I Ragazzi del Dipartimento Umanistico dell’Unical danno vita al progetto “Marginalia”

di MARIACHIARA MONACOTutti, almeno una volta nella vita avrete segnato, tra i banchi di scuola o all’università, delle note ai margini di un testo.

Ecco, i ragazzi del Dipartimento Umanistico dell’Università della Calabria, hanno fatto di questo gesto, un simbolo, dando vita a Marginalia, un laboratorio autogestito di interpretazione dei testi poetici, così da potersi ritagliare uno spazio autonomo in cui discutere liberamente di poesia in un quadro che travalicasse in qualche modo lo schema della classica lezione accademica.

Il progetto, pensato e fondato da Maria Teresa Gigliotti, Giovanni Lamberti (filologia moderna), Giorgia Mazzaferro e Raffaella Filosa (scienze dell’antichità), e Alessandra Falduto (Dottoranda Disu), prevede l’organizzazione di piccoli seminari a cadenza settimanale a cura di una studentessa o uno studente, su imitazione de La settima ora, seminario di interpretazione dei testi poetici, che ha impegnato docenti e ricercatori dell’ intero Dipartimento nel corso del periodo pandemico.

Una realtà appena nata, ma che sta muovendo già i primi passi. Molti infatti, sono gli studenti che ogni mercoledì partecipano al dibattito, anche chi, pur non studiando materie umanistiche, si affaccia alla scoperta di un nuovo mondo, grazie alla versatilità di un Campus che permette una mescolanza di persone e di saperi.

È il caso di Alessio, studente d’ingegneria informatica, che, appena saputo di questa novità è accorso in aula per parteciparvi: «Sono molto curioso e affascinato da questa iniziativa. Sarà una bella esperienza, che mi darà la possibilità di conoscere aspetti del panorama letterario, e di confrontarmi con persone nuove».

Da Massimiano ad Anna Achmatova, passando per Saffo e Alda Merini, non ci sono confini o muri che tengano, la forza della poesia viaggia ad una velocità indiscussa, e tocca diverse parti del mondo, pur restando in un’ aula universitaria.

Perché Marginalia è quel viaggio che ogni tanto sogniamo di fare, senza bagagli e senza biglietto, verso una località sconosciuta, anche a noi stessi.

Una cosa è certa però, si parte ogni mercoledì alle ore 17. L’ultima destinazione è stata raccontata dalla dottoressa Antonella Mandarino, la quale, ha presentato Elsa Morante nella veste di poeta, attraverso i filamenti di “Alibi”, una raccolta di poesie, datata 1958.

L’autore, così amava essere chiamata Elsa Morante, si lascia trasportare verso un “altrove”; un mondo parallelo, dove poter incontrare i personaggi delle sue storie, e dove poter soprattutto, combattere il potere dilatatore del tempo, nutrendo una voglia matta di sana spensieratezza, che solo gli anni dell’infanzia danno la possibilità di provare.

Durante il dibattito si è messo in evidenza come tutti i componimenti della raccolta siano legati al tema dell’amore, inteso come pharmakon, che può essere antidoto o veleno, pur sempre rimanendo un pretesto per raccontare l’attaccamento alla vita, e alla letteratura.

Un’esperienza anche misteriosa e animale, un “sentimento altro”, che si presenta come raro, elevato, prezioso, spettacoloso, estraneo al suo secolo, e forse anche ai nostri giorni.

Un’estraneità che l’autore continua a sentire sulle proprie spalle, fino al suo ultimo respiro, proprio come noi, viaggiatori instancabili.

Nella raccolta, molteplici sono i riferimenti ad una delle più famose opere della Morante, ovvero L’isola di Arturo, ma anche alla contemporanea relazione con Luchino Visconti, in una ricerca, redenzione, di sé donna-autrice, anima-fanciulla; ma non solo, quello della dottoressa Mandarino è un vero e proprio excursus, che ci trasporta da Elsa Morante fino Guttuso, a Piero della Francesca, facendo dell’arte e della letteratura, un unicum intramontabile. C’è spazio anche per le note, infatti la Morante, essendo molto amica di Pasolini ed appassionata di musica classica, sceglieva le colonne sonore che accompagnavano i film dell’intellettuale corsaro.

Ecco cos’è Marginalia, un’esperienza dalla quale ne esci arricchito, spensierato e anche un po’ sognatore. (mm)

Medicina, call dell’Unical per docenti medici

L’Università della Calabria è alla ricerca di professori e ricercatori che non solo andranno a rinforzare in corpo docente del nuovo corso di laurea in Medicina e chirurgia TD (Tecnologie Digitali), ma presteranno anche servizio assistenziale nelle strutture dell’Azienda ospedaliera e sanitaria della provincia di Cosenza.

A tale scopo è stata appena lanciata una call, con scadenza il 31 maggio 2023, che mira a raccogliere la disponibilità da parte di professori e ricercatori di area medica a prestare la loro opera all’Unical, e svolgere la loro attività clinica presso l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza in primis, ma anche nelle strutture dell’Azienda sanitaria provinciale e presso l’Inrca (Istituto nazionale di riposo e cura per anziani) grazie all’ampliamento in corso delle rispettive convenzioni.

