RENDE (CS) – Da lunedì torna al Dam dell’Unical la rassegna “Il cinefilo”

Riprende lunedì 8 aprile con Il figlio di Hamas-The green prince la rassegna cinematografica organizzata come ogni anno dall’associazione Entropia aps in collaborazione con il Centro Culturale “Cinepresi” di Cosenza.

Una edizione speciale che si inquadra nel progetto Generazioni Solidali, cofinanziato dalla Regione Calabria con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e teso alla promozione di attività che coinvolgano persone di età e provenienza geografica differenti, superando pregiudizi e ispirandosi ai valori della solidarietà, dell’inclusione e dell’educazione interculturale.

Appuntamento al Dam – Polifunzionale dell’Unical – alle 20,45 con la pellicola diretta da Nadav Schirman che inaugura un mese all’insegna del cinema indipendente.

Tratto dal libro autobiografico scritto da Mus’ab Hasan Yusuf nel 2010 in seguito al suo espatrio negli Stati Uniti, il film narra tutto l’arco della sua vita dall’infanzia in Palestina fino all’abbandono della collaborazione con lo Shin Bet nel 2007 e la fuga negli Stati Uniti.

Premiata al Soundance Festival, la pellicola, interpretata dallo stesso Hasan Yusuf, è basata sulle interviste parallele dei due protagonisti e mette l’accento sulla loro vicenda esistenziale, sulla reciproca testimonianza di lealtà e solidarietà umana, e sul tormentato percorso che in nome di questa ciascuno vive verso la propria parte.

Lunedì 15 aprile, sempre alle 20,45 al Dam, sarà la volta di Atlantis, diretto da Valentyn Vasyanovych premiato come Miglior film della sezione Orizzonti al 76° Festival di Venezia.

In un futuro distopico e non troppo lontano, nel 2025, la guerra russo-ucraina è finalmente finita, ed è tempo di guarire. Un gruppo di ex-militari ucraini, aiutati da organizzazioni umanitarie, è impegnato nei timidi prodromi di quella che sembra essere una lunghissima, faticosa opera di ricostruzione, interna ed esterna, di una zona di guerra. Costruito con un rigore ottenuto attraverso delle inquadrature per gran parte statiche, Atlantis è il lavoro di scavo compiuto alla ricerca di quello che è rimasto di una civiltà andata in pezzi e stratificata da macerie, abbandono e morte.

È basato sul romanzo omonimo di Ryū Murakami, Audition diretto da Takashi Miike e che sarà proiettato lunedì 22 aprile alle 20,45 al Polifunzionale.

Considerato da registi come Quentin Tarantino e Rob Zombie uno dei film più raccapriccianti e memorabili degli ultimi 30 anni, Audition è secondo Miike, considerato non a caso tra i cineasti più originali del Giappone: «non è un horror. O almeno, non c’è un mostro, non è soprannaturale. È la storia di una ragazza che prova solamente delle emozioni leggermente strane, quindi non è impossibile capirla. Nei film del terrore, pensiamo che l’elemento horror sia una cosa speciale che non esiste nella vita reale ed è per questo che possiamo godercela. Ma ci sono anche cose terrificanti nella vita e sono tutte opera degli esseri umani. Ciascuno ha quelle cose dentro di sé. Quindi, filmando degli esseri umani, diventa in modo naturale un film dell’orrore».

La rassegna si concluderà il 29 aprile alle 20,45 sempre negli spazi del Dam con la pellicola di Alexandre O. Philippe Lynch/Oz.

Il film indaga i legami tra Il mago di Oz (1943) di Victor Fleming e l’universo inquietante e fiabesco di David Lynch.

Il film può dispiegare così un considerevole numero di immagini e suggestioni. E grazie allo split screen, la tecnica che moltiplica lo schermo in più parti, anche lo spettatore meno informato può apprendere con chiarezza i rimandi visivi e tematici sui quali i videosaggisti articolano le loro analisi in voce fuori campo: la critica cinematografica Amy Nicholson e i registi Rodney Ascher (Room 237), John Waters (Pink Flamingos, Cry Baby), Karyn Kusama (Girlfight, Aeon Flux), Justin Benson e Aaron Moorehead (V/H/S: Viral), David Lowery (Il drago invisibile).

Quattro titoli, dunque, quelli che saranno proposti nella rassegna, alcuni su tematiche di stringente attualità, inseriti nel progetto Schermi indipendenti, frutto della sinergia tra Distribuzione Indipendente, una delle realtà più innovative e dinamiche della scena nazionale, Ucca – Unione dei circoli cinematografici Arci e Uicc – Unione italiana circoli del cinema.

Appuntamento ai lunedì dei Cinepresi con ingresso gratuito e visione nella sala cinema degli spazi del Dam al Polifunzionale. (rcs)

RENDE (CS) – Due giorni di proiezioni al Tau Cinema Campus

Due giorni di proiezioni all’Università della Calabria. Si parte mercoledì 3 Aprile alle h.20.30 sarà proiettato al Tau Cinema Campus il film documentario 30 Anni di cinema a Ponticelli (2022, 47’) di Isabella Mari, una produzione: Arci Movie e Parallelo 41 in collaborazione con: Arci Nazionale e Ucca.

Precederà la proiezione un incontro con la regista Isabella Mari, condotto da Bruno Roberti e Daniele Dottorini, docenti di cinema presso il Dispes dell’Unical.

Il film è stato realizzato in occasione del trentennale dell’associazione (1990-2020) tra il 2018 e il 2019 da un’idea di Antonella Di Nocera all’interno del 3° Atelier di Cinema di “FILMaP – Film a Ponticelli”, un progetto di Arci Movie sorto con il contributo di Fondazione “Con il Sud”, realizzato con la collaborazione di Parallelo 41, che ha permesso di formare oltre 20 filmmakers grazie a docenti quali Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero, Alessandro Rossetto e Carlotta Cristiani.

