L’Università Mediterranea continua a primeggiare nella classifica Censis

L’Università Mediterranea di Reggio Calabria non solo è al primo posto per l’indicatore Borse di studio, ma occupa anche la seconda posizione per l’indicatore Strutture e sale di una posizione nella classifica che considera tutti gli indicatori. È quanto emerso dalla classifica del Censis delle Università italiane, dove l’Ateneo reggino ha ottenuto il punteggio più alto, 110, e nell’indicatore Strutture (aule, biblioteche, laboratori, ecc.) ha ottenuto un punteggio pari a 100.

Il risultato è frutto di attività mirate verso gli iscritti. Nell’ultimo anno accademico sono state assegnate 1625 borse di studio per un valore variabile a seconda dello status dello studente. A breve sarà pubblicato il nuovo bando per accedere ai benefici e ai posti alloggio presso le residenze universitarie con apertura ad agosto. Inoltre, l’Università Mediterranea esonera totalmente alcune categorie di studenti dal pagamento del Contributo Annuale Omnicomprensivo (Coa), ovvero delle tasse destinate all’Ateneo.

Per le iscrizioni al primo anno, ad esempio, sono esonerati totalmente dal pagamento del Coa: gli appartenenti a un nucleo familiare con Isee fino a 22.000,00 euro; i portatori di handicap documentato, come previsto dalla normativa vigente; i neodiplomati immatricolati al primo anno con votazione 100/100; le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, o i figli, come previsto dalla normativa vigente; i detenuti o i soggetti sottoposti a misure di comunità, come previsto dalla normativa vigente. Sono inoltre previste esenzioni parziali per alcune categorie di iscritti.

«Anche nel nuovo anno accademico, l’Università si propone di migliorare e ampliare i servizi a disposizione degli iscritti», ha detto il Rettore della Mediterranea, Giuseppe Zimbalatti, annunciando che «saranno ampliati i servizi a disposizione, la maggior parte dei quali sono gratuiti».

«Inoltre, sono in corso i lavori per migliorare il collegamento tra i plessi dell’Ateneo – ha aggiunto – e sono in corso attività di pianificazione per ampliare le strutture esistenti».

«L’Università Mediterranea – ha concluso –punta su servizi di alta qualità e continuerà a sostenere il territorio attraverso un’offerta formativa aggiornata, ponendo gli studenti al centro del progetto educativo». (rrc)

Da Consiglio comunale ok all’Istituzione della Facoltà di Medicina alla Mediterranea

La nascita della facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università Mediterranea di Reggio Calabria è sempre più vicina. È passata, infatti, in Consiglio comunale di Reggio Calabria la mozione sull’Istituzione facoltà di medicina dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria” presentata dal consigliere Giovanni Latella, sottolineando come «con l’istituzione del corso in Medicina e Chirurgia a Crotone è arrivato il momento perché anche la Mediterranea possa avere il suo corso».

La mozione era già stata discussa e approvata all’unanimità dal Consiglio Metropolitano di Reggio Calabria.

Latella, ringraziando il Rettore della Mediterranea, Giuseppe ZimbalattiPasquale Veneziano, presidente dell’Ordine dei Medici per l’attività portata avanti, ha tracciato  un breve excursus della storia dell’università di Reggio, ha domandato: «A dispetto di qualsivoglia questione di campanile o, peggio ancora, di “competizione” nasce una questione importante sulla quale vogliamo e dobbiamo riflettere: alla luce delle enormi criticità del nostro sistema sanitario che soffre, tra le altre cose, di una carenza importante di personale, quanto gioverebbe la presenza in città di giovani studenti-tirocinanti di Medicina? (Si pensi, a proposito, al costruendo nuovo Ospedale)».

«Quanto gioverebbe – ha chiesto – formare professionalità in loco arginando quell’ emorragia cronica di talenti che finiscono puntualmente per ottenere, spesso altrove, risultati e riconoscimenti di eccellenza? Quante e quali economie sarebbe in grado di trattenere o generare una Facoltà di Medicina “di nuovo” reggina? D’altronde i dati nazionali relativi alla carenza di personale nella Sanità (a maggior ragione dopo due anni di pandemia) sono alquanto allarmanti se si pensa che si parla di circa 40 mila medici in meno entro il 2024. Situazione che apre un profondo interrogativo, quindi, anche sull’opportunità o meno del numero chiuso proprio alla Facoltà di Medicina».

