L’OPINIONE / Gregorio Corigliano: Meloni ha vinto per abbandono di campo, e il Pd non è morto

di GREGORIO CORIGLIANOMeloni ha vinto. Ha vinto, secondo me, per abbandono di campo. Che vittoria è quella della Regionali in Lombardia e nel Lazio. Una vittoria con poche persone che hanno votato. Sempre vittoria è mi direte. Non è vero. Un conto è se avessero votato il 51 per cento degli elettori, un conto diverso è con elettori al minimo della storia. Manco negli Stati uniti, dove notoriamente, da sempre, non vota parecchia gente.

E che dire dei votanti Leghisti? Se non ci fosse stato il disegno di legge sulla c.d. devolution  o su quella che si chiama adesso autonomia differenziata, Matteo Salvini avrebbe fischiato alla luna. Non c’è ombra di dubbio. Da qui l’urgenza della Meloni e del Consiglio dei ministri di approvare il disegno di legge Calderoli. Senza questo la presidente del Consiglio avrebbe, come si dice oggi, cannibalizzato l’ex capitano. Invece si è salvato per il rotto della cuffia. Ai leghisti è bastata una promessa per votare il loro leader, che neanche Bossi, pur con la voglia di farlo, è riuscito a scavallare.

E Maroni è passato a miglior vita!  In Lombardia, a parte il candidato sbagliato del Pd, tal Majorino che sarebbe stato meglio chiamare Minorino, il PD avrebbe dovuto convergere sulla Moratti oppure non farla candidare, almeno avrebbe reso più voti. Soprattutto se il pd delle lunghe primarie, asfissianti, avesse trovato un candidato della società civile o avesse convinto il sindaco Sala. Non si può inventare un minorino e per di più all’ultimo istante, pur sapendo che Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia avrebbero sparato a cannonate.

Mentre il Pd, con un mortaretto bagnato. Nel Lazio, come si fa a correre sapendo che c’era la bravissima giornalista del mare, Donatella Bianchi, che comunque Conte, il leader di nulla, ha sbagliato a candidare. Non avrebbe dovuto. E non solo perché la scelta era stata fatta prima, ma perchè era stato scelto un candidato di esperienza politica e amministrativa riconosciuta.

Il Pd ha perso? Ha perso, è scontato. Ma ha vinto. E non perché abbia surclassato i Cinque stelle o il duo fasano Renzi-Calenda. Ha vinto proprio perché andato oltre ogni aspettativa degli stessi democratici. È al 20 per cento! Che, nelle condizioni date, è stato il miglior risultato possibile. Nonostante l’impegno di Letta a perdere. Quanti anni luce sono passati da quando si è dimesso? Ed ancora è qui, anzi e lì, pur bravissimo e di livello alto, a far danni! Come si fa a farlo ancora parlare, pur sapendo che non ha più le phisique du role? Per restare in Calabria, come si fa a dire che Oliverio, che non affascina più, non è del Pd, solo perché aveva presentato un’altra lista. La verità è che fin quando non arriva fine mese, e non avranno votato anche i non iscritti, il Pd non c’è. E pur non essendoci non è morto. Vedremo se vincerà il vecchio partito con Bonaccini, persona per bene, indiscutibilmente, ma sostenuto da tutto il vecchio armamentario oppure Elly Schlein che,pur avendo alle spalle Franceschini, che da tempo ha fatto il suo tempo, per non dire altro, raccoglie, pare i consensi di chi è fuori dalle logiche incomprensibili, oggi, del partito. La accusano di essere fluid. Ma chissenefrega. 

È ben vista, è capace, può creare un nuovo centro sinistra in grado di duellare coni fratelli d’Italia? Ed allora ben venga. Di Conte, che ancor è lì, non pensiamo il bene possibile, vive in un movimento che non si farà mai partito, perchè è bollato dalla nascita. E il duo Fasano? Non canta anzi non ha mai cantato e suonato bene: Renzi e Calenda non hanno fatto centro, anzi. Se Renzi sorride perché ha il fascino che tutti i partiti, o quasi, gli riconoscono, cosa diversa è per Calenda che si è alzato un mattino ed ha fondato un partito, con buona pace di quanti si sono arruolati, sperando di trarne vantaggio.

