di SANTO STRATI – La baruffa di ieri alla Camera sul decreto Sanità di cui si sta discutendo da lunedì è il segnale più evidente del momento non felice che attraversa il Movimento 5 Stelle. Certo risulta difficile da digerire che nella regione (risultato delle europee) più grillina d’Italia gli stessi deputati pentastellati scrivolino sui provvedimenti che riguardano proprio i calabresi. I calabresi che si sentono “traditi” da un ulteriore valzer di nomine “ad personam” che richiamano vecchie procedure dei partiti che i 5Stelle dichiarano di tenere lontane.
La relatrice del decreto, Dalila Nesci, ha ammesso che uno dei potenziali commissari da nominare ha collaborato con lei. Il palese conflitto d’interesse avrebbe dovuto suggerire la sostituzione della relatrice, magari con un atto autonomo e non sollecitato a più voci, trasversalmente da PD, Leu e Forza Italia. Invece, salvo novità dell’ultima ora, l’on. Nesci rimane al suo posto e oggi si preannuncia un’altra giornata calda su un Decreto che, a parere di molti non fa gli interessi della sanità calabrese e dei calabresi. Un decreto di cui ribadisce l’inutilità il sen. Marco Siclari: «È peggiorativo e va ritirato. – ha dichiarato a Calabria.Live il senatore azzurro – Occorre una proposta di legge parlamentare che permette di essere discussa in parlamento per trovare le vere soluzioni. Loro parlano solo di commissariare ancora e mettere i loro commissari. Nessuna parola sulle strutture, assistenza sanitaria e programmazione regionale sanitaria».
La più agguerrita contro la Nesci è stata l’on. Bruno Bossio che ha scoperto gli “altarini”: «Eccoli i paladini della trasparenza a convenienza. Quelli che in Calabria vogliono cambiare le regole valide in tutta Italia solo per favorire i propri amici. – ha tuonato in aula con condivisibile veemenza l’on. bruno Bossio – I 5stelle, con l’avallo del ministro Grillo – afferma la deputata Pd – stanno infatti realizzando in Calabria una sanità a proprio uso e consumo. L’emblema della loro malafede è rappresentato dalla norma del decreto Calabria dedicata alla nomina dei vertici delle aziende, in cui si prevede l’assoluta discrezionalità e l’espressa possibilità di pescare al di fuori dell’albo nazionale, previsto dal decreto 171 del 2016 e che riguarda la formazione di un albo nazionale dei direttori generali al quale tutte le Regioni devono rivolgersi proprio per evitare arbitrii e connivenze politiche. E, badate bene, non è un caso che in forza del decreto già operativo, siano stati nominati sette commissari per le Aziende calabresi. Guarda caso, uno di quelli che non rientra nell’albo nazionale, l’on Nesci lo definisce pubblicamente un suo collaboratore nelle sue battaglie contro la sanità calabrese. Altro che fuori la politica dalla sanità! Si è in presenza di una spacciata fidelizzazione delle nomine per la gestione della sanità».
Il ministro della Salute Giulia Grillo, intervenuta perché chiamata in causa, ha fatto la toppa più grande del buco, con un comizio fuori luogo, al posto delle scuse che, successivamente, ha porto all’Assemblea annunciando il ritiro della nomina del dirigente proposto (Gianluigi Scaffidi): «Se questo passaggio diventa fondamentale per proseguire – ha detto il ministro – rinunciamo a qualunque ipotesi, anche se non c’è conflitto di interessi, a fare questa nomina».
L’on. Jole Santelli (FI) sull’art. 3 del provvedimento ha contestato duramente il ministro relativamente alle deroghe concesse sulle nomine (vedi il video della seduta) sollevando criticità e sospetti sui contenuti del decreto. La Santelli ha chiesto che il Decreto torni in Commissione. (s)