Da qui la richiesta al sindaco di attivare il percorso necessario alla concretizzazione di un tavolo tecnico coi referenti istituzionali dell’Università, del Ministero e di ogni altro soggetto competente.

Sul tema è intervenuto il consigliere Antonino Castorina che ha evidenziato: come «è importante che l’Università di Reggio Calabria possa avere un ruolo centrale rispetto alla crescita e lo sviluppa anche nel contesto universitario e accademico. La mozione è un primo passo rispetto a un tavolo interistituzionale che deve vedere tutti coinvolti. Reggio può assumere un ruolo centrale perché rilanciare l’università significa rilanciare il territorio in termini di occupazione, prospettive, lavoro e sviluppo».

Dopo l’approvazione in aula della mozione all’unanimità il passo successivo sarà, come suggerito dal sindaco Giuseppe Falcomatà nel suo intervento, un consiglio comunale aperto con le parti coinvolte, per tracciare un percorso Comune. (rrc)

ABOLIRE I BALLOTTAGGI NON ABBATTERÀ
L’ASTENSIONISMO CHE È IL PRIMO PARTITO

di SANTO STRATI – C’è indubbiamente – e amaramente – un solo vincitore del secondo turno delle elezioni amministrative: l’astensionismo. La gente non va a votare (e già i dati delle europee indicavano un trend altamente negativo) e farebbero bene i partiti a domandarsi seriamente quali siano le ragioni. L’unica idea balzana che è venuta fuori mentre si ultimava lo spoglio quella di abolire i ballottaggi: ma non è mica così che si sconfigge l’astensionismo che, in massima parte, riflette la grande sfiducia dell’elettorato. Il voto mancato è la ratifica del distacco crescente tra la gente e la politica, in un momento particolare dove la stessa contrapposizione destra-sinistra diventa persino antistorica e inefficace. È la triste conferma del disagio dell’elettorato che è stato prima privato della facoltà di scegliere direttamente i propri rappresentanti, poi beffato dalla presentazione di candidature di maniera, lontane da qualsiasi idea di benessere e attenzione verso il territorio.

La mancanza della rappresentatività è decisamente il vero ostacolo al ritorno “convinto” alle urne. E se la disaffezione ai seggi si accentua anche nelle amministrative, dove il rapporto elettori-candidati è spesso molto più ravvicinato (perché generalmente si vota la persona, non il partito), questo significa che la nostra democrazia non riesce più a nascondere tutta la sua vulnerabilità. Pronta a subire attacchi (insensati) di pseudo-autoritarismo e rigurgiti autarchici che, in un mondo globalizzato, fanno solo ridere. Con una classe dirigente di “nominati” , con molto frequenti casi di incompetenza e l’evidente mancanza di una qualsiasi “cultura” politica. Fatte le dovute eccezioni, il Paese soffre la carenza di rappresentanti istituzionali di rilievo: in buona sostanza, dove sono i leader di una volta?

Ma torniamo all’astensionismo. Non è la difficoltà di spostarsi a votare (anche se, per esempio, in Calabria circa 400mila persone che figurano residenti in realtà vivono fuori), ma è proprio la totale sfiducia nella politica a consigliare (maldestramente) di disertare le urne. Per il problema dei residenti “apparenti” ma lontani  il collettivo Valarioti ha spinto in tutti i modi una legge che consentisse il voto a distanza a tutti. S’è avuta una tiepida prova con gli studenti fuori sede, ma il giorno in cui si decidesse – finalmente – a rimettere mano a una legge elettorale bizzarra e insidiosa sarebbe opportuno prevedere il voto dei “fuori sede” (studenti, lavoratori, etc) con l’attuazione di norme specifiche e rigorosi controlli, ovviamente, e allora qualche punto in percentuale dell’astensionismo si potrebbe recuperare.