Solo per questo, diciamo la verità. I dirigenti fidavano sul successo di Azione, solo per conquistare un posto in Parlamento, non per fare politica. Da consiglieri regionali, che sono rimasti a destra-destra, e quanti non sono stati neanche rieletti consiglieri comunali. Non avrà futuro, detto oggi, la fusione, non per incorporazione, ma propriamente detta, tra Italia Viva ed Azione, che non agisce. E se si pensasse, tutti insieme, i tre partiti (!) della Misericordia, di farne uno come si deve?

È che ognuno, poco o niente, vuole contare da solo e non con gli altri. La fusione farebbe sparire le velleità singole – ed una finestrella al Tg1, ancora per poco- in favore di un raggruppamento nuovo in grado di fidelizzare quanti non stano con la Meloni. E non sono pochi credo. (gc)

L’analisi post elezioni, il prof. De Luca: Sono i candidati particolarmente competitivi a muovere il voto

«In Calabria è quasi completamente inesistente il voto di opinione, ma sono i candidati particolarmente competitivi a muovere il voto». È quanto ha rilevato il prof. dell’Università della CalabriaRoberto De Luca, nel corso dell’incontro di analisi sui dati elettorali svoltosi a Lamezia e intervistato dai giornalisti Pasqualino Rettura e Maria Scaramuzzino.

Per il prof. De Luca, infatti, «le elezioni in Calabria si vincono prima del loro svolgimento perché, alla luce della legge elettorale che prevede solo la possibilità del voto congiunto, vincono le coalizioni con candidati consiglieri in grado di intercettare il maggior numero di consensi» e che la capacità dei candidati di muovere il voto «spiega perché alcune liste, in alcune circoscrizioni o in singole città, riescono ad avere anche tre o quattro punti in più rispetto al dato regionale della stessa lista».

«Impossibile per un centrosinistra, in ordine sparso – ha spiegato – vincere di fronte a un centrodestra unito, con liste formate da candidati in grado di raccogliere un gran numero di consensi. Il dato sull’astensionismo in Calabria preoccupa, benché abbiano concorso diversi fattori: la pandemia, il fatto che si sia tornati a votare meno di due anni dopo le ultime elezioni regionali, il silenzio dei media nazionali sul voto in Calabria rispetto all’enfasi posta invece sulle elezioni comunali in importanti città italiane».

Sul voto a Lamezia, De Luca registra come «preoccupante il fatto che, nel giro di dieci anni, sia calata drasticamente l’affluenza al voto dei lametini. Se prendiamo come riferimento il secondo turno delle elezioni comunali, tra il 2010 e il 2020 l’affluenza si è praticamente dimezzata. Dato che si conferma anche alle ultime elezioni regionali, con il dato sull’affluenza di Lamezia quasi tre punti sotto il dato regionale».

«Non deleghiamo ai tecnici la discussione sulla legge elettorale, nazionale e regionale, ma discutiamone perché ci siano sistemi elettorali in grado di valorizzare la rappresentanza. Più mortifichiamo la rappresentanza, più i cittadini continueranno ad allontanarsi dalle urne», ha affermato il professore Silvio Gambino nel suo intervento sottolineando la necessità di interpretare «il bisogno diffuso del voto di tanti cittadini che si esprime in un non voto».

Sullo Statuto e la legge elettorale regionale, il professore Walter Nocito ha parlato di una legge elettorale calabrese «scritta su misura, dalla maggioranza e dall’opposizione, per favorire i grandi portatori di voti e impedire il ricambio nel consiglio regionale calabrese».

«Un sistema che favorisce il feudalesimo politico – ha aggiunto –. Ma questo non è l’unico sistema elettorale possibile. Ci sarebbe la possibilità di un sistema elettorale con voto disgiunto oppure un sistema maggioritario con collegi uninominali, che ostacola i ras delle preferenze e incentiva i candidati a stabilire una relazione diretta con il proprio territorio».

Tra gli interventi, Rosario Piccioni, già candidato al consiglio regionale e consigliere comunale, ha avviato un’analisi del voto a Lamezia, soffermandosi sul dato dell’astensione alle ultime regionali, con tre punti in meno in città rispetto al dato calabrese sull’affluenza, sottolineando la significativa differenza dei risultati elettorali all’interno della stessa città. Una legge elettorale, quella calabrese, che per Rosa Tavella ostacola e nei fatti impedisce la partecipazione creando un ulteriore danno alla salute della democrazia calabrese.

