L’OPINIONE / Rossano Sasso: Il turismo in Calabria sta vivendo una fase di grande crescita

di ROSSANO SASSO – Il turismo in Calabria sta vivendo una fase di grande crescita, frutto di una strategia vincente che punta a valorizzare le straordinarie risorse del territorio e migliorare le infrastrutture, in particolare quelle aeroportuali. Questo risultato è merito di una visione lungimirante promossa dal presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto, e rafforzata dagli investimenti strategici del Ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini, che ha riconosciuto l’importanza di potenziare il sistema aeroportuale calabrese per promuovere lo sviluppo economico e turistico della regione.

Grazie al lavoro congiunto del governo regionale e del Ministero delle Infrastrutture, gli aeroporti di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone sono stati potenziati, rendendo la Calabria più facilmente raggiungibile dai viaggiatori nazionali e internazionali. In particolare, la collaborazione con compagnie aeree come Ryanair ha permesso di ampliare il numero di tratte disponibili, creando nuovi collegamenti con le principali città italiane ed europee. Questo ha contribuito a un notevole incremento del flusso turistico, con sempre più persone attratte dalle bellezze naturali e culturali della nostra regione.

Non a caso, Ryanair ha recentemente lanciato una campagna promozionale dedicata alla Calabria, invitando i viaggiatori a scoprire le incantevoli spiagge di Tropea e Capo Vaticano, i borghi suggestivi e la gastronomia locale. La regione, grazie agli investimenti nelle infrastrutture e alla promozione internazionale, si sta affermando come una destinazione turistica ideale per chi cerca relax, bellezza e autenticità, lontano dalle folle.

Il Presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto,  ha dimostrato che investire nel turismo e nelle infrastrutture è una strada maestra per la crescita della Calabria. Il potenziamento degli aeroporti, reso possibile anche grazie all’impegno del Ministro Matteo Salvini, ha avuto un impatto diretto sull’incremento dei flussi turistici e sullo sviluppo economico regionale, portando benefici a tutta la comunità calabrese.

Con il rafforzamento dei collegamenti aerei e l’incremento delle presenze turistiche, la Calabria è pronta a vivere una nuova stagione di crescita e prosperità, in cui il turismo rappresenta uno dei settori chiave per il rilancio economico della regione. Grazie alla collaborazione tra il Presidente Occhiuto e il Ministero delle Infrastrutture, il futuro della nostra Calabria appare più luminoso che mai. (rs)

[Rossano Sasso è commissario regionale della Lega]

Fisascat Cisl Calabria: Ora si pensi a destagionalizzare l’offerta turistica

Fortunato Lo Papa, segretario generale di Fisascat Cisl Calabria, ha rilevato come sia tempo, ormai, di «avviare la tanto attesa e reale destagionalizzazione dell’offerta».

«La Calabria questa estate ha accolto un vero e proprio boom turistico, distinguendosi per qualità, accoglienza e competitività dell’offerta. Possiamo dire che, come abbiamo sempre sostenuto, la nostra terra ha dimostrato di avere i numeri per essere eccellenza turistica, ma è ora di mettere a frutto questo lavoro», ha detto il cislino, che ha chiesto un incontro all’assessore regionale al Turismo, Giovanni Calabrese, finalizzata ad avviare una discussione che guardi ai prossimi mesi tenendo conto di quanto possibile valorizzare o mettere a regime sfruttando le grandi opportunità del territorio, ma anche salvaguardando i lavoratori, strappandoli dalle forche caudine della precarietà e dello sfruttamento.

Ecco perché il sindacato rimette in campo la proposta di un Patto per il Lavoro che preveda bonus assunzionali per la stabilizzazione e il prolungamento dei contratti di lavoro del personale, per avere più assunzioni, più durature e di qualità, e contribuire al rilancio economico e sociale.

«Contenere il costo del lavoro – ha chiarito Lo Papa – per potere favorire un’occupazione di qualità e stabile è una delle vie maestre per fare decollare il settore turistico. Serve più occupazione ma con maggiori competenze per intercettare le esigenze di turisti e avventori, ecco perché è importante anche fare leva sulla formazione».

Per il sindacalista è fondamentale anche mappare parchi, siti archeologici, percorsi enogastronomici, terme, siti di interesse culturale e storico, impianti sciistici e creare una rete di luoghi strategici in cui avviare opportunità di turismo non legate esclusivamente al periodo estivo ma attrattive tutto l’anno.

