CORIGLIANO ROSSANO È POCO ATTRATTIVA
SERVONO SOLUZIONI PER INVERTIRE TREND

La campagna elettorale è ormai terminata da oltre un mese. È tempo di consuntivi e analisi relative a quello che è stato il messaggio che le urne di Corigliano-Rossano hanno consegnato alla storia. È insindacabile che il popolo abbia bocciato quella parte elettorale che rappresenta il filo conduttore con i poteri centralisti. La sconfitta elettorale del centrodestra non è stata soltanto una debacle di una specifica parte, piuttosto la condanna di una fazione politica che la popolazione ha percepito come addentellata ad un sistema di potere e che ha, inequivocabilmente, bocciato.

Anche la sortita del Presidente della Regione all’apertura della campagna elettorale, che in altre realtà ha comunque avuto un appeal non indifferente, in riva allo Jonio non ha rilasciato le aspettative attese. Chiaramente, tale dato non va sottovalutato dal centrodestra. Parimenti, però, è necessario che la controparte, quella vincente, non sopravvaluti l’esito dell’urna. Sarebbe sciocco, infatti, pensare ad indicazioni sommarie e liquidare l’esito dell’urna come la bocciatura del “vecchio” e la promozione del “nuovo”. Perché se “il vecchio” non è garanzia d’affidabilità, non è detto che “il nuovo” sia certezza d’innovazione. L’esito elettorale, invero, potrebbe rovesciarsi se quei timidi gemiti d’autonomia politico-istituzionale professati dai palchi, non dovessero tramutarsi in atti ed azioni concrete. Riteniamo sia giunto il momento che la Classe Dirigente e la Società Civile si rimbocchino le maniche e lavorino per trasformare Corigliano-Rossano in una città vibrante.

L’Amministrazione Stasi, seppur frenata dalla pandemia nell’ultimo quinquennio, ha ora l’opportunità di concentrarsi su progetti ambiziosi e di lungo termine. È necessario affrontare questioni rimaste irrisolte e dare un nuovo impulso allo sviluppo economico e sociale della città.

Le prime settimane dopo l’esito elettorale non sono trascorse nel migliore degli auspici: le principali arterie delle aree urbane di Corigliano-Rossano, così come i Centri storici, rimangono deserte o parzialmente tali. La condizione commerciale della Città, spiccatante in area bizantina, è drammatica. Poco meno della metà degli esercizi commerciali posti sul corso principale risultano con le saracinesche abbassate. Non va meglio sul litorale dove lidi e attività ricreative si presentano svuotate e gli esercenti registrano perdite di cassa dell’80% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

È necessario rivitalizzare gli spazi per renderli attrattivi; sia per i residenti che per i turisti. Interventi mirati di riqualificazione urbana, eventi culturali e promozione del commercio locale potrebbero trasformare le aree in centri pulsanti di attività economica e sociale.

Ad oggi, la Città non attrae! È necessario studiare soluzioni per invertire questa tendenza e farlo immediatamente.

Focalizzare l’attenzione sulla questione Psa (Piano Strutturale Associato)

Tra le varie iniziative lasciate in sospeso, va riaperto il dibattito circa il Psa (Piano Strutturale Associato). Uno strumento, quest’ultimo, fondamentale che necessita di essere rivisitato e implementato per pianificare un futuro sostenibile e ordinato del territorio.

Avviare iniziative politiche volte all’elevazione della città a Capoluogo per riequilibrare il bilancio di gettito statale

Un altro progetto ambizioso che richiede attenzione è l’elevazione della città di Corigliano-Rossano a Capoluogo. Questo status potrebbe portare non solo un riconoscimento politico-istituzionale, ma anche risorse e opportunità economiche aggiuntive, rafforzando l’identità e l’influenza della Città nella Regione. Bisognerà, contestualmente, inserire nell’agenda di Governo civico azioni volte al ripristino e alla implementazione delle attività di pubblico impiego parametrate alle esigenze demografiche della Città e del territorio. Dovranno essere creati i presupposti, con progettualità che possano realmente elevare l’offerta di lavoro, affinché si ponga un freno al dilagante esodo demografico e fuga di cervelli dallo Jonio.

Per affrontare queste sfide, sarà essenziale implementare politiche che favoriscano lo sviluppo economico locale: attrazione di investimenti, incentivi alle imprese, programmi di formazione professionale, potrebbero essere strumenti chiave per creare posti di lavoro stabili e ridurre l’emigrazione.

Concretizzare i progetti Cis

L’amministrazione Stasi ha avviato il Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) che rappresenta una grande opportunità per accelerare la realizzazione di progetti strategici e valorizzare il territorio. I progetti presentati, se realizzati, potrebbero avere un impatto trasformativo sulla Città. Dalla riqualificazione di aree costiere e storiche alla creazione di infrastrutture per il turismo e la mobilità sostenibile, si potrebbero generare interventi catalizzatori di nuovo sviluppo.

