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Il sindaco di Cosenza Caruso: “L’Europa davvero unita non deve essere un’utopia”

Il sindaco di Cosenza Caruso: "L'Europa davvero unita non deve essere un'utopia"

«Oggi c’è bisogno che gli Stati che compongono l’Europa stiano veramente insieme, per conferire all’entità sovraordinata un potere ancora più incisivo che possa governare uno scenario globale che dia all’Europa un nuovo protagonismo sulla scena internazionale». È quanto ha detto il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, nel corso del Consiglio comunale aperto sul tema Scriviamo insieme il futuro dell’Europa.

Il sindaco ha ringraziato tutti i partecipanti alla seduta del Consiglio, a cominciare da Don Giacomo Tuoto, intervenuto al dibattito in rappresentanza dell’Arcivescovo di Cosenza-Bisignano, Mons. Giovanni Checchinato, impossibilitato, per altri impegni, a partecipare. Poi, Franz Caruso ha rivolto un particolare ringraziamento anche al Prof. Franco Mollo, che lo stesso primo cittadino ha voluto al fianco dell’Amministrazione comunale come responsabile del Centro di informazione europea del Comune di Cosenza.

Quindi ha esternato il suo compiacimento per la presenza a Cosenza di Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio Italiano Movimento Europeo, che il civico consesso ospitò nel 2022, in un altro consiglio comunale aperto sull’Europa, ma in collegamento video da Bruxelles.

«La sua presenza – ha rimarcato Franz Caruso – qualifica ulteriormente il dibattito, atteso che il Prof. Dastoli, che è calabrese, originario, per parte di padre, di Filadelfia, è stato assistente parlamentare di Altiero Spinelli, uno dei padri fondatori dell’Europa ed estensore del Manifesto di Ventotene, ed anche ricercatore dell’IstitutoAffari Internazionali fondato dallo stesso Spinelli».

Caruso ha, poi, ricordato il patto dei Sindaci, propostogli dal Movimento Europeo, che come primo cittadino di Cosenza, firmò, a suo tempo, per una costituente democratica europea. Un ulteriore ringraziamento il Sindaco ha poi rivolto anche al provveditore agli studi della Provincia di Cosenza, Loredana Giannicola, presente anche oggi all’iniziativa del Consiglio comunale, così come lo era stata già nella seduta del consiglio comunale del 9 giugno del 2022. Subito dopo, Franz Caruso è entrato nel vivo del tema all’ordine del giorno.

«Tornare a parlare di Europa – ha spiegato il primo cittadino – e contribuire a scriverne il futuro è un’esigenza dalla quale non si può prescindere. Accanto all’Europa economica lacrime e sangue e che ci ha fatto pagare prezzi pieni di sofferenze e sacrifici c’è però  anche un’altra faccia dell’Europa, quella solidale della pandemia e del Pnrr che ha avuto una funzione assolutamente importante che, però, non è stata recepita dal nostro Paese, perché mentre l’Europa, con il Pnrr, ha destinato all’Italia una messe di miliardi di euro, il 40% dei quali sono stati destinati al Sud per ridurre il divario con il Nord, anche per dare al Paese una visione di forza unitaria, non solo geografica, il governo di centrodestra va verso l’approvazione del ddl Calderoli che tutto fa tranne che unire il Paese».

«Mentre l’Europa eroga risorse e dà un indirizzo politico perché la si consideri più unita e più forte economicamente – ha aggiunto – con l’autonomia differenziata divideremo il Paese in 20 piccoli Stati che, laddove dovesse passare il ddl Calderoli e ritengo di poter dire che ormai è in fase di approvazione, decideranno in materia di sanità, trasporti, infrastrutture, ambiente, istruzione, e in altre materie. Una situazione che non serviva affatto al nostro Paese, come non serve assolutamente all’Europa».

