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Domani a Villa l’Assemblea popolare del Comitato No Ponte

Rendering del Ponte sullo Stretto

Non solo Ponte sullo Stretto, ma anche sviluppo, comunità e sostenibilità saranno gli argomenti di cui si discuterà domani, a Villa San Giovanni, a Piazza Valesesia, dalle 19, nel corso dell’assemblea publica indetta dal Comitato No Ponte.

«Mentre i potenti del G7 se ne stanno asserragliati in lussuosi fortini a discutere delle nostre vite in vuoti e ipocriti incontri che per la popolazione comportano solo costi senza alcuna ricaduta benefica, è necessario avviare “dal basso” una riflessione ad ampio raggio sul modello di sviluppo che desideriamo per i nostri territori», ha detto il Comitato, ribadendo la propria contrarietà «a questa mega opera inutile e distruttiva trova immediata e concreta traduzione in tanti Sì che decliniamo nella rivendicazione di servizi pubblici, sanità, occupazione, tutela ambientale, infrastrutture, sviluppo ed economie di comunità».

«Mentre i Sì Ponte sono primitivamente ossessionati da un modello di sviluppo oggi superato e decisamente inattuale – continua la nota – vogliamo dare risonanza pubblica a prospettive alternative di sviluppo, quelle di cui i nostri territori avrebbero veramente bisogno».

Intervengono il professor Domenico Marino (Università Mediterranea), che relazionerà sulla insostenibilità economica e giuridica del progetto Ponte, affrontando anche il tema del trasporto navale che sarà al centro dell’intervento del professor Domenico Gattuso (Università Mediterranea), che si focalizzerà sulle alternative di trasporto nella mobilità dell’area dello Stretto. Aura Notarianni, avvocata e attivista di WWF, condividerà aggiornamenti sulle azioni legali in corso e su quelle che riguardano espropriandi ed espropriande. Piero Polimeni, invece, affronterà il tema della sostenibilità nello Stretto, a partire dalla felice esperienza di Ecolandia che invita alla progettazione di iniziative similari in tutto il territorio reggino. 

«È noto – continua la nota del Comitato – che la violenza con cui il Ponte viene imposto a calabresi e siciliani poggia proprio sull’inconsistenza della sua proposta progettuale, di cui molto si è parlato in questi mesi (dalle faglie attive su cui sorgerà l’enorme pilone della sponda calabrese alle carenze documentali e ingegneristiche, per non parlare delle criticità giuridiche e amministrative denunciate dal presidente di Anac, Giuseppe Busia). Tutto ciò brucia ancora di più sulla nostra pelle nel momento in cui il governo approva l’autonomia differenziata, legge dello Stato anche grazie ai parlamentari del sud, che comporterà distribuzione e uso ineguale di risorse tra nord e sud del Paese per i decenni a venire». 

«Nel frattempo, l’approvazione in Senato dell’emendamento Iezzi – viene sottolineato – punisce e criminalizza chi si opporrà a opere considerate di rilevanza strategia nazionale, come appunto il Ponte. Anche solo scrivere e diffondere un volantino in cui si invita a mobilitarsi per impedire la cantierizzazione dei territori, democraticamente e pacificamente come sempre avvenuto nella storia della lotta al Ponte, potrà essere associato al cosiddetto terrorismo della parola, e punito con nuove pesanti pene».

«L’allarme democratico che questa misura suscita – si legge – è amplificato dall’approvazione di un’altra norma, per la quale di fronte all’impossibilità di pervenire a un progetto esecutivo la realizzazione del Ponte potrà procedere per “stralci funzionali”: si potranno cioè aprire i cantieri senza un progetto esecutivo, con i privati che potranno chiedere penali fino al 10 per cento del mancato guadagno per gli stralci che non saranno realizzati. E tutto questo mentre la Commissaria Europea per i trasporti, Valean, ricorda che l’Unione Europea non finanzierà mai il progetto, perché ancora mancano reali studi preparatori!».

«Ecco perché il Ponte è una gigantesca e pericolosa menzogna – viene evidenziato – che chiama in causa la tenuta democratica di questo Paese e che rischia di essere un incubo non solo per gli espropriandi che vivono con questa spada di Damocle sulla loro testa, ma per tutti coloro che provano rabbia e vergogna di fronte alla possibile devastazione della bellezza di ambienti che andrebbero tutelati e vissuti all’insegna di una sensibilità diversa da quelle delle colate di cemento e dei mostri di acciaio, che ci parla della protezione degli ecosistemi, delle specie con cui conviviamo in queste terre e in questi mari, e con cui dobbiamo immaginare e progettare un avvenire diverso».

«Per tutti questi motivi – conclude la nota – alla protesta contro il Ponte, che ha visto nella bella e partecipata manifestazione del 18 maggio a Villa San Giovanni un momento di rilancio e che guarda all’altro importante appuntamento della manifestazione nazionale che si terrà il 10 agosto a Messina, affianchiamo nuovi percorsi di riflessione che l’incontro pubblico del 16 luglio a Piazza Valsesia permetterà di condividere con la cittadinanza dello Stretto». (rrc)

 

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