di REDAZIONE ROMANA – Ennesimo, prestigiosissimo riconoscimento al medico-scrittore Calabrese Santo Gioffrè. Venerdì scorso in Senato, presso la storica “Sala Zuccari” di Palazzo Giustiniani, nell’ambito della XXVII Edizione del Premio Tulliola-Renato Filippelli, ha ricevuto la targa al merito come Primo Vincitore Nazionale assoluto della sezione Per la Legalità e contro tutte le Mafie.
Nella motivazione letta a Palazzo Madama si legge testualmente: «La Terra Rossa, in questo libro c’è tanto Sud. Terra rossa di sangue e arsa di sole, viva dell’onore e delle sue contraddizioni; madre e matrigna, sostrato di civiltà ancestrale, primitiva quanto i bisogni, istintiva quanto la violenza e la vendetta. Il romanzo aggruma storia, mito e tradizione, casta di padroni/nobili di ogni ricchezza e pretesa e classe degli ultimi, segnati da ogni povertà ed emarginazione – talvolta “muli”, razza bastarda senza diritti e senza nome. L’autore, aduso a brillante prosa giornalistica e narrativa con uno stile efficace e personale, rammemora la grande letteratura neorealista, in uno spaccato di cultura meridionale, che aspira a trovare nella libertà ogni legittimazione e affrancamento».
La Giuria, presieduta dal grande poeta calabrese Dante Maffia, candidato al Premio Nobel per la letteratura, ha voluto aggiungere alla motivazione ufficiale del Premio un altro concetto fondamentale: «Allo scrittore Santo Gioffrè, per l’impegno profuso contro ogni forma di malaffare e in difesa della salute pubblica».
Ricordiamo che Santo Gioffrè è ormai conosciuto in Italia e all’Estero, oltre per i suoi romanzi, alcuni di questi divenuti film di grande impatto mediatico e successo di pubblico, anche per aver svolto il ruolo di Commissario Straordinario del’Asp di Reggio Cal, nel 2015, e in soli 5 mesi, per aver scoperto e denunciato, per la prima volta e con grande coraggio, le decennali truffe e rapine, per milioni di euro, consumate in quell’Asp ai danni del cittadino.
Il medico scrittore Santo Gioffrè ha preso quindi la parola per sottolineare la sua grande soddisfazione per il premio ottenuto, «ma inaspettato», e soprattutto per essere stato premiato nello stesso luogo dove il 27 dicembre 1947, il Presidente della Repubblica, Enrico de Nicola e il Presidente del Comitato, Umberto Terracini, firmarono la Costituzione. Ma anche – ha sottolineato in pubblico il medico scrittore – per aver avuto il piacere di essere premiato assieme al magistrato Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro, insignito lui con medaglia d’oro concessa dal Presidente della Camera Roberto Fico, per il Suo altissimo impegno contro la ‘Ndrangheta”. (rrm)