Per il resto diventa difficile immaginare un serio esame di coscienza della nostra attuale classe politica che non riesce a esprimere profili di capacità e competenza in grado di stimolare il confronto dialettico (prima) e spingere (poi) gli elettori a recarsi alle urne per scegliere i rappresentanti adeguati. Scordatevelo: lo status quo fa comodo sia a destra che a sinistra, le segreterie dei partiti difficilmente rinuncerebbero a selezionare (e imporre) i fedelissimi, con cui spesso sono state sottoscritte le solite cambialette elettorali. Nulla di penalmente rilevante, per carità, ma qualche compensazione della mancata elezione è d’obbligo a fronte di un certo vagone di voti che hanno contribuito al successo dell’una o dell’altra coalizione. Quindi, c’è poco da brindare e esultare (come fa la Schlein a fronte di un’evidente disaffezione al voto), ma semmai occorrerebbe cominciare pensare a far rinascere le “scuole” di politica, i circoli, le associazioni, in grado di coinvolgere prima di tutti i giovani (le università sono purtroppo un serbatoio straordinario di non-votanti, sfiduciati e disillusi), ma tutta la popolazione. E non importa il colore politico: si deve ri-accendere la passione politica perché, alla fine, c’è una forte domanda in questo ambito, anche se può sembrare un controsenso. Perché, se c’è questa voglia di partecipazione, i giovani poi non vanno a votare. Permetteteci una risposta scontata: perché manca il coinvolgimento o è ancora troppo modesto. Ma se non si pone rimedio, organizzando convegni e incontro “politici” di confronto e di scambio dialettico, il futuro – politicamente parlando – appare pieno di nuvole.

Quello sui cui bisogna interrogarsi è perché anche alle amministrative, dove abitualmente i candidati vanno cercare personalmente voto dopo voto e a farsi conoscere dagli elettori, l’astensionismo continua a essere così forte: il Presidente Roberto Occhiuto aveva facilmente pronosticato  un calo di consensi per il centro-destra dopo il pasticciaccio dell’autonomia votata “a tutti i costi” per far contenti i leghisti e tenere unita la coalizione. I fatti gli hanno dato ragione, fatta salva la vittoria a Gioia Tauro di Forza Italia della quale bisogna ascrivere il merito al coordinatore regionale di Forza Italia Francesco Cannizzaro, ma come spiegare i tonfi di Corigliano-Rossano e di Vibo Valentia? La rappresentatività dei candidati (con tutto il rispetto) non si è rivelata vincente e, soprattutto, a Vibo, si è preferito “sacrificare” la sindaca uscente Maria Limardo – che aveva amministrato abbastanza bene e aveva un largo consenso – per un candidato che non ha convinto gli elettori. Cioè, la regola “squadra che vince non si cambia” troppo spesso viene disattesa con alto rischio di sconfitta. Il candidato ideale deve avere il polso del territorio e – se uscente – può solo (se ha amministrato bene) accrescere i consensi. Ma con candidature di sconosciuti calati dall’alto è facile prevedere la débacle, sia a destra che a sinistra. E la domanda insistente che l’elettorato continua a porsi è: ma chi sono gli aspiranti amministratori?

Non ci sono in vista nuove elezioni, salvo poco probabili chiusure anticipate di consiliatura. Il caso Reggio è illuminante: hanno cominciato la campagna elettorale con due anni di anticipo il medico Eduardo Lamberti Castronuovo (già assessore alla Legalità alla ex Provincia reggina) e l’attuale presidente della Camera di Commercio di Reggio e di UnionCamere Calabria Ninni Tramontana. Due posizioni “a-partitiche”  che qualcuno insiste a chiamare civiche che, però, anche unendosi, non trovano i numeri necessari per determinare il successo elettorale. Al contrario, l’area forzista che a Reggio ha registrato lo straordinario successo della vicepresidente regionale Giusi Princi alle elezioni europee, può contare su una messe di voti incredibile e inattaccabile. Sempre che sappia scegliere un/una candidata in grado di alimentare, mantenere e accrescere il consenso in città. Una città, purtroppo, sempre più abbandonata con problemi che appaiono irrisolvibili. E il rischio – nonostante le smentite della prefettura – di un accesso agli atti della Commissione antimafia, preludio all’inevitabile scioglimento d’ufficio del Consiglio comunale e una nuova “condanna” di 18+6 mesi di commissariamento del Comune che darebbe il colpo di grazia a una città dolente. Una città troppo trascurata, ben rappresentata dallo stato di abbandono in cui versa la bella scultura di Rabarama Co-stell-azione) di fronte a Villa Zerbi: ma nessuno dell’Amministrazione comunale passa mai per via Marina?