«Abbiamo molto da dire e proporre e siamo certi – ha concluso il segretario – che l’assessore avrà piacere di riceverci e di avviare una discussione su quella agognata destagionalizzazione turistica non più rimandabile». (rcz)

In Calabria una delegazione di operatori turistici tedeschi alla scoperta delle bellezze e tradizioni

Sarà un viaggio alla scoperta delle bellezze e delle tradizioni della Calabria, quello che faranno gli otto operatori turistici tedeschi da lunedì 9 a giovedì 12 settembre. Un vero e proprio tour esperienziale, nato con l’obiettivo di promuovere la variegata proposta turistica ed enogastronomica del territorio regionale.

commerciali tra le aziende calabresi e la Germania: l’obiettivo della sinergia tra Regione e Itkam è quello di rivolgersi ai tedeschi, tra i più affezionati visitatori del Belpaese, valorizzando oltre alle bellezze naturalistiche, anche il comparto agroalimentare calabrese, insieme alla storia ed alla cultura del territorio e mirando, al contempo, alla destagionalizzazione dei flussi turistici.

L’incoming, rivolto a tour operator, agenzie, travel blogger e giornalisti di settore tedeschi, selezionati negli scorsi mesi a seguito di incontri B2B online, è promosso dalla Regione Calabria, Dipartimento Turismo, Marketing territoriale e mobilità, insieme ad ITKAM, Camera di Commercio italiana per la Germania.

Con il supporto di agenzie di viaggio, guide esperte e strutture ricettive locali, Itkam ha creato un programma di viaggio in Calabria, durante il quale gli operatori tedeschi potranno sperimentare un tour a diverse tappe, da riproporre ai propri clienti. Non solo, dunque, le mete turistiche calabresi più gettonate: durante l’incoming, gli operatori visiteranno anche borghi caratteristici, tra i quali, Pizzo, San Floro, Squillace, Tropea e prenderanno parte a laboratori esperienziali, alla scoperta tra le altre cose, della bachicoltura e della produzione del filato della seta secondo le antiche tradizioni, dei grani antichi e della loro lavorazione.

«Attraverso questi progetti – ha dichiarato l’assessore regionale al Turismo, Giovanni Calabrese –  si offre un’immagine a 360 gradi della nostra Regione: paesaggi mozzafiato, mari cristallini, città e borghi ricchi di storia, parchi naturali, aree protette e riserve marine, ma anche preziose tradizioni ed un paniere di prodotti enogastronomici, espressione imprescindibile della cultura calabrese che saranno oggetto di degustazioni e specifici focus nell’ambito delle iniziative in programma». (rcz)

GIUBILEO, UN’OCCASIONE PER LA CALABRIA
BRAND PER VALORIZZARE IL TERRITORIO

di FRANCESCO NAPOLI – Il Giubileo 2025 è un evento religioso di portata mondiale che, secondo le ultime stime, porterà a Roma, la città eterna, il cuore della Chiesa cattolica, circa 30 milioni di pellegrini Un’occasione per l’intero sistema Paese e anche la Calabria non può farsi trovare impreparata. L’avviso della regione Calabria va nella direzione di quanto detto fine giugno.

Ad oggi mancano dati esatti sulla stagione turistica in corso, ma è certo che dopo il boom del 2023 l’industria delle vacanze comincia a mostrare i primi segni di frenata. Si spera nelle prenotazioni last minute e nella scelta di periodi diversi. Sono venuti meno soprattutto i turisti italiani, in parte perché colpiti dalla onda lunga della inflazione. Soffre la classe media che riduce la permanenza in vacanza.
Diventa dunque fondamentale lavorare per la valorizzazione di tanti siti turistici così come la creazione di nuove destinazioni. Il recupero, la tutela, la valorizzazione dei beni culturali e ambientali e lo sviluppo turistico, per una regione come la Calabria, sono temi strettamente connessi, in quanto essa dispone di un ingente patrimonio culturale e ambientale. Molti i punti di forza (come ad es. i siti archeologici di antiche civiltà mediterranee della Magna Grecia) che possono dar luogo ad itinerari turistici di rilevanza eccezionale per il turismo internazionale e del bacino del Mediterraneo.
È ormai evidente che oggi non si parla più solo genericamente di turismo ma di “Turismi”, ovvero di tante forme di turismo che aiutano a destagionalizzare l’offerta. Come Confapi Calabria stiamo lavorando, proprio in vista del 2025, ad un progetto di turismo religioso e culturale che passi dalle tante location calabresi per lo più sconosciute ma di grande valore culturale: un vero e proprio Brand Calabria per il Giubileo che è ormai alle porte: dalla Porta Santa alle porte delle città, a cominciare dalle nostre località. Il turismo è un settore ad alta intensità di lavoro, in cui la qualità dell’offerta è fortemente legata alla qualità del servizio e alla professionalità degli operatori, in tutta la filiera dell’accoglienza.

