di FRANCO BARTUCCI – «Siamo basiti». Così hanno reagito i lavoratori delle Terme Luigiane alle dichiarazioni rilasciate dall’assessore al lavoro, turismo e termalismo della Regione Calabria, Fausto Orsomarso, agli organi di stampa dopo il monologo tenuto attraverso Facebook sulla vicenda delle Terme Luigiane, nel quale affermava il suo sostegno ai lavoratori e contestualmente annunciava che i legali dei due Comuni e della Sateca avevano trovato l’accordo sulla soluzione possibile, in termini giuridici da sviluppare con un atto amministrativo, per l’affidamento delle acque e quindi l’apertura della nuova stagione termale, in attesa dell’espletamento del bando per la ricerca del nuovo sub concessionario.
«La nostra situazione lavorativa – hanno dichiarato i lavoratori in un loro documento – non può e non deve essere usata e strumentalizzata per fini meramente politici. Il nostro interlocutore in questo momento è solo il presidente f.f. Nino Spirlì. Quando il Presidente ci dirà di festeggiare, allora festeggeremo, perché sappiamo che solo lui avrà in mano qualcosa di reale e di concreto».
Certo questa situazione continua a mantenere nel gruppo dei lavoratori molta delusione, rabbia e tanto stupore per le varie dichiarazioni e comportamenti tenuti dai due Sindaci, indifferenti di fronte alle parole usate dal Presidente Spirlì nel pomeriggio del 4 maggio, in occasione dell’incontro avuto sul piazzale antistante lo stabilimento “Therme Novae”.
«Basta giocare con la nostra disperazione. Noi chiediamo lavoro – dicono nel loro documento – perché non sappiamo più come arrivare alla fine del mese. Come ha detto il presidente Spirlì: abbiamo diritto anche noi ad aprire lo sportello della dispensa e trovarlo pieno. Non stiamo chiedendo di campare alle spalle dei cittadini, stiamo bensì chiedendo di mettere nelle condizioni l’azienda di riaprire affinché possa riassumerci».
Ancora più chiara è la loro posizione quando ritornano sul monologo dell’assessore regionale, ed affermano che «gli avvocati dell’azienda, attraverso il loro comunicato stampa, hanno preso le distanze da quanto affermato dall’assessore Fausto Orsomarso, e noi non possiamo fare altro che dedurne che si millanta di aver raggiunto un accordo allo stesso modo in cui si ostenta di aver pubblicato un bando che invece è soltanto un avviso pubblico esplorativo».
Sulla vicenda non poteva mancare pure un comunicato stampa rilasciato dai legali dei due Comuni, gli avvocati: Giuseppe Porzio, Monica Santoro e Valerio Zicaro, nel quale sostengono e giustificano la correttezza del comportamento tenuto dall’assessore Orsomarso, diretto responsabile e promotore dell’incontro, tenutosi tra i legali presso lo studio dell’avv. Paolini a Cosenza, per favorire, sul piano istituzionale, l’esito favorevole della vicenda inerente allo svolgimento della stagione termale 2021.
Dalla loro nota si apprende che i legali di entrambe le parti hanno discusso in ordine a due possibili soluzioni della vertenza, una delle quali è proprio quella annunciata dall’assessore nella conferenza stampa e nei termini dallo stesso sintetizzati.
«Termini comunicati sempre nel rispetto delle forme e dei ruoli, per le vie brevi all’Assessore Orsomarso dai legali di entrambe le parti”. “Ci è parso, inoltre, che l’Assessore Orsomarso – puntualizza nel comunicato – attraverso la conferenza stampa, abbia auspicato il raggiungimento di un accordo e giammai abbia detto che lo stesso sia stato siglato: decisione, questa, che spetta ai legali rappresentanti delle parti».
A chiarimento del servizio è opportuno, comunque, puntualizzare che quella dell’assessore Orsomarso non è stata una conferenza stampa, in quanto questa si caratterizza attraverso una regolare convocazione da parte dell’ufficio stampa della Regione ed alla presenza di regolari giornalisti invitati per un opportuno contraddittorio, che su Facebook non si è visto; mentre nel monologo non è stata illustrata con chiarezza alcuna delle due proposte oggetto di discussione nel corso dell’incontro svoltosi tra i legali delle due parti e quale quella più condivisibile per entrambi i soggetti interessati, Comuni e Sateca. Resta il fatto, poi, che qualsiasi comunicazione in merito andava fatta al presidente Spirlì e che solo a lui, dopo il suo interessamento diretto manifestato con la convocazione dell’incontro del 27 aprile, presso la cittadella regionale, disertato dai due sindaci, e la visita incontro avuto nel pomeriggio del 4 maggio con i lavoratori nei pressi dello stabilimento termale, spettava il diritto di parlarne alle parti e farne oggetto di comunicazione all’opinione pubblica attraverso la convocazione di una conferenza stampa, trattandosi che le Terme Luigiane sono un patrimonio regionale frequentato da tantissimi calabresi, per come scritto dai legali della Sateca nel loro comunicato.