L’idea era approcciarsi all’immenso archivio audiovisivo di Arci Movie, costruito fin dal 1990, per dare vita ad un’opera che celebrasse i 30 anni dell’associazione. Fin dall’inizio, però, l’obiettivo non è stato solo quello di ripercorrere pedissequamente una storia di attivismo, ma di ricercare un discorso più ampio, per alimentare una riflessione collettiva sull’importanza che può assumere la promozione culturale in contesti nei quali non solo il disagio sociale è alto, ma anche le opportunità di socializzazione sono ridotte al minimo. Piano piano il lavoro dell’autrice è diventato sempre più simile a quello di un’archeologa che scava in profondità per far emergere bellezze inimmaginabili di un tempo passato. Con il recupero nel materiale di repertorio di momenti unici della storia di Arci Movie, è stato sorprendente trovare un filo rosso nel dialogo naturale e spontaneo di alcuni grandi maestri del cinema mondiale con semplici cittadini, giovani e adulti, che hanno partecipato alle migliaia di proiezioni realizzate in questo lungo percorso.

La storia dell’associazione Arci Movie è anche un po’ quella degli ultimi 30 anni di Ponticelli, quartiere di 50.000 abitanti della periferia est di Napoli. Una storia fatta di testimonianze, ricordi, immagini, amore per la cultura e per un territorio che, con la promozione del cinema nel segno della condivisione, ha potuto cambiare la propria prospettiva. Tanti i volti noti che hanno prima preso parte negli anni ’90 alla battaglia per salvare il cinema Pierrot – storica sala del quartiere destinata a diventare un supermarket come tanti – e che poi, nel tempo, hanno continuato a sostenere l’azione associativa di Arci Movie sul territorio, da Ken Loach a Mario Monicelli, da Francesco Rosi a Ettore Scola, da Toni Servillo a Paolo e Vittorio Taviani, da Frederick Wiseman a Mario Martone, da Enrico Ghezzi a Ferzan Ozpetek, da Michele Placido a Roberto Faenza, da Pupi Avati a Giuliano Montaldo. Tantissimi, infine, gli attivisti, gli educatori, gli operatori culturali, gli studenti, i giovani, i docenti, i soci e i semplici cittadini protagonisti di una storia di cinema che ha lasciato segni nella comunità come poche altre esperienze della storia recente di Napoli.

Lavorare ad uno sconfinato archivio di materiali raccolti nel corso di trent’anni di attività di un’associazione ha fatto emergere il cinema che cambia nelle modalità di narrazione e fruizione e che, al contempo, fa cambiare. Poter mettere mano ad un archivio tanto vasto, che ha come protagonisti il cinema e un territorio, mi ha consentito di trasformare testimonianze e racconti in un discorso sul cinema stesso, divenendo preziosa opportunità di scoperta e riscoperta. Ad influire sul lavoro è stata anche l’epoca storica, di profonda crisi, che il cinema sta ancora attraversando: non è possibile dimenticare le immagini delle sale vuote, con una fruizione del prodotto cinematografico che muta di giorno in giorno. La forza dell’archivio, dunque, può così riconsegnare – mediante parole, sguardi e gesti – un cinema che probabilmente oggi non c’è più: le testimonianze (o i discorsi) di grandi personalità si confondono con le voci di semplici spettatori in un unico nuovo racconto che dal repertorio si fa contemporaneo. Il viaggio attraverso le immagini di una sala che si riempie per puro amore per il cinema, si alterna a quello legato a momenti più intimi, a partire dai volti dei fondatori dell’associazione Arci Movie, oggi segnati dal passare degli anni e dei sacrifici, in una storia quasi familiare, in cui ogni componente è legato da una missione comune. Nel film è l’archivio a parlare, ho cercato sempre di conferire alle immagini la medesima passione, forza ed energia con le quali sono state al tempo girate, ma anche con le fragilità di una esperienza di trent’anni in un territorio difficile. Il tutto rielaborato senza mai dimenticare il fascino di uno sguardo al passato che si fa, al contempo, possibilità di riscoperta di un presente fondamentale per guardare al futuro. (Isabella Mari, regista)

Il giorno seguente giovedì 4 aprile alle h.20.30 sarà proiettato al Tau Cinema Campus il film documentario La Giunta (2022, 78’) di Alessandro Scippa. Prodotto da Parallelo 41 produzioni in collaborazione con Luce Cinecittà, Fondazione Valenzi, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.

Precederà la proiezione un incontro con la produttrice Antonella Di Nocera, condotto da Bruno Roberti e Daniele Dottorini, docenti di cinema presso il Dispes dell’Unical.

Il film presentato fuori concorso al 40° Torino Film Festival, ha poi partecipato a numerosi festival in Italia e all’estero. Si tratta di un esempio di cinema del reale e di uso creativo del materiale d’archivio, che racconta come in un caleidoscopio emotivo e di grande tensione umana e civile la storia di una stagione politica esemplare per la città di Napoli, che segnò dalla metà degli anni 70 la concretizzazione di una utopia e di una nuova idea di città .

1975. Maurizio Valenzi diventa il primo sindaco comunista di Napoli, la più grande città del Sud Italia. Attraverso interviste ai protagonisti dell’epoca e materiale di archivio inedito, questa è la storia di un gruppo di donne e uomini che ha cercato di realizzare il sogno di una politica vicina alle persone.

Un sindaco carismatico e una squadra di assessori di grande spessore piantarono i semi di una nuova idea di città, in quel periodo ancora segnata dalle ferite della guerra e da una recente epidemia di colera. Tuttavia, con il terribile terremoto del 1980 e gli interessi economici della ricostruzione si modificarono profondamente gli equilibri politici e criminali, e il destino di Napoli sarà segnato da nuove forme di organizzazione della camorra che oggi, come allora, continua a condizionare la vita della città. Quella esperienza amministrativa, con la sua specificità umana, i valori civili e gli ideali che la caratterizzarono, rappresentò un momento storico unico, una vicenda che ci può anche far interrogare su come e perché il comunismo italiano, con forti legami sociali e culturali di massa, abbia potuto essere spazzato via insieme ai fantasmi del comunismo reale nel 20mo secolo. Con le interviste ai protagonisti di quel dream-team e ai figli di quelli che non ci sono più, il film è costruito come un racconto prismatico dove i frammenti di immagini, negli specchi e nelle rifrazioni dell’oggi, nostalgicamente si confrontano con il passato.

Accanto al racconto di cosa fu quell’epoca, ho voluto anche raccontare la Napoli di oggi, una città stratificata, che ho ripreso con un piccolo prisma posto davanti alla macchina da presa, che ci ha permesso di creare delle sovrapposizioni di spazi urbani, un tempo affollati da chi condivideva una speranza, oggi svuotati, esausti, inerti. Ma è proprio la memoria ad aiutarci a riempire quel vuoto. E così, nel presente di una città, forse immaginaria, tramite una visione prismatica, qualcuno ancora rivive le emozioni di un’epoca che non è più. Alessandro Scippa (Regista del film)

«La giunta è la storia di un gruppo di donne e uomini che ha cercato di realizzare il sogno di una politica vicina alle persone. […] La giunta si innalza oltre l’autoreferenzialità e si consegna alle giovani generazioni, lasciandoci comprendere quanto feconda, inclusiva e illuminata sia stata l’azione di quel gruppo di uomini e donne sognanti». (Massimiliano Virgilio / Corriere del Mezzogiorno)

Per partecipare agli incontri ad ingresso libero è necessario prenotarsi alla mail prenotazioni_cams@unical.it. (rcs)

RENDE (CS) – Domani Toni Servillo in scena all’Unical. Oggi presenta il film “Caracas”

Doppio appuntamento con Toni Servillo all’Università della Calabria. Oggi l’attore sarà, alle 18.30 presso il Tau Cinema Campus Unical, per presentare, con Marco D’Amore, il film “Caracas”, tratto dall’opera letteraria “Napoli Ferrovia” di Ermanno Rea. L’ingresso dell’incontro, moderato da Bruno Roberti, è gratuito ma è necessario prenotarsi alla mail prenotazioni_cams@unical.it.

Domani, venerdì 15 marzo alle 20.30 al Teatro auditorium Unical, nell’ambito del cartellone “Meridiano Sud”, ci sarà lo spettacolo “Il fuoco sapiente” di Giuseppe Montesano con Toni Servillo.

“Il fuoco sapiente” è quello che animava i greci e che noi abbiamo perduto. «Ma come abbiamo fatto?». Citando “Il sonno dei prigionieri” di Platone, «oggi le catene non servono più, perché le catene siamo noi stessi. Oggi la caverna buia è ovunque, una velenosa rete invisibile. Sacrifichiamo l’anima e il pensiero al totem elettronico che ci deruba della nostra vita. Vivono per noi le nostre memorie esterne, gli avatar digitali, vivono della nostra morte». Immaginazione attiva, verità, teatro. Il senso stesso di andare a teatro, svuotato, smarrito. (rcs)

RENDE (CS) – L’Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili promuove l’orientamento

Lo scorso 28 febbraio organizzato dal Dipartimento di Scienze aziendali e giuridiche dell’Unical i rappresentanti delle sezioni locali di Cosenza, Paola e Castrovillari dell’Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili hanno offerto agli studenti una panoramica esaustiva sulla professione del commercialista e sulle sue prospettive di lavoro.

L’iniziativa è stata denominata “Obiettivo Uni.Co” e mira a fornire agli studenti universitari una visione chiara e approfondita della professione del commercialista e delle sue molteplici opportunità. Il progetto ha il patrocinio del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e la Cassa nazionale dottori commercialisti, Fondazione Ungdcec e dell’International union young accountants (Iuya).

L’inizio dei lavori dell’incontro è stato caratterizzato dai saluti dei rappresentanti istituzionali, tra cui Francesco Cataldi, presidente dell’Ungdcec, Elbano De Nuccio, presidente del Cndcec, Serena Giannuzzi, delegata dell’Ungdcec per il tirocinio e i rapporti con le Università, e il prof. Franco Ernesto Rubino, coordinatore del corso di laurea in Economia aziendale presso l’Università della Calabria. A moderare il tutto Alfredo Iannitelli dell’Ordine di Castrovillari e delegato di giunta nazionale dell’Unione.

Durante l’incontro, i professionisti hanno condiviso le proprie esperienze e competenze. La partecipazione attenta e coinvolta della sala ha enfatizzato ulteriormente l’importanza di eventi formativi come questo nel fornire una comprensione completa della professione del commercialista e nell’aiutare gli studenti a prepararsi al mondo post universitario. Tra i temi affrontati, spiccano l’evoluzione della professione contabile, le nuove specializzazioni emergenti nel settore, l’importanza dell’appartenenza all’albo Professionale e le opportunità offerte dal sistema economico attuale. Inoltre, sono stati approfonditi argomenti legati al welfare professionale.