«Tutta la storia della nascita dell’Unione Europea – ha proseguito Franz Caruso – offre una prospettiva politica pienamente condivisibile e che guarda al progetto di Altiero Spinelli e al sogno suo e dei primi padri europeisti, contenuto nel Manifesto di Ventotene del 1941. Ed è da quella idea di Europa che non dobbiamo discostarci e deflettere. E’ importante da un lato credere ancora nel progetto originario, che è un progetto non pienamente compiuto, ma ancora in divenire e, dall’altro, puntare su un’Europa solidale che guardi al sociale e che possa contrastare le disuguaglianze, di qualsiasi genere esse siano».

«Un’Europa davvero unita – ha aggiunto il primo cittadino – non deve essere più utopia, ma deve diventare, nei fatti, una magnifica realtà. Solo per questa strada anche i nostri giovani potranno auspicare di vivere il loro futuro appieno, da cittadini europei, con rinnovata fiducia e speranza. Se il futuro dell’Europa è ancora da scrivere, scriviamolo insieme. Siamo ancora in tempo, senza dimenticare gli elementi fondativi, gli ideali della pace, dell’unità e della solidarietà».

I lavori sono stati aperti dal presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Mazzuca, che ha  ricordato come la città di Cosenza sia stata, nel febbraio del 2022, tra i primissimi Comuni del Sud Italia ad aderire al Patto dei 100 Sindaci per una costituente democratica europea, promosso dal Consiglio italiano del Movimento Europeo, oggi rappresentato in Consiglio comunale dal suo presidente Pier Virgilio Dastoli.

«Un Patto – ha proseguito Mazzuca – per un’Europa dei diritti e per una democrazia partecipativa, rappresentativa e di prossimità. Oggi diventa fondamentale promuovere e favorire la partecipazione attiva dei giovani alla vita civica e politica. L’Europa, non v’è dubbio, è una realtà consolidata, nonostante sia messa in discussione da quello che sta accadendo».

E il Presidente Mazzuca ha fatto riferimento al protrarsi delle guerre in Ucraina come in Medio Oriente dove sotto attacco è anche l’istruzione, con la distruzione di quasi il 90 % degli edifici scolastici.

«Siamo a meno di un mese – ha proseguito Mazzuca – dalle elezioni europee e l’8 e il 9 giugno si andrà a votare. Che Europa chiediamo oggi? Sicuramente un’Europa che lavori realmente per la Pace e faccia da mediatrice per favorire soluzioni politiche unitarie ed efficaci. Alla logica di rafforzamento delle politiche di difesa e di riarmo è necessario contrapporre la forza diplomatica per ottenere il cessate il fuoco delle parti in conflitto, favorendo il dialogo e ponendo le condizioni necessarie per una pace duratura».

Mazzuca indica nei ragazzi – tanti quelli presenti nell’aula consiliare provenienti da diverse scuole della città – coloro che potranno tracciare la strada da seguire. «La maggior parte dei giovani – ha detto ancora il Presidente Mazzuca – ha espresso un forte senso di identità europea perché vedono nell’Unione Europea un’opportunità per il loro futuro. Ecco perché abbiamo bisogno di più Europa. Per farlo è fondamentale aumentare la partecipazione dei giovani ai processi di elaborazione delle politiche, adottare un approccio trasversale per integrare una prospettiva giovanile in tutti i livelli di governo».

Con riferimento particolare all’istruzione, il Presidente del Consiglio comunale Mazzuca ha sottolineato che «entro il 2025 tutti i cittadini dell’Unione Europea dovrebbero avere accesso a un’istruzione e a una formazione di qualità. Utilizzo il condizionale perché la realizzazione di un’agenda così ambiziosa richiede il coinvolgimento attivo di tutti gli Stati membri, delle istituzioni, così come dei docenti e degli istituti di istruzione e formazione».