Il recupero di competitività è associato a un ampliamento del prodotto e all’espansione della quantità e della qualità dell’occupazione nel turismo e nelle filiere collegate. I siti archeologici ed i monumenti, sono la risorsa culturale di maggiore rilevanza della Calabria e rappresentano, a livello internazionale, certamente qualcosa di eccezionale. La Calabria ha sette parchi archeologici, che si trovano nelle zone di: Sibari, Capo Colonna, Scolacium, Locri, Vibo Valentia, Lamezia Terme, Monasterace.

La nostra proposta è quella di una terapia d’urto che passi anche da iniziative informative riguardanti le bellezze della Regione Calabria, in quanto in Italia, in Europa e negli altri continenti, manca un’ informazione adeguata su di essi, sia in rete che in altri media. Pochi paesi al mondo possono vantare un insieme di siti archeologici come la Calabria. E, quindi, ciò che occorre, è innanzitutto un’ azione decisa di informazione in rete e l’attuazione di eventi di risonanza internazionale, atti ad attirare l’attenzione su di essi a livello italiano, europeo, mondiale. (fn)

[Francesco Napoli è presidente di Confapi Calabria]

L’assessore Calabrese: Sì a costituire tavolo permanente sulla filiera turistica

«Il turismo è il nostro punto di forza. Le attività turistiche possono contribuire allo sviluppo socio economico della nostra Regione. Allora ecco perché ho accolto subito la richiesta di Unindustria Calabria a costituire un tavolo permanente sulla filiera turistica per creare opportunità e principalmente rafforzare la rete del turismo». È quanto ha detto l’assessore regionale al Turismo, Giovanni Calabrese, nel corso dell’incontro con i vertici di Unindustria Calabria in Cittadella regionale.

All’iniziativa  hanno partecipato il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, la presidente della sezione Turismo di Unindustria, Cristina Gazzaruso, il direttore Dario Lamanna, il direttore sede territoriale Cosenza, Rosario Branda, la dirigente generale del dipartimento Turismo della Regione Calabria, Antonella Cauteruccio.

«L’incontro con l’assessore calabrese – ha detto  Cristina Gazzaruso – è stato molto proficuo. Avevamo chiesto come Unidustria Calabria l’istituzione un tavolo tecnico permanente sul turismo. L’assessore si è detto d’accordo e disponibile condividendo la necessità di iniziare ad affrontare in maniera più approfondita e concreta un asset strategico per la nostra Regione che può vivere di turismo tutto l’anno».

«Riteniamo che sia importante definire il brand “Destinazione Calabria” – ha detto il presidente Ferrara –. Nel nostro documento di Agenda Calabria, la filiera turistica ha un ruolo centrale. Abbiamo valutato positivamente i contenuti del piano strategico Zes che, come Unindustria avevamo indicato, vede tra le nove filiere da rafforzare anche quella turistica, che è vocazionale per il Mezzogiorno e la nostra Regione».

«È nostro compito agire concretamente – ha concluso l’assessore Calabrese – creando questo tavolo che ci aiuterà a strutturare interventi lungimiranti per il futuro della nostra Regione». (rcz)

L’OPINIONE / Antonio Montuoro: Cammini di Calabria grande opportunità per lo sviluppo turistico

di ANTONIO MONTUORO – L’approvazione del Regolamento di attuazione della legge regionale sui Cammini di Calabria rappresenta un passo significativo per la valorizzazione dei territori calabresi.

La legge disciplina il riconoscimento, la promozione e la valorizzazione dei Cammini di Calabria, contribuendo a far conoscere le bellezze storiche, ambientali e religiose della regione. L’obiettivo è attrarre il turismo lento ed ecosostenibile, rispondendo alle crescenti esigenze di mobilità attiva e valorizzando la naturale vocazione del territorio sulla tematica. Sono previsti anche l’istituzione della Carta dell’escursionista e la realizzazione di punti di sosta e ristoro attrezzati.