Nel dettaglio, per la rappresentanza di Cosenza, l’argomento trattato è stato: “Gli sviluppi della professione di commercialista, le nuove specializzazioni e l’importanza di appartenere ad un albo professionale per creare valore al sistema economico”. Erano presenti Pier Maria Prisco, presidente Ungdcec Cosenza, il segretario Ugo Cannizzaro e il consigliere dei Probiviri, Francesco Blasi, il consigliere Giuseppe Orsino e Rita Turano, presidente dei Probiviri. Per Paola, invece, hanno partecipato le consigliere Valentina Suriano e Raffaella De Lio e Nazareno Di Renzo, presidente Ungdcec di Paola, che hanno trattato il tema: “L’iter per diventare commercialisti”. Mentre per Castrovillari, la presidente Ungdcec Castrovillari Emanuela Maritato, e Paolo Rende, delegato Cde per l’ordine, hanno approfondito la questione riguardante: “Gli strumenti di welfare e i profili reddituali del commercialista”.

All’evento ha preso parte anche la professoressa Maria Concetta Carnevale, docente dell’Uniocal, che ha arricchito il dibattito con il suo contributo accademico. Si è mostrata estremamente soddisfatta di questa iniziativa e visibilmente emozionata, considerando che molti dei presenti erano stati suoi alunni. La sua partecipazione ha aggiunto un valore significativo alla discussione, offrendo un’esperienza diretta e una prospettiva unica sul percorso accademico e professionale dei giovani studenti.

L’importanza di tali iniziative risiede nella volontà dell’Ungdcec di promuovere una maggiore consapevolezza e comprensione della professione del commercialista tra gli studenti universitari, fornendo loro gli strumenti necessari per valutare e pianificare il proprio percorso di studio e carriera. Queste iniziative non solo informano gli studenti sulle opportunità professionali disponibili ma anche li guidano nel comprendere le competenze richieste e le prospettive di carriera nel settore. Infine, contribuiscono a creare una connessione diretta tra il mondo accademico e quello professionale, facilitando il passaggio dall’istruzione formale alla pratica. (rcs)

RENDE (CS) – Domani, martedì 5 marzo, all’Unical si parla di giovani con Dia

Domani, martedì 5 marzo 2024, presso l’University Club dell’Unical (in via Pietro Bucci, Arcavacata di Rende) dalle ore 15 alle ore 17, si terrà un evento dedicato all’inclusione e al sostegno del percorso universitario dei giovani con Dsa. Il convegno, aperto al pubblico, è promosso dalle associazioni studentesche Alfarma e Esa.

Il tema centrale sarà incentrato su come favorire una piena democrazia dell’apprendimento, offrendo strumenti operativi e strategie pratiche per garantire l’inclusione e il successo accademico di tutti gli studenti.

Tra i relatori illustri dell’evento vi saranno il presidente nazionale di Aid, Silvia Lanzafame, insieme al professore associato di Psicologia clinica presso l’Università della Calabria, Francesco Craig, e la pedagogista e formatrice Aid nonché professoressa a contratto di didattica speciale presso l’Università di Torino, Barbara Urdanch.

Ad aprire il convegno saranno i saluti istituzionali del presidente dell’associazione studentesca Alfarma, Giuseppe Arena, del vicepresidente dell’associazione studentesca Esa, Vincenzo Cananzi, e della delegata alle attività concernenti l’integrazione degli studenti con disabilità e con disturbi specifici di apprendimento nell’ateneo, Antonella Valenti.

La moderazione sarà affidata a Alessandra Stricagnoli, consigliera del corso di laurea in Scienze dell’educazione e del corso di laurea magistrale in Scienze pedagogiche.

La partecipazione all’evento è gratuita e l’ingresso è libero fino a esaurimento posti. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il numero telefonico 393 37 51 310, oppure inviare una email a cosenza@aiditalia.org

Questo incontro si propone come un’importante opportunità di confronto e di approfondimento su tematiche cruciali legate alla promozione di una democrazia dell’apprendimento inclusiva e accessibile a tutti. (rcs)

Addio alla storica preside d’ingegneria all’Unical, Laura Luchi

di FRANCO BARTUCCIDiciamo che da ieri l’Università della Calabria ed in particolare l’area di ingegneria è in lutto per la scomparsa della prof.ssa Laura Luchi che per un decennio, dal 1997 ne ha guidato le sorti come Preside di Facoltà, succedendo al prof. Jaques Guenot, e anticipando la presidenza del prof. Paolo Veltri avvenuta nel 2007.

Come ha scritto l’attuale direttore del dipartimento Dimeg, del quale ne faceva parte, la prof.ssa Francesca Guerriero, in una nota ufficiale dello stesso dipartimento diramata per darne comunicazione della scomparsa: «La prof.ssa Maria Laura Luchi, storica preside della Facoltà di Ingegneria è stata una personalità tra le più carismatiche e autorevoli dell’Università della Calabria». 

Dal profilo ne emerge la figura, il suo carisma, la sua personalità: «Nata ad Orvieto nel 1950, Laura Luchi a 24 anni consegue la Laurea in Ingegneria Meccanica presso l’Università di Pisa. Subito dopo la laurea lei e il suo compagno Andrea Poggialini, anch’egli Ingegnere Meccanico, accettano la proposta del prof. Pietro Caparrini e si trasferiscono a Cosenza, dove sta nascendo l’Università della Calabria. Laura e Andrea vengono infatti cooptati, fra i più brillanti neolaureati italiani, dai membri del Comitato Ordinatore che aveva il compito di allestire i corsi di studio. Fecero quindi parte del nucleo iniziale dei docenti che posero le basi della Facoltà di Ingegneria. È il 1974 e i corsi all’Unical erano stati avviati solo da due anni. Le lezioni si svolgevano dentro i capannoni sparsi fra i cantieri in cui si lavorava alacremente per costruire il Campus di Arcavacata». 