La manifestazione di interesse a ricoprire il ruolo di professore universitario o ricercatore, riguarda circa 40 settori scientifico disciplinari. A conclusione della call, il Consiglio di Amministrazione – tenuto conto delle complessive esigenze didattiche e di ricerca dell’ateneo, nonché della qualificazione dei profili degli studiosi che hanno manifestato interesse – procederà a individuare i settori scientifico-disciplinari e la posizione (professore ordinario o professore associato o ricercatore in tenure track) da porre a concorso e, per i professori vincitori, si potrà prevedere anche il conferimento della responsabilità di Unità operative complesse.

In particolare, la struttura sanitaria di afferenza ed il ruolo ospedaliero dei vincitori dei concorsi (con l’eventuale primariato per i professori) saranno individuati con apposito atto del commissario dell’Azienda Ospedaliera previa intesa con il Rettore, in conformità alla programmazione universitaria e aziendale. La convenzione stipulata tra università e Azienda ospedaliera, infatti, ha già individuato un primo nucleo di reparti che dovranno assumere una guida universitaria. Tra questi i reparti di Oncologia medica, Medicina interna, Malattie dell’apparato cardiovascolare, Gastroenterologia, Nefrologia, Urologia, Ginecologia e ostetricia, che al momento non hanno un responsabile accademico. In prospettiva le convenzioni prevedono un ampliamento dei reparti a guida universitaria sia nell’azienda ospedaliera che in quella sanitaria e nell’Inrca.

Rigorosi i criteri di partecipazione alla manifestazione di interesse. L’Unical richiede, infatti, che gli studiosi interessati debbano possedere una comprovata esperienza clinica, un’elevata qualificazione scientifica e didattica, acquisita attraverso esperienze maturate nell’ambito della comunità accademica nazionale e internazionale o presso riconosciuti enti di ricerca. 

L’appello del Rettore

«Il nostro lavoro a sostegno dello sviluppo del sistema sanitario regionale continua attraverso il rafforzamento del personale ospedaliero con docenti-medici» ha affermato il Rettore Nicola Leone, che sta lavorando incessantemente per dotare l’Unical di un corso di laurea in Medicina con docenza altamente qualificata, strumentazioni e tecnologie d’avanguardia e proiettato verso la medicina del futuro, integrata con le più recenti applicazioni dell’Intelligenza artificiale». 

«Invito docenti e ricercatori medici dall’Italia e dall’estero ad accettare la sfida, aderendo alla nostra call – è l’appello del Rettore –. È un progetto di grande rilevanza scientifica e sociale, che mira al rilancio della sanità in una zona particolarmente svantaggiata come la Calabria. Non si tratta di un semplice trasferimento geografico, ma di essere protagonisti di un progetto ambizioso, con grandi spazi di crescita professionale già nell’immediato futuro, in una rete assistenziale enorme, che include 8 strutture ospedaliere e circa 1.200 posti letto.

«L’occasione è da cogliere subito – ha concluso – per essere in prima linea nel dare una svolta alla sanità calabrese, che ha potenzialità di crescita immense. La missione è triplice: assicurare il diritto alla salute ai cittadini, offrire ai giovani studenti di medicina una formazione di alto profilo e dare un significativo slancio allo sviluppo della ricerca biomedica, che sempre più beneficia della contaminazione con nuove tecnologie e Intelligenza artificiale, in cui l’Università della Calabria ha rinomate competenze». (rcs)

Migliorare il sistema di mobilità all’Unical: Il workshop dell’Associazione Amici dell’Unical

di FRANCO BARTUCCISu iniziativa dell’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria” si è svolto nella sede dell’University Club dell’Ateneo calabrese un  Workshop sul tema: UniCal in un sistema  di mobilità regionale – Una via d’uscita sostenibile e libera.

Un tema di vibrante attualità ed importanza per l’intera comunità universitaria che si trova a vivere quotidianamente il dramma dell’invasione delle strutture universitarie ad opera di migliaia di autoveicoli che rendono ormai impraticabili e invivibili quei luoghi necessari ad essere utilizzati come aule di studio, di tempo libero, per attività di ricerca e socializzazione.

Ad aprire i lavori sono stati la presidente dell’Associazione, prof.ssa Silvia Mazzuca, che ha spiegato alcune delle finalità operative della stessa Associazione chiamata a sensibilizzare la dirigenza dell’Università, come la stessa comunità universitaria, a migliorare il contesto ambientale e l’organizzazione gestionale dei vari servizi; mentre il Pro Rettore, prof.ssa Patrizia Piro, con delega alla Presidenza del Centro Residenziale, ha parlato della situazione di mobilità e sostenibilità attenzionate all’interno dell’Università, divenute una questione di centralità nel contesto dei bisogni prioritari da parte della comunità universitaria che deve saper guardare pure al collegamento con il contesto del territorio locale e regionale.

