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Il Corecom Calabria promuove raccolta firme per impedire a minori accesso a contenuti pornografici

Il Corecom Calabria promuove raccolta firme per impedire a minori accesso a contenuti pornografici

Impedire ai minori di accedere ai contenuti pornografici proposti dal web. È questo l’obiettivo della raccolta firme online promossa dal Corecom Calabria, guidato da Fulvio Scarpino.

Si tratta, infatti, per il Corecom, di un fenomeno dilagante, oltre che allarmante, che potrebbe essere frenato assicurando una sorta di blocco informatico. Una misura così radicale potrebbe fornire una risposta concreta agli stupri perpetuati dai giovanissimi, come accaduto a Palermo e a Caivano.

«Un minore su due, in età adolescenziale o preadolescenziale, cerca, conosce e guarda siti, canali e app porno: l’accesso controllato è uno degli approcci possibili agli effetti di quella che sembra essere una diffusa diseducazione sessuale – si legge nella nota del Corecom Calabria –. Molti paesi nel mondo hanno già adottato delle soluzioni, sia a livello centrale che a livello utente, ma sono tutte poco efficaci e problematiche. La prima grande difficoltà è quella di controllare gli accessi rispettando la privacy, l’altra è quella di sensibilizzare le famiglie a informarsi e utilizzare gli strumenti disponibili».

«Ѐ fondamentale garantire i minori e, quindi, come sempre tutti devono fare la propria parte. Del resto, basta ricordare le teorie del padre della neuropsichiatria infantile in Italia, Giovanni Bollea che dava una grandissima importanza all’azione educativa degli adulti (insegnanti e genitori) – spiega ancora il Corecom – considerando la società e il mondo degli adulti come responsabili nel prevenire il disagio, la sofferenza e anche le psicopatologie nello sviluppo dei bambini e degli adolescenti. Questo significa che è fondamentale impostare una buona relazione tra genitori e figli affinché possano essere accompagnati gradualmente alla scoperta del sesso».

«Da metà novembre scatterà l’obbligo per gli operatori  – viene ricordato – di mettere a disposizione almeno un sistema di parental control per impedire l’accesso ai minori a siti web o ad app che contengono materiale inappropriato per la loro età.  Ma non basta, bisogna fare ancora di più».

«Siamo consapevoli delle problematiche di ordine giuridico connesse al provvedimento, prima fra tutte la tutela della privacy, che richiedono un’attenta riflessione e un approfondimento che si possono rendere solo in un ordinario procedimento di approvazione legislativo – conclude la nota –. Governo e Parlamento si pongono in questo momento il problema di bilanciare la tutela dei minori con la libertà degli adulti, predisponendo una normativa che contemperi i diritti di tutti, sappiamo che trovare risposte univoche è impossibile, ma è doveroso provarci».

Pieno sostegno all’iniziativa arriva dal presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso.

«Abbiamo il dovere di tutelare l’equilibrio psicofisico dei minori – ha sottolineato – nella prospettiva di un corretto sviluppo della loro personalità, e il Consiglio regionale è in prima linea in questa battaglia di civiltà. Perché l’utilizzo massiccio, incessante e quotidiano, sin dalla tenera età, di internet, social network e vari tipi di app che erogano contenuti pornografici, rischiano di inculcare, specie nei minori, un’idea perversa del sesso, con la figura femminile alla stregua di un oggetto. Si è davanti a distorsioni culturali che generano una socialità a forte rischio».

«La petizione del Coreom Calabria  sostiene l’impegno del Governo per contrastare, attraverso una specifica normativa, un’emergenza che impatta negativamente sul futuro di ragazze e ragazzi. Bisogna dotarsi – ha concluso Mancuso – di strumenti atti ad invertire una tendenza preoccupante che, in diverse circostanze, è concausa di comportamenti violenti da parte di una generazione che va aiutata a non cadere nel vortice della stupida emulazione». (rrc)

 

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