«Il futuro, non troppo lontano – ha rimarcato Mazzuca – è quello di dar vita a uno spazio europeo dell’istruzione in cui studenti e insegnanti saranno liberi di studiare e lavorare in tutto il continente e in cui gli istituti potranno associarsi liberamente entro e oltre i confini europei. Per fare questo, però, bisogna pensare non solo agli studenti, ma anche ai loro educatori, agli insegnanti e alla loro formazione, dotando la scuola di risorse necessarie per lo sviluppo del personale scolastico».

Quindi Mazzuca ha ricordato, tra gli obiettivi del Consiglio comunale, quello di educare i giovani alla partecipazione attiva. «Vogliamo incoraggiarli a prendere coscienza del proprio ruolo di cittadini europei. Alla viglia delle prossime elezioni europee, è fondamentale avvicinare l’Europa al territorio e i giovani all’Europa. I giovani devono far sentire la loro voce ed essere coinvolti nel processo politico. Non bisogna subire le decisioni altrui. Da qui l’importanza di quanto sia fondamentale la partecipazione. L’8 e il 9 giugno 2024 saranno 23 milioni i giovani che si recheranno alle urne per la prima volta per il rinnovo del Parlamento europeo. E in Italia sono circa 2,3 milioni i ragazzi e le ragazze che dovranno scegliere i propri rappresentanti in Europa».

E, rivolgendosi agli studenti presenti, Mazzuca ha concluso con un incitamento ed un monito: “Forza ragazzi! Viva l’Italia, viva l’Europa Unita!».

Prima del sindaco era intervenuto il prof. Franco Mollo, responsabile del Centro di informazione europea del Comune di Cosenza, rappresentante dello stesso Comune al Consiglio Nazionale del Cime (Consiglio Italiano Movimento Europeo) di Roma, di cui fa parte dal 2009, e già componente del Consiglio Direttivo dell’AJE (Association Journalist European) e vice Presidente vicario del Circolo della stampa “Maria Rosaria Sessa”. Il prof. Mollo ha sottolineato come l’evento che il Comune di Cosenza ha organizzato anche quest’anno, dopo quello del 9 giugno del 2022, assume particolare rilievo per due importanti aspetti.

«Il primo – ha specificato Mollo – in quanto si tiene a meno di un mese dal 9 giugno, data in cui tutti i cittadini dei Paesi membri dell’Unione Europea sceglieranno i propri rappresentanti al Parlamento europeo per i prossimi cinque anni (720 eurodeputate ed eurodeputati, di cui 76 saranno i rappresentanti dell’Italia)».

«Il secondo, è che – e lo dico con un pizzico di orgoglio personale – durante la celebrazione della Festa dell’Europa del 9 maggio del 2022, in questa stessa sala – ha ricordato – con la partecipazione in remoto da Bruxelles, di Pier Virgilio Dastoli, ebbi ad esprimere l’auspicio per riaprire lo sportello informazioni europee. Oggi quell’auspicio è diventato realtà, in quanto nello scorso mese di marzo è sorto il Centro Informazioni europeo della Città di Cosenza, il cui coordinamento e stato affidato a me e ringrazio il sindaco per l’onore di avermi affidato questo incarico».

Per il prof. Mollo, nonostante le celebrazioni in tutta Europa del 9 maggio scorso, per la Festa dell’Europa «c’è poco da festeggiare, pensando al delicato momento che stiamo attraversando».

E Franco Mollo ha richiamato la solidarietà tra le nazioni europee cui fa riferimento la Dichiarazione di Schuman «che offre – ha detto – un insegnamento e assume un significato ancora più profondo oggi, in questi tempi difficili di emergenza con i venti di guerra che spirano su tutto il pianeta. È paradossale che a 74 anni dalla dichiarazione di Schuman, in Europa e nel mondo si parli di guerra, di economia di guerra, esattamente il contrario di quello che era e doveva essere lo spirito per il quale era nata l’Unione Europea, l’Europa dei popoli e della pace».

È lucida e attenta l’analisi di Mollo: «dobbiamo, purtroppo ammettere che l’UE non è riuscita ad essere un vero soggetto politico, capace di avere una politica estera comune e quindi di cercare di contare qualcosa nell’arena mondiale. Dopo la prima fase della costruzione europea è progressivamente caduta nelle mani delle burocrazie».