«In quell’anno Laura Luchi vince il primo concorso all’Unical come Tecnico Laureato e dopo un anno e mezzo quello di Assistente di Ruolo per il corso di Meccanica Applicata. Non passa molto tempo e a soli 27 anni diventa Professore Associato di Costruzioni di Macchine. A 40 anni è già Professore Ordinario di Disegno e Metodi dell’Ingegneria Industriale ed è a questo punto che inizia a ricoprire ruoli gestionali di responsabilità sempre maggiore. L’anno successivo viene eletta Direttore del Dipartimento di Meccanica e dopo poco tempo Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica. Nel 1997 assume il ruolo di Preside della Facoltà di Ingegneria, la prima donna in Italia a ricoprire questo ruolo all’interno di una Facoltà di Ingegneria. Viene rieletta per tre mandati consecutivi e, nel frattempo, ricopre altri ruoli prestigiosi come il Delegato del Rettore per l’Orientamento Laureati, Coordinatore della Scuola di Dottorato in Ingegneria Meccanica». 

«Da Preside di Ingegneria, focalizza la sua attenzione sull’orientamento in ingresso, lavorando per sensibilizzare le scuole superiori di secondo grado del territorio rispetto alla necessità di fornire ai propri studenti una preparazione adeguata agli studi universitari di tipo tecnico-scientifico.  L’attività di ricerca è spaziata dai metodi numerici per lo studio dello stato di sollecitazione dei corpi, in particolare il Metodo degli elementi Finiti e degli elementi di contorno, con applicazioni nel campo della Meccanica della frattura. In seguito si è occupata di Modellazione geometrica, seguendo un approccio decompositivo, di Realtà virtuale e di Elaborazione dell’immagine. Ha goduto di grande stima come studiosa in ambito nazionale e internazionale, diventando tra l’altro presidente della Giunta del Collegio Nazionale dei Docenti del suo settore scientifico disciplinare (ING-IND/15)  e svolgendo un ruolo attivo nell’ambito del Collegio dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria. Ha condiviso con il prof. Poggialini la formazione di un folto gruppo di giovani ricercatori calabresi».

«Come altri suoi colleghi, che decisero di spendere la propria esistenza in una sorta di emigrazione all’incontrario Nord-Sud presso l’Università della Calabria, ha lasciato un tratto indelebile fra quanti l’hanno conosciuta di persona, soprattutto per la sua autorevolezza e la sua umanità.  La prof.ssa Laura Luchi ha dato un’impronta fondamentale nel progettare e costruire il corso di laurea d’ Ingegneria meccanica per quello che è oggi, così come più in generale l’intero impianto dei corsi di laurea in Ingegneria dell’Unical».

Ad arricchire questo profilo è il caso di ricordare alcune cose importanti che l’hanno portata a considerarsi parte attiva ed integrante della vita e dello sviluppo dell’Università della Calabria. Mi riferisco alla competizione elettorale, svoltasi il 17 giugno 1999, per eleggere il Rettore dell’Università, in cui fu candidata insieme al prof. Giovanni Latorre, che la spuntò. Ma ricordo perfettamente la passione e l’entusiasmo che mise durante il periodo della campagna elettorale per essere scelta per la guida dell’Ateneo come Rettore.

Un altro suo impegno verso gli studenti laureati della Facoltà d’Ingegneria lo esercitò nel promuovere fin dopo la sua prima elezione a Preside la ricerca annuale sullo stato occupazionale dei laureati d’Ingegneria dell’UniCal, dalla quale uscivano dati incoraggianti sul loro stato occupazionale a breve distanza dal conseguimento della laurea. Poi e precisamente il 15 marzo del 2003 arrivò nell’edificio polifunzionale la prima edizione della manifestazione “Ingegneri d’argento”, che volle promuovere convocando una quarantina di laureati per festeggiarli a distanza di 25 anni dal conseguimento della laurea in ingegneria nell’anno accademico 1977/1978. Era un modo come costruire un ponte fra la Facoltà e i suoi ex studenti, molti dei quali già con incarichi e posizioni di prestigio, in modo da rinsaldare i legami tra l’Università ed il mondo del lavoro.

Come non ricordare, infine, tutte le iniziative e i progetti indirizzati e finalizzati a dare alla Facoltà di Ingegneria una impronta internazionale con accordi e protocolli d’intesa con altre Università estere. Emergono in questo due straordinarie iniziative, promosse in ambito universitario, come l’accordo con la Repubblica Popolare Cinese, avviato per prima in Italia nel 1978 dal rettore Pietro Bucci; nonché l’Istituzione della prima Università Italo Russa sorta in accordo con l’Università russa di Nizhny Novgorod nel 1997 per impegno del Rettore, Giuseppe Frega, con accanto la collaborazione dei professori, Davide Infante, Giovanni Latorre e Sergeiev Yaroslav.

Una figura carismatica e riservata anche dopo il suo abbandono dalle attività d’insegnamento per effetto dell’età, ma sempre attenta e sensibile alla vita ed ai percorsi di sviluppo dell’Università, dando anche il suo appoggio e sostegno alla nascita dell’Associazione internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, istituita nel 2009 da Aldo Bonifati, padre costruttore dell’Ateneo di Arcavacata. 