Guardare al futuro con speranza per comprendere dove si vuole andare

La comunità jonica è oggi ad un bivio. Da un lato bisognerà capire se sia stato saggio rompere gli schemi della filiera istituzionale, per avviare processi di naturale elevazione del territorio atti a sganciarsi dal cappio centralista. Dall’altro, se pentisi di aver scelto una nuova strada e ritornare verso un sistema che, negli ultimi decenni, ha prodotto soltanto diseconomie e sperequazioni. (Comitato Magna Graecia)

Riviera cristallina, arriva l’app per un’esperienza integrata

di ARISTIDE BAVA I responsabili del progetto “Riviera Cristallina” hanno annunciato con apposita nota stampa il lancio ufficiale di una sua innovativa App e del Widget, progettati per offrire un’esperienza integrata a cittadini, turisti e imprenditori del territorio e della intera regione.

Secondo la nota questo strumento rappresenta «una rivoluzione nel modo di vivere e scoprire le bellezze del nostro territorio». L’applicazione è certamente innovativa ed è disponibile sia per dispositivi Android che iOS.  L’App della Riviera Cristallina, come ha anticipato il Console onorario Filippo Strano da cui è partita l’idea progettuale, è la prima del suo genere in Italia ad integrare la tecnologia del geofencing, strumento che permette agli utenti di ricevere notifiche in tempo reale basate sulla loro posizione, rendendo la navigazione e l’esplorazione del territorio più semplice e interattiva.

Questo significa che si può offrire una panoramica completa e sempre aggiornata delle attrazioni, eventi, negozi e servizi disponibili nella fascia del territorio ionico reggino dove, appunto, è focalizzata “Riviera Cristallina”. Un sistema, dunque, che la prima volta consente che il territorio venga scoperto e vissuto attraverso un’unica piattaforma integrata. Secondo la nota il progetto, che coinvolge circa una trentina di Comuni del comprensorio della Locride  è in continua crescita e ogni giorno vengono aggiunte nuove informazioni e nuove funzionalità.

A questo proposito Filippo Strano, nell’invitare tutti  a scaricare l’App e mantenere sempre attiva la localizzazione per godere appieno delle funzionalità del Geofencing e condividere questa innovazione con amici e conoscenti ha dichiarato «il lancio di questa App e del Widget rappresenta un passo fondamentale per il nostro progetto. È un’innovazione che mira a valorizzare e far conoscere le bellezze del territorio in modo moderno e interattivo e a stimolare la sua crescita turistica ma anche3 economica e sociale».

Il  brand “Riviera Cristallina”, presentato ufficialmente qualche settimana addietro a Bovalino è, infatti, parte integrante di un interessante piano turistico strategico e di rivitalizzazione  che interessa il territorio della Locride e, come è stato chiarito, sono già in itinere iniziative immediate proprio con le intenzioni a dare notevole spinta allo sviluppo turistico dell’intero territorio.

Attraverso “Riviera Cristallina” si punta, infatti, a far diventare la fascia Ionica reggina «un polo turistico internazionale di altissimo livello sfruttando in particolare le sue  spiagge, ma anche e, soprattutto, le sue immense ricchezze  culturali  e la sua storia. In uno con le sue grandi potenzialità ancora poco sfruttate.»

Il progetto mira anche rigenerare il tessuto sociale e riattivare tutti i centri urbani del territorio, promuovendo la coesione sociale, e favorendo la collaborazione tra i cittadini, enti locali  e imprese.  Il progetto, come si diceva, è in pieno svolgimento e può contare anche su alcuni eventi già programmati che avranno luogo dal 22 al 28 luglio. Le locations principali  saranno il 23 luglio presso la Cittadella Vescovile di Gerace, il 25 luglio al Castello Feudale di Ardore Superiore e il 27 luglio nel centro multiculturale Planteria di Locri. (ab)

PUNTARE SUL TURISMO DELL’ARCO JONICO
PER RILANCIARE IL “SISTEMA CALABRIA”

di DOMENICO MAZZA – Quando si pensa all’insieme di attività e servizi che si riferiscono al trasferimento temporaneo di persone dalle località di abituale residenza, così come ai centri maggiormente prediletti dalla partecipazione antropica, si immagina che l’appeal turistico ricada prevalentemente sulle piccole località.

Quanto detto, è particolarmente vero per il Mezzogiorno d’Italia. Nell’estremo sud peninsulare, infatti, le principali mete di destinazione turistica stagionale sono ridenti Comunità che ricadono nei contesti del Gargano, della Costiera Amalfitana e del Salento. In Calabria, invece, la mente viaggia immediatamente verso quelle mete che vedono in località come Tropea e Capo Vaticano le punte di diamante dell’offerta ricettiva regionale. Certamente, aver realizzato negli anni oculate campagne di marketing ed essere riusciti nell’intento di lanciare il brand Costa degli Dei come visione ampiamente territoriale e non già legata al singolo Comune, ha influito tantissimo nel plasmare una vera e propria destinazione. È vero, altresì, che le richiamate Località hanno caratterizzato tutta la loro economia sul turismo. A questo si aggiunga la vicinanza a nodi della mobilità intermodale (aeroporto e stazione di Lamezia) e il gioco è fatto.