Certo, dopo le imbarazzanti intercettazioni del sindaco Falcomatà pubblicate con esagerata evidenza dai media, la Città gradirebbe un passo indietro, anche se decisamente improbabile. Il sindaco Giuseppe Falcomatà non ha capito che in politica fermarsi un giro può portare straordinari risultati. Al contrario stare arroccati al potere, quando mezza città non ti vuole più, c’è il rischio serio di uscire dai giochi, in via definitiva. Dovrebbe pensare, Falcomatà,che si sta giocando il suo futuro politico in cambio di due anni e mezzo di lauti (e giusti) compensi: ne vale la pena?

Le dimissioni del sindaco le chiedono ovviamente le opposizioni perché la minoranza cerca ogni pretesto per farsi notare, ma di fronte al rischio di un commissariamento (per molto meno, col sindaco Demi Arena sciolsero il Comune per mafia e poi si scoprì che erano solo “mere suggestioni”), un passo indietro dimostrerebbe una grande maturità politica del Sindaco.

Di fronte a nuove elezioni comunali (anticipate) a Reggio, la partita degli astensionisti sarebbe comunque aperta. Chi sarebbero i candidati, oltre a Lamberti e company? Domanda impertinente, cui nessuno, crediamo, darà risposta. (s)

 

Università Mediterranea: ricco piano formativo per attrarre studenti da tutto il mondo

di SANTO STRATI – La nuova offerta formativa dell’Università Mediterranea, presentata ieri a Reggio, rivela la forte vitalità dell’Ateneo e l’esigenza di marcare un’identità ben definita nell’ambito del Mezzogiorno.
Anzi, il respiro non vuol essere “meridionale”, bensì mediterraneo al fine di mettere al servizio di tutti i Paesi che vi si affacciano un programma di formazione e alta formazione di cui si sente particolarmente bisogno, in vista di una sempre più integrata area dello Stretto.

C’è una vocazione naturale al successo per l’Università Mediterranea, sostenuta da una posizione strategica (nel centro del Mediterraneo) e collocata in un’area a forte destinazione di crescita e sviluppo, tra il Porto di Gioia Tauro e il futuro Ponte sullo Stretto. Occorre dunque seguire l’onda, incrementare le iscrizioni, attrarre un sempre maggior numero di studenti “fuori sede” anche stranieri che possano trovare l’humus ideale non solo per la formazione, ma anche scoprire un luogo di socialità e benessere, da far invidia a molte altre sedi universitarie.

Il problema è come attrarre nuovi studenti, anche fuori del territorio della città Metropolitana e della Regione, ma pure dall’estero: la risposta è facendo conoscere non soltanto la qualità della formazione e dell’alta formazione che è possibile ricevere ma aiutando a individuare le opportunità socio-culturali del territorio e le sue indubbie prospettive di sviluppo. Un’idea da non sottovalutare è quella di creare un contatto stabile con le comunità calabresi sparse in tutto il mondo: un’inversione di tendenza, una migrazione a rovescio, con i figli di calabresi ormai residenti da decenni negli States, in Argentina, e un po’ in tutto il mondo, dove le terze e quarte generazioni, in età da College, possano valutare di fare l’Università nella terra dei padri. E magari, poi, rimanere con iniziative professionali, imprenditoriali, di ricerca, sostenute da capitali di famiglia. Sarebbe un obiettivo e un traguardo formidabile, a doppia valenza: il ritorno dei (figli di) calabresi e la loro probabile futura “restanza”.

In termini qualitativi non ci sono perplessità di alcun genere: l’Università Mediterranea ha mostrato negli anni passati di saper sfiorare l’eccellenza non solo con i suoi percorsi curriculari e i corsi di Laurea, ma anche per l’attenzione che riserva agli studenti. Senza contare alle iniziative di formazione destinate ai profughi e riservate al Polo carcerario, per offrirte opportunità di rinascita non solo culturale. Questo significa avere a cuore il territorio e la sua gente, ma anche aiutare chi ha bisogno di immaginare un futuro diverso, come chi fugge dalla guerra e sbarca nelle nostre coste o chi è, per varie ragioni, richiuso a scontare pene detentive e vuole studiare.

Con la guida di Giuseppe Zimbalatti, Rettore ormai da alcuni anni, l’Ateneo ha operato scelte importanti nel campo dell’orientamento e delle scelte universitarie, con iniziative rivolte alle scuole cittadine e il coinvolgimento di altri Atenei per corsi condivisi. La popolazione universitaria – lo hanno ben capito a Reggio, ma anche alla Magna Graecia di Catanzaro e all’Unical – è una risorsa e una ricchezza degli Atenei, ma gli studenti vanno seguiti e assistiti adeguatamente.