Vivace il dibattito seguito agli interventi dei tre docenti, concluso con l’impegno a proseguire la discussione avviata nei prossimi mesi per riflettere sulle dinamiche in atto e le prospettive della società calabrese. (rcz)

Elezioni, Amalia Bruni: Secondo posto non è una sconfitta

Amalia Bruni ha commentato i risultati elettorali, sottolineando come il secondo posto non è una sconfitta, e ha posto l’accento sul partito dell’astensionismo, che «continua a vincere».

«Personalmente – ha aggiunto – non mi sento sconfitta. Ho trovato una squadra di centrosinistra bella, larga e plurale. Sono convinta che continueremo questo cammino”

La ricercatrice, dopo aver fatto gli auguri a Occhiuto, ha assicurato che «faremo una opposizione seria» e che «non c’è nessuna intenzione di mollare», in quanto «c’è la volontà di continuare a lavorare per ricucire il rapporto tra la politica e i territori».

«Dai dati che abbiamo – ha spiegato – anche con la sommatoria non avremmo vinto. Ci sono delle posizioni che non sono state superate. Quella di de Magistris riguardava la presenza dei partiti che per me sono fondamentali perché rappresentano le istituzioni e un Governo. Il pensiero anarchico che spesso de Magistris ha espresso in passato non mi appartiene». (rrm)

Elezioni, Oliverio: Da questo risultato si apra discussione interna al PD

«Mi auguro che, da questo risultato, si apra una discussione interna al partito, perché credo che la sinistra abbia bisogno di ricostruire la propria posizione e aprire una stagione di inclusione, coinvolgendo i territori» ha dichiarato l’ex governatore Mario Oliverio, nel corso della conferenza stampa a Rende, a seguito dei risultati delle elezioni regionali, che ha visto vincere il centrodestra.

«La sconfitta è arrivata per una mancata riflessione nel centrosinistra» ha spiegato Oliverio, sperando che «questa riflessione possa aprirsi perché la sinistra ha bisogno di ricostruire il campo delle forze democratiche e progressiste e perché ritengo che questo centrodestra non sia una coalizione in grado di governare e affrontare i problemi della Calabria in questa fase delicata e complessa».

«I dati vanno valutati – ha proseguito –: credo che un candidato che passa, in un anno e mezzo, da 6 mila preferenze a 21mila, utilizzando l’esercizio delle funzioni di un Assessorato come quello dell’Agricoltura, credo che una riflessione oggettiva debba porsi». (rcz)

L’OPINIONE/ Filippo Veltri: La sinistra che non c’è, e il Pd tace

di FILIPPO VELTRIL’ altra sera entrando in uno studio televisivo per commentare il voto alle regionali già definitivo mi incrocio con due dirigenti del Pd che uscivano dalla saletta di registrazione. Rivolgo loro un ironico ‘’complimenti’’ e loro, serissimi, fanno: «ma a cosa ti riferisci?».

Sta forse in questa incredibile mancata consapevolezza della tragedia politica, l’ennesima, della sinistra alle regionali di domenica e lunedì scorsi la sintesi forse più efficace del baratro dove si è cacciata la sinistra calabrese, trascinata da un PD che da quattro anni è preda di un cupio dissolvi che ha pochi eguali.

A cosa ti riferisci? E che cosa deve accadere di più se non la seconda e ancora più bruciante, nonché scontata sconfitta nel giro di 20 mesi ad un’elezione così importante come quella del governo della Regione? Che cosa deve accadere ad un popolo smarrito, incerto, deluso che qui ha tradizioni e radici che stanno però via via scomparendo sotto l’incalzare della mannaia dei vari Oddati, Graziano, Letta, Boccia e via discorrendo? 

Facile sarebbe dunque la risposta a quel «cosa ti riferisci», ma è nell’oblio del proprio ruolo, delle proprie funzioni, della missione si direbbe una volta, che si nasconde la trasformazione definitiva di un ceto politico che da tempo ha, in verità, perso il senso della propria direzione di marcia.