Ad affrontare i punti più salienti ed importanti posti dal tema del workshop è stato  il socio dell’Associazione promotrice dell’evento, Giuseppe Lo Feudo, già laureato Unical ed ex  direttore generale Ferrovie della Calabria. Lo Feudo  ha ricordato come fin dall’inizio il tema in argomento è stato centrale per l’ Università della Calabria, che  ha sempre sofferto problemi di accessibilità e di insufficienza dei servizi.

«L’inopinato recente fallimento del progetto di costruzione di una moderna Metrotramvia – ha sostenuto Lo Feudo – che ha vanificato anni di studi e di discussioni, richiede quindi ora  una risposta d’orgoglio da parte della stessa Università, che anche in materia di mobilità dovrebbe porsi come soggetto propulsore  di innovazione e sviluppo di nuove forme integrate di trasporto sostenibile».

Un complesso come il campus infatti, sia per estensione territoriale che per effetto degli oltre 30.000 soggetti attivi che lo popolano, oltre ad essere principale polo attrattivo dei flussi di mobilità regionale, si presta anche ad essere laboratorio ideale per lo sviluppo di un sistema Smart di mobilità sostenibile e complementare da sperimentare per poi estendere a tutto il territorio regionale.

Proprio nel mese di febbraio del 1973 le prime seicento matricole svolsero la prima manifestazione di protesta rivendicando un servizio di trasporto pubblico tra la città di Cosenza ed il Campus universitario di Arcavacata in fase di costruzione quale superamento divisorio tra due aree urbane, considerando anche l’ opportunità di costruire un sistema di metropolitana veloce di collegamento con le varie aree urbane e storiche del territorio provinciale in primo luogo e regionale di conseguenza. Furono oggetto di discussione e proposte le metropolitane veloci di collegamento tra l’Università il Pollino de la Sibaritide, come le fasce montane della Sila.

“Il Campus come incubatore e sviluppatore di Smart Mobility” è stato il tema affrontato dal prof. Giuseppe Guido, docente e Mobility Manager dell’Unical, nella cui parte iniziale ha definito nel dettaglio il contesto territoriale interessato, illustrando i progetti innovativi  che sono  in fase di avvio concreto e che  prevedono sviluppo dello sharing e del Pooling come sistemi complementari qualificanti e che in una prospettiva di breve e medio periodo dovrebbero consentire un decongestionamento del Campus dalle autovetture e un miglioramento significativo della qualità della vita degli studenti , dei docenti e del personale tutto.

Successivamente  interessante è stato  l’intervento del dott. Fabio Teti, Direttore finanziario e commerciale di Tiper, l’ azienda pubblica di trasporto della Regione Emilia-Romagna.  Teti dopo aver evidenziato le importanti potenzialità che ha l’Unical  per quanto attiene lo sviluppo di un sistema di Smart Mobility, ha raccontato nel dettaglio  l’esperienza in corso a Bologna, Ferrara, Rimini, Modena e tante altre importanti città, di sistemi di car sharing elettriche che stanno stravolgendo le abitudini dei cittadini in Emilia Romagna, semplificando l’accessibilità alla rete regionale e nazionale e spostando l’orientamento dei giovani verso l’uso dell’autovettura piuttosto che verso la proprietà della stessa. 

Secondo programma è  poi intervenuto il dirigente trasporti della Regione Calabria, ing. Giuseppe Pavone, che ha illustrato le azioni in essere da parte della regione confermando l’esistenza di interessanti opportunità per ottenere incentivazioni e  finanziamenti mirati alle nuove forme di mobilità.

Dopo un breve ma interessante dibattito e le considerazioni e riflessioni conclusive di Emanuele Proia, direttore generale Asstra, che ha confermato fra l’altro la disponibilità della stessa Azienda a supportare iniziative interessanti a livello territoriale mettendo a disposizione le proprie professionalità ed il proprio Know how, è intervenuta a conclusione nuovamente la prof. Patrizia Piro, Pro Rettore Presidente del Centro Residenziale, che ha ringraziato gli intervenuti ed ha posto all’attenzione anche  il problema dell’assoluta insufficienza dei collegamenti aerei diretti  fra Lamezia e le principali Capitali Europee e non solo, spiegando che all’Università della Calabria  sono iscritti e frequentano oltre 2000 studenti  stranieri, ai quali secondo lo Statuto dell’Università sono riservati annualmente dei posti nel Centro Residenziale e che l’esigenza di collegamenti internazionali aerei diretti è ormai esigenza non secondaria, sia per l’Unical che per l’intera regione.

La stessa Prof.ssa Piro ha chiesto quindi all’Ing. Pavone di farsi portatore di tale importante  istanza all’autorità politica regionale sollecitandone un intervento incisivo anche politico, a livello legislativo sia nazionale che europeo. (fb)

All’Università della Calabria inaugurato il “Luogo del Silenzio”

di FRANCO BARTUCCIÈ stato inaugurato, nel Centro Residenziale dell’Università della Calabria, il Luogo del Silenzio: un’area di preghiera e meditazione, fortemente voluta dal Rettore Nicola Leone, che è aperta a tutta la comunità universitaria e vuole rappresentare uno spazio fisico di reale integrazione dedicato all’incontro fra le diverse sensibilità religiose e spirituali presenti nel campus.