Poi, però, bisogna fare i conti con quelli che sono i numeri e spesso la lora lettura ci restituisce dei dati che non riflettono quanto raffigurato dall’immaginazione. Basterebbe, infatti, controllare l’andamento dei flussi turistici in Calabria nell’ultimo decennio e si rileverebbero indici di particolare interesse e non del tutto tenuti in considerazione. Almeno, non in quella che avrebbe dovuto o meritato d’avere. Solo nell’ultimo biennio, al fianco di storiche località che godono di una eco turistica extraregionale (Pizzo, Praia, Tropea solo per citarne alcune) contesti come Corigliano-Rossano e Crotone, si piazzano fra le prime posizioni per numero di ospiti. Vieppiù, sommando alle due Città le presenze registrate nei dirimpettai comuni di Villapiana, Cassano-Sibari e Isola C.R., Cutro, ci troviamo innanzi al più imponente sistema turistico-ricettivo della Regione.

Nei richiamati comuni dell’Arco Jonico, invero, si sviluppano oltre 41mila posti letto complessivi. Quasi 7mila in più al confronto con la Costa degli Dei e circa il doppio rispetto la Riviera dei Cedri. Numeri che ci restituiscono un potenziale sistema turistico-ricettivo imponente, mastodontico, gigantesco. Tuttavia, sottovalutato. Finanche snobbato o, comunque, non adeguatamente valorizzato e messo in condizione di essere un reale motore economico. E che per caratteristiche di costa, assimilabili  quasi esclusivamente a riviera, potrebbe crescere ancora in maniera esponenziale.

Quanto descritto chiarisce due fondamenti.

Da un lato le notevoli presenze nei due principali centri urbani dell’Arco Jonico, configurano la Città pitagorica e quella sibarita come un unicum distinguendole dagli altri principali centri calabresi che neppure si avvicinano a numeri così importanti. Dall’altro che, iniziando ad investire concretamente in un sistema turistico integrato e identitario, tutta la linea di costa, compresa tra l’Area federiciana e Capo Rizzuto, potrebbe concorrere efficacemente a rilanciare l’intero sistema Calabria. Allargando, poi, il contesto a tutto il bacino del Golfo di Taranto, l’ambito assumerebbe le caratteristiche della principale piattaforma turistica rivierasca non già del Mezzogiorno, ma dell’intero Paese. E non esagero se azzardo a dire, finanche, d’Europa.

Bisognerebbe, quindi, puntare sul definitivo completamento ed efficientamento delle opere ferro-aero-stradali (aeroporti di Crotone e Taranto, ferrovia jonica con caratteristiche Avr, SS106). Così come al rilancio dell’attività diportistica interregionale fra i 24 approdi sparsi tra Le Castella e Santa Maria di Leuca.

Le nuove infrastrutture e la rigenerazione di quelle esistenti, dovrebbero essere i capisaldi da cui partire.

È il caso che la politica inizi ad interrogarsi seriamente su quanto sopra illustrato. Ed è ora che lo faccia favorendo progetti integrati anche fra realtà amministrativamente legate a concezioni stereotipate e superate dalla storia e dai fatti. Così da finalizzare una declinazione dell’ambito rinnovata e, straordinariamente, innovativa che possa riscrivere la storia del territorio. Un  concetto, quello delle affinità tra aree ad interesse comune, ancora troppo ancorato a sistemi di tipo centralista e con spiccate diseconomie sperequative tra una costa e l’altra.

Solo così l’Arco Jonico potrà candidarsi ad essere il reale fulcro degli equilibri mediterranei e il principale polo attrattivo per gli imponenti flussi turistici internazionali. Il brand Magna Graecia, può essere un richiamo di valenza mondiale; il più grande Mid (marcatore identitario) di tutto il Sud Italia. I territori coinvolti hanno il dovere di aprirsi ad una straordinaria visione che dall’estrema porzione di levante calabrese si allarghi al dirimpettaio ambito di ponente pugliese, passando per la lingua di costa lucana. La baia del golfo di Taranto, non è, semplicemente, il fulcro dello Jonio; è il baricentro del Mediterraneo.

Gli imprenditori l’hanno compreso da un pezzo. Ora, è tempo che lo capiscano le Classi Dirigenti. (dm)

A Tropea operatori culturali e turistici a confronto sul patrimonio culturale dei Musei

Si è parlato della relazione tra il patrimonio culturale custodito nei musei e il territorio di cui fanno parte, nell’incontro tra operatori culturali e turistici svoltosi nel Complesso di Santa Chiara di Tropea. L’evento, organizzato dalla Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e promosso dal Comune di Tropea.

Oggi, sempre più, i musei si integrano profondamente nella vita urbana, diventando autentici punti di riferimento. Le strategie per la gestione museale devono aspirare a unire la comunità, a stimolare la competitività e a potenziare il benessere generale. Risulta sempre più evidente come questi spazi non si limitino a esporre opere d’arte, ma svolgano un ruolo centrale nel promuovere e celebrare la diversità artistica e culturale del territorio. I musei fungono da ponte tra il contesto fisico in cui sono situati e il vasto panorama artistico che rappresentano. Devono assumersi la responsabilità di stabilire legami con associazioni, fondazioni, istituzioni scolastiche, imprese e altre realtà locali, favorendo sinergie e collaborazioni proficue.