Se da quasi 4 anni un partito è commissariato qualcosa dovrà pur significare, per chi è commissario ma anche per chi viene commissariato. Colpe e responsabilità vecchie e nuove ma poi ad un certo punto qualcosa doveva pur cambiare.

E invece si è andati avanti a colpa di cazzotti: prima Oliverio fuori poi Callipo, poi Irto, poi la Ventura, infine la Bruni. Il tutto senza uno straccio di progetto politico, non tanto e non solo di alleanze. A chi parla oggi questo Pd? A chi si rivolge? Chi detiene la barra dell’azione politica? Perché non si avvia concretamente (rpt concretamente) una vera azione di rinnovamento, dando il partito in mano ad una nuova generazione che ancora ha deciso di non gettare la spugna? Perché da Roma si insiste in questo cupio dissolvi? Perché’?

Sono queste le domande che agitano questo mondo della sinistra che nemmeno in una proposta nuova ma confusa come quella di Luigi De Magistris poteva ritrovarsi ma in ogni caso anche qui toccava al Pd lavorare fino allo sfinimento per trovare una sintesi, politica e non tanto di liste e di accordicchi sottobanco. Così come non vale più il ragionamento «se eravamo tutti uniti potevamo farcela». Non è vero né in campo aritmetico né soprattutto in campo politico perché uno più uno più uno alla fine non faceva tre ma forse due o addirittura zero, in assenza di un progetto politico. Su cosa doveva avvenire quella unione?

Politica: ecco la parola che serve. Che servirebbe in verità e che manca. Ci pensino Letta, Boccia e Graziano. Nonostante la botta sia stata dura c’è ancora uno spiraglio ma con fretta si deve schiuderlo. Ci sono ragazze e ragazzi da Cosenza a Catanzaro a Reggio che hanno voglia di impegnarsi ancora in quel partito e lo stanno facendo (penso per tutti ai ragazzi del circolo che porta il nome del compianto Enzo Lauria di Catanzaro Centro o a quelli di Cosenza Vecchia).

Si dia a loro in mano il partito, ma davvero, senza sotterfugi o controlli e tutori dall’alto o dietro le quinte. Si costruisca una nuova leva, si parta da zero, con coraggio, così come  fece nei primi anni ’70 il tanto vituperato PCI, dopo la lunga stagione dei notabili che avevano sfiancato il vecchio e glorioso partito delle lotte contadine.

Allora una leva di donne e di uomini fu lanciata in mare aperto e i risultati si videro. Il resto è davvero una stanca e monotona ripetizione di un copione troppe volte visto. Qui in Calabria la sinistra ha una storia e una tradizione. Ancora. (fv)

Elezioni / Nesci (M5S): Conte ha dato scossa, M5S recuperi slancio sul territorio

La sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci, ha sottolineato come «la guida di Giuseppe Conte ha dato una scossa al MoVimento 5 Stelle consentendo l’apertura alla società civile e alla formula della coalizione, che in città come Napoli si è dimostrata vincente e in Calabria ha permesso di ottenere due consiglieri».

«Il consenso ottenuto in termini percentuali, pari a quello delle scorse regionali– ha spiegato – deve stimolare il MoVimento locale a recuperare slancio: è necessario valorizzare le esperienze maturate nel corso degli anni e riorganizzare la nostra struttura territoriale per realizzare in pieno anche in Calabria il progetto di rilancio che il presidente Conte ha avviato».

1Ringraziamo Amalia Bruni e tutti i candidati – ha proseguito – per il loro impegno in questa campagna elettorale e facciamo le nostre più vive congratulazioni ai consiglieri eletti. Al Presidente Occhiuto, formuliamo auguri di buon lavoro per la difficile sfida che ha di fronte».

«Grazie alla spinta di Conte – ha detto ancora – il MoVimento in Calabria ottiene due seggi, ma ora a livello locale deve iniziare una fase costituente per incidere in questa consiliatura e creare un progetto di governo regionale per il futuro. Con il nuovo corso intrapreso a livello nazionale il M5S ha adottato la Carta dei valori e fonderà su un’organizzazione più strutturata la propria azione politica».

