È il 14 febbraio 2021 la data in cui i calabresi torneranno alle urne per eleggere il nuovo presidente della Regione Calabria e del Consiglio regionale della Calabria.
Le elezioni, indette dal presidente f.f. della Regione, Nino Spirlì, sono previste dal decreto adottato che sarà notificato al ministero dell’Interno e al Ministero per gli Affari Regionali, oltre che al presidente del Consiglio regionale, al presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, ai prefetti e ai sindaci dei Comuni della regione e ai presidenti delle commissioni elettorali ex articolo 3 ultimo comma legge 108/68.
La decisione della data, tuttavia, ha trovato qualcuno che è contrario: il Movimento Dieci idee per la Calabria, infatti, ha riferito che «risulta alquanto azzardata decisione del Presidente facente funzioni Spirlì di indire le elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale e la elezione del Presidente della Giunta Regionale il 14 febbraio 2021», in quanto si è «in piena emergenza sanitaria per la pandemia da Covid-19 e considerando che la Calabria, attualmente, è zona arancione per le carenze strutturali della sua sanità», e propone la posticipazione delle elezioni in primavera.
«Non vi è alcuna dimostrazione scientifica – si legge in una nota del Movimento – della discesa netta della curva dei contagi, anzi si ipotizza una terza ondata subito dopo le festività natalizie, tant’è che il Governo sta preparando un nuovo DPCM abbastanza restrittivo, vietando peraltro l’apertura delle scuole e lo spostamento tra Regioni (anche tra quelle cosiddette “in zona gialla”) e confermando il lockdown serale/notturno. Pur riconoscendo la necessità di permettere ai calabresi il diritto di rinnovare gli organi di governo regionale, per superare la situazione di emergenza istituzionale (la morte prematura della Presidente Jole Santelli), appare davvero frettolosa la scelta di indire le elezioni in tempi così stretti».
«L’urgenza appare ancora più paradossale – si legge ancora – se si pensa che in piena crisi sanitaria (Calabria in zona rossa) ed istituzionale (dimissioni del Commissario ad Acta), la nostra Regione ha dovuto assistere ad un balletto indegno di nomine per tre settimane prima che il Governo nominasse il successore».
«Alla luce di tutto ciò – conclude la nota – ribadiamo la necessità che il Governo intervenga tempestivamente per garantire l’esercizio di un processo di partecipazione democratica limpido e regolare in Calabria; pensiamo non soltanto alla raccolta delle firme per la presentazione di una lista, peraltro da autenticare davanti ad un notaio o un pubblico ufficiale, ma anche e soprattutto a riunioni, incontri, comizi, iniziative politiche con possibilità di ampia partecipazione, che in queste condizioni non sarebbero affatto garantiti (le norme vietano gli spostamenti tra comuni e impediscono assembramenti), non intervenire significa avvilire la democrazia in una Regione sofferente e che ha un bisogno estremo di sostegno rispetto da parte delle Istituzioni nazionali. Il rimandare di qualche mese la data delle elezioni, magari facendola coincidere con quella delle Amministrative di primavera, non produrrà effetti più disastrosi di quelli che potrebbero derivare, invece, dalla più che probabile diffusione della pandemia per effetto del decreto di indizione delle elezioni per il 14 febbraio 2021». (rrm)