 In apertura i saluti della commissione straordinaria in seno al comune di Tropea rappresentata dal Viceprefetto Roberto Micucci, e a seguire il saluto del sindaco di Soriano Calabro Antonino De Nardo e Sergio Pititto di Pizzo Calabro.  

Dopo i saluti il Prefetto Paolo Giovanni Grieco nel suo intervento ha sottolineato come le strutture museali svolgano un ruolo strategico per il territorio, sono promotori di una partecipazione attiva della collettività, stimolo alla creazione di nuova cultura, fonte di nuova economia, sviluppo territoriale, turismo sostenibile. L’obiettivo è quello di fare rete per rendere più noti gli attrattori culturali della provincia attraverso i distretti culturali, ha proseguito Pietro Falbo Presidente della Camera di commercio, attraverso un modello di sviluppo locale che a Vibo Valentia si deve sfruttare per attrarre un turismo più consapevole delle tante bellezze presenti sul territorio.

I lavori sono proseguiti con la presentazione della collezione di arte contemporanea “Limen” ospitata all’interno della Camera di Commercio da parte di Raffaella Gigliotti Funzionaria dello stesso ente, del Museo archeologico nazionale di Vibo Valentia e Mileto da parte del Direttore Maurizio Cannatà e del Polo Museale di Soriano Calabro dalla direttrice Mariangela Preta.

Le conclusioni dell’evento sono state affidate ad Ugo Picarelli direttore e fondatore della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, il quale ha sottolineato che aprirsi al territorio deve essere una vera e propria missione per i beni culturali, promuovere il patrimonio culturale è espressione di valori, di coesione sociale e di sviluppo economico a beneficio dei territori con un occhio di riguardo ai più giovani su cui puntare per far crescere la Calabria. L’incontro è stato moderato dalla giornalista Carmen Bellissimo(rvv)

 

Gazzaruso (Turismo Unindustria): Istituire tavolo regionale per creare Destinazione Calabria

Costituire al più presto un tavolo regionale permanente della filiera turistica per la rapida definizione e creazione della destinazione Calabria». È la richiesta avanzata da Cristina Gazzaruso, presidente della sezione Turismo di Unindustia Calabria al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, sottolineando come «sarà fondamentale avere chiara la visione di che tipo di destinazione si vuole essere. Da ciò dipenderanno le strategie di mercato, l’individuazione dei segmenti di clientela, taglio e scelta dei mezzi di comunicazione e le relative politiche di integrazione di filiera».

In via prioritaria, si legge nel documento della sezione Turismo di Unindustria Calabria, occorrerà definire i punti di forza, attrezzarsi per tutelarli, svilupparli, promuoverli e renderli fruibili secondo gli standard e le aspettative di una clientela sempre più informata, esigente e selettiva. È proprio lo strumento delle destinazioni turistiche (Destination Management Organization – Dmo) quello che sta garantendo nel tempo i migliori risultati grazie alla capacità di creare la rete degli attrattori presenti con una programmazione di sistema, una visione comune ed una efficace e realistica narrazione della offerta turistica del territorio.

Per analizzare in maniera costante i dati disponibili ed utilizzarli per l’implementazione di azioni di marketing mirate, occorre poter contare sulla piena operatività dell’osservatorio turistico regionale. Ad oggi tali dati non sono reperibili e ciò impedisce tanto una programmazione efficace che una funzione di indirizzo a favore delle imprese del settore.

«Per promuovere le nostre molteplici bellezze – ha aggiunto la presidente Cristina Gazzaruso – è necessario allungare la stagione turistica oltre il periodo estivo. Abbiamo delle coste bellissime ma la Calabria non è solo mare, le bellezze naturalistiche dei parchi nazionali della Sila, dell’Aspomonte e del Pollino, offrono grandi opportunità per lo sviluppo di un turismo montano così come i possibili itinerari legati all’enogastronomia, al turismo religioso ed a quello dei tanti bellissimi borghi. La Calabria ha potenzialmente tutto quanto necessita per ambire a traguardi importanti, serve averne consapevolezza dando vita ad un circolo di lavoro e collaborazione virtuosa tra pubblico e privato». 

In questa ottica la sezione Turismo di Unindustria Calabria conferma la propria volontà di impegno attivo affinché il Turismo, asset strategico per lo sviluppo di tutta la regione, possa rivestire il giusto ruolo nelle politiche di sviluppo della regione Calabria.

Parlando della stagione in corso, la presidente Cristina Gazzaruso ha espresso la considerazione che «i dati relativi ai possibili flussi turistici per l’estate 2024, di cui si sta leggendo in questi giorni, sono riferiti a stime previsionali e nessuno oggi è in grado di garantirne l’esatta portata. Inoltre, vorrei far riflettere sul fatto che la stagione estiva sembra essere interessata da una ulteriore tendenza alla riduzione della durata con concentrazione nei fine settimana, almeno per il mese di luglio, e non bastano 45-60 giorni di cosiddetto sold-out per renderla ottimale». 