«Le enormi potenzialità di questo modello di rilancio sono evidenti – ha evidenziato Nesci – nelle città dove siamo riusciti a tradurlo in un progetto concreto abbiamo riscosso grande successo. Il risultato ottenuto dal MoVimento in Calabria deve spingerci a lavorare per una riorganizzazione territoriale più efficace. L’altissimo tasso di astensionismo testimonia l’insoddisfazione dei cittadini nei confronti del quadro politico regionale».

«Come M5S – ha concluso la sottosegretaria – dobbiamo rimboccarci le maniche, fare tesoro delle competenze acquisite nel tempo e ricostruire su queste basi la nostra proposta politica per la Calabria». (rrm)

Le congratulazioni delle Istituzioni per l’elezione di Occhiuto a presidente della Calabria

Tantissime le congratulazioni che stanno arrivando, da parte delle Istituzioni, a Roberto Occhiuto per la sua elezione a presidente della Regione Calabria.

Il ministro per il Sud, Mara Carfagna, ha espresso i suoi «auguri più affettuosi» a Occhiuto, «protagonista di una vittoria del centrodestra addirittura più netta del previsto».

«Roberto – ha scritto su FB il ministro – ha trainato anche uno straordinario risultato di Forza Italia, che premia l’impegno e il lavoro di squadra di dirigenti e militanti. Il voto dei calabresi ci restituisce fiducia: gli italiani sanno riconoscere le proposte di buongoverno. Ora al lavoro tutti insieme per costruire un Sud dove sia più facile e conveniente vivere, lavorare, investire, crescere i propri figli».

«Che vittoria straordinaria, Roberto – ha scritto il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini –. So che farai un ottimo lavoro. Per la Calabria, per i calabresi. Ti aspetto a Roma, in Conferenza Stato-Regioni, per lavorare insieme».

Anche il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha fatto le congratulazioni a Occhiuto: «il suo trionfo è motivo di orgoglio del nostro movimento».

«Il buongoverno paga sempre – ha commentato su Facebook – e in queste elezioni amministrative Forza Italia si dimostra, con la scelta dei suoi candidati e con la bontà della sua proposta politica, il partito trainante nella coalizione di centrodestra. Sono certo che Roberto saprà governare al meglio, come un valido ed esperto esponente politico sa fare. La sfida inizia ora: amico mio, forza e coraggio».

«La Calabria e i calabresi – ha scritto ancora – hanno un potenziale di crescita straordinario che attende soltanto di essere liberato. Ripartiamo dal capitale umano, pubblico e privato, sempre dalla parte giusta: dalla parte delle famiglie e delle imprese. Facciamo ancora una volta la differenza. Oggi Jole sarebbe fiera di te».

«Complimenti a Roberto Occhiuto per la grande vittoria in #Calabria! Felice di aver contribuito con @coraggio_italia: oggi inizia un nuovo percorso per far crescere questa terra straordinaria, noi ci siamo» ha scritto su Twitter, Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria e fondatore del movimento Cambiamo!.

Soddisfazione è stata espressa da Giacomo Saccomanno, commissario regionale della Lega, che ha sottolineato come «Roberto Occhiuto sarà, certamente, un grandissimo governatore».

Pietro Molinaro, della Lega, ha espresso i suoi auguri al presidente Occhiuto, e la soddisfazione per il risultato della Lega, che conferma quattro seggi in Consiglio regionale.

Il sindaco di Cassano allo Ionio, Gianni Papasso, ha espresso gli auguri più sentiti, a nome proprio e dell’intera comunità locale, al Presidente del Governo regionale, Roberto Occhiuto, dell’assessore regionale uscente Gianluca Gallo e di tutti gli eletti a Palazzo Campanella. 

«In linea con le previsioni – ha affermato – la vittoria conseguita dall’Onorevole Occhiuto, a cui la città di Cassano ha contribuito in maniera considerevole, è netta, forte e determinata. Al Presidente Occhiuto anche gli auguri cordiali di tutti i cittadini cassanesi».

«Nel rispetto dei reciproci ruoli – ha aggiunto il primo cittadino – confermo tutta la disponibilità alla collaborazione istituzionale per l’esclusivo interesse della comunità cassanese, cosentina e calabrese. Un grandissimo successo, ha sottolineato, ha conseguito anche il nostro concittadino Gianluca Gallo, assessore uscente, che risulta essere il più votato dei consiglieri in tutta la regione. Anche a lui auguri sinceri e cordiali, da parte mia e di tutta la città».

«Congratulazioni – ha proseguito il sindaco di Cassano – a tutti i consiglieri eletti, con l’auspicio che l’impegno per il rilancio della Calabria sia forte e consistente. Auguri, in particolare, alla professoressa Amalia Bruni che, pur consapevole delle difficoltà, si è confrontata con serietà, professionalità ed alto senso istituzionale».

Un fortissimo abbraccio, infine, Gianni Papasso lo ha destinato a tutti i candidati che hanno svolto la competizione elettorale con senso civile e democratico. 

Vincenzo Voce, sindaco di Crotone, esprimendo i propri complimenti al presidente, ha sottolineato come «dalla nostra Amministrazione non mancherà una leale collaborazione istituzionale auspicando un positivo dialogo con la sua compagine di governo».

«Così come ringrazio Amalia Bruni per l’impegno, Carlo Tansi, i candidati di Tesoro Calabria e del centrosinistra per quanto hanno dato in questa competizione elettorale» ha detto il primo cittadino.

La sindaca di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, ha augurato buon lavoro al presidente Occhiuto, «premiato per la competenza, la visione politica, la serietà e la concretezza».

«Le Regionali del 2021 – ha sottolineato la sindaca Succurro – danno una chiara lezione alla politica: non pagano affatto la denigrazione degli avversari, l’attacco gratuito sui social, l’eroismo virtuale e il complottismo deviante, vuoto e perpetuo».

«I calabresi, e dunque i cittadini di San Giovanni in Fiore, hanno bisogno di risposte, di fatti, di serenità e di opportunità, che insieme a tutte le forze del centrodestra stiamo dando al territorio e che – ha concluso Succurro – saranno ancora più marcate grazie all’amministrazione regionale guidata da Roberto Occhiuto, cui il governo nazionale dovrebbe a mio avviso affidare, nel pieno rispetto del voto popolare, la guida della sanità calabrese». (rrm)

Elezioni / Salvini: Vittoria che va oltre le aspettative

Il leader della LegaMatteo Salvini, ha definito all’L’Altro Corriere TV quella di Roberto Occhiuto come «una vittoria che va oltre le aspettative e ci da qualche responsabilità in più. Anche perché dobbiamo parlare al 50% e più di calabresi che non ha votato. Si può far festa ma solo per una notte».

«Si deve lavorare  – ha spiegato – per recuperare il gap tra cittadini e politica e si può fare soltanto concentrandosi per portare a casa risultati sulle infrastrutture, come la statale 106 e le ferrovie che non ci sono, e poi sull’acqua, i rifiuti e il lavoro». (rrm)

Elezioni / Ferro (FDI): Voto ridà fiducia al centrodestra

La deputata di Fratelli d’ItaliaWanda Ferro, ha sottolineato come dai primi dati emersi, «emerge la conferma di quel profumo di vittoria che avevamo avvertito in queste settimane nelle piazze, per le strade e tra la gente con il valore aggiunto del premio che il popolo calabrese ha voluto dare allo stesso schieramento, a quasi un anno dalla scomparsa di Jole Santelli».

«Un voto che ridà fiducia alla coalizione unita intorno a Roberto Occhiuto e che vede in lui una guida autorevole in questa nostra terra» ha aggiunto.

«La forbice che ci vede vincenti allo stato è molto ampia – ha aggiunto Ferro – ma devo dire con grande tristezza che, per chi come noi fa politica e crede nella politica, preoccupa la riconferma del dato di astensionismo molto forte che sarà la vera sfida per Roberto Occhiuto e per tutti noi: convincere tutti e soprattutto i giovani che ci sono la buona politica e la buona amministrazione». (rrm)

ELEZIONI / Antonio Tajani: Occhiuto scelta vincente

Il vicepresidente nazionale di Forza ItaliaAntonio tajani, ha sottolineato che «la scelta di Roberto Occhiuto quale candidato alla presidenza della Regione Calabria, da parte di Silvio Berlusconi si è rivelata vincente».

«E la Calabria – ha concluso – ha fatto un regalo al nostro leader, che sta per tornare in campo. Forza Italia è il primo partito in assoluto della Calabria». (rrm)