«L’Ue è rimasta imbrigliata nella rete dei “competenti” delle commissioni – ha proseguito – dei contabili del deficit, dello spread e dello “sforamento”. Si è preoccupata solo di distribuire soldi. Cullandosi che questo potesse costituire un effettivo richiamo ideale, il principio di appartenenza ad una patria».

E ancora: «l’Ue non ha una sua identità – ha evidenziato – in cui tutti gli europei si riconoscono e c’è bisogno di costruirla con convinzione. Un passaggio ineludibile – questo – che richiede di passare dalla mera concezione dell’Europa dell’economia, del mercato all’Europa dei popoli, alla ripresa del processo d’integrazione europea dei cittadini per creare valori comuni. C’è bisogno di ricostruire il senso di fiducia della gente nelle Istituzioni europee, di guardare ad esse come la grande opportunità di mutuare le best practices di ogni Paese e renderle comuni, per esempio la sanità, il lavoro, il welfare, la scuola. Perché questi sono i temi principali per rendere l’Europa solidale e sentirsi tutti cittadini europei alla pari».

La parte conclusiva del suo intervento, il prof. Mollo l’ha dedicata ai giovani.

«La voce dei giovani deve risuonare nei corridoi istituzionali, plasmando politiche e iniziative che rispondano alle sfide della contemporaneità. L’elemento distintivo del contributo delle nuove generazioni risiede proprio nella loro prospettiva innovativa. La crisi climatica, la digitalizzazione accelerata e le sfide sociali richiedono soluzioni audaci e progressiste. Dunque, sono i giovani, con la loro inclinazione naturale all’innovazione e alla tecnologia, ad essere in una posizione privilegiata per guidare l’Europa verso una società più sostenibile e orientata al futuro. Voi dovete essere protagonisti e non spettatori delle decisioni europee. Il ruolo dell’Europa è importante non solo per i cittadini europei ma “l’Europa ci può aiutare a stare meglio al mondo”, come amava dire David Sassoli».

Nel successivo intervento, il Provveditore agli studi della Provincia di Cosenza, Loredana Giannicola ha sottolineato che «l’Europa è un argomento che ci riguarda tutti. Spesso viene dipinta come un’entità astratta, ma in realtà dobbiamo ricordare che l’Europa rappresenta un progetto fondato su dei valori irrinunciabili che sono essi stessi veri e propri pilastri della visione europea». Giannicola ha evidenziato inoltre «la necessità di ritrovare un’alleanza tra i popoli. Forse dovremmo rispolverare il senso della storia e fare memoria per ricostruire ciò che è stato e per dare un senso a ciò che siamo oggi».

Quindi, ha assegnato un assoluto protagonismo ai ragazzi, complimentandosi con il Comune di Cosenza per la decisione di dar vita al Consiglio comunale dei giovani che ha definito “un grande pregio”. Poi ha rivolto un appello per riposizionare al centro le questioni che contano.

«Occorre tornare alla politica, quella alta, uscendo dalla spettacolarizzazione della politica. La cultura europea deve significare tornare a fare politica attraverso la riflessione consapevole, così come è importante ricostruire il dialogo intergenerazionale. Dobbiamo parlare di più di Europa – questo l’altro monito del Provveditore agli studi. Ritorniamo a ricostruire la fiducia nelle istituzioni. È il primo passo per parlare di una politica che ha lo sguardo verso l’alto e una sua dimensione veramente europea».

Di particolare spessore l’intervento del Prof. Pier Virgilio Dastoli, Presidente del Consiglio Italiano Movimento Europeo.