Tante le testimonianze di affetto e cordoglio che diversi colleghi dell’Università le hanno manifestato attraverso lo strumento interno di comunicazione “Mercurio”. Tra di questi vi è quello del Rettore Giovanni Latorre, del Preside Paolo Veltri, del prof. Marco Turbino, Presidente della Conferenza nazionale per l’Ingegneria (Copl), dell’Università di Trento, che ha inviato agli ingegneri italiani facenti parte della organizzazione il seguente messaggio: «Con profonda tristezza vi partecipo la scomparsa della prof.ssa Laura Luchi, ordinario di Disegno e Metodi dell’Ingegneria Industriale presso l’Università della Calabria. Figura carismatica, autorevole e di profonda umanità, Laura ha fatto parte del nucleo di docenti che ha “fondato” negli anni ’70 la Facoltà di Ingegneria dell’Università della Calabria e ha promosso lo sviluppo del corso di laurea in Ingegneria Meccanica. È stata la prima donna in Italia a ricoprire il ruolo di Preside in una Facoltà di Ingegneria, svolto per tre mandati consecutivi a partire dal 1997. Esprimo alle colleghe e ai colleghi dell’Università della Calabria il profondo cordoglio della Conferenza per l’Ingegneria». (fb)   

Intelligence, Vito Felice Uricchio al master dell’Università della Calabria

Un grande ricercatore ospite dell’Università della Calabria. “Satelliti e sicurezza ambientale: le regole, le tecnologie e le pratiche”. è il titolo della lezione tenuta da Vito Felice Uricchio, Dirigente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

Il ricercatore ha approfondito il tema del massiccio aumento dei satelliti in orbita intorno al pianeta, introducendo il concetto di “dual use”, ovvero lo sfruttamento della massa di dati acquisiti dai satelliti sia di natura civile che militare, nonché dai sorvoli condotti da velivoli di ogni tipo.

Si pensi che nel corso del 2023 sono stati effettuati circa 300 lanci noti che hanno messo in orbita circa 6.000 satelliti noti, in aggiunta a quelli segreti.

I satelliti sono un presidio particolarmente importante per garantire la sicurezza dei Paesi sia attraverso piattaforme osservative e sia garantendo l’affidabilità delle comunicazioni, alla base dell’autonomia strategica dell’Ue.

I programmi satellitari, nazionali, europei ed internazionali, beneficiando dei protocolli di scambio di dati, creano una costellazione multi-orbitale di migliaia di satelliti, che garantisce all’UE servizi sicuri.

Questo aspetto è fondamentale per rafforzare la posizione europea tra i principali attori nello spazio, assicurando numerosi vantaggi, anche di carattere ambientale, sia per le Amministrazioni pubbliche che per i cittadini nella loro vita quotidiana.

Infatti, i programmi satellitari forniscono servizi governativi che spaziano dalla Difesa alla protezione ambientale, dalla tutela delle infrastrutture critiche alla conoscenza delle situazioni e alla gestione delle crisi.

Questi servizi – ha ribadito Uricchio – migliorano la resilienza dell’Italia e dell’UE.

Fornendo un’analisi numerica dei lanci satellitari relativa al 2023, il ricercatore ha poi focalizzato l’intervento sull’utilità strategica della costellazione multiorbitale di satelliti per la tutela, la conoscenza ed il monitoraggio ambientale.

In stretta connessione con la tutela ambientale, le inestimabili informazioni ottenibili dai satelliti e tutte le tecnologie sviluppate sia hardware che software, con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale a supporto della elaborazione dati, costituiscono un elemento imprescindibile per il contrasto ai reati ambientali.
Occorre regolamentare la privacy e la proprietà privata, ha detto il ricercatore che ha sottolineato la crescente qualità e disponibilità dei dati fondata sulla visione multilivello fornita da satelliti operativi a diverse orbite, con il consistente contributo tecnologico dell’Italia quale importante operatore per il progresso scientifico.

Purtroppo, il contesto geopolitico attuale ed il ridotto dialogo collaborativo tra Stati limita l’integrazione dei sistemi di rilevamento satellitare.

Approfondendo la tematica criminale, Uricchio ha ribadito che l’utilizzo sistematico delle rilevazioni satellitari costituisce uno dei più pervasivi ed efficaci strumenti di contrasto ai crimini ambientali che sono caratterizzati, tuttavia, da un tasso di aumento annuo compreso tra a livello globale il 5% e 7% provocando danni calcolabili in perdite stimate tra i 110 e i 281 miliardi di dollari all’anno.

I crimini contro la natura sono attualmente la terza attività criminale più redditizia al mondo, preceduta solo dal traffico di droga e dalla contraffazione e dal contrabbando di armi.

La criminalità ambientale transnazionale è diventata il principale motore finanziario del conflitto sociale, con gravi implicazioni per la pace e la sicurezza.

I percorsi dello sviluppo sostenibile devono riconoscere apertamente e mitigare i rischi posti dalla criminalità ambientale transnazionale alla sicurezza nazionale.

In molti Paesi i crimini ambientali non vengono considerati una priorità, con conseguente mancanza di una risposta governativa corale, adeguata e proporzionata.

Il ricercatore si è soffermato sulla tematica del disboscamento con le accezioni legate alla narco-deforestazione, ma anche all’estrazione illecita di minerali fortemente richieste dai mercati per la transizione ecologica ed ecologica in atto.

L’estrazione illegale di nichel e cobalto, occorrenti per la produzione di batterie, provoca devastazioni di ampie porzioni di territorio, con conseguenze significative anche sulla biodiversità e sulla salute umana per le possibili conseguenze di zoonosi.

In particolare, nella foresta Amazzonica assistiamo a ondate di violenza scatenate dal traffico minerario illegale con la presenza di gruppi armati transfrontalieri e unità di polizia militare canaglia che supervisionano e proteggono tali operazioni minerarie illegali.