Occorre poter offrire e garantire quanto  necessario per studiare e vivere agevolmente il percorso universitario, ma soprattutto pensare a un coinvolgimento continuo dei ragazzi con il territorio per scoprire cultura, divertimento e stimoli di crescita. Alla Mediterranea funziona così. (s)

MAMMOLA (RC) – Maimone dedica il suo libro a Papa Francesco

Nello shop online della casa editrice TraccePerlaMeta https://shop.tracceperlameta.org/manualistica/la-comunicazione-creativa-per-lo-sviluppo-socio-umanitario-biagio-maimone-270.html e in tutti gli store online è disponibile il saggio del giornalista Biagio Maimone, la cui madre era di Mammola, in provincia di Reggio Calabria, ed il padre lucano di Maratea, intitolato “La comunicazione creativa per lo sviluppo socio-umanitario”, che propone la necessità di un nuovo modello comunicativo che ponga al centro la relazione umana ed, ancor più, l’emancipazione morale ed umana della società odierna.

Il libro sarà tradotto in lingua inglese e distributo negli Stati Uniti come libro di testo per alcuni atenei.

«Nel mio saggio “La comunicazione creativa per lo sviluppo socio-umanitario” ho voluto porre in luce la necessità di creare un modello comunicativo che tenga conto dell’importanza indiscutibile dell’uso appropriato della parola, superando quelle distorsioni, ormai consuete, che la rendono veicolo di offese, di menzogne, nonchè di calunnie, che ledono la dignità umana dell’interlocutore. Umanizzare il linguaggio affinché sia veicolo della “Pedagogia della Vita” definisce il significato autentico del mio impegno giornalistico, che sono certo possa essere condiviso da chi fa della comunicazione lo strumento mediante cui giungere al mondo interiore di chi ascolta, al fine di arricchirlo e non impoverirlo attraverso un uso distorto e, pertanto, nocivo del linguaggio».

«L’ epoca contemporanea pone in luce un crescente smarrimento di naturale spirituale e morale, che si riflette sulla relazione umana, sulle relazioni tra gli Stati e i Continenti dell’intero universo, generando conflitti, nonché povertà morale e materiale. Ne è testimonianza l’insorgere continuo di conflitti in numerosi territori del mondo. Quel che manca è la “Cultura Umana”, la “Cultura della Fratellanza Umana” e la “Cultura” intesa come conoscenza profonda della realtà e del significato autentico del valore dell’essere umano, in quanto soggetto pensante, nel cui mondo interiore vivono i valori che gli attribuiscono un valore regale rispetto a tutte le altre creature ed, ancor più, rispetto alle cose» ha dichiarato Biagio Maimone, il quale ha sottolineato inoltre: «La cultura umana consente di cogliere la bellezza depositata nell’interiorità della persona, generata dallo splendore divino che alberga nell’animo umano».

«E’ compito di chi comunica porre al centro la ‘Cultura Umana’ ed, in tal modo, rimarcare il valore supremo dell’essere umano, che lo distingue dalle cose materiali. In veste di Direttore della Comunicazione dell’associazione “Bambino Gesù del Cairo”, fondata da Monsignor Yoannis Lahzi Gaid, già segretario personale di Papa Francesco, ho avuto la possibilità di fare esperienza della bellezza interiore, cogliendola nell’impegno di coloro che si prodigano a favore dei bambini abbandonati e poveri, di coloro che vivono nella povertà, di quanti non godono i loro fondamentali diritti sociali, umani e civili».

«Ho avuto modo e avrò modo di comunicare la solidarietà concreta impegnandomi sul piano giornalistico a favore dei contenuti del Documento sulla “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune”, sottoscritto, il 4 febbraio 2019, da Sua Santità Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb. Il suddetto Documento ha dato vita a numerosi frutti, dei quali ho avuto l’onore, grazie a Monsignor Yoannis Lahzi Gaid, che in me ha riposto fiducia, di poter scrivere, collaborando, in tal modo, nell’impegno della loro divulgazione».

«Ho avuto la possibilità anche di poter scrivere relativamente alla realizzazione della Casa della Famiglia Abramitica, edificata nella città di Abu Dhabi, che è uno tra i progetti più rilevanti in quanto pone le basi del dialogo interreligioso creando uno spazio fisico, un territorio comune su cui sono stati edificati tre luoghi di culto diversi (Chiesa, Sinagoga e Moschea), posti l’uno accanto all’altro, in ciascuno dei quali si praticano religioni diverse, le quali si interfacciano reciprocamente per dialogare su ogni tema della vita religiosa ed umana».

