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Filcams Cgil Area Vasta: Una campagna informativa in Calabria centrale su irregolarità che subiscono i lavoratori

ristorazione

La Filcams Cgil Area Vasta, per la tutela dei lavoratori del settore turistico, che sono i più colpiti dalla crisi, ha deciso di lanciare una campagna informativa in Calabria centrale «volta a mettere in evidenza, anche attraverso denunce mirate, tutte le irregolarità che i lavoratori eventualmente subiranno  durante la  stagione estiva». Lo ha reso noto Armando Labonia, segretario generale della Filcam Cgil Area Vasta, Catanzaro-Crotone-Vibo, che ha sottolineato come i lacoratori del comparto del turismo, e quindi della ristorazione e dei pubblici esercizi, il tasso di irregolari è molto alto».

«I lavoratori del Settore Turistico – ha spiegato – sono quelli  che hanno sempre sofferto di più della violazione dei diritti più elementari: questo dipende da una molteplicità di fattori che vanno dalla stagionalità dei rapporti, dalla mancata conoscenza delle norme contrattuali da parte di lavoratori molto spesso giovani e alla prima esperienza, e soprattutto dal bisogno, quella urgenza di lavorare per guadagnare che spinge tutti ad accontentarsi. E questo mentre continuiamo ad assistere a desolanti e al tempo stesso sorprendenti  dichiarazioni di imprenditori ed associazioni datoriali, in merito alla difficoltà a trovare maestranze, che siano disponibili a lavorare nella stagione appena iniziata. Tutti elementi che fanno del settore Turismo uno dei più colpiti dai danni della crisi post covid».

«Sono migliaia i lavoratori del turismo che – ha proseguito Labonia – a causa della crisi senza precedenti del settore, si ritrovano senza occupazione da più di un anno o, nella migliore delle ipotesi, in ammortizzatore sociale ininterrottamente dall’inizio della pandemia. Parliamo di camerieri, baristi, receptionist, custodi, cameriere ai piani, cuochi, ai quali, oggi come nel settore del Turismo della pre-pandemia, vengono imposte forme di lavoro irregolari o in nero e condizioni di lavoro insostenibili, in termini salariali, di diritti e tutele e sul versante della salute e della sicurezza: all’ordine del giorno, turni di lavoro più lunghi rispetto a quanto attestato in busta paga, anche il doppio rispetto alle ore dichiarate; ferie non pagate; riposi non concessi».

«Non accettiamo, che qualcuno possa insinuare che i nostri lavoratori privilegino il reddito di cittadinanza al lavoro – ha concluso Labonia – piuttosto si pensi a rispettare i contratti collettivi nazionali, gli inquadramenti e le condizioni salariali che possano  determinare finalmente un’occupazione regolare, stabile e dignitosa per quegli stessi lavoratori che sono stati privati per troppo tempo” dei loro diritti. Bisogna costruire un nuovo modello di Turismo, inclusivo e sostenibile, e può essere definito soltanto salvaguardando al contempo occupazione e professionalità. Sono questi i presupposti per consentire la ripresa delle imprese “virtuose” della filiera, che operano in un regime di legalità, tutelandole rispetto a quelle che  applicano Contratti pirata». (rcz)

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