Intanto la Sateca, attraverso una sua lettera inviata ai due Sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese e per conoscenza al presidente f.f. della Regione, Nino Spirlì e al Dirigente generale del Dipartimento Lavoro, Sviluppo Economico, Attività Produttive e Turismo, dott. Roberto Cosentino, denuncia il danno permanente creato, alla conduttura di adduzione delle acque termali dello Stabilimento Terme Novae e al parco termale Acquaviva, con la deviazione delle acque termali che ha portato alla interruzione della produzione e deterioramento dei fanghi termali per la stagione 2021.
«Vi informiamo – è scritto nella lettera – che la mancanza di acqua termale nel nostro impianto di produzione ed erogazione automatica dei fanghi termali, causata dalla chiusura della condotta di nostra proprietà da Voi operata, sta determinando il rapido deterioramento dei fanghi presso gli stabilimenti Terme Novae e San Francesco. Ciò provocherà gravissimi danni economici alla nostra azienda, sia per il valore dei fanghi stessi, sia per la mancata erogazione delle future cure con fanghi e sia per il costo dello smaltimento dei fanghi andati a male. Inoltre, la mancata erogazione delle cure principali comporterà il sostanziale annullamento di tutta la stagione turistico-termale 2021».
La lettera precisa, infine, che il protrarsi della mancata adduzione di acqua alla condotta ne provocherà l’otturamento a causa della cristallizzazione dello zolfo, problema irrisolvibile a causa delle caratteristiche tecniche della condotta stessa. «Ove la situazione di chiusura della condotta dovesse persistere – viene puntualizzato nella lettera – sarete chiamati a render conto di tali ingentissimi danni sia come enti che a titolo personale».
La giornata si arricchisce con la diffusione di un nuovo comunicato stampa del consigliere regionale Pietro Molinaro, che invoca una ragionevolezza per il bene comune investendo i cittadini dei due Comuni e non solo ad un loro forte interessamento per salvare la situazione.
«Ora è urgente comprendere – ha scritto il consigliere Molinaro – quali sono gli atti più corretti da compiere oggi. Invito i cittadini di Acquappesa e Guardia Piemontese a riconoscere che la deliberata arroganza delle loro amministrazioni comunali è solo distruttiva e perciò non può più essere tollerata. Le amministrazioni sono arrivate a deviare la sorgente termale dalle condotte dello stabilimento nuovo, incuranti dei danni che possono determinare. Se si produce un danno, qualcuno dovrà pagarlo, e se saranno chiamati a risponderne i comuni, significa che dovranno pagarlo tutti i cittadini. Se si costringe alla chiusura uno stabilimento produttivo, non è altrettanto facile farlo riaprire. Il tirreno cosentino ne sa qualcosa!».
«L’ostinazione delle amministrazioni comunali è irragionevole ed illogica – ha continuato Molinaro – anche rispetto agli interessi dei cittadini di Acquappesa e Guardia Piemontese, oltre che per quelli del gestore e dei suoi dipendenti. L’assurdo comportamento delle amministrazioni comunali, non può che condurre alla decadenza della concessione delle terme in favore dei comuni. E finalmente devono averlo capito tutti, se in grande fretta hanno mandato gli avvocati a trattare, dopo che avevano disertato la riunione con il presidente Spirlì. Devono aver saputo che si stava scrivendo il provvedimento di decadenza della concessione. A questo punto, mi auguro che la ragionevolezza possa prevalere, per realizzare il bene comune, prima che sia troppo tardi. E per questo mi rivolgo ai cittadini di Acquappesa e Guardia Piemontese, affinché inducano i loro amministratori a recedere dai loro comportamenti distruttivi, che danneggiano tutti, ma proprio tutti».
Dopo avere ancora sollecitato i cittadini ad assumere atteggiamenti propositivi e costruttivi sulla questione, Molinaro conclude dicendo: «Credo che si sia ancora in tempo per riaprire subito l’alimentazione della sorgente verso lo stabilimento nuovo e ritornare al tavolo di confronto convocato dal presidente Spirlì, per trovare una soluzione che soddisfi tutti, nella piena legalità delle procedure. Le Terme Luigiane sono un tesoro, ed è necessario creare le condizioni perché producano tutti i frutti possibili, rendendone partecipi tutti quelli che sono disposti a spendervi le proprie energie. Da calabrese dico che i calabresi debbano smetterla di farsi del male, da soli». (fb)