«Altrettanto rilievo rivestono i seguenti progetti: l’Orfanotrofio ‘Oasi della Pietà’, che sarà inaugurato il 5 maggio 2024 nella città Il Cairo, i Convogli medici, l’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù del Cairo”, primo ‘Ospedale del Papa fuori dall’Italia, la “Scuola della Fratellanza Umana” per le persone portatori di disabilità, la Catena dei Ristoranti della Fraternità Umana “Fratello”, che offre pasti gratuiti alle famiglie bisognose egiziane. Anche di essi ho potuto scrivere ampiamente ed esserne molto felice. Dedico il mio libro, pertanto, a Monsignor Gaid Yoannis Lahzi per la fiducia che ha riposto in me e, nel contempo, a Sua Santità Papa Francesco, in quanto promotore della realizzazione dei progetti per i quali ho potuto collaborare nell’impegno di divulgazione, che ha visto l’opinione pubblica destinataria di un’informazione inerente all’impegno del dialogo interreligioso, promosso, in via prioritaria, dalla Chiesa Cattolica e dalla religione musulmana sunnita.
Ritengo che comunicare la pedagogia dell’amore, del rispetto della dignità umana e del valore della vita spirituale sia compito primario dei mass media, degli operatori che in essi riversano le proprie energie.
La dimensione socio-umanitaria della vita non può essere sottovalutata da una comunicazione priva di “anima”, in quanto la società rischia di regredire verso la barbarie, in cui dominerà la violenza in tutte le sue forme.
La vita non può essere un campo di battaglia, ma l’incontro amorevole e fraterno di ogni essere umano.
Perché sia così è necessario diffondere messaggi che ricreino la consapevolezza smarrita del valore sacro di ogni persona».

«In tal modo la bellezza, intesa come espressione magnifica dei valori spirituali e morali, tornerà – come ho scritto nel libro di cui sopra – ad illuminare ogni ambito dell’esistenza: “La Bellezza – non vi è dubbio – tornerà ad essere il volto magnifico della vita. La forza prorompente della Bellezza, che la Parola ha il dovere di trasmettere, sconfigge ogni male! È scritto nel Vangelo, è scritto nel cuore degli uomini di Buona Volontà ed è scritto nelle trame vitali dell’esistenza, che nessuno potrà mai distruggere perché esse appartengono alla Vita e la Vita è la ragione stessa dell’esistere umano”». (rrc)

VILLA SAN GIOVANNI (RC) – Momento civico: «La comunità dello Stretto tradita da interessi incomprensibili»

di MOMENTO CIVICO – Indipendentemente dalle ragioni politiche che hanno indotto il sindaco di Messina, Federico Basile, ad esprimere la sua contrarietà al Ponte sullo Stretto, la giustificazione addotta, di voler difendere un territorio che non si armonizza con l’infrastruttura, appare argomentazione plausibile e condivisibile, contrariamente a quanto avviene dall’altra parte dello Stretto, dove l’amministrazione comunale gioca sull’equivoco e sulla memoria corta della Comunità.

L’amministrazione di una città ha l’obbligo di garantire il territorio e di difenderne i residenti, indipendentemente dalle scelte del Governo ma facendo leva su tutti gli strumenti istituzionali e costituzionali che riconoscono il potere autarchico dei Comuni di amministrare i propri interessi con la stessa efficacia giuridica dello Stato.

E’ del tutto insufficiente ed anzi irrilevante la decisione di tre consiglieri comunali di dirsi contrari al Ponte sullo Stretto, quando le condotte amministrative dimostrano si sia imboccata una direzione differente: da una parte attendista e dall’altra favorevole alla infrastruttura stabile di collegamento.

Questa amministrazione è stata eletta – come ricordano le dichiarazioni iniziali – per garantire quell’ordinario che mancava, migliorando lo stato dell’arte. E quando la questione “Ponte” non era nemmeno ipotizzata. E invece di avviare da subito una interlocuzione con la città, per capirne gli umori, si è profuso impegno per frantumare ancora di più il corpo sociale e iniettare tossine, nella arcaica concezione che una città divisa potesse subire ogni sorta di nefandezza.

