Per la consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni, ha evidenziato come con «il dca 102 del 20 maggio 2024, si dà avvio ai piani del fabbisogno e ai piani assunzionali delle Aziende del Servizio Sanitario Regionale per l’anno 2024. Finalmente si mette mano a un processo strategico e assai delicato, ma ci sono ancora molti interrogativi a cui bisogna dare una risposta».
«Il primo interrogativo – ha spiegato – riguarda la natura stessa dei piani del fabbisogno. Essi dovrebbero contenere una visione complessiva dei bisogni in materia di assunzioni per l’intero servizio sanitario regionale. Da decenni, in sanità non si assume a piè di lista, ma all’interno di vincoli stringenti di compatibilità economica e di produzione. Pertanto, disporre di una visione complessiva dei fabbisogni è fondamentale».
«Il Dca 102, invece – ha proseguito – affronta solo due comparti: emergenza urgenza e operatori socio-sanitari. Questi interventi, per quanto utili, sono assolutamente insufficienti rispetto al panorama complessivo dei fabbisogni della sanità calabrese. Nel decreto si preannunciano interventi su altri profili, ma quando saranno effettivamente realizzati? Siamo ormai quasi a metà dell’anno, e ci chiediamo se nella mente del presidente/commissario ci sia un ordine di priorità e di equa distribuzione dei fabbisogni. L’assunzione di medici è una priorità? Per noi sì, ma non sembra che ci sia tale consapevolezza nel Dca 102».
Un ulteriore elemento di preoccupazione della consigliera Bruni riguarda il metodo di calcolo del fabbisogno, basato sui posti letto “attivi” e sulla produzione del 2023.
«Questi vincoli, derivanti dalla normativa nazionale – ha spiegato ancora – cristallizzano l’esistente. In Calabria, si sono determinati tre livelli: i posti letto attivi, quelli programmati e quelli assegnati. Vincolare il fabbisogno di personale ai soli posti letto attivi significa condannarci all’esistente in perpetuo. Lo stesso vale per il vincolo della produzione: con unità operative ovunque incomplete, non riusciremo mai a ottenere unità operative complete», ha spiegato ancora la vice presidente della Commissione Sanità.
«Stare dentro questi vincoli significa soddisfare la nostra domanda di salute? – ha concluso Bruni –. Nonostante interventi legislativi straordinari, a volte neanche utilizzati o insufficienti, permangono domande strategiche a cui bisogna dare una risposta. Senza una visione unitaria del servizio sanitario regionale, non usciremo mai dall’emergenza». (rrc)