Con il regolamento attuativo è stato istituito il Catasto regionale dei Cammini di Calabria, definendo modalità e requisiti minimi per le nuove istituzioni e incentivando la realizzazione di esperienze che contribuiranno alla crescita e allo sviluppo della regione. Dopo la prima seduta di insediamento del Coordinamento dei Cammini di Calabria, con funzioni consultive e di raccordo, gli uffici regionali hanno avviato prontamente tutte le procedure attinenti alla legge.

Un ulteriore riconoscimento del forte valore intrinseco dei cammini che s’inserisce nella strategia della destagionalizzazione dei flussi turistici, della valorizzazione delle aree interne, potenziandone l’accessibilità e la mobilità attraverso strumenti alternativi. In questo processo, saranno coinvolti gli enti locali e le associazioni in attività di ricognizione, gestione e manutenzione del patrimonio naturale, incoraggiando il turismo ecosostenibile attraverso l’istituzione di una rete appositamente dedicata.

Dopo un incontro con il neo assessore al Turismo, Giovanni Calabrese, il dirigente Generale del Dipartimento, Maria Antonella Cauteruccio, e il dirigente Cosimo Carmelo Caridi, ho incassato la disponibilità a reperire apposite risorse per rendere i cammini di Calabria maggiormente fruibili e accessibili, trasformandoli in veri luoghi di attrazione turistica per l’intero territorio regionale.

Per rendere la Calabria protagonista nel settore turistico come destinazione di rilievo a livello nazionale e internazionale, bisogna investire sui cammini intesi come strumenti contro lo spopolamento, che colpisce le aree interne, e per creare percorsi di conoscenza delle nostre radici identitarie. Ringrazio l’assessore Giovanni Calabrese per il lavoro che sta portando avanti, nell’obiettivo condiviso di puntare alla crescita del turismo attraverso il miglioramento della qualità dei servizi da cui passa lo sviluppo economico del territorio. (am)

[Antonio Montuoro è consigliere regionale di Fdi]

AL SUD NON BASTA VIVERE DI TURISMO: SI
PUNTI SU AGRICOLTURA E MANIFATTURIERO

di PIETRO MASSIMO BUSETTASembra che dobbiamo metterci anche noi a sparare ai turisti con le pistole ad acqua, per convincerli a non venire più. Come hanno fatto a Barcellona o vorrebbero prendere l’abitudine  a fare i veneziani. Parlo di Napoli, Palermo, Bari, Catania, Reggio di Calabria e tutto il Sud.

Sono in molti a ritenere “pericolosa” l’evoluzione positiva del turismo nel Mezzogiorno. A costoro si contrappone chi ritiene di aver trovato la soluzione ai problemi di occupazione dell’area: sono in tanti ad affermare che si potrebbe vivere di agricoltura e turismo, senza canne fumarie inquinanti, senza petrolchimico che porta malattie tumorali, senza siderurgia di base con uno scambio lavoro/salute ormai non più non solo accettabile, ma nemmeno tollerabile. Dobbiamo deludere tutti questi e non con una altrettanta vigoria ideologica ma con la forza dei numeri.  

Assodato che l’agricoltura è una attività da Paesi in via di sviluppo e che l’agroalimentare potrà rappresentare ancora una piccola valvola che andrà a recuperare gli addetti che si perderanno nel settore primario, rimane il tema del turismo, che dopo il Covid sta vivendo una stagione vivace ed interessante. 

Bene un aumento consistente delle presenze turistiche può rappresentare una via per la soluzione dei problemi occupazionali di questa area? Bene la risposta è no, in maniera decisa e senza alcuna possibilità di essere smentiti. Intanto bisogna dire che oggi il turismo nel Sud è sottodimensionato: ha un numero di presenze, in tutto il Sud più le Isole, pari a quelle del solo Veneto e ci fa capire che strada da fare ce ne può essere ancora tanta.  

Ma anche che se si raddoppiassero in cinque anni le presenze, missione impossibile visto che siamo fermi a 80 milioni da parecchi anni, anche se questo avvenisse,  il contributo all’occupazione sarebbe nell’ordine dei 300.000 occupati in più.  Dato importante ma ben lontano dalle esigenze di un Sud che per raggiungere il rapporto popolazione occupati delle realtà a sviluppo compiuto avrebbe bisogno di creare oltre 3 milioni di nuovi posti di lavoro. 