«Apprezziamo gli sforzi del Presidente Occhiuto e della sua giunta in direzione dello sviluppo del settore, a partire dal Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS) approvato per il triennio 2023/2025 – ha aggiunto la presidente della sezione Turismo di Unindustria Calabria – ma occorre avere consapevolezza che, per quanto ben scritto, necessita che sia posto in essere in maniera concreta e compiuta».

«Un ulteriore sforzo – ha concluso – occorre farlo in direzione di un cambiamento della narrazione rispetto a tutto ciò che riguarda la Calabria perché oggi come non mai vale il detto che ciò non viene raccontato non esiste. Occorre farlo bene, con credibilità, autorevolezza e in maniera consapevole e corale». (rcz)

 

Il sindaco di Reggio Falcomatà: Il turismo deve essere una sfida collettiva

Il turismo «deve essere una sfida collettiva», ma «manca un tassello molto importante», ossia la delega al Turismo. È quanto ha detto il sindaco di Reggio e della Metrocity RC, Giuseppe Falcomatà, nel corso della tavola rotonda sul turismo promossa dall’Associazione “Reggio cresce”, confrontandosi con i cittadini e con Vittorio Caminiti, presidente dell’Istituto tecnologico superiore (Its Academy), l’ex Sottosegretaria Dalila Nesci, il professore dell’Unime, Filippo Grasso ed il presidente di Confesercenti Claudio Aloisio.

«Noi proviamo a fare il massimo – ha spiegato – provando ad intervenire nei comparti in cui siamo competenti, ma se non abbiamo le funzioni diventa più difficile ragionare di programmazione. Abbiamo fatto un primo incontro, lo scorso 7 maggio, alla Regione stilando un cronoprogramma che doveva rispettare delle tappe, ad oggi purtroppo saltate. Siamo convinti, però, e non abbiamo motivo di dubitare, che sia intenzione di tutti riconoscere alla Città Metropolitana quelle funzioni che non sono una gentile concessione, ma un preciso obbligo di legge. Entro l’anno l’iter deve arrivare a conclusione. È importante, tuttavia, che la partita esca dalla discussione tra addetti ai lavori e diventi patrimonio collettivo. Così, sarà più facile accelerare i tempi».

Altro argomento è stata la destagionalizzazione dell’offerta turistica che, secondo il sindaco Falcomatà, trova riscontro anche nel recente bando di concessione dei chioschi sul lungomare che, seppur tardivo, adesso avrà una durata annuale obbligandone l’apertura anche durante l’autunno e l’inverno».
«Inoltre – ha aggiunto – è stata messa in campo, per il 2024 ed il 2025, una programmazione su eventi storicizzati di carattere culturale, a livello nazionale e internazionale, di circa 2,5 milioni di euro».

Quella delle risorse è una partita aperta con Roma: «I Comuni, molto spesso, non hanno i fondi necessari per assicurare una programmazione, anche culturale. Lo fanno attraverso le risorse comunitarie, in particolare con il Pn Metro Plus. Noi, per esempio, con la vecchia programmazione abbiamo fatto bando per circa 6 milioni di euro sul turismo di supporto alle aziende. Quei soldi sono stati spesi tutti. Con questa programmazione, le risorse sono state investite su un’offerta che potesse catalizzare, in città, eventi culturali».

«Cosa manca per promuoverla e presentarla? I bandi sono fatti e la partecipazione c’è stata – ha proseguito –. Non si possono firmare i contratti perché, da gennaio, aspettiamo la firma della convenzione con il Ministero del Sud che, ogni giorno, rinvia al giorno dopo. Da qui, dunque, l’attesa nel presentare un’offerta estiva completa e chi oggi solleva polemiche in modo strumentale dovrebbe saperlo».
Una buona notizia arriva sul fronte sanitario: «Con un pizzico d’orgoglio, perché lo seguiamo da tanto, il prossimo 19 luglio aprirà il primo centro dialisi in città che andrà ad agevolare i malati, compresi quei turisti che, per ovvie ragioni, prima di scegliere una meta dove poter passare le proprie vacanze, andavano a ricercare un punto dove poter fare la dialisi».

Il sindaco Falcomatà si è concentrato anche sulle attività che interessano i nostri antichi borghi: «Su borgo Nocille abbiamo investito tanto ed è gestito alla meraviglia. Il secondo borgo che si è, per così dire, sbloccato con i “bandi periferie” è quello di Podargoni. Si faranno accoglienza diffusa, residenze d’artisti, luoghi dove poter lavorare in remoto, set cinematografici all’aperto. L’investimento è di 18 milioni e riguarderà l’ammodernamento del borgo e dell’accessibilità interna, dalla pedemontana alla da parte di Schindilifà, Cerasi, Ortì e Terreti».

Sul fronte della viabilità, Falcomatà ha risposto anche ai quesiti sull’alta velocità, rispetto alla quale «non può valere il discorso che non si può fare in Calabria, mentre si sta facendo da Napoli a Bari. Evidentemente serve maggiore attenzione e forza di confronto col Governo centrale».