Ulteriori impatti che i satelliti sono in grado di evidenziare si riferiscono alle colture intensive legate all’industria alimentare ed energetica (in particolare per la produzione di olio di palma), includendo altresì, le produzioni connesse alla industria della “carta monouso” innescato dallo stop all’uso di plastica monouso di cui alla Direttiva 104 del 2019.

Concludendo la panoramica informativa sui fenomeni criminali ambientali, Uricchio ha posto, quale massimo strumento di monitoraggio e controllo, il “proximal soil sensing”, ovvero l’utilizzo di strumenti capaci di verificare l’inquinamento del suolo, amplificando notevolmente le potenzialità del telerilevamento sia da piattaforma aerea che satellitare.

L’integrazione dei dati multilivello, arricchita dall’implementazione della Ia, costituisce il presente e il futuro della tutela ambientale.

Citando i progetti satellitari italiani, quali il Mirror Copernicus, il Cosmo SkyMed, i Sentinel 1, 2 e 3, il ricercatore ha delineato le funzioni applicative del data fusion e delle immagini satellitari iperspettrali, dati inestimabili per il contrasto ai reati ambientali e per l’osservazione dell’inquinamento del suolo.

Uricchio ha concluso l’intervento specificando che la tecnica analitica spettrale converge sulla progettazione, realizzazione e utilizzo di un microsatellite ambientale rivolto alla change detection spettrale, ovvero al processo di identificazione delle mutazioni del territorio in un particolare intervallo temporale mediante sensori capaci di captare minimi cambiamenti nell’uso del territorio. (rcs)

Il docente Unical Marcello Maggiolini nel ranking mondiale della Ricerca

Il docente dell’Università della Calabria Marcello Maggiolini nel ranking mondiale della Ricerca. Il rappresentante degli studenti Daniele Novello, del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione dell’Università della Calabria, si congratula con il prof. per il prestigioso posizionamento (e riconoscimento) ottenuto nel recente Ranking Mondiale della Ricerca “Best Universities in the World”, stilato da Research.com. Il docente, infatti, si è posizionato al primo posto tra i professori e ricercatori dell’Unical.

«Il prof. Maggiolini – evidenzia Novello – ha dimostrato eccezionale impegno e dedizione nel suo lavoro, contribuendo con la sua ricerca di alta qualità a posizionare l’Università della Calabria su scala globale.
La sua classificazione nel Ranking non solo riflette l’eccellenza della sua attività scientifica, ma anche il suo impatto positivo sulla comunità accademica e scientifica».

Il rappresentante del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione è orgoglioso di far parte di un ambiente accademico che promuove e sostiene l’innovazione e l’eccellenza nella ricerca.

«Il prof. Maggiolini – dice ancora Novello – non solo ha contribuito attivamente alla costituzione del nuovo Corso di Laurea in Medicina (di cui è coordinatore) ma ha anche ispirato generazioni di studenti con la sua passione per la ricerca e il suo impegno per l’eccellenza accademica. La sua presenza nella comunità accademica dell’Unical è un motivo di vanto per tutti gli appartenenti che sono certi di come il prof. Maggiolini, persevererà nella sua opera di ispirazione e guida all’ascesa del mondo scientifico all’interno della comunità accademica dell’Unical».

Novello conclude: «Congratulazioni al prof. Maggiolini. La sua leadership e il suo contributo continuo all’ambito scientifico continueranno a costituire motivo di ispirazione per tutta la comunità». (rcs)

L’Unical rinforza l’ospedale con nuovi primari universitari

L’Università della Calabria rinforza l’Azienda Ospedaliera di Cosenza con quattro specialisti universitari, ossia il prof. Gianluigi Zara, che ricoprirà il ruolo dirigenziale di Nefrologia, Carlo Capalbo che dirigerà l’Uoc di Oncologia e Antonio Curcio per quella di Cardiologia. Il quarto medico reclutato a seguito dei concorsi è Michele Provenzano, ricercatore di Nefrologia all’università di Bologna.

La scelta dei professionisti è stata preceduta da una call che ha riscosso grande interesse a livello nazionale, con 272 domande arrivate da specialisti pronti a svolgere didattica e ricerca all’Unical e prestare la loro opera nelle corsie dell’ospedale dell’Annunziata.  Disponibilità al trasferimento immediato a Cosenza, sono arrivate da tutta Italia: Milano, Napoli, Palermo, Bologna, Roma, Bergamo, solo per citare qualche città. Tra le adesioni, 55 sono state da parte di professori universitari, 22 di primari in ospedali pubblici, 106 di dirigenti, 28 da medici in ruoli apicali nella sanità privata e ben 44 domande sono arrivate da “cervelli di ritorno”, calabresi che lavorano in altre strutture nazionali o estere, anche in posizioni di responsabilità, e che ambiscono a rientrare in regione grazie all’Unical. 

«Il meccanismo delle call aperte – ha spiegato il Rettore Nicola Leone – sta funzionando molto bene e contribuisce anche al rientro dei “cervelli in fuga”, 2 dei 4 specialisti in arrivo sono calabresi che tornano in Calabria dopo anni di esperienza a Bologna ed a Roma. L’arricchimento si riflette sulla qualità della didattica per i nostri studenti, ma puntiamo anche a mitigare gradualmente la migrazione sanitaria offrendo servizi assistenziali innovativi e di qualità».

«Il fenomeno dei viaggi per cure fuori regione, infatti – ha concluso – ogni anno coinvolge quasi un milione d’italiani rendendo la Calabria la seconda regione di questa “lista nera”, secondo i dati diffusi da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). Pertanto l’arrivo di nuovi primari in reparti strategici potrà rappresentare una spinta ad invertire il trend in settori altamente soggetti a migrazione sanitaria».

