Istituire un tavolo di concertazione interistituzionale nella Prefettura di Reggio Calabria e fornire informazioni ai cittadini per emergenza nube tossica sulla Piana di Gioia Tauro. È la richiesta che la Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli, ha rivolto al Prefetto di Reggio Calabria, Clara Vaccaro e al commissario straordinario di Arpacal, Michelangelo Iannone, a seguito dell’incendio sviluppatosi nel sito Poly2Olil in località Ponte Vecchio di Palmi.
Un tavolo, quello richiesto dalla Garante, affinché «possa fungere da cabina di regia per individuare modalità e strategie d’intervento a salvaguardia del diritto alla Salute e accertare eventuali responsabilità circa la natura dell’incendi».
Lo scorso 13 luglio, infatti, un incendio di vaste proporzioni si è sviluppato all’interno di un piazzale di stoccaggio di materiale plastico in contrada Ponte Vecchio di Palmi. Le fiamme hanno sprigionato un’alta colonna di fumo nero e denso visibile anche a lunga distanza da diversi centri della Piana di Gioia Tauro, di cui tutt’oggi si percepiscono gli effetti. Stanganelli, nella lettera, ha evidenziato come «tra i residenti del territorio pianigiano, costretti da due giorni a barricarsi dentro casa, per non inalare i fumi tossici sprigionatisi a seguito dell’incendio, permane preoccupazione per l’impossibilità di conoscere se e quali rischi potenzialmente nocivi esistano per la salute pubblica e eventualmente le ricadute che tale situazione emergenziale potrà determinare anche sui terreni agricoli oggetto di coltivazione situati nelle zone limitrofe».
La garante, poi, ha ribadito come «i cittadini, hanno chiesto a quest’Ufficio di farsi da tramite con le autorità preposte, al fine di individuare se esista in itinere ed ex post, una possibile correlazione tra siffatta situazione e l’incidenza di patologie conseguenti all’esposizione prolungata a tali fumi, oltre che una valutazione accurata circa la salubrità dell’aria e del suolo», la Garante chiede alle autorità predisporre tutti gli atti necessari affinché i cittadini possano essere informati circa:l’andamento del fenomeno, della tipologia di sostanze sprigionatesi nell’aria, degli effetti a medio e lungo termine di tale emergenza, e di come si intende, eventualmente, contenerli, delle unità di crisi eventualmente istituite all’interno dei singoli Comuni interessati dall’emergenza».
Per questo la Garante ha chiesto di «predisporre un vademecum per formare e informare il cittadino circa il corretto comportamento da seguire in casi come quello verificatosi in località Ponte Vecchio; ∙ avviare un monitoraggio aria