Quindi settore importante che può contribuire in modo decisivo alla messa a regime della realtà, poiché prevede che si aumenti la mobilità, la gradevolezza delle nostre coste e dei nostri borghi, la dotazione importante delle utilities come energia e acqua, l’offerta di attività culturale, ma anche l’offerta di servizi sanitari. Ma che deve trovare nella attività logistica e nel manifatturiero pulito e di qualità il completamento per una adeguata dimensione della domanda di lavoro. 

Ma il problema del settore turistico non è solo quello della quantità di occupazione che può creare, ma anche del tipo di occupazione. Se vogliamo che si interrompa il flusso emigratorio, che porta 100.000 persone a lasciare il Sud, con un costo per le casse regionali meridionali di oltre 20 miliardi ogni anno, è necessario creare sì lavoro nel settore turistico, ma anche nella ricerca, nell’high tech, nel farmaceutico, nell’automotive, nel settore aeronautico.  

Perché dobbiamo consentire ai nostri giovani ingegneri, ricercatori, chimici, geologi, di trovare opportunità lavorative senza per forza fuggire. Bisogna fare chiarezza perché spesso il manifatturiero viene confuso con il petrolchimico, con la chimica di base o con le acciaierie tipo Ilva, che tanto danno hanno fatto ai territori dove si sono insediati, anche se nel periodo della localizzazione hanno consentito un lavoro per molti. 

Bisognerebbe cominciare a capire che esiste anche il manifatturiero buono, quello per il quale il Veneto va in conflitto con il Piemonte, in una lotta che prevede che alla fine gli ingegneri occupati devono emigrare dal Sud. Quello che porta Giorgetti fin negli Stati Uniti d’America per cercare inutilmente di convincere la Intel a localizzarsi a Vigasio, a pochi chilometri da Verona. E tale manifatturiero, che rappresenta la polpa che tutti vogliono, non porta tumori o le devastazioni di Bagnoli o Gela. Ma può essere ecologico e senza fumi, come ci insegnano tante localizzazioni importanti nel mondo. 

Quindi il futuro del Sud non può fare a meno dell’agricoltura perché consente la protezione dei suoli ed evita lo spopolamento delle campagne,  dell’agroalimentare, che valorizza le produzioni e dà una identità forte ai luoghi: cosa sarebbe la Campania senza la sua mozzarella; ma non può fare a meno, con una popolazione di oltre venti milioni di abitanti, se non si vuole lo spopolamento, della logistica con una valorizzazione seria dei suoi porti, naturalmente vocati, per posizione e conformità dei luoghi, come Gioia Tauro e Augusta, ad accogliere i grandi traffici. Mentre invece si continua con una forzatura costosissima per il Paese, a puntare su Genova con progetti, questi faraonici, che renderanno fruibile un porto che non ha né una baia adeguata né spazi per un retroporto. 

Ma ha bisogno anche di un manifatturiero adeguato, che con le Zes doveva trovare la possibilità di aumentare con l’attrazione di investimenti dall’esterno dell’area e che con la Zes unica rischia di far perdere quell’appeal ai territori coinvolti, estendendo l’area a tutto un Sud, che non può avere improvvisamente le caratteristiche per attrarli ( sicurezza, collegamenti, cuneo fiscale generalizzato, tassazione degli utili contenuta, semplificazione amministrativa).  

Non si distribuiscono pasti gratis si dice in economia e certamente i prati verdi e le mucche al pascolo con i campanacci sono bellissimi fin quando consentono alla popolazione di avere un progetto di futuro. Se ciò non avviene allora sarebbe bene fare i conti con la realtà e i numeri collegati. (pmb)

[Courtesy Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia]

CORIGLIANO ROSSANO È POCO ATTRATTIVA
SERVONO SOLUZIONI PER INVERTIRE TREND

La campagna elettorale è ormai terminata da oltre un mese. È tempo di consuntivi e analisi relative a quello che è stato il messaggio che le urne di Corigliano-Rossano hanno consegnato alla storia. È insindacabile che il popolo abbia bocciato quella parte elettorale che rappresenta il filo conduttore con i poteri centralisti. La sconfitta elettorale del centrodestra non è stata soltanto una debacle di una specifica parte, piuttosto la condanna di una fazione politica che la popolazione ha percepito come addentellata ad un sistema di potere e che ha, inequivocabilmente, bocciato.

