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EDITORIALE / Il Recovery Fund evidenzia l’inadeguatezza del divario Nord-Sud

Recovery Fund

di ALBERTO PORCELLI – Non essendo stata sufficiente la crisi generale in tutti i settori verificatasi in questi ultimi 20 anni, che ha sempre attanagliato il Meridione, si è aggiunto oggi il “Coronavirus” per mettere in ginocchio l’economia mondiale e conseguentemente il Mezzogiorno d’Italia e Isole comprese.

Dopo quasi 70 anni dall’approvazione del Piano Marshall, attuato con arguzia dopo il disastro della II Guerra Mondiale ed utilizzato per risanare l’ Europa, oggi non solo abbiamo imparato il significato dei termini “Pandemia” e “Covid”, ma all’interno dell’Unione Europea si sono diffusi  i  termini:

Al dolore, alla crisi generale, al ricordo dei nostri defunti morti per la pandemia, abbiamo gioito, reclusi in casa, alla notizia che i Paesi dell’Unione Europea, per la prima volta, hanno concordato di contrarre un debito comune

Il “NEXT GENERATION EU”, chiamato impropriamente “RECOVERY FUND”, prevede un insieme di aiuti, contenuti in uno specifico piano, che può contare su un finanziamento complessivo di € 750 miliardi (1.500.000.000.000.000 un milione e cinquecentomila miliardi di ex lire) derivante dall’emissione di titoli sul mercato finanziario da parte della Commissione Europea.

Sono stati bravi coloro che sono riusciti a farci avere quanto indicato oppure, (ma speriamo che non sia così) la Commissione Europea ha ben compreso che l’Italia è arrivata alla frutta essendo la nostra Nazione tra i maggiori beneficiari del Next Generation EU (Recovery Fund). Si stima che arriveranno circa 81 miliardi in sussidi e 127 miliardi in prestiti.

Questa montagna di denaro potrà essere però spesa solo se si seguiranno attentamente linee guida e le prescrizioni dettate dalla Commissione Europea.

Ed ecco che, a questo punto, noi Italiani ci distinguiamo.

Il Piano Nazionale, chiamato “Recovery Plan”, varato dalle singole nazioni europee, è sostanzialmente il programma da seguire per la spesa dei fondi del Next Generation EU (Recovery Fund), e con questa immensa cifra (€ 208 miliardi) altro che piano Marshall, l’Italia dovrebbe e potrebbe brillare.

Invece no!! In quanto i soloni, come al solito, si sono dimenticati che l’Itala è una Penisola con due grandi isole e nel piano redatto (speriamo momentaneamente) al Mezzogiorno sono state assegnate briciole di investimenti, e quello che sbigottisce è che solo pochi sono coloro che si resi conto di ciò, meravigliandosi per il contenuto del piano.

Per prendere poi in giro quelli che ogni giorno blaterano si continua a blaterare a tutti i livelli affermando:

E che dire del Ponte sullo Stretto, che da solo o con le altre necessarie infrastrutture di completamento farebbe risorgere l’intero Mezzogiorno?

I problemi comunemente intesi come ostacoli che rendono difficoltoso il raggiungimento di un determinato obiettivo e la soddisfazione di una certa esigenza, frapponendosi tra le volontà dell’individuo e la realtà oggettiva, sono in realtà due: l’ignoranza e/o la malafede.

Pochi si sono domandati: MA IL NORD SAREBBE STATO LO STESSO ?

Qualcuno direbbe “ ….ma se no si andava si moriva di fame ancora di più !!!!”

NO!!! si sarebbe fatto quello che altre nazioni più lungimiranti hanno creato; in Francia al Sud è stata creata la Côte d’Azur, in Spagna al Sud è stata creata la Costa del Sol, etc ,che non solo hanno sviluppato il Sud ma hanno creato un volano di sviluppo dell’intera Nazione.

Come si fa a pensare che tutto possa essere frutto di malafede? Certamente è meglio credere che si tratti di pura ignoranza!!! (alp)

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