«Mancano 22 giorni alle elezioni europee dell’8 e del 9 giugno, ma in Italia sono considerate alla stregua di un sondaggio o una sorta di preparazione alle elezioni nazionali. Occorre pertanto spiegare bene e valorizzare le ragioni per le quali si rinnova, per la decima volta, il Parlamento europeo. Sono circa 10 milioni coloro che voteranno alle europee per la prima volta. Auspichiamo che i giovani vadano a votare. In alcuni paesi voteranno anche i sedicenni, mentre in Italia, su questo fronte, non siamo stati ascoltati».

Dastoli ha aggiunto che, come Movimento Europeo, «si sta lavorando molto per spiegare ai giovani le ragioni del voto e il futuro dell’Europa dovrà essere scritto dai giovani». Non ha dubbi Dastoli sul ruolo dell’Europa: «l’Europa ci è servita ieri, ci serve ancora oggi, ci servirà ancora domani».

Ma l’Europa – lo dice a chiare lettere – è ancora incompiuta. E sugli impegni da portare a termine è ancora più categorico. «Un primo elemento riguarda l’ecologia e l’ambiente. Un impegno che dobbiamo sviluppare tutti insieme. E per favorire la sostenibilità ambientale è stato sottoscritto quello che va sotto il nome di Patto verde europeo o per meglio dire, come nel manifesto di Alexander Langer, la conversione ambientale di tutta la società».

Per Dastoli non c’è dubbio che bisogna proseguire su questa strada per completare il processo di integrazione europea. «C’è poi un secondo tema che è quello del sociale, atteso il livello di povertà assoluta crescente. Abbiamo, inoltre, bisogno di forze giovani per rafforzare le nostre economie. Altro tema pressante i flussi migratori che non si traducono solo in accoglienza, ma che devono essere anche calati in un’ottica di integrazione nel mondo del lavoro».

Tra i temi toccati dalla relazione di Dastoli anche quello della difesa, «un tema difficile, perché serve a costruire e garantire la pace. Ci dobbiamo rendere conto che l’Europa, nell’acquisto di armi, spende di più di quello che spendono i cinesi». C’è, insomma, un aumento delle spese militari, mentre meno soldi vengono, ad esempio, impiegati per la salute. «In Europa esistono 27 eserciti, 26 forze aeree e 23 forze navali, ma non sono coordinate tra di loro. Occorrerebbe spendere insieme per spendere di meno. E la difesa non è solo militare, ma fa parte della politica estera”. Dastoli ha lasciato per ultimo un’altra questione, ma non per questo meno importante: l’agenda costituente per una nuova Europa. “Il Trattato di Lisbona è del 2009 e sono passati 14 anni e mezzo».

«Il trattato va cambiato perché e diventato anacronistico in quanto non è più idoneo a governare il mondo globalizzato. Noi riteniamo – ha concluso Dastoli – che la futura Costituzione europea non debba essere scritta dalle diplomazie, ma da un’assemblea costituente. E il Parlamento europeo deve avere il coraggio di trasformarsi in assemblea costituente. Per fare questo bisognerà, però, andare a votare».

Per Don Giacomo Tuoto, intervenuto subito dopo in rappresentanza di Mons.Checchinato, «è importante che la città di Cosenza si apra all’Europa». Apprezzamento è stato espresso da Don Tuoto per l’importanza del dialogo con le scuole e per il richiamo del provveditore agli studi Loredana Giannicola alla necessità di riprendere il dialogo intergenerazionale e l’educazione alla politica. Riferendosi poi alle indicazioni emerse dall’intervento del prof. Dastoli, Don Tuoto ha ravvisato la necessità, per favorire la conversione ecologica di cui si è parlato, cambiare l’approccio con il creato. E sulla pace «bisogna divenire artigiani di pace». «Il futuro sta nelle radici e bisogna rimettere al centro la persona umana che è intoccabile, sopra lo Stato stesso, perché nessuno Stato può imporsi sulla persona».