Sul fronte della depurazione, passata dal 2015 alla gestione commissariale, Giuseppe Falcomatà ha ricordato come, in questi anni, gli scarichi abusivi si siano ridotti da 30 a 4». Quindi, il sindaco ha concentrato l’attenzione sul turismo legato allo sport, al volano che rappresenta il kitesurf ed ai lavori di realizzazione del lungomare a Punta Pellaro: «Oggi è senza servizi e presto ne miglioreremo la fruibilità. Al Parco Lineare sud, poi, nella “Casa del pescatore”, diverse aree andranno assegnate alle associazioni culturali e sportive e, con la collaborazione del Coni, anche alle federazioni sportive del mare con tutto un indotto collegato che potrà nascere e crescere».

Infine, la candidatura di Reggio a Capitale dell’arte contemporanea: «È una sfida importante che dobbiamo raccogliere trovando unità e coesione. Abbiamo degli elementi oggettivi come Boccioni, le Colonne di Tresoldi, il Musaba e Nik Spatari, le opere confiscate alla criminalità e restituite alla fruibilità di tutti. Questa candidatura, dunque, ci deve mettere insieme enti, associazioni ed energie positive e produttive del territorio così da riempirla di contenuti per raccontare una proposta caratterizzante e diversa dagli altri».

«Non è una cosa che può occupare solo politica, le istituzioni o le associazioni di categorie – ha concluso –. Deve raccogliere l’interesse ed il contributo di tutti. I cosiddetti corpi intermedi, di cui spesso si parla, e coloro che hanno già dimostrato interesse a investire e credere nella città. La sfida è che la città possa e debba trovare unità». i(rrc)

Comito (FI) risponde a Tavernise: Con Occhiuto + 7,1% di presenze turistiche

Il consigliere regionale di Fi, Michele Comito, ha rilevato come «attaccare il presidente Occhiuto utilizzando i dati sulle presenze turistiche in Calabria tra il 2019 e il 2023 è una mistificazione della realtà».

Questo perché «l’attuale presidente della Regione è in carica dalla fine del 2021, per cui non si capisce bene quale ruolo mai potrebbe aver esercitato nei due anni antecedenti alla sua elezione alla guida della Calabria», ha ricordato Comitato, sottolineando come «semmai è il contrario, la variazione percentuale delle presenze turistiche in Calabria dal 2022 (primo anno interamente a guida Occhiuto) al 2023 vede un ottimo +7,1% (la performance migliore di tutte le regioni meridionali, fatta eccezione per la Campania)».

Q«uesto sì che è un dato interamente ascrivibile alla giunta Occhiuto e alle capacità, all’enorme impegno – ha proseguito – ai molteplici investimenti che è riuscito a realizzare il presidente già nel suo primo anno in Regione, pur avendo ereditato una situazione difficile e deficitaria su molti fronti. Per non parlare del lavoro fatto e attualmente in corso per promuovere l’immagine della Calabria, per attrarre nuove rotte aeree e importanti investitori, per migliorare la connettività e la logistica a beneficio dell’intero comparto turistico regionale e, soprattutto, dei calabresi».

«Va bene, dunque, la dialettica politica – ha concluso – ma svilire il ruolo nobile di opposizione con clamorose gaffe – come fatto oggi da Tavernise – non solo non è utile ma è uno spettacolo di cui i calabresi farebbero volentieri a meno». (rrc)

Tavernise (M5S): Turismo, nel 2023 il 18,3% di presenze in meno rispetto al 2019

«La Calabria non è ancora riuscita a recuperare i flussi turistici del periodo pre pandemico. Un dato su tutti fa riflettere e ci pone all’ultimo posto in Italia di questa speciale classifica: tra il 2019 e il 2023 abbiamo perso, in termini di presenze, il 18,3% di turisti nella nostra regione, mentre il 10,9% in termini di arrivi. Chi villeggia in Calabria è nell’81,9% dei casi residente, la così detta componente domestica, mentre solo il 18,1% dei turisti non è residente». È quanto ha reso noto il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, commentando il dossier dell’Istat L’Andamento turistico in Italia – Prime Evidenze del 2023, sottolineando come «è come se il tempo in questi 5 anni si fosse fermato all’intervallo pandemico».

«I dati che riporto, certificati dal Ministero del Turismo – ha aggiunto – dovrebbero far riflettere il presidente Roberto Occhiuto, che ha avocato a sé, tra le altre cose, la delega al Turismo. Settore di fondamentale importanza per la nostra terra, che evidentemente male si sposa con altri impegni assunti dal governatore, come la sua funzione di commissario ad acta per l’attuazione del Piano di Rientro dai Disavanzi del Servizio Sanitario della Regione Calabria».
«Ancora una volta il “volano di sviluppo” rappresentato dal turismo in Calabria resta al palo – ha proseguito – mentre il centro destra approva leggi che faranno arretrare ancora di più la nostra terra, rendendola sempre meno attrattiva al resto del mondo, come l’autonomia differenziata, che pende come una spada di Damocle sulle nostre teste. A livello nazionale, poi, continuano gli spot costosissimi del ponte sullo Stretto, lasciando da parte i veri investimenti che servono alla Regione, come il potenziamento delle strade esistenti, una vera ferrovia sul versante ionico e il rifacimento della Statale 106».
«Forse i turisti non vengono in Calabria – ha detto ancora – perché in questa regione spostarsi è praticamente impossibile, interi territori sono completamente isolati anche in presenza di infrastrutture importanti qual è un aeroporto (penso per esempio al sant’Anna di Crotone che non ha collegamenti stabili e rapidi col catanzarese e la sibaritide) e le campagne di promozione istituzionali lasciano il tempo che trovano».
«Dopo tre anni di governo Occhiuto – ha concluso – questi dati certificano l’ulteriore fallimento di una classe politica contraddittoria che non riesce ad andare oltre gli annunci».