Ero lì ad assistere a questo importante evento che si è concretizzato nel cinquantesimo anniversario del primo anno accademico 1972/1973. Tutto è avvenuto nei locali predisposti nel Quartiere “Maisonettes, con il taglio del nastro, affidato al pro-rettore con delega al Centro Residenziale Patrizia Piro, insieme al pro-rettore vicario Francesco Scarcello e alla sociologa Laura Corradi. Un momento molto atteso dagli studenti stranieri che hanno partecipato in gran numero alla cerimonia di inaugurazione.   Si tenga conto che ad oggi gli studenti stranieri iscritti ai vari corsi di laurea dell’Università della Calabria sono all’incirca 1.300 provenienti da 86 Paesi del mondo.

«Oggi – ha affermato Patrizia Piro – è un giorno molto importante per la nostra università che ha una grande vocazione internazionale. Questo posto è un segno di civiltà ed accoglienza per tutti gli studenti, un luogo di prevenzione del conflitto per la conoscenza reciproca e la serena convivenza».

Il Luogo del Silenzio, tra i pochi spazi per la convivenza inter-religiosa presenti negli atenei italiani, è stato fortemente voluto anche da Alberto Ventura, docente Unical e grande esperto di islamismo scomparso nell’agosto del 2022. Qui si incontreranno i credenti delle tante confessioni e spiritualità praticate nel campus: anglicani, animisti, buddhisti, cattolici, cristiano-maroniti, ebrei, induisti, protestanti, sciiti, sunniti, sufisti, testimoni di Geova, valdesi, zoroastriani.

«Questo luogo, che, nel ricordo di Alberto Ventura, abbiamo voluto chiamare Luogo del Silenzio – ha spiegato Laura Corradi – vuole testimoniare che non vi può essere conflitto tra persone che credono in un Dio diverso. Da questo luogo parte l’invito ad ascoltare e comprendere le realtà interiori delle persone con l’auspicio di vedere sempre più valorizzata la grande diversità di spirito presente nella nostra università».

Fin qui le dichiarazioni delle persone che si sono impegnate nel promuovere questa iniziativa e che potrà costituire un grande tassello, o meglio seme, per fare del Campus universitario dell’Università della Calabria un “Giardino di pace”, per come stiamo dicendo da più tempo attraverso i nostri servizi giornalistici pubblicati da questa testata. Il cammino è possibile e bisogna far presto. (fb)

Al via alle attività teorico-pratiche per gli studenti di Medicina dell’Unical

di FRANCO BARTUCCIC’è molto fermento all’Annunziata di Cosenza, dove sono confluiti  gli studenti del secondo anno del corso di laurea in Medicina e Chirurgia TD (Tecnologie digitali) dell’Università della Calabria,  creato tre anni fa in collaborazione con l’Università  “Magna Graecia”.

Con tale visita  hanno iniziato le attività di esercitazione teorico-pratica, previste all’interno del proprio percorso curriculare, presso le strutture dell’Azienda Ospedaliera “Annunziata” di Cosenza. È l’inizio del progetto di Medicina all’UniCal. A darne notizia è stata l’Area di Comunicazione dell’Università della Calabria con una propria nota diffusa agli organi d’informazione.

Si tratta dell’esordio di queste attività svolte dagli studenti dell’Unical all’interno dell’Ospedale di Cosenza, frutto del protocollo d’intesa firmato, ad inizio anno, dal rettore dell’Università della Calabria, Nicola Leone, e dal commissario dell’Azienda Ospedaliera, Vitaliano De Salazar, con l’ambizioso obiettivo di contribuire al miglioramento dei servizi sanitari del territorio, attraverso una crescente sinergia tra Unical e Annunziata.

Sono stati circa 70 gli studenti che hanno varcato le porte dell’Ospedale dell’Annunziata per la prima delle quattro giornate di esercitazioni teorico-pratiche previste (le prossime sono in programma il 30 marzo, 3 e 5 aprile), nell’ambito degli insegnamenti universitari di Patologia generale e Patologia clinica, Medicina di laboratorio e Microbiologia, e che potranno ora arricchire la propria formazione grazie all’esperienza sul campo in laboratori specialistici, e al patrimonio di conoscenze e strumentazioni tecnologiche messe a disposizione dalle strutture ospitanti: il laboratorio di Analisi Cliniche, il laboratorio di Immuno-Ematologia e Medicina Trasfusionale, quello di Anatomia Patologica e il laboratorio di Microbiologia. 

Sarà l’occasione per gli studenti per iniziare a prendere contatto con l’attività assistenziale, in questa nuova tappa di formazione e potenziamento del corso di laurea in Medicina e Chirurgia TD (tecnologie digitali), con l’auspicio che possano loro stessi, nel futuro, operare con competenza e professionalità, presso le strutture ospedaliere e sanitarie del territorio, come ribadito dal Presidente del corso di laurea, Marcello Maggiolini: «i nostri studenti – ha evidenziato Marcello Maggiolini – avranno modo di approfondire le tecnologie e il know how avanzato di cui già dispone l’Annunziata e, con la loro presenza dinamica, essere protagonisti della sanità del futuro che vogliamo contribuire a realizzare».

