Effetto Zingaretti; venerdì l’assessore regionale Angela Robbe, della Giunta Oliverio, aveva preso parte all’incontro di Lamezia per ufficializzare la candidatura in carico al PD di Pippo Callipo. Oggi ha mandato una lettera d’addio a Mario Oliverio. Altri movimenti si registrano, pur tra seccate smentite, circa il sostegno da dare a Oliverio, contro le direttive del segretario nazionale. È un gioco al massacro che sottolinea l’anima fortemente divisiva del pd calabrese che non riesce a compattarsi in un impegno unitario che porti a un risultato difficile da raggiungere senza unità.
«Oggi, – ha scritto la Robbe – con la stessa lealtà con cui ho operato, ritengo opportuno e doveroso dimettermi dall’incarico poiché, per come pare chiaramente dopo la conferenza stampa del Presidente Oliverio e l’iniziativa di ieri del PD, le scelte del Presidente Oliverio dividono la sua strada da quella del partito a cui sono iscritta ed in virtù della cui appartenenza politica, a suo tempo, ho accettato l’incarico. La scelta di separare il mio percorso da quello intrapreso dal Presidente Oliverio nulla toglie alla stima per la sua persona e al suo operato, è dovuta alla convinzione che, in una fase tanto complicata della vita politica del nostro Paese e della nostra Regione, sia importante stare in un partito e discutere perché l’interesse generale prevalga, ed è un modo per riaffermare il valore del pluralismo, del collettivo, rispetto alle singole personalità».
L’assessore aveva assunto l’incarico nell’aprile dello scorso anno. «Sono entrata in Giunta – ha scritto l’assessore Robbe – su richiesta del Presidente Oliverio, con delega al lavoro e al welfare, ho accettato tale incarico con la consapevolezza di svolgere il mio lavoro in una fase ormai avviata alla chiusura della legislatura ed in un contesto oggettivamente critico. Ringrazio il Presidente Oliverio per l’opportunità che mi ha offerto consentendomi di dare il mio contributo alla Regione Calabria mettendo a disposizione la mia esperienza di Presidente di Legacoop Calabria; ringrazio i colleghi della Giunta, tutti i dipendenti del Dipartimento Lavoro e Politiche sociali della Regione Calabria ed i dipendenti e collaboratori di altri dipartimenti con i quali ho avuto l’opportunità e l’onore di collaborare e, con essi, la struttura che mi ha affiancata. Ringrazio tutti coloro che ho avuto occasione di incontrare, persone singole, rappresentanti di organizzazioni e associazioni, con cui mi sono confrontata, a volte anche aspramente, sempre con l’obiettivo di coglierne al meglio le esigenze per costruire risposte e proposte, con loro ho avuto la riprova della ricchezza di idee e proposte che bisogna avere la capacità di cogliere, della voglia di riscatto della Calabria, e mi hanno convinta che possiamo smettere di essere la terra da cui si va via, possiamo cambiare».
Dopo l’ufficializzazione della candidatura di Callipo col sostegno del PD, la posizione del governatore uscente Oliverio convinto nel riproporre il suo nome ha cominciare a registrare qualche incrinatura: anche se ci sono dichiarazioni e lettere d’impegno di circa 100 sindaci a sostegno della candidatura di Oliverio, s’incominciano a intravvedere segnali di exit-strategy anche da parte di alcuni consiglieri regionali a lui vicini. Secondo alcuni mormorii, Giuseppe Aieta sarebbe intenzionato a seguire la linea dettata da Nicola Zingaretti e quindi abbandonare il governatore uscente. La smentita da parte di Aieta è stata affidata a un post su FB: «Smentisco categoricamente la notizia. Non sono abituato a rinnegare la mia storia tanto più a “mollare” Mario Oliverio con cui ho trascorso i migliori anni della mia vita politica. Continuo a lavorare per l’unità di tutti i riformisti calabresi per vincere la sfida e battere le destre. La politica è piena della sindrome del rancoroso beneficato: io non ho né rancori né ho avuto benefici. Pertanto continuo a ricercare le ragioni dello stare insieme anziché continuare ad avvelenare i pozzi. Mi riferisco, ovviamente, al campo della politica e, in particolare, al campo dei riformisti calabresi che in queste occasioni dovrebbero dimostrare di essere classe dirigente. Sono Socialista e mi nutro della mia libertà».
Altri nomi circolano, in queste ore, con immediate smentite degli interessati. Un altro consigliere regionale, Michele Mirabello, sempre su FB ha diffuso il suo pensiero: «Leggo ricostruzioni giornalistiche intorno alle mie scelte rispetto alla vicenda delle elezioni regionali che sarebbe perfino superfluo smentire. Vivo con profondo disagio questo tentativo di tirarmi dalla giacchetta e di utilizzare il mio nome e la mia persona per tentare di destabilizzare l’area del dissenso rispetto alle modalità ed ai termini attraverso i quali si è arrivati, da parte della dirigenza del mio partito, il Partito Democratico, all’archiviazione dell’esperienza politica dei 5 anni di governo Oliverio.
«Continuo a ritenere – ha scritto Mirabello – che la fase politica che stiamo vivendo necessiti di un grande sforzo unitario, e che il tempo ancora a nostra disposizione possa essere utile a recuperare il confronto con un pezzo di centrosinistra, cui sento di appartenere, che esprime passioni, personalità, sindaci, dirigenti ed amministratori su tutto il territorio regionale.
E continuo ancor di più ad osservare, stupito, come la politica si sia ridotta ad un dentro o fuori, a traditori e traditi, a salti e rifiuti. Tanti anni di militanza nel mio partito e nella sinistra mi avevano insegnato invece che la politica sia dialogo, costruzione di percorsi e scelte condivise, costruzione di ponti e non di muri.
Chi scambia maliziosamente equilibrio, impegno e serietà, oltre che senso di responsabilità, per ambiguità non finga dunque di essere tratto in errore. Continuo a muovermi pertanto all’interno di un’area politica progressista e riformista che vive, come dichiarato più volte, con profondo disagio, il prodursi in Calabria di una lacerazione così drammatica». (rp)