Nel dibattito successivo sono intervenuti anche la politica Dalila Nesci che ha espresso il suo apprezzamento per la sensibilità che la città di Cosenza ha dimostrato sul tema del futuro dell’Europa, e, subito dopo, il consigliere comunale Mimmo Frammartino, Presidente della commissione Cultura e componente dell’assemblea del Movimento Europeo. Da Frammartino è venuto un attestato di gratitudine al Presidente Dastoli, “un uomo infaticabile che gira le città italiane e che ha dato un contributo di alto livello per migliorare l’Europa”.

Apprezzamenti Frammartino ha espresso anche nei confronti del Prof.Mollo. “«La commissione cultura – ha detto – si è battuta in questi mesi perché rinascesse lo sportello informativo per l’Europa e per la sottoscrizione del patto dei sindaci proposto dal Movimento Europeo».

Nel corso dei lavori del consiglio sono venute anche diverse testimonianze di cittadini stranieri, un cittadino di nazionalità ucraina, in Italia con moglie e tre figli e una cittadina di nazionalità tunisina che ha sottolineato la necessità di «sognare un mondo senza confini, dove possa trovare posto un’unica grande comunità solidale dove i più forti aiutano i più deboli».

È stata, poi, la volta di Salvatore Giordano, Presidente pro tempore del Consiglio comunale dei giovani della città di Cosenza che ha rivolto agli altri ragazzi presenti in aula un appello a partecipare al voto per rendersi cittadini attivi. Quindi, ha propugnato un dialogo costruttivo con gli adulti «che spesso indicano i giovani come svogliati, forse perché li conoscono poco o non li conoscono affatto».

Salvatore Giordano ha, anch,e annunciato l’indizione per il prossimo 6 giugno, nelle scuole cittadine, delle elezioni per il Consiglio comunale dei giovani che poi eleggerà il suo Presidente.

Altri contributi sono poi venuti da alcuni studenti della scuola di via De Rada, del Convitto Nazionale, del Liceo Scientifico “Scorza” e del Liceo classico “Bernardino Telesio”.

Il dibattito è stato poi completato dagli interventi di altri consiglieri comunali. Il consigliere Aldo Trecroci ha sottolineato che «i vantaggi dell’Europa sono stati di natura soprattutto economica, ma l’unione politica è andata avanti al rallentatore. Le nostre democrazie europee – ha aggiunto – sono imperfette, ma tutte hanno l’ambizione di mettere la persona al centro della loro agenda».

«C’è bisogno – taglia corto Trecroci – di un’Europa forte ed unita. L’Europa è un presidio mondiale di libertà e democrazia e quindi occorre resistere alle spinte centripete che portano in sé una minaccia della disgregazione dell’unità».

E, rivolgendosi ai ragazzi presenti: «dunque non resta che andare a votare”. Un invito al voto è stato rivolto anche dal consigliere Francesco Graziadio: “la partecipazione diventa fondamentale e la politica deve riprendersi quello che è suo».

«La cittadinanza europea – ha poi detto Alessandra Bresciani – è un concetto unico. Un cittadino di uno dei 27 Stati membri dell’UE è automaticamente un cittadino europeo. Questo status comporta molti diritti e benefici, tra cui il diritto di viaggiare con la sola carta d’identità, di trasferirsi e di studiare in un altro Paese dell’UE, ma anche il diritto di votare e di esprimersi per ciò che è importante. Le elezioni europee offrono a tutti i cittadini la possibilità di plasmare il futuro dell’Europa e di contribuire nello stesso tempo a difendere la democrazia, perché quante più persone votano, tanto più la democrazia si rafforza».

E per Bresciani «la democrazia è una conquista collettiva e una responsabilità comune in cui tutti noi dobbiamo fare la nostra parte. Spetta a ciascuno di noi difenderla partecipandovi. L’Europa dei nostri giorni – ha aggiunto – si trova ad affrontare una serie di sfide e trasformazioni socio-economiche e culturali, come mai in precedenza: il cambiamento climatico, la trasformazione digitale, i conflitti ai confini del vecchio Continente, tra le più urgenti».