Anche la sortita del Presidente della Regione all’apertura della campagna elettorale, che in altre realtà ha comunque avuto un appeal non indifferente, in riva allo Jonio non ha rilasciato le aspettative attese. Chiaramente, tale dato non va sottovalutato dal centrodestra. Parimenti, però, è necessario che la controparte, quella vincente, non sopravvaluti l’esito dell’urna. Sarebbe sciocco, infatti, pensare ad indicazioni sommarie e liquidare l’esito dell’urna come la bocciatura del “vecchio” e la promozione del “nuovo”. Perché se “il vecchio” non è garanzia d’affidabilità, non è detto che “il nuovo” sia certezza d’innovazione. L’esito elettorale, invero, potrebbe rovesciarsi se quei timidi gemiti d’autonomia politico-istituzionale professati dai palchi, non dovessero tramutarsi in atti ed azioni concrete. Riteniamo sia giunto il momento che la Classe Dirigente e la Società Civile si rimbocchino le maniche e lavorino per trasformare Corigliano-Rossano in una città vibrante.

L’Amministrazione Stasi, seppur frenata dalla pandemia nell’ultimo quinquennio, ha ora l’opportunità di concentrarsi su progetti ambiziosi e di lungo termine. È necessario affrontare questioni rimaste irrisolte e dare un nuovo impulso allo sviluppo economico e sociale della città.

Le prime settimane dopo l’esito elettorale non sono trascorse nel migliore degli auspici: le principali arterie delle aree urbane di Corigliano-Rossano, così come i Centri storici, rimangono deserte o parzialmente tali. La condizione commerciale della Città, spiccatante in area bizantina, è drammatica. Poco meno della metà degli esercizi commerciali posti sul corso principale risultano con le saracinesche abbassate. Non va meglio sul litorale dove lidi e attività ricreative si presentano svuotate e gli esercenti registrano perdite di cassa dell’80% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

È necessario rivitalizzare gli spazi per renderli attrattivi; sia per i residenti che per i turisti. Interventi mirati di riqualificazione urbana, eventi culturali e promozione del commercio locale potrebbero trasformare le aree in centri pulsanti di attività economica e sociale.

Ad oggi, la Città non attrae! È necessario studiare soluzioni per invertire questa tendenza e farlo immediatamente.

Focalizzare l’attenzione sulla questione Psa (Piano Strutturale Associato)

Tra le varie iniziative lasciate in sospeso, va riaperto il dibattito circa il Psa (Piano Strutturale Associato). Uno strumento, quest’ultimo, fondamentale che necessita di essere rivisitato e implementato per pianificare un futuro sostenibile e ordinato del territorio.

Avviare iniziative politiche volte all’elevazione della città a Capoluogo per riequilibrare il bilancio di gettito statale

Un altro progetto ambizioso che richiede attenzione è l’elevazione della città di Corigliano-Rossano a Capoluogo. Questo status potrebbe portare non solo un riconoscimento politico-istituzionale, ma anche risorse e opportunità economiche aggiuntive, rafforzando l’identità e l’influenza della Città nella Regione. Bisognerà, contestualmente, inserire nell’agenda di Governo civico azioni volte al ripristino e alla implementazione delle attività di pubblico impiego parametrate alle esigenze demografiche della Città e del territorio. Dovranno essere creati i presupposti, con progettualità che possano realmente elevare l’offerta di lavoro, affinché si ponga un freno al dilagante esodo demografico e fuga di cervelli dallo Jonio.

Per affrontare queste sfide, sarà essenziale implementare politiche che favoriscano lo sviluppo economico locale: attrazione di investimenti, incentivi alle imprese, programmi di formazione professionale, potrebbero essere strumenti chiave per creare posti di lavoro stabili e ridurre l’emigrazione.

Concretizzare i progetti Cis

L’amministrazione Stasi ha avviato il Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) che rappresenta una grande opportunità per accelerare la realizzazione di progetti strategici e valorizzare il territorio. I progetti presentati, se realizzati, potrebbero avere un impatto trasformativo sulla Città. Dalla riqualificazione di aree costiere e storiche alla creazione di infrastrutture per il turismo e la mobilità sostenibile, si potrebbero generare interventi catalizzatori di nuovo sviluppo.

Guardare al futuro con speranza per comprendere dove si vuole andare

La comunità jonica è oggi ad un bivio. Da un lato bisognerà capire se sia stato saggio rompere gli schemi della filiera istituzionale, per avviare processi di naturale elevazione del territorio atti a sganciarsi dal cappio centralista. Dall’altro, se pentisi di aver scelto una nuova strada e ritornare verso un sistema che, negli ultimi decenni, ha prodotto soltanto diseconomie e sperequazioni. (Comitato Magna Graecia)

Riviera cristallina, arriva l’app per un’esperienza integrata

di ARISTIDE BAVA I responsabili del progetto “Riviera Cristallina” hanno annunciato con apposita nota stampa il lancio ufficiale di una sua innovativa App e del Widget, progettati per offrire un’esperienza integrata a cittadini, turisti e imprenditori del territorio e della intera regione.