L’OPINIONE / Claudio Aloisio: Reggio e l’area metropolitana sono vocate al turismo

di CLAUDIO ALOISIONoi lo sappiamo, ci crediamo, e per tale motivo abbiamo investito risorse economiche, know how e tempo per creare una web app – ReggioCalabriaGuide.it – che potesse accogliere i turisti fornendo informazioni utili e geolocalizzate, tra i primi in Italia a installare una assistente virtuale basata sull’AI generativa, Morgana, che risponde in qualsiasi lingua gli viene posta la domanda. E non ci fermiamo continuando a innovare e investire in nuove tecnologie come quella del prossimo step: la realtà aumentata integrata all’intelligenza artificiale.

Lo stiamo facendo sino ad ora senza un euro di contributo pubblico ma con la fiducia e il sostegno di decine e decine di aziende che, come noi, credono in questa scommessa: rendere sempre di più il nostro territorio a misura di turista e, conseguentemente, trasformare il turismo in un volano economico strutturale e concreto.

Fatta questa premessa, saremmo dei folli se pensassimo che una semplice web app possa bastare. Serve ben altro: investimenti mirati, una strategia di breve, medio e lungo periodo volta alla promozione da un lato e alla gestione dei flussi turistici dall’altro, un miglioramento generale dei servizi e del decoro urbano, la realizzazione di punti informativi e di assistenza giusto per elencare il “minimo sindacale” necessario.

Ma in realtà se vogliamo sfruttare ciò che ci è caduto dal cielo (nel senso letterale del termine dato che parliamo di voli), la presenza di Ryanair nel nostro aeroporto, ci vuole molto di più: la realizzazione di una rete pubblico/privata che possa, tramite uno “strumento” dedicato, creare sinergie, fare da cerniera tra domanda e offerta, governare i delicati e complessi processi che vengono innescati dai flussi turistici.

Sono ormai anni che proponiamo la creazione di una Dmo (destination management organization). Enti pubblici/privati che, dove il turismo funziona veramente, svolgono un ruolo cruciale nella promozione e gestione delle località interessate. Purtroppo, però, sembra che ululiamo alla luna la quale, si sa, ascolta ma non risponde mai.

E quindi, qual è la situazione attuale in città? Francamente imbarazzante. Dall’annuncio delle nuove tratte datato 15 febbraio, oltre quattro mesi fa, nessuno ha sentito la necessità di organizzare un tavolo operativo con associazioni e società civile per concordare un minimo di strategia d’accoglienza.

Ad oggi, quindi, chi si muove lo fa “in ordine sparso” dato che non c’è alcun coordinamento con quelli che dovrebbero essere gli Enti preposti: Comune e Città Metropolitana. Per altro, parlando di Reggio, pur essendo di fatto iniziata l’estate ed avendo fondi da investire ci troviamo con una Estate Reggina non pervenuta, senza uno straccio di programma, una data, nulla!

Non va meglio per i chioschi del Lungomare ancora da assegnare tranne uno, l’unico non andato a bando o per il Lido Comunale dove si dovrebbe dare in gestione una piccola parte di cabine restaurate ma non si capisce quando e come. Ancora, poi, si aspetta l’apertura del punto informativo posto sempre in via marina che ad ora non è stato affidato a nessuno. Anche l’utile pianificazione di ZTL e isole pedonali è all’anno zero così come altre iniziative meritevoli come il Beach Bus dell’Atam che la scorsa estate portava residenti e turisti a mare da Catona e Lazzaro.

Noi ci crediamo, lo voglio ribadire. Siamo sempre disponibili al confronto costruttivo oltre ad operare concretamente e proporre, con l’unico obiettivo di sviluppare la nostra terra e la nostra comunità. Ma in queste condizioni, vi assicuro, è dura, è davvero dura. i(ca)

[Claudio Aloisio è presidente di Confesercenti Reggio Calabria]

LO SVILUPPO SOSTENIBILE IN CALABRIA
PASSA DALL’AGRICOLTURA E DAL TURISMO

di DOMENICO MAZZA – Anche quest’anno è stata celebrata la consegna dell’ambito riconoscimento della Bandiera Blu. La Calabria, condivisa la terza posizione insieme alla Campania, sale sul podio delle Regioni insignite del prestigioso riconoscimento. Nello specifico, l’Arco Jonico sibarita e crotoniate, in soli 200km di costa, conferma l’attivazione di ben 7 vessilli.

