Lorenzo Sibio, presidente di Legacoop Calabria e responsabile regionale del settore Legacoop Sociali, ha sottolineato come l’insediamento del commissario Longo «chiude questo capitolo triste della storia della nostra regione», e chiede che «non venga dimenticato nessuno, soprattutto anziani, minori, disabili: le fasce deboli, tutte, vanno più che mai tutelati, protetti e, prima ancora, ricordati».
«Purtroppo – ha aggiunto – in tante circostanze e realtà riscontriamo ancorala la totale assenza delle istituzioni preposte rispetto a denunce oramai datate e ripetute nel tempo. Un esempio per tutti: l’attuale situazione della psichiatria nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria. Da anni costantemente denunciata e tenuta irrisolta. Un settore in cui la cooperazione sociale chiede di essere riconosciuta per il lavoro trentennale svolto e per le risposte che riesce a dare ad una domanda di bisogno, quello del disagio psichiatrico, sempre più in crescita che affligge intere famiglie e che l’attuale sistema “commissariale” sta portando allo sfascio e definitiva scomparsa».
«Da anni – ha proseguito Sibio – assistiamo, nel campo della salute mentale, ad un ’impoverimento dei servizi, la loro riduzione ed accorpamento, la carenza del personale, tanto da essere messi oggi in coda alla lista delle priorità di salute. Paghiamo oggi noi tutti, utenti, famiglie e cooperatori lo scotto di tante gestioni commissariali comprese quelle dell’Azienda Sanitaria provinciale n. 5, assenti e non prive di responsabilità.Occorre agire immediatamente. Occorre avere il coraggio di fare delle scelte e non lasciare irrisolte le questioni. È da irresponsabili sapere che, dal 2015, nell’intero territorio dell’azienda sanitaria reggina sono bloccati i ricoveri presso le strutture psichiatriche, strutture che ancora oggi fanno capo alla stessa Asp cui detiene la titolarità sanitaria e che si è costretti ad inviare i ricoveri fuori provincia o regione, scaricando sulle famiglie ulteriori oneri e sacrifici».
«È di una vergogna inaudita – ha continuato – continuare ad elemosinare richieste di incontri per risolvere questioni oramai datate quale quelle delle due cooperative sociali Futura ed Humanitas, costrette a farsi carico della totale gestione dei servizi ( ad oggi pubblici) , ricevendo solo il 40% della retta di degenza. Il tutto fuori da ogni contesto normativo e senza alcun interesse di chi per compito istituzionale, ruolo e funzioni, è chiamato a verificare e risolvere».
«Ci appelliamo – ha detto ancora – a quel senso di responsabilità che è dovuta nel gestire la cosa pubblica e pagare, come capita a noi cooperatori, a proprie spese se incorriamo in errori di cattiva o mala gestione. Solo cosi forse chi oggi amministra starà molto attento a usare comportamenti omissivi, per lasciare irrisolti problemi ritenuti erroneamente ultimi e meno urgenti. Questo è ciò che sta accadendo nel caso in specie delle due cooperative Futura ed Humanitas, con le conseguenze che a pagare sono le famiglie dei Soci lavoratori costretti a rinunciare al regolare pagamento degli stipendi pur di continuare a lavorare e tenere in vita dei servizi essenziali e necessari».
«Lo stesso dicasi – ha concluso Sibio – nel campo e delle cure domiciliari dove la sospensione degli affidamenti dei servizi alle cooperative impegnate ha lasciato senza cura al proprio domicilio la stragrande maggioranza degli utenti aventi diritto. Chiediamo, allora, correttezza istituzionale, trasparenza, legalità, giustizia e senso di responsabilità. È arrivato il momento». (rrm)