«L’accoglienza è stata ottima – ha dichiarato Azzurra Mandolito, giovane allieva del corso di laurea in Medicina e Chirurgia TD e rappresentante degli studenti dello stesso corso – ottimo anche il coinvolgimento nelle attività. Siamo certi che questa esperienza sarà utile per le conoscenze pratiche che dovremo acquisire».

«Con l’avvento delle tecnologie più innovative ed avanzate – ha spiegato lo studente Gianbattista Spadafora – il corso in Medicina e Chirurgia TD si pone, con successo, come anello di congiunzione tra la medicina del passato e quella del futuro, con l’ambizione di dare vita ad alcune tra le prime figure di medici-ingegneri nel panorama della sanità italiana e credo fermamente che ci stia riuscendo in pieno».

L’inizio delle attività di esercitazione teorico-pratica da parte degli studenti fa così seguito alla presa di servizio, nel febbraio scorso, del primo gruppo di professori e ricercatori dell’Università della Calabria che svolge la propria attività assistenziale presso l’Azienda Ospedaliera Annunziata di Cosenza e precede la condivisione di strumentazioni mediche di avanguardia prevista per i prossimi giorni.   (fb)                           

FALSA MODERNIZZAZIONE SENZA SVILUPPO
GLI ATENEI CALABRESI DEVONO FARE RETE

di MIMMO NUNNARI – La notizia di pochi giorni fa che nella prestigiosa “QS World University Ranking by Subject” del 2023 l’Università della Calabria è tra le prime nel mondo per “Computer science” e si riconferma in Fisica, i cui primati internazionali sono già ampiamente riconosciuti, è una di quelle buone nuove che incoraggiano e fanno ben sperare per lo sviluppo futuro della regione ultima in Europa, in tutte le graduatorie. Seppure ignorata dalla stampa nazionale, che notoriamente stenta a  “leggere” le buone notizie sotto Roma, la notizia già ampiamente diffusa con risalto dalla stampa regionale merita di essere amplificata e valorizzata, non per vanagloria inutile, ma perché il “territorio” prenda coscienza che per superare un passato quasi immobile e fare l’ingresso nella contemporaneità, il ruolo di Unical, Magna Grecia e Mediterranea sarà fondamentale e determinante.

Il futuro richiede inventiva e innovazione: caratteristiche che sono parte sostanziale della missione delle università. Uno dei motivi, per cui la Calabria è rimasta arretrata, va invero cercato in quella miopia dello Stato che ha aspettato più di un secolo per istituire l’università in Calabria, una regione dove si reputava non valesse la pena istituirla. Non rispondendo, lo Stato, in questo modo, alla domanda sociale di scienza, cultura, razionalità, organizzazione che invece la Calabria richiedeva, per promuovere i suoi processi di sviluppo. Ora che le Università ci sono e raggiungono traguardi qualificati – non solo l’Unical – è auspicabile che riescano a mettere insieme le loro competenze tecniche scientifiche e le esperienze facendo rete e non guerre di campanile. Il loro ruolo, per lo sviluppo della Calabria è primario considerato che tra i fattori principali, per una crescita armonica, il sapere e l’innovazione sono i primi requisiti.

In passato per l’innovazione sono stati gettati a mare pacchi di milioni o miliardi di lire, per progetti fatti fallire dalla politica famelica; e quelle esperienze non possono essere ripetute. Per evitare errori, tutto ciò che riguarda innovazione e progettazione di sviluppo di tipo tecnologico, capace di creare produzione, deve passare per le università, che hanno una consolidata cultura del risultato. Si possono fare tantissimi esempi, che riguardano l’Unical, ma anche la Mediterranea, con le facoltà tecniche, scientifiche e di Agraria, o la Magna Grecia, con gli studi giuridici.

C’è la necessita di un “Patto per la Calabria”, che coinvolga tutti i soggetti e gli attori sul campo, trasversalmente, fuori delle appartenenze politiche, unendo tutti coloro che hanno interesse e a cuore lo sviluppo della Calabria. Partire con un “patto”, che coinvolga le tre Università calabresi, con la Regione alla guida, significa assumere consapevolezza che la “forza università” è una risorsa su cui contare, che  è indispensabile per svuotare il vecchiume di vecchi sistemi e di una pubblica amministrazione da rottamare e rivitalizzare.

Non stiamo qui a ripetere che la Calabria ha energie e risorse d’intelligenza significative, e che è un peccato mortale farle fuggire, ma per invertire la tendenza migratoria di queste intelligenze occorre fare il passaggio dalla lamentela all’iniziativa, compiendo uno sforzo aggiuntivo alle cose che già si fanno, per immettere pienamente nel modello dello sviluppo i centri avanzati di studio e ricerca che altrove, dove ci sono da secoli, hanno fatto la differenza in tema di crescita civile e sociale e di sviluppo.