Gianluigi Zaza, in arrivo da Foggia dopo una lunga esperienza all’università di Verona, è specializzato nell’attività di gestione dei pazienti con malattia renale cronica e, soprattutto, di quelli portatori di trapianto renale. Nello stesso reparto arriva Michele Provenzano; cervello di ritorno, originario di Paola, è il più giovane tra i nuovi assunti – ha solo 36 anni – ma ha già maturato una notevole esperienza clinica all’ospedale Sant’Orsola di Bologna. 

Carlo Capalbo, altro cervello di ritorno originario di Acri, arriva invece all’Unical grazie ad uno scambio docenti con l’università Sapienza di Roma, dove ricopriva la posizione di professore di Oncologia medica con incarichi di alta specializzazione presso l’Ospedale Sant’Andrea anche per i trattamenti con terapie innovative. All’Annunziata sarà il nuovo primario del reparto di Oncologia.

Antonio Curcio, dopo la formazione negli Stati Uniti, è stato il responsabile del laboratorio di elettrofisiologia e cardiostimolazione della Cardiologia diretta dal Prof. Indolfi all’Università Magna Graecia. Il suo arrivo a Cosenza renderà possibili impianti di defibrillatori, resincronizzatori, procedure di ablazioni e trattamento delle aritmie cardiache che non erano eseguibili nell’Ospedale dell’Annunziata, contribuendo a ridurre l’emigrazione sanitaria per queste procedure cardiologiche di alta complessità.

Aprono le scuole di specializzazione

 Il potenziamento del corpo docente medico in settori strategici consentirà, a breve, anche l’avvio di quattro nuove scuole di specializzazione: Malattie dell’apparato cardiovascolare, Ematologia (in sinergia con Oncologia), Nefrologia e Chirurgia generale. A queste si aggiunge quella di Patologia clinica e biochimica clinica, già avviata nell’anno in corso, facendo diventare ben 5 le scuole di specializzazione offerte dall’Unical ad un solo un anno dall’avvio del nuovo corso di laurea in Medicina.

I vantaggi per i reparti universitari

I nuovi professionisti colmano un deficit dell’organico ospedaliero, rafforzando i reparti e ricoprendo posizioni che erano vacanti nell’organico ed erano state surrogate, talvolta per diversi anni, da medici facenti funzione. La presenza dei primari, con la loro esperienza e competenza, garantisce una guida adeguata e, in prospettiva, un’assistenza di qualità ai pazienti.

Nei reparti a guida universitaria diventa possibile attivare le scuole di specializzazione per cui, a partire da ottobre, essi saranno ulteriormente rafforzati dall’arrivo di medici specializzandi. Tutto ciò permetterà di offrire un percorso formativo completo per gli studenti di Medicina e Infermieristica dell’Unical, che potranno svolgere i tirocini presso i reparti universitari.

Inoltre, i medici di questi reparti, sia gli universitari che gli ospedalieri, saranno coinvolti attivamente nelle attività accademiche di ricerca e formazione, favorendo lo sviluppo di nuove conoscenze e l’innovazione nel campo medico e contribuendo alla crescita dell’intero settore sanitario. Infine, l’Unical potrà condividere strumentazioni mediche di avanguardia da utilizzare per ricerca, formazione e assistenza, come già avvenuto per il robot chirurgico Da Vinci. (rcs)

 

RENDE (CS) – Prof Rolli commissario concorso magistratura, le congratulazioni di “Campus friends”

Il docente dell’Università della Calabria Renato Rolli nominato commissario del concorso in magistratura. A lui vanno le congratulazioni dell’associazione studentesca universitaria “Campus friends”.

«Questo prestigioso incarico – dicono dall’Associazione – conferma la competenza e la professionalità del Professore Rolli nel campo giuridico, fornendo un ulteriore riconoscimento al suo impegno e alla sua dedizione nell’ambito accademico. Il Prof. Renato Rolli inorgoglisce la comunità accademica e il territorio calabrese tutto essendo l’unico commissario calabrese. La nomina del Professore Rolli come commissario nel concorso di magistratura è il risultato di anni di studio, ricerca e insegnamento del diritto amministrativo. La sua vasta esperienza e profonda conoscenza della materia lo rendono un punto di riferimento autorevole per gli studenti e un valido collaboratore per i colleghi. Gli studenti ricordano con gratitudine le lezioni appassionate del Professore, sempre ricche di esempi pratici e casi giuridici attuali».

«La sua capacità di trasmettere la passione per il diritto – dicono ancora i giovani studenti – ha ispirato molti giovani a intraprendere la carriera giuridica con determinazione e fiducia. La sua partecipazione attiva a convegni nazionali ed internazionali e la sua produzione scientifica hanno contribuito ad arricchire il dibattito accademico e a promuovere lo scambio di idee nel campo del diritto. La sua reputazione di studioso di fama internazionale è un vanto per la nostra università e un motivo di orgoglio per tutto il corpo accademico.
La nomina del Professore come commissario nel concorso di magistratura rappresenta un riconoscimento non solo della sua competenza professionale, ma anche della sua integrità morale e della sua etica nel perseguire la giustizia. La sua dedizione alla difesa dei valori fondamentali del diritto e della giustizia lo rendono un esempio di rigore e imparzialità per le future generazioni di magistrati. In questa nuova veste di commissario nel concorso di magistratura, il Professore avrà l’opportunità di contribuire in maniera significativa alla selezione di nuovi magistrati».

Poi concludono: «La sua esperienza e il suo acume critico saranno preziosi nel valutare le competenze e le qualità necessarie per ricoprire una carica così importante per il corretto funzionamento del sistema giudiziario». (rcs)