Arrivare fuori tempo massimo a convocare un consiglio comunale aperto sul tema, quando già tutto era stato deciso, fornisce l’indicazione chiara di un voltafaccia nei confronti della Comunità, per sostenere una parte, con ogni evidenza minoritaria che non solo ha, e sta desistendo, da qualsiasi forma di controllo finendo per drogare la democrazia ma che troppo spesso ha interpretato il ruolo di stampella della maggioranza.

Una evidenza che è stata chiara quando finalmente, con un ritardo inspiegabile, sono venuti fuori i nomi dei componenti della “commissione di studio degli atti sul Ponte”, dove campeggia il nome di professionista già componente del consiglio di amministrazione della società del Ponte che il 29 luglio del 2011 ha approvato il progetto oggi riproposto.

Non è ben chiaro se la scelta, palesemente incompatibile, sia venuta perché suggerita da parte della minoranza consiliare cui è legato oppure su indicazione della Stretto di Messina SpA, ovvero per altri oscuri motivi, ma in tutti i casi questa scelta denuncia oscure finalità del sindaco, squadra e “città in movimento”. Ma anche un voltafaccia al popolo del “no Ponte” che si rifiuta di prenderne atto. (mc)

REGGIO CALABRIA – Festa della Liberazione, il sindaco Falcomatà legge il monologo di Scurati

Reggio Calabria ha celebrato la festa della Liberazione alla Villa Comunale “Umberto I” ai piedi del Monumento ai partigiani dove il sindaco Giuseppe Falcomatà ha letto il testo integrale dello scrittore Antonio Scurati dedicato alla memoria dell’onorevole Giacomo Matteotti, al 25 aprile, ai più alti valori della democrazia, della libertà e dell’antifascismo. Nel corso dell’iniziativa, alla quale hanno preso parte diversi esponenti del Consiglio comunale, metropolitano e regionale, parlamentari, numerosi cittadini, partiti politici, sindacati e associazioni, il sindaco Falcomatà ha ribadito come «il clima che si respira nel Paese ci debba far riflettere».

«Se, ancora oggi, nel 2024, chi ha l’onore di governare il Paese ha difficoltà a dichiararsi antifascista – ha affermato Falcomatà – significa che lo stato di salute della democrazia, in Italia, non è affatto buono. Quindi, a maggior ragione, bisogna fare festa e ricordare cosa sia successo quel 25 aprile, perché democrazia e libertà non sono delle conquiste assolute, ma vanno difese e protette, soprattutto in un momento in cui questi valori sono assolutamente fragili».

«Il brano di Scurati – ha continuato il sindaco – non è soltanto uno sguardo al passato ed una rievocazione di cosa siano stati il fascismo e l’omicidio politico di Giacomo Mattetotti, ma è innanzitutto un monito per ciò che, da qui a sempre, dovremo fare per difendere i valori della libertà e della democrazia».

La Città metropolitana ed il Comune, dopo l’esecuzione dell’Inno nazionale italiano, hanno deposto una corona d’alloro ai piedi della stele dedicata ai Partigiani, seguiti poi dagli omaggi floreali dell’Anpi, del Coordinamento cittadino metropolitano contro tutte le guerre, delle Associazioni Alioscia, Ampa venticinqueaprile, Anei Reggio Calabria, Anpc e della Corrireggio.

La manifestazione, oltre l’intervento delle associazioni e dei cittadini, ha potuto contare sul contributo del senatore Luigi Marino, membro del Comitato nazionale Anpi e delegato dalla segreteria nazionale. Tra gli interventi programmati quello del Coordinamento reggino metropolitano contro tutte le guerre, di un rappresentante della Corrireggio, dell’Anei e dell’Anpc. Sul palco della villa comunale si sono esibiti i Kalavria, band reggina che ha eseguito, fra gli altri, il canto della Resistenza “Bella ciao”. (rrc)

PALMI (RC) – Giuseppe Forleo nuovo commissario cittadino di Noi Moderati

L’on. Nino Foti, membro del Comitato del Direttivo Nazionale di Noi Moderati nonchè Coordinatore Provinciale di Reggio Calabria del Partito guidato da Maurizio Lupi, ha nominato l’ing. Giuseppe Forleo quale nuovo commissario di Noi Moderati a Palmi.

Una nomina che si inserisce nel solco della nuova strutturazione di un movimento sempre più presente su tutto il territorio nazionale ed in particolare nella Provincia di Reggio Calabria dove tantissimi amministratori, ex amministratori ed appassionati di politica stanno aderendo.