Secondo la nota questo strumento rappresenta «una rivoluzione nel modo di vivere e scoprire le bellezze del nostro territorio». L’applicazione è certamente innovativa ed è disponibile sia per dispositivi Android che iOS.  L’App della Riviera Cristallina, come ha anticipato il Console onorario Filippo Strano da cui è partita l’idea progettuale, è la prima del suo genere in Italia ad integrare la tecnologia del geofencing, strumento che permette agli utenti di ricevere notifiche in tempo reale basate sulla loro posizione, rendendo la navigazione e l’esplorazione del territorio più semplice e interattiva.

Questo significa che si può offrire una panoramica completa e sempre aggiornata delle attrazioni, eventi, negozi e servizi disponibili nella fascia del territorio ionico reggino dove, appunto, è focalizzata “Riviera Cristallina”. Un sistema, dunque, che la prima volta consente che il territorio venga scoperto e vissuto attraverso un’unica piattaforma integrata. Secondo la nota il progetto, che coinvolge circa una trentina di Comuni del comprensorio della Locride  è in continua crescita e ogni giorno vengono aggiunte nuove informazioni e nuove funzionalità.

A questo proposito Filippo Strano, nell’invitare tutti  a scaricare l’App e mantenere sempre attiva la localizzazione per godere appieno delle funzionalità del Geofencing e condividere questa innovazione con amici e conoscenti ha dichiarato «il lancio di questa App e del Widget rappresenta un passo fondamentale per il nostro progetto. È un’innovazione che mira a valorizzare e far conoscere le bellezze del territorio in modo moderno e interattivo e a stimolare la sua crescita turistica ma anche3 economica e sociale».

Il  brand “Riviera Cristallina”, presentato ufficialmente qualche settimana addietro a Bovalino è, infatti, parte integrante di un interessante piano turistico strategico e di rivitalizzazione  che interessa il territorio della Locride e, come è stato chiarito, sono già in itinere iniziative immediate proprio con le intenzioni a dare notevole spinta allo sviluppo turistico dell’intero territorio.

Attraverso “Riviera Cristallina” si punta, infatti, a far diventare la fascia Ionica reggina «un polo turistico internazionale di altissimo livello sfruttando in particolare le sue  spiagge, ma anche e, soprattutto, le sue immense ricchezze  culturali  e la sua storia. In uno con le sue grandi potenzialità ancora poco sfruttate.»

Il progetto mira anche rigenerare il tessuto sociale e riattivare tutti i centri urbani del territorio, promuovendo la coesione sociale, e favorendo la collaborazione tra i cittadini, enti locali  e imprese.  Il progetto, come si diceva, è in pieno svolgimento e può contare anche su alcuni eventi già programmati che avranno luogo dal 22 al 28 luglio. Le locations principali  saranno il 23 luglio presso la Cittadella Vescovile di Gerace, il 25 luglio al Castello Feudale di Ardore Superiore e il 27 luglio nel centro multiculturale Planteria di Locri. (ab)

PUNTARE SUL TURISMO DELL’ARCO JONICO
PER RILANCIARE IL “SISTEMA CALABRIA”

di DOMENICO MAZZA – Quando si pensa all’insieme di attività e servizi che si riferiscono al trasferimento temporaneo di persone dalle località di abituale residenza, così come ai centri maggiormente prediletti dalla partecipazione antropica, si immagina che l’appeal turistico ricada prevalentemente sulle piccole località.

Quanto detto, è particolarmente vero per il Mezzogiorno d’Italia. Nell’estremo sud peninsulare, infatti, le principali mete di destinazione turistica stagionale sono ridenti Comunità che ricadono nei contesti del Gargano, della Costiera Amalfitana e del Salento. In Calabria, invece, la mente viaggia immediatamente verso quelle mete che vedono in località come Tropea e Capo Vaticano le punte di diamante dell’offerta ricettiva regionale. Certamente, aver realizzato negli anni oculate campagne di marketing ed essere riusciti nell’intento di lanciare il brand Costa degli Dei come visione ampiamente territoriale e non già legata al singolo Comune, ha influito tantissimo nel plasmare una vera e propria destinazione. È vero, altresì, che le richiamate Località hanno caratterizzato tutta la loro economia sul turismo. A questo si aggiunga la vicinanza a nodi della mobilità intermodale (aeroporto e stazione di Lamezia) e il gioco è fatto.