Un suffragio che palesa la qualità di buona parte delle spiagge del nord-est calabrese. Si pensi, un terzo delle Bandiere Blu assegnate alla Calabria (20 in totale) é localizzato in un quarto degli 800km di costa regionale. Un dato importante e da non sottovalutare. Vieppiù, la particolare condizione, si inquadra in un contesto territoriale che già oggi materializza la più grande offerta turistico-ricettiva della Regione e fra le più cospicue del Mezzogiorno d’Italia. Quanto detto amplifica le prospettive di crescita e le aspettative attese dall’area in questione sotto una nuova luce, aprendo ad una serie di opportunità.

Non è la prima volta che intervengo sull’argomento. Già negli anni precedenti ho avuto modo di esprimere la mia soddisfazione per i risultati annualmente conseguiti dalle Comunità calabresi. Lo scorso anno l’ingresso di Isola Capo Rizzuto e il reintegro di Rocca Imperiale fra le Località celebrate. Adesso, la conferma dei sette Comuni già promossi l’anno passato: Rocca Imperiale, Roseto, Trebisacce, Villapiana, Cirò Marina, Melissa e Isola Capo Rizzuto. Un risultato significativo che comprova il lavoro fatto dalle locali Amministrazioni comunali e che certifica l’indiscussa qualità territoriale dell’esterno levante calabrese.

Purtuttavia, manca ancora una visione d’insieme, più ampia e articolata. Latita una prospettiva, coerente e funzionale, che certifichi questo lembo di Calabria come uno dei principali poli attrattivi a livello turistico e implementi detto settore su standard elevati. Al contrario, continuiamo ad avviare sterili battaglie di campanile sul perché del riconoscimento ad una Comunità piuttosto che ad un’altra. Inoltre, disconosciamo che le spiagge celebrate rappresentano quasi il 50% del totale di costa compresa tra Capo Rizzuto e il confine lucano.

Senza l’adeguata consapevolezza, poi, ad una innata inclinazione turistica a cui l’ambito risulta naturalmente vocato, contrapponiamo scriteriate scelte relative a nuovi impianti di termovalorizzazione, rigassificazione e dissennate politiche di abbanco rifiuti e scorie industriali in area già all’uopo altamente sfruttate.

Dovremmo darci una regolata e capire verso quale direzione abbiamo intenzione di spingerci. Sarebbe opportuno comprendere che turismo e sfruttamento invasivo ed intensivo del territorio, raramente vanno a braccetto.

È giunto il momento per consapevolizzare che il rispetto dell’ambiente è alla base di un ecosistema sano. Con quanto su riportato non voglio asserire una mia contrarietà al settore industriale o più precisamente all’industria green. Piuttosto — ritengo — sarebbe opportuno comprendere che un ambito non può essere sottoposto a scelte politiche satrape e non rispettose delle sue attitudini vocazionali.

Tre sono i fondamenti che consentirebbero al nostro territorio di viaggiare spedito verso lo sviluppo sostenibile: agricoltura, turismo e rigenerazione industriale.

Il primo non potrà mai essere ritenuto settore realmente trainante se si persevererà in una gestione familistica e concentrata nelle mani di succinte oligarghie. Bisogna guardare al modello emiliano, dove le cooperative e la nascita dell’industria trasformativa collegata al settore primario hanno reso la richiamata Regione una delle più efficienti d’Europa.

Il turismo non può essere un mero pennacchio da esibire per promuovere i risultati di una Comunita a scapito di un’altra. Il turismo è sistema! E’ necessario avviare, quindi, processi politici volti alla creazione di consorzi delle Comunità rivierasche che si affacciano sul golfo di Taranto. Quanto detto, per rassettare la grande offerta ricettiva, diportistica e naturalistica creando una destinazione che rappresenti un brand di rilancio per tutta la porzione d’affaccio territoriale sulla baia jonica.

Rigenerare i siti industriali non significa togliere polvere dal pavimento per nasconderla sotto un tappeto. Le bonifiche, alludo alla situazione delle aree industriali dismesse a Crotone, ma anche alla condizione relativa all’ex stabilimento produttivo Enel a Corigliano-Rossano, non possono essere fatte sul suolo calabrese. Esistono aree specifiche e dedicate nel territorio nazionale, che si prestano allo scopo. La politica deve pretendere il trasferimento, da parte dei Players nazionali, dei rifiuti pericolosi in aree esterne al contesto regionale. Inoltre, qualora le modifiche recentemente attuate al Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) mettessero in discussione la destinazione extraregionale delle scorie provenienti dal sito Sin Crotone-Cassano-Cerchiara, la Regione dovrà correggere il tiro ritornando sui propri passi.

Non possiamo trasformare un’area che avrebbe tutte le carte in regola per candidarsi a diventare “Destinazione turistica” a ricettacolo di nuove ed ulteriori discariche pericolose. Tantomeno, possiamo immaginare di creare una insensata commistione tra i richiamati settori: non collimerebbero e porterebbero il territorio jonico ad un’implosione sociale. (dm)