di SANTO STRATI – L’emergenza legalità non finisce mai in Calabria, ma dopo la nuova ondata di arresti di ieri che vede coinvolti personaggi di primo piano della politica regionale, è inevitabile registrare il forte senso di smarrimento dei calabresi, della gran parte della Calabria, quella fatta di gente perbene e di galantuomini, che si chiede: “ma chi abbiamo votato?”. Una domanda legittima, mentre la nuova campagna elettorale (si voterà per la Regione e la Città Metropolitana di Reggio) già partita da tempo, assume ogni giorno connotati e caratteristiche da un lato grottesche, dall’altro insopportabili. Ogni occasione è buona per mettersi in mostra e vantare risultati che sono di precedenti azioni o accampare crediti che, in realtà, non esistono proprio. Tant’è che, se serve, si butta l’acqua sporca col bambino dentro (Giorgia Meloni aveva annunciato pomposa a Reggio “ecco il nostro ottimo candidato sindaco” con Alessandro Nicolò, che oggi – senza attendere esiti di colpevolezza – disconosce in toto), oppure si cerca di favorire il discredito altrui sperando in qualche, pur minimo, vantaggio.
Il blitz contro la cosca Libri – che da ieri riempie le cronache di giornali e tv – indica solo una cosa: che è ora di fare davvero pulizia, sia a livello regionale (la legislatura è finita, checché ne pensi Oliverio) sia a livello municipale. Non siano più tollerati i compromessi e chi ha la pur minima macchia non cerchi detersivi speciali, perché non ce ne sono. La Calabria è stufa, arcistufa, di personaggi chiacchierati e chiacchieroni, le parole non servono più, nè tanto meno sfilate e passerelle elettorali.
Come quella dei due ministri pentastellati Danilo Toninelli e Barbara Lezzi, che si ricordano del Sud, quando devono farsi notare. Il ministro delle Infrastrutture Toninelli giorni fa era a Joppolo per inaugurare – prendendosi meriti che non gli toccano – un’opera finanziata dalla Regione Calabria. Il presidente Mario Oliverio non gliel’ha mandate a dire: «Evitando di affrontare, con la serietà istituzionale richiesta dal ruolo che ricopre, il confronto sui temi dello sviluppo infrastrutturale della Calabria, – ha scritto su FB il Governatore della Calabria – Toninelli dimentica tutte le richieste d’incontroe di confronto che la Regione ha avanzato in questi mesi e rimaste inevase, in particolare quelle relative allo sviluppo del Porto e dell’area industriale di Gioia Tauro. Attendo che nei prossimi giorni ci arrivi una convocazione per sottoscrivere l’Accordo per l’Area Logistica Integrata di Gioia Tauro con il bacino di carenaggio e la stazione di San Ferdinando, per normalizzare la gestione dell’Autorità Portuale della Calabria eliminando la mutilazione proposta dal Governo e per dare seguito ai finanziamenti della Regione Calabria relativi ai porti di Vibo Valentia e Reggio Calabria ad oggi inspiegabilmente bloccati dal Ministero. Sarebbe utile – ha scritto Oliverio – discutere anche dei gravissimi ritardi nello sviluppo del progetto di fattibilità dell’alta velocità finanziato dalla Regione Calabria ed, anche in questo caso, inspiegabilmente fermo per responsabilità ministeriali. Altrettanto si può dire dei ritardi per la presentazione del progetto esecutivo della S.S. jonica 106».
Il ministro del Sud Barbara Lezzi, invece, è stata a Catanzaro per firmare i cosiddetti CIS (Contratti istituzionali di Sviluppo) evitando accuratamente di andare a Vibo e Reggio, ma non ha perso l’occasione per polemizzare col sindaco di Cosenza Occhiuto (che, com’è noto, è da tempo sotto attacco dai Cinque Stelle), con uno sgarbo istituzionale che non ha precedenti. Il sindaco Occhiuto ha replicato, invece, con molta pacatezza. «Leggendo le dichiarazioni indirizzate al sottoscritto da parte del ministro per il Sud Barbara Lezzi, – ha scritto in una nota Mario Occhiuto, candidato governatore per Forza Italia – non posso che evidenziare come al livore e all’assenza di stile siamo ormai abituati. Cosa più grave però è che ad utilizzare tali parole e tale linguaggio sia proprio un ministro della Repubblica, che dovrebbe relazionarsi agli amministratori locali attraverso un garbo istituzionale garantito al di là dei partiti e delle ideologie. Ad oggi – aggiunge il primo cittadino di Cosenza – abbiamo assistito all’ennesima passerella che oltre ai soliti annunci tipici della vecchia politica non contiene alcun elemento concreto in merito all’attivazione dei fondi. Del resto, in questi mesi, gli enti locali, a dimostrazione della confusione in cui si muove il governo, si sono dovuti interfacciare prima con il ministro Bonisoli che ha indicato una strada, poi con il ministro Lezzi che, sconfessando il primo, annuncia nuovi percorsi per l’utilizzo dei finanziamenti. A distanza di due anni dall’avvio dell’iter progettuale, abbiamo registrato ad oggi solo conferenze stampa e inutili riunioni. L’unico elemento concreto che non si può negare sono le pagine del nostro progetto che abbiamo presentato su tutti i tavoli. Non capisco quindi – aggiunge Occhiuto – di cosa dovrei scusarmi con i cittadini rispetto al mancato impiego di risorse che non sono state nemmeno erogate perché da anni risultano infatti bloccate al Cipe a causa dell’inerzia di questo governo. Invece degli insulti, mi sarei aspettato risposte con soluzioni reali ma, evidentemente, dal movimento che professa i no ad ogni opera pubblica non ci si può aspettare che livore e inutili passerelle».
Le scintille, come si vede, non mancano, quella che, invece, non si vede è la volontà politica di affrontare con risorse, uomini e mezzi adeguati la gravissima situazione della legalità in Calabria. La magistratura dovrà chiarire la posizione non solo dei mafiosi acclarati e con una fedina penale che parla da sola, ma soprattutto districare la velenosa matassa che avvolge ‘ndrangheta e politica e imprenditori dai facili guadagni: la Calabria ha bisogno di un serio rinnovamento in tutti i campi, a cominciare dalla politica, servono uomini e donne di qualità (e non mancano nella regione personalità della cosiddetta “società civile” pronte a scendere in campo) che abbiano veramente a cuore l’interesse della propria terra e non quello personale. Ci sono i segnali, ma manca lo stimolo a impegnarsi: come si combattono il malaffare, la ‘ndrangheta, le collusioni, se lo Stato risulta assente? Nonostante l’abnegazione e l’impegno costante di magistrati, forza di polizia, Chiesa e gente comune che, ogni giorno, affrontano pericoli, insidie, difficoltà di ogni genere, in nome della legalità. Qui si tratta di riaprire la “Questione Meridionale” con aggiunta – come suggerisce il giornalista Paolo Bolano – della parola Mediterranea, dove però la Calabria non sia più “lo sfasciume pendulo sul mare” (come diceva Giustino Fortunato), ma il punto di attrazione delle risorse per tutto il Sud e i popoli del Mediterraneo, quel mare sempre più cimitero di migranti disperati e che invece dovrebbe costituire il punto di partenza per una nuova crescita. Ma per fare ciò serve un governo, servono partiti e forze politiche che aggreghino risorse intellettuali e capacità operative: del primo si registrano fumose apparizioni casuali e temporanee, dei secondi, invece, non c’è, disgraziatamente, traccia. (s)
Il video dell’Operazione “Libro nero” diffuso dalla Questura di Reggio: