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La Camera di Commercio RC: Regge sistema imprese reggino, ma incognite sul futuro

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La Camera di Commercio di Reggio Calabria, in un report sul sistema imprenditoriale reggino, ha rilevato che «nonostante la crisi pandemica in atto, il sistema imprenditoriale reggino riesce a sopravvivere, anche se con ripercussioni difficili da stimare per gli anni a venire».

«Al 31 dicembre 2020 – si legge nel report – il numero di imprese registrate risulta pari a 53.429, ovvero il +0,9% rispetto all’anno precedente. Il saldo anagrafico positivo, pari a 468 unità, è dato dalla differenza tra le 2.222 nuove iscrizioni e le 1.754 cessazioni. Un risultato migliore di quello medio regionale (+0,7%) e di quello nazionale (+0,3%) che, tuttavia, merita un’analisi più attenta». 

«I ristori, la Cassa integrazione Guadagni e le altre misure a contrasto degli effetti economici sulle imprese derivanti dai vari lockdown, infatti – continua il report – hanno spinto molte imprese in crisi strutturale a ritardare la chiusura, nell’attesa che gli strumenti di sostegno all’imprenditoria si esauriscano. Ciò è testimoniato dalla evidente battuta d’arresto delle cessazioni, ridottesi di oltre 700 unità (quasi il 40% in meno rispetto al 2019). Anche il numero annuo di iscrizioni si è ridotto notevolmente (-345; il -15,5%), a testimonianza del difficile clima di fiducia degli imprenditori per l’immediato futuro».

«La dinamica positiva delle imprese registrate – si legge ancora – non si riflette sulle imprese attive che, invece, iniziano a diminuire sensibilmente (-2,8% rispetto al 2019), a dimostrazione di come il problema del ridimensionamento produttivo della Città metropolitana sia solo rimandato. Le 43.741 imprese attive al 2020, infatti, hanno annullato la crescita degli ultimi cinque anni, il che può rappresentare una proxy dell’effettivo impatto che la crisi produrrà sul nostro sistema produttivo. Nonostante il difficile momento attuale, l’analisi dei dati delle imprese reggine evidenzia la continuità del processo di ispessimento, ormai in atto da diversi anni: le società di capitali (pari al 18,0% dello stock totale) sono cresciute del +3,9% rispetto all’anno precedente, con un saldo di 358 unità, dato dalla differenza tra 459 iscrizioni e 101 cessazioni».

Le imprese giovanili (il 12,6%), invece, subiscono una brusca battuta d’arresto (-4,3%), per via della maggior fragilità organizzativa e finanziaria che queste fisiologicamente sperimentano.

Sul tema della nati-mortalità delle imprese, occorre anche considerare gli effetti potenzialmente prodotti dalla criminalità organizzata. Come emerge già dalla Relazione della Direzione Investigativa antimafia relativa aI I semestre 2020, a fronte di una fisiologica diminuzione di alcuni reati (ricettazione, contraffazione, rapine, etc.), in linea con la forzata chiusura della mobilità sociale e produttiva, si è assistito ad una rimodulazione per i reati legati all’estorsione ed all’usura inizialmente proposti alle imprese in difficoltà quale forma di welfare sociale alternativo alle istituzioni, salvo poi adottare le tradizionali condotte intimidatorie finalizzate ad acquisire il successivo controllo di quelle stesse attività economiche.

«Il trend del sistema imprenditoriale nel 2020 evidenzia come le imprese giovanili siano quelle che pagano il prezzo più alto perché non ancora sufficientemente strutturate per resistere alla crisi, soprattutto a causa della capacità finanziaria». Questo il commento a caldo del Presidente della Camera di commercio di Reggio Calabria,  Antonino Tramontana,  all’uscita dei dati annuali del Registro delle imprese.

«Siamo convinti, invece – ha aggiunto – che la creazione e la crescita di nuove imprese giovanili, dinamiche, innovative e qualificate siano fattori strategici per lo sviluppo socio economico di tutto il territorio reggino. Le informazioni sulla nati-mortalità delle imprese  confermano, più in generale, la necessità di dare valore alle competenze del capitale umano, alla sostenibilità  ed  ai processi di digitalizzazione, come tra l’altro indicato nel piano Next Generation Eu, affinché anche il nostro tessuto produttivo possa affrontare i mercati in modo competitivo e tornare a crescere».  (rrc)

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