La Calabria non è più la società arretrata di alcuni decenni fa, tuttavia, non è ancora entrata appieno nella modernità, anzi, rimane un esempio di falsa modernizzazione senza sviluppo. Si trova in quel difficile passaggio tra vecchio e nuovo da accelerare, col vantaggio – paradossalmente – che non avendo mai vissuto una fase di industrializzazione, e non avendo dunque niente da riconvertire, è nella migliore condizione di partecipare ai processi di sviluppo moderni, che guardano a sistemi di informatizzazione reti energetiche idriche ambientali, che sono gli unici per i quali le prospettive del mercato globale sono le più promettenti.

Qualcosa già si muove, bisogna prenderne atto: la vicepresidente della Giunta regionale Giusi Princi recentemente ha riunito il mondo della scuola, delle università e delle associazioni rappresentative delle famiglie con bambini affetti da disturbi specifici dell’apprendimento, con l’obiettivo di dar vita a una rete di sostegno tra le stesse famiglie e le scuole, che fornisca supporto sia agli istituti scolastici, sia alle famiglie. E’ un modello che darà risultati. Un modello da “mettere a terra”, per tutti gli altri aspetti legati alla crescita e allo sviluppo della Calabria. (mn)

 

 

Inviato da iPad

Rispondi

Inoltra

 

Logistica portuale, accordo tra Unical e Autorità di Sistema Portuale per creare figure professionali

Creare figure professionali legale alla logistica e all’intermodalità. È questo l’obiettivo della convenzione sottoscritta tra l’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio e il Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale (Dimeg) dell’Unical.

Firmato dal presidente dell’Autorità di Sistema portuale, Andrea Agostinelli, e dalla direttrice del Dimeg, prof.ssa Francesca Guerrieri, l’accordo di collaborazione, che avrà una durata di cinque anni, rinnovabile, si fonda, da una parte, sull’interesse prioritario dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio di promuovere attività di ricerca e formazione in tutte le discipline ricadenti nella propria area di competenza, con particolare attenzione in materia di sostenibilità energetica. 

Dall’altra parte, il Dimeg, che ha specifiche competenze sui temi della logistica, della intermodalità dei trasporti, della sicurezza e della gestione dell’energia, guarda alle attività di ricerca, tradotte in concrete attività imprenditoriali, come ad uno strumento strategico di crescita economica e sociale del territorio calabrese. 

Attraverso questa convenzione, l’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio potrà, così, usufruire di competenze, mezzi e professionalità esistenti presso il Dimeg, per lo svolgimento di attività di formazione tecnica e di ricerca scientifica, finalizzata ai settori di interesse dell’Ente portuale.  

Dal canto suo il Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale (Dimeg) dell’Università della Calabria avrà l’uso delle competenze, delle strutture e dei professionisti dell’Autorità di Sistema portuale finalizzate alle attività di ricerca e alla formazione specialistica. 

All’interno di questo percorso di collaborazione, organizzato negli ambiti della ricerca, della gestione e della formazione, entrambi promuoveranno reciproche attività progettuali nell’ambito dei programmi di sviluppo finanziati dai bandi nazionali e da quelli internazionali. 

Il mondo della portualità calabrese e quello accademico si mettono, così, insieme per gettare le basi intorno a nuove prospettive professionali, rivolte ai giovani calabresi, che potranno immaginare e costruire il proprio futuro senza dover più dover emigrare fuori dalla propria regione. (rcs)

All’Unical il seminario di Mauro Tulli su “Sileno e Marisa nel Simposio di Platone”

di MARIACHIARA MONACOL’Università della Calabria, ha ospitato nei giorni scorsi, uno dei maggiori studiosi italiani di Platone, con una vasta produzione scientifica nel campo della letteratura e della filologia greca che indaga il rapporto tra filosofia, letteratura e generi letterari. Si tratta di Mauro Tulli, professore Ordinario di lingua e letteratura greca presso l’Università degli Studi di Pisa, e Coordinatore del Comitato universitario nazionale (Cun) per l’area 10, quella delle scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche.

Il seminario, dal titolo armonico Sileno e Marisa nel Simposio di Platone: sperimentalismo tra generi letterari è stato fortemente voluto, e organizzato minuziosamente dal Dipartimento Studi Umanistici dell’ateneo calabrese, diretto dal prof. Raffaele Perrelli.

Un’architettura perfetta quella del Simposio di Platone, che si configura come un grande dramma satiresco composto da cinque atti e cinque intermezzi, il centro di gravità permanente, secondo Tulli, che ci porta a scoprire alcuni elementi distintivi che permettevano al pubblico del tempo, di riconoscere con sicurezza questo genere. Elementi che ci guidano verso l’ultima parte, quando entra in scena Alcibiade.

Provate ad immaginare la scena a partire dal motivo del Komos, la processione festante di compagni di bevuta insieme alla suonatrice di Aulos (flauto); una processione che “irrompe”, termine per il quale Platone usa l’avverbio “ἐξαίφνης”, e che smuove la normalità, rendendo il tutto straordinario.

E poi ancora: la corona, le brezza, il gioco delle rappresentazioni dei generi letterari dietro ai personaggi tra i quali Socrate, Aristofane, Agatone e lo stesso Alcibiade.

