ottenuto altri 90 milioni semplicemente riconciliando i conti, chiudendo alcune delle annualità che non erano chiuse nella contabilità della sanità regione, vorremmo chiuderne altre per avere altre risorse». 

«Poi – ha proseguito Occhiuto  – tutte queste risorse devono essere spese per rimettere in moto il motore della sanità, che purtroppo in Calabria è fermo. Abbiamo bisogno di medici, di personale sanitario, stiamo provvedendo a velocizzare tutte le procedure di selezione». «Quindi il governo – ha detto ancora – è assolutamente persuaso del fatto che si sta facendo in Calabria un buon lavoro per rifondare un sistema che era in macerie e che ha bisogno di grandi sforzi da parte dl governo nazionale e del governo nazionale perché si possa davvero ricostruire». (rcz)

Forza Italia Calabria: Per nuovo Decreto Calabria manca solo sì del Senato

Forza Italia Calabria ha reso noto che la Commissione Finanze e Tesoro ha approvato l’emendamento per la modifica del Decreto Calabria, che vede come primo firmatario il senatore Giuseppe Mangialavori e come co-firmatari i parlamentari Fulvia Caligiuri e Marco Siclari.

«L’emendamento – ha spiegato Fi Calabria – prevede diversi interventi strategici, tra cui l’autorizzazione all’assunzione di 40 unità di personale da destinare al supporto del commissario e che potranno anche operare nel dipartimento Salute della Regione. Inoltre, è consentito il reclutamento di nuovi esperti per il controllo di fatture e pagamenti delle Aziende sanitarie e ospedaliere, la sospensione delle spese legate alla mobilità passiva – che ogni anno superano i 320 milioni di euro – e un contributo di solidarietà di 120 milioni per gli anni 2024-2025».

«Dopo la nomina a commissario ad acta del presidente Occhiuto – è stato spiegato – era necessario dare seguito alle disposizioni della Consulta, che lo scorso 23 luglio aveva dichiarato parzialmente incostituzionale il Decreto Calabria, perché lo Stato non può limitarsi a un “mero avvicendamento del vertice” della sanità regionale, senza considerare “l’inefficienza dell’intera struttura sulla quale tale vertice è chiamato a operare in nome dello Stato”. Questo emendamento sana questo vulnus e, inoltre, garantisce piena agibilità operativa al commissario ad acta».

«Adesso – conclude la nota – manca solo l’approvazione definitiva in Senato, dopodiché il commissario Occhiuto potrà avviare concretamente, e con poteri rafforzati, una rivoluzione da cui deriverà una sanità finalmente efficiente, con i conti a posto e capace di assicurare il diritto alle cure a tutti i calabresi». (rrm)

Giannuzzi (Confartigianato Imprese Cz): Il piano anti covid della Calabria è ancora solo su carta

Innocenza Giannuzzi, vicepresidente di Confartigianato Imprese Catanzaro, a seguito dell’approvazione in Senato del Decreto Calabria che è diventato legge, ha sottolineato che «la sanità calabrese è stata derisa in lungo e in largo, eppure, a distanza di mesi, il piano anti-Covid della nostra regione continua a rimanere solo su carta!».

«Altri due anni di commissariamento per la Sanità calabrese – ha detto – guidata attualmente dal prefetto in pensione Guido Longo, dopo le vicissitudini ormai note a livello nazionale (e non solo), legate al nome di Saverio Cotticelli. Questo è ciò che stabilisce il Decreto Calabria: solo pochissime ore addietro il Senato ha approvato la fiducia posta dal Governo nel testo già licenziato alla Camera».

«Sembrano lontane – ha aggiunto – addirittura quasi appartenenti a tutt’altra era, le immagini che hanno fatto scalpore riguardo la Sanità calabrese. Un situazione cristallizzata che metteva a nudo le gravi carenze sanitarie e la mancanza di un piano anti Covid-19. Sono passati i giorni, le settimane… e cos’è cambiato se, stando a quanto si apprende dagli organi di stampa, quel piano non esiste ancora, se non (forse) su carta?».

«La classe politica – ha proseguito – è concentrata sulla data delle elezioni, ma chi farà mai davvero qualcosa per salvare la nostra regione da questa situazione, se tutto ciò che importa ai più è esclusivamente assicurarsi la poltrona? Mentre qualcuno dall’alto continua a giocare con i colori pastello, il tempo passa, si scongiura una terza ondata di questa maledetta pandemia, ma non si ci prepara ad affrontarla. Assistiamo ai dati dei nuovi positivi che il più delle volte non coincidono con quelli effettivi, perché tanti (troppi) sono i tamponi fatti privatamente, assistiamo inermi alla crisi economica delle imprese e aspiriamo alla fine della pandemia».

«Nelle precedenti ondate – ha detto ancora – la Calabria ha affidato tutto alla sorte, le imprese hanno abbassato le saracinesche, alcune per sempre, eppure continua l’assenza dei tracciamenti e l’inefficienza nella gestione dei casi. Nulla è servito a imparare la lezione, insomma. Però, pur essendo già tardi, possiamo ancora combattere questo virus, con i fatti, rendendo quel piano anti-Covid concretezza!».

«Gli imprenditori, ormai piegati – ha concluso – non vedono l’ora di rialzarsi e, ancora una volta, riscattare l’economia calabrese, forti della passione che mettono nel loro lavoro. È arrivato il momento di abbandonare le parole impresse sui fogli e tramutarle in fatti e azioni per il bene della nostra terra!». (rcz)