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È morto Nick Spatari, artista e fondatore del Parco Museo Santa Barbara

Spatari

«Mammola si stringe addolorata attorno alla grande personalità mammolese» ha scritto su Facebook Stefano Raschellà, sindaco di Mammola, annunciando la scomparsa, all’età di 91 anni, di Nick Spatari, artista e fondatore del Parco Museo Santa Barbara (Musaba).

Nel corso della sua carriera pittorica e scultorea, Spatari è stato autore di numerose opere all’interno di luoghi di culto calabresi, tra i quali le vetrate, gli affreschi e il mosaico sull’altare della Chiesa del monastero di San Domenico a Reggio Calabria. Per un trauma subìto in gioventù fu costretto a diventare un autodidatta, sviluppando le proprie capacità anche in campo scultoreo e architettonico, partendo dal confronto immediato con i materiali. Molto giovane si trasferisce a Parigi, dove frequenta e collabora coi grandi del Novecento, Picasso, Le Corbusier, Jean Cocteau, Max Ernst, Sartre, ricevendo molti premi ed entrando in contatto con gli ambienti cosmopoliti europei ed americani.

Tornato in Italia si stabilì per un periodo a Milano dove, insieme alla pittrice olandese Hiske Maas, diventata sua compagna di vita, apre una galleria d’arte a Brera, prima del ritorno definitivo in Calabria sul finire degli anni ’70 nel suo paese natale a Mammola, con l’intento di lavorare ad un suo progetto: la realizzazione di un museo-laboratorio d’arte contemporanea, sui resti di un monastero basiliano sul fiume Torbido.

Tantissimi a ricordare il grandissimo artista: primi fra tutti, il Musaba stesso che, su Facebook, ha voluto omaggiare l’artista con un video che ritraggono Spatari all’opera.

La presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, ha voluto rendere omaggio «a uno degli  più grandi artisti calabresi che ha contribuito a costruire le migliori espressioni del Novecento collaborando come allievo di Le Counusier e considerato sodale di Jean Cocteau, Max Erst, Jean Paul Sartre».

«Anche chi non era un esperto d’arte – ha aggiunto   attraversando la strada per Mammola rimaneva subito colpito nel vedere il parco artistico Musaba. Un progetto nato nella temperie degli anni Sessanta grazie alla creatività di Nik Spatari e alla visione della sua compagna Hiske Maas, che abbandonano i successi internazionali di Milano e New York per ritornare alle radici di Nick e sulle macerie di un rudere in dissoluzione edificano un’esperienza artistica resiliente che pone la Calabria al centri di sperimentazioni internazionali di altissimo livello».

«Come Regione Calabria – ha concluso la presidente – ci spetta il compito di non far disperdere l’enorme patrimonio artistico che ci è stato donato e che dobbiamo tramandare e far conoscere ai turisti che vogliono conoscere la Calabria e i suoi giacimenti culturali».

Anche il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, ha voluto ricordare Spatari, che «è immortale», in quanto «la sua opera continuerà a parlarci di lui e le future generazioni sapranno sempre e tutto del creatore del Parco Museo Santa Barbara».

«Oggi – ha aggiunto – piangiamo la morte dell’uomo. Dell’artista no. Quello non morirà mai. Reggio, Mammola, la Calabria, l’Italia ed il mondo intero perdono un brav’uomo; una persona che ha dedicato la propria esistenza all’arte e alla bellazza, il più puro e semplice fra gli scultori».

«Nik Spatari, nonostante bravura e spessore – ha proseguito il primo cittadino – non si è mai sentito un artista arrivato. È stato sempre immerso nella ricerca ingaggiando, ogni volta, una sfida fra l’essere umano e la materia, lui che è stato allievo di Le Corbusier e che ha scelto la sua Mammola a Parigi e Milano».

Un uomo, per il sindaco Falcomatà, che « può considerarsi fra gli esempi migliori del reggino innamorato delle proprie radici. Nel suo paese d’origine ha dato vita al Musaba, qualcosa di unico ed inimitabile, un luogo di amore e passione che infonde uno spirito internazionale ad un posto diventato tempio dell’arte contemporanea. Spinto dall’orgoglio di essere nato tra il fiume Torbido ed il mare Jonio, Nik Spatari si è sempre fatto forte dell’idea di aver scelto di tornare a vivere in Calabria assieme alla sua Hiske. A lei, adesso, va il nostro pensiero». 

 Gilberto Floriani, direttore scientifico del Sistema Bibliotecario Vibonese, lo ricorda come «il grande patriarca dell’arte calabrese» e Francesco Aiello, docente all’Università della Calabria e fondatore di Open Calabria, ha scritto su Facebook «ho avuto l’onore di conoscerlo e di apprendere moltissimo dalla sua innata capacità di dare senso e vita alla sua arte. Oggi la Calabria è decisamente più povera, ma ha l’obbligo di tutelare il Musaba».

Anche Giuseppe Nucera, de La Calabria che vogliamo, ha voluto ricordare l’artista reggino di Mammola e  sua opera che rimarrà immortale. 

«Se ne va un artista calabrese di livello assoluto – ha dichiarato Nucera –. Nik Spatari ha lasciato un segno profondo come un solco, traccia che sarà utile per le nuove generazioni. In un percorso artistico durato più di mezzo  secolo, Spatari ha rappresentato al meglio l’orgoglio di essere calabresi e fatto conoscere a tutto il mondo le nostre bellezze, culturali e non solo».

«L’invito che faccio alla Regione Calabria – ha aggiunto – è quello di dedicare a Nik Spatari una giornata dell’arte e della cultura, giornata che possa servire per far arrivare nella nostra terra artisti da tutto il mondo cosi da esportare il buono della Calabria in Italia e all’estero».

«Il MuSaBa, museo a cielo aperto – ha concluso l’ex presidente di Confindustria Reggio Calabria – da oggi deve diventare ancora di più un faro e punto di riferimento per tutti noi calabresi. Conserverò con affetto il ricordo del nostro incontro. Ciao Nik, grazie per tutto quello che ci hai donato con la tua arte».

In copertina, foto del MuSaBa

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