«Siamo da tempo convinti, che la produzione di Platone debba e possa essere interpretata in più modi come produzione letteraria – ha spiegato Tulli alla platea di studenti che hanno partecipato al seminario – la divaricazione tra interpretazione letteraria da una parte e filosofica dall’altra, frutto nel nostro paese di una tradizione critica che possiamo ricondurre a Benedetto Croce, ha senso in chiave moderna, ma molto meno se applicata al mondo antico. In questo caso rischia infatti di creare equivoci e oggettivi anacronismi, soprattutto se riferita al mondo greco arcaico e classico».

E, proprio Platone ci presenta il dialogo come genere “che supera tutti”, e che al pari dell’epos e della tragedia deve trascinare, smuovere l’interlocutore-spettatore, come faceva Socrate che con “semplici parole” sapeva rapire e affascinare chi aveva davanti. 

Il maestro Socrate è paragonato al suonatore Marsia, nonché a quelle statuette di sileni che se si aprono in due mostrano all’interno la figura di un Dio. Insomma, anche quando gioca con le immagini, in un contesto di genere comico, Platone non rinuncia alla verità. Ed è proprio nella commistione tra comico e tragico, che si mostra l’essenza del dramma satiresco, e perché no, della vita, nostalgica dell’unità perduta.

Non solo letteratura, il professor Tulli infatti è stato fondamentale (in qualità Coordinatore del Comitato universitario nazionale per l’area 10), nello svelare gli arcani della burocrazia e delle norme ad essa collegate, per i numerosi studenti presenti e non, che hanno il sogno di stare dall’altra parte della cattedra, proprio come lui.

Al centro, il tema della riforma universitaria, contenuta nella legge 79/2022, che prevede il conseguimento di 60 crediti formativi universitari per l’abilitazione dei docenti, la quale, se applicata, potrà essere un volàno per la riduzione del precariato e certezza nell’accesso all’insegnamento. 

«É vero che i crediti richiesti sono numericamente superiori rispetto ai 24 del sistema precedente, tuttavia va notato che 20 cfu saranno costituiti dal tirocinio e i restanti per un quarto dalla formazione pedagogica e per ben tre quarti dalla componente relativa alle discipline: mi sembra un buon equilibrio. Un percorso formativo finalmente certo e puntuale per l’accesso al concorso – spiega, il quale poi continua – come Consiglio universitario nazionale abbiamo collaborato alla stesura della legge in particolare su tre articoli cruciali di riforma della legislazione precedente: l’articolo 15 che sostituisce i settori concorsuali con i gruppi scientifico-disciplinari, l’articolo 22 che elimina i cosiddetti assegni di ricerca in favore dei contratti di ricerca, più garantiti, e infine l’articolo 24 che al posto delle due tipologie di ricercatore “a” e “b” crea una figura unica, quella del ricercatore interior, che al termine di un percorso finalmente chiaro e lineare, della durata di sei anni, potrà accedere al ruolo». (mm)

L’Università della Calabria nella top mondiale in Computer Science

di FRANCO BARTUCCINella classifica 2023 per discipline, l’Università della Calabria è la sola new entry d’Italia in Informatica, insieme alla Bocconi di Milano. L’ateneo calabrese si riconferma anche in Fisica

Nella prestigiosa QS World University Ranking by Subject 2023 l’Università della Calabria entra per la prima volta per Computer science – unica new entry del Paese insieme alla Bocconi di Milano – e riconferma la sua presenza anche in Fisica, in cui era entrata lo scorso anno.

Si tratta di una ulteriore conferma della qualità scientifica e dell’alto livello raggiunto nel settore della didattica e della ricerca in Computer Science. 

«L’Unical rappresenta ormai un punto di riferimento nazionale e internazionale in questo campo – ha dichiarato il Rettore Nicola Leone – basti pensare, solo per fare un esempio, ai grandi progetti di ricerca fondazionale finanziati dal ministero dell’Università e della Ricerca sul PNRR (call “Partenariati estesi”). Nell’area Computer Science sono stati finanziati due soli progetti nazionali relativi agli attualissimi temi dell’Intelligenza artificiale e della Cybersecurity».

«Bene, l’Unical è uno dei 10 centri di ricerca nazionali (spoke) del progetto di Intelligenza artificiale – ha ricordato – con un ruolo primario di organizzazione e coordinamento delle attività di ricerca in Intelligenza artificiale del Paese. Non solo. L’Unical è uno dei 10 centri nazionali anche su Cybersecurity. Oltre ai mega atenei di Bologna e Roma Sapienza, l’Unical è la sola, col Politecnico di Torino, ad avere tale responsabilità di coordinamento in entrambi i progetti nazionali su Computer Science, a conferma del primato che in tale ambito le viene ormai ampiamente riconosciuto nella comunità scientifica».

