di MARIACHIARA MONACO – Tutti, almeno una volta nella vita avrete segnato, tra i banchi di scuola o all’università, delle note ai margini di un testo.
Ecco, i ragazzi del Dipartimento Umanistico dell’Università della Calabria, hanno fatto di questo gesto, un simbolo, dando vita a Marginalia, un laboratorio autogestito di interpretazione dei testi poetici, così da potersi ritagliare uno spazio autonomo in cui discutere liberamente di poesia in un quadro che travalicasse in qualche modo lo schema della classica lezione accademica.
Il progetto, pensato e fondato da Maria Teresa Gigliotti, Giovanni Lamberti (filologia moderna), Giorgia Mazzaferro e Raffaella Filosa (scienze dell’antichità), e Alessandra Falduto (Dottoranda Disu), prevede l’organizzazione di piccoli seminari a cadenza settimanale a cura di una studentessa o uno studente, su imitazione de La settima ora, seminario di interpretazione dei testi poetici, che ha impegnato docenti e ricercatori dell’ intero Dipartimento nel corso del periodo pandemico.
Una realtà appena nata, ma che sta muovendo già i primi passi. Molti infatti, sono gli studenti che ogni mercoledì partecipano al dibattito, anche chi, pur non studiando materie umanistiche, si affaccia alla scoperta di un nuovo mondo, grazie alla versatilità di un Campus che permette una mescolanza di persone e di saperi.
È il caso di Alessio, studente d’ingegneria informatica, che, appena saputo di questa novità è accorso in aula per parteciparvi: «Sono molto curioso e affascinato da questa iniziativa. Sarà una bella esperienza, che mi darà la possibilità di conoscere aspetti del panorama letterario, e di confrontarmi con persone nuove».
Da Massimiano ad Anna Achmatova, passando per Saffo e Alda Merini, non ci sono confini o muri che tengano, la forza della poesia viaggia ad una velocità indiscussa, e tocca diverse parti del mondo, pur restando in un’ aula universitaria.
Perché Marginalia è quel viaggio che ogni tanto sogniamo di fare, senza bagagli e senza biglietto, verso una località sconosciuta, anche a noi stessi.
Una cosa è certa però, si parte ogni mercoledì alle ore 17. L’ultima destinazione è stata raccontata dalla dottoressa Antonella Mandarino, la quale, ha presentato Elsa Morante nella veste di poeta, attraverso i filamenti di “Alibi”, una raccolta di poesie, datata 1958.
L’autore, così amava essere chiamata Elsa Morante, si lascia trasportare verso un “altrove”; un mondo parallelo, dove poter incontrare i personaggi delle sue storie, e dove poter soprattutto, combattere il potere dilatatore del tempo, nutrendo una voglia matta di sana spensieratezza, che solo gli anni dell’infanzia danno la possibilità di provare.
Durante il dibattito si è messo in evidenza come tutti i componimenti della raccolta siano legati al tema dell’amore, inteso come pharmakon, che può essere antidoto o veleno, pur sempre rimanendo un pretesto per raccontare l’attaccamento alla vita, e alla letteratura.
Un’esperienza anche misteriosa e animale, un “sentimento altro”, che si presenta come raro, elevato, prezioso, spettacoloso, estraneo al suo secolo, e forse anche ai nostri giorni.
Un’estraneità che l’autore continua a sentire sulle proprie spalle, fino al suo ultimo respiro, proprio come noi, viaggiatori instancabili.
Nella raccolta, molteplici sono i riferimenti ad una delle più famose opere della Morante, ovvero L’isola di Arturo, ma anche alla contemporanea relazione con Luchino Visconti, in una ricerca, redenzione, di sé donna-autrice, anima-fanciulla; ma non solo, quello della dottoressa Mandarino è un vero e proprio excursus, che ci trasporta da Elsa Morante fino Guttuso, a Piero della Francesca, facendo dell’arte e della letteratura, un unicum intramontabile. C’è spazio anche per le note, infatti la Morante, essendo molto amica di Pasolini ed appassionata di musica classica, sceglieva le colonne sonore che accompagnavano i film dell’intellettuale corsaro.
Ecco cos’è Marginalia, un’esperienza dalla quale ne esci arricchito, spensierato e anche un po’ sognatore. (mm)