Poi, però, bisogna fare i conti con quelli che sono i numeri e spesso la lora lettura ci restituisce dei dati che non riflettono quanto raffigurato dall’immaginazione. Basterebbe, infatti, controllare l’andamento dei flussi turistici in Calabria nell’ultimo decennio e si rileverebbero indici di particolare interesse e non del tutto tenuti in considerazione. Almeno, non in quella che avrebbe dovuto o meritato d’avere. Solo nell’ultimo biennio, al fianco di storiche località che godono di una eco turistica extraregionale (Pizzo, Praia, Tropea solo per citarne alcune) contesti come Corigliano-Rossano e Crotone, si piazzano fra le prime posizioni per numero di ospiti. Vieppiù, sommando alle due Città le presenze registrate nei dirimpettai comuni di Villapiana, Cassano-Sibari e Isola C.R., Cutro, ci troviamo innanzi al più imponente sistema turistico-ricettivo della Regione.

Nei richiamati comuni dell’Arco Jonico, invero, si sviluppano oltre 41mila posti letto complessivi. Quasi 7mila in più al confronto con la Costa degli Dei e circa il doppio rispetto la Riviera dei Cedri. Numeri che ci restituiscono un potenziale sistema turistico-ricettivo imponente, mastodontico, gigantesco. Tuttavia, sottovalutato. Finanche snobbato o, comunque, non adeguatamente valorizzato e messo in condizione di essere un reale motore economico. E che per caratteristiche di costa, assimilabili  quasi esclusivamente a riviera, potrebbe crescere ancora in maniera esponenziale.

Quanto descritto chiarisce due fondamenti.

Da un lato le notevoli presenze nei due principali centri urbani dell’Arco Jonico, configurano la Città pitagorica e quella sibarita come un unicum distinguendole dagli altri principali centri calabresi che neppure si avvicinano a numeri così importanti. Dall’altro che, iniziando ad investire concretamente in un sistema turistico integrato e identitario, tutta la linea di costa, compresa tra l’Area federiciana e Capo Rizzuto, potrebbe concorrere efficacemente a rilanciare l’intero sistema Calabria. Allargando, poi, il contesto a tutto il bacino del Golfo di Taranto, l’ambito assumerebbe le caratteristiche della principale piattaforma turistica rivierasca non già del Mezzogiorno, ma dell’intero Paese. E non esagero se azzardo a dire, finanche, d’Europa.

Bisognerebbe, quindi, puntare sul definitivo completamento ed efficientamento delle opere ferro-aero-stradali (aeroporti di Crotone e Taranto, ferrovia jonica con caratteristiche Avr, SS106). Così come al rilancio dell’attività diportistica interregionale fra i 24 approdi sparsi tra Le Castella e Santa Maria di Leuca.

Le nuove infrastrutture e la rigenerazione di quelle esistenti, dovrebbero essere i capisaldi da cui partire.

È il caso che la politica inizi ad interrogarsi seriamente su quanto sopra illustrato. Ed è ora che lo faccia favorendo progetti integrati anche fra realtà amministrativamente legate a concezioni stereotipate e superate dalla storia e dai fatti. Così da finalizzare una declinazione dell’ambito rinnovata e, straordinariamente, innovativa che possa riscrivere la storia del territorio. Un  concetto, quello delle affinità tra aree ad interesse comune, ancora troppo ancorato a sistemi di tipo centralista e con spiccate diseconomie sperequative tra una costa e l’altra.

Solo così l’Arco Jonico potrà candidarsi ad essere il reale fulcro degli equilibri mediterranei e il principale polo attrattivo per gli imponenti flussi turistici internazionali. Il brand Magna Graecia, può essere un richiamo di valenza mondiale; il più grande Mid (marcatore identitario) di tutto il Sud Italia. I territori coinvolti hanno il dovere di aprirsi ad una straordinaria visione che dall’estrema porzione di levante calabrese si allarghi al dirimpettaio ambito di ponente pugliese, passando per la lingua di costa lucana. La baia del golfo di Taranto, non è, semplicemente, il fulcro dello Jonio; è il baricentro del Mediterraneo.

Gli imprenditori l’hanno compreso da un pezzo. Ora, è tempo che lo capiscano le Classi Dirigenti. (dm)