L’eccellenza dell’Unical in materia si riscontra anche nella didattica, dove i laureati Unical in Informatica e in Ingegneria Informatica risultano tra i più richiesti d’Italia. Gli ultimi dati Almalaurea sull’occupazione, indicano che il 100% dei laureati Unical in Computer Science lavora dopo appena due mesi dalla conclusione del corso di studi, con un salario superiore alla media nazionale (1.750 euro ad un anno dalla laurea), dato ancora più significativo se si considera che la gran parte dei laureati trova occupazione in Calabria, dove i salari i sono generalmente più bassi che nel resto del Paese.

«È un caso virtuoso, una “success story” in cui la qualità della didattica e della ricerca accademica hanno avuto un impatto fortemente positivo sul territorio, favorendone lo sviluppo. La presenza di dipartimenti di eccellenza nella ricerca in Informatica e Ingegneria informatica, unitamente alla disponibilità di laureati altamente qualificati in queste discipline – ha dichiarato ancora il Rettore – ha favorito in maniera decisiva lo sviluppo del settore ICT in Calabria, portando l’area di Cosenza ai primi posti nazionali come numero di aziende operanti nel settore».

«Intorno all’Unical – ha proseguito – sono nate numerose imprese spin-off che oggi costituiscono un polo ICT fiorente e di crescente impatto, ed il territorio è divenuto attrattivo anche per l’insediamento di industrie di rilevanza internazionale, come Ntt Data, Accenture e Atos Italia, che proprio tra qualche settimana aprirà la sua prima sede a Cosenza. Ed auspichiamo che anche nel campo della Fisica, dove entro un anno sarà completata e si avvierà Star, una grande Infrastruttura di ricerca di rilevanza strategica nazionale, si possano creare impatti territoriali positivi in futuro».     

Cosa analizza la classifica

 Il ranking appena pubblicato focalizza la sua analisi su 54 discipline, suddivise in 5 macroaree: Life Sciences & Medicine, Natural Sciences, Arts & Humanities, Social Sciences & Management, Engineering and Technology. Lo studio, elaborato da QS, il network internazionale dedicato alla formazione e alle professioni, viene costruito sulla base di cinque parametri: la reputazione accademica basata sull’opinione di migliaia di professori, la qualità dei laureati, le citazioni per paper, l’H-Index, che quantifica la prolificità e l’impatto delle pubblicazioni scientifiche e l’International Research Index, che misura l’abilità degli atenei di diversificare geograficamente il loro network internazionale nella ricerca. Le istituzioni oggetto di analisi a livello mondiale sono state 1594, con oltre 16 milioni di articoli e quasi 118 milioni di citazioni. (fb)

All’Unical il seminario internazionale sui rischi naturali e ingegneria geotecnica

di FRANCO BARTUCCISi è svolto, presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente all’Università della Calabria, un seminario sul tema degli effetti geotecnici sul danno indotto da sisma. A relazionare è intervenuto il dr. Jason Buenker, esperto internazionale di ingegneria geotecnica sismica e ingegnere geotecnico presso l’importante società di Ingegneria Shannon & Wilson a Chicago.

Ha conseguito le lauree triennale e magistrale presso la University of Illinois at Urbana-Champaign e il dottorato di ricerca presso la University of California, Los Angeles. Il seminario é stato ospitato nell’ambito del corso di Geotecnica di cui è responsabile il prof. Paolo Zimmaro. Il dr. Buenker ha parlato degli effetti dell’interazione terreno struttura sulla risposta sismica dei terreni. Questo argomento è particolarmente rilevante in quanto tali fenomeni sono tra i responsabili dei danni ingentissimi osservati durante il recente terremoto che ha colpito Turchia e Siria.

Il dr. Buenker ha anche relazionato sulle differenze tra la normativa sismica Usa e quella Italiana, con particolare riferimento al fenomeno della liquefazione che, se innescato, fa si che il terreno si comporti temporaneamente come un fluido, causando il collasso delle strutture e infrastrutture che sono a contatto con quel terreno. I tanti presenti hanno poi interagito con il dr. Buenker e il Prof. Zimmaro durante una partecipata sessione di domande e risposte sugli argomenti trattati durante il seminario. In particolare la discussione si e’ focalizzata sull’elevata pericolosità sismica della Calabria e sulla necessità di nuove normative sismiche che permettano di analizzare fenomeni geotecnici distruttivi, come la liquefazione, in modo più oculato e affidabile.

I risultati delle ricerche del dr. Buenker permetteranno certamente di raggiungere tale obbiettivo. A detta del dr. Buenker e del prof. Zimmaro, avere normative più efficaci, tuttavia, rappresenta solo un punto di partenza, è necessario anche sensibilizzare le cittadinanze rispetto al rischio sismico e implementare azioni proattive che permettano la messa in sicurezza del patrimonio strutturale e infrastrutturale che caratterizza i nostri territori.

Ovviamente, come dimostrato dai risultati presentati in questa occasione, oltre agli aspetti costruttivi delle opere, è necessario prestare molta attenzione agli aspetti geotecnici del problema. Al termine del seminario il dr. Buenker ha visitato i laboratori del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente e si è soffermato sull’importanza delle tematiche trattate dai docenti che operano in questo dipartimento, che sono oggi al centro del dibattito internazionale. (fb)