«Sono, queste, questioni che i giovani – ben il 25% della popolazione europea– sono e saranno chiamati a dover affrontare. E’ dunque necessario fare in modo che la voce dei giovani sia sentita distintamente dai decisori politici. Le prossime elezioni europee rappresentano, da questo punto di vista, un’importante occasione di partecipazione e di cittadinanza attiva».

E, rivolgendosi direttamente ai giovani presenti in aula, Alessandra Bresciani li ha invitati a far sì che «rabbia e proteste diventino una rivoluzione dolce fuori dalla pressione dei modelli adulti. Siate solidali. Chiedete conto alla politica. Noi veniamo pagati per fare quello di cui tutte e tutti hanno bisogno. Quindi chiedete conto. Quando siamo eletti firmiamo un contratto e non è prevista l’assenza di dissenso. Siate pronte e pronti a pagare il prezzo nei contesti in cui farete la rivoluzione, avendo presente che ogni lotta ha come orizzonte una maggiore felicità. Quando accadono casi di sessismo alzatevi e dite che quello al quale state assistendo non solo non vi rappresenta, ma vi offende».

«Il coraggio è un buon esempio, è contagioso – ha concluso –. Siate quelle persone che faranno il gesto eroico di uscire di casa, impugnare la scheda elettorale, cercare parcheggio, meglio se a piedi e in bicicletta, per andare a votare».

Una difesa della politica «che deve tendere ad essere sempre alta», quella pronunciata nel successivo intervento dal capogruppo del PD Francesco Alimena: «la politica sia sempre alta – ha ribadito – sia quando si fa in classe o in Parlamento europeo e ha una storia antica. Il 2024 – ha ricordato ancora Alimena – è un anno importante per la democrazia perché andranno al voto 4 miliardi di persone, la metà del mondo”. E sulla pace: “la pace è un anello che l’uomo ha, ma che non è connaturata alla condizione umana. È qualcosa che va costruito e la democrazia è necessaria a questo scopo. Tutti noi abbiamo la speranza di vedere che voi giovani possiate migliorarla».

A concludere i lavori la consigliera Antonietta Cozza, delegata del Sindaco alla Cultura, mentre il Presidente Mazzuca ha ceduto temporaneamente il suo posto alla presidenza, dovendosi allontanare per poco dall’aula, al consigliere Giuseppe Ciacco.

«È una straordinaria emozione per me – ha esordito Cozza – avere la parola dal consigliere Ciacco, il più giovane consigliere comunale della nostra assemblea. Giuseppe – ha aggiunto – è stato mio alunno al Liceo scientifico “Fermi” e ci siamo candidati insieme nella stessa tornata elettorale. È straordinario compiere questo cammino insieme per provare ogni giorno a cambiare qualcosa. A pagina 141 del “Libro verde” che oggi ha portato qui il professor Dastoli viene ricordata la rappresentatività dei giovani e l’aspirazione a realizzare un consiglio europeo dei giovani. Voce seria e significativa quella degli studenti», ha rimarcato Antonietta Cozza.

«L’Europa – per dirla con Romano Prodi – è un meraviglioso pane cotto a metà e noi dobbiamo cuocerlo insieme». E citando il Presidente della Repubblica e il discorso che Mattarella ha pronunciato lo scorso 9 maggio per celebrare l’Europa: «Il voto dell’Europa è il presidio della vostra sicurezza, dobbiamo prendere nelle nostre mani il destino della civiltà europea».

Il consiglio comunale si è poi chiuso con l’esecuzione di un brano di Schubert, sempre da parte del Quartetto Vega (Mariateresa Greco, primo violino, Giulia Falbo, secondo violino, Francesco Sbarra, viola e Andrea Spezzano, violoncello), e con un commosso ricordo da parte del prof. Dastoli, del reporter italiano Antonio Megalizzi, appassionato dell’Europa, ucciso a Strasburgo in un attacco terroristico nel 2018. Oggi, 15 maggio, avrebbe compiuto 35 anni. (rcs)

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