Forleo, già amministratore della ridente cittadina reggina, accogliendo l’incarico con grande responsabilità ed entusiasmo ha espresso il suo impegno totale alla causa ed alla crescita del Partito. «Ringrazio di cuore l’amico Nino Foti e tutto il gruppo di Palmi per la fiducia ed il sostegno riposto in me – ha commentato – fiducia alla quale risponderò con il mio massimo impegno».

«La passione per la politica intesa come servizio alla comunità – ha poi aggiunto – mi ha sempre appassionato e continua ad appassionarmi, mi sono sempre ispirato ai principi moderati e liberali e continuerò a farlo cercando di coinvolgere chiunque si rivede in questi ideali consapevole che non sia un compito facile, soprattutto a causa della disaffezione verso la politica da parte della società civile».

«Come gruppo di Noi Moderati di Palmi – ha concluso Forleo – facciamo appello a tutte le forze sane e propositive della città al fine di elaborare una proposta politica più condivisa possibile che dia risposte sostenibili e concrete alla nostra comunità».

Soddisfatto anche l’on. Foti che augurando un proficuo lavoro al nuovo Commissario cittadino ha assicurato «il totale supporto e sostegno del Partito, per il raggiungimento di risultati ambiziosi e di giovamento per il territorio».

REGGIO CALABRIA – La cultura celebra il Santo Patrono all’area archeologica Griso Laboccetta

Il sindaco Giuseppe Falcomatà è intervenuto all’evento “San Giorgio, il drago, un libro e una rosa”, promosso dall’associazione Ulysses in occasione della riapertura dell’area sacra Griso Laboccetta e della Giornata del libro e del diritto d’autore.

All’iniziativa hanno preso parte anche il vicesindaco Paolo Brunetti, l’assessore Carmelo Romeo, il presidente del consiglio comunale Enzo Marra, il consigliere comunale Franco Barreca, la presidente dell’associazione Ulysses, Marisa Cagliostro, ed Antonella Cuzzocrea della casa editrice Città del Sole. Si è trattato di un’intera giornata dedicata, gratuitamente, alla presentazioni di libri, all’esecuzione di reading di poesia, di momenti artistici, di artigianato solidale, economia circolare e musica.

«”San Giorgio, il drago, un libro e una rosa” – ha detto il sindaco Falcomatà – ha l’ambizione di diventare un appuntamento tradizionale con l’obiettivo di rinsaldare, sempre di più, il rapporto fra il nostro stato patrono e la città».

«Questa splendida manifestazione – ha aggiunto – ha riunito tante case editrici in quella che è anche la Giornata del libro e del diritto d’autore. Fra i tanti ha avuto anche il merito di riaprire un luogo simbolo della città: l’area archeologica Griso Laboccetta, bene della Città Metropolitana, grazie all’impegno della professoressa Cagliostro e dell’associazione Ulysses, è diventato un punto di riferimento per le associazioni in ambito sociale, culturale ed educativo».

«Arte, cultura e bellezza – ha concluso Falcomatà – sono i pilastri su cui può e deve poggiare lo sviluppo del nostro territorio. Per questo non finirò mai di ringraziare le associazioni che rappresentano, davvero il cuore pulsante della città». (rrc)

REGGIO CALABRIA – Ampa venticinqueaprile ricorda il partigiano Franco Sergio “Alioscia”

La giornata della Festa della Liberazione avrà inizio, nel territorio della Città metropolitana di Reggio Calabria con la commemorazione del partigiano Franco Sergio “Alioscia”, programmata per le ore 9.30 presso il Cimitero di Maropati, dove il partigiano calabrese, ucciso dai nazifascisti il 14 aprile 1945 a Serravalle Langhe, fu seppellito accanto al Mausoleo “Recinto della Memoria”, dove sono collocate le bare di Fortunato Seminara, Antonio Piromalli e Rosario Belcaro.

Ampa venticinqueaprile sarà presente, a Maropati, per la commemorazione di Alioscia al fianco delle associazioni Alioscia ed Anei.

Una delegazione di Ampa parteciperà all’iniziativa programmata per il 25 aprile dal sindaco di Campo Calabro, Sandro Repaci, all’interno del Parco Verde, dove è collocato il Monumento dedicato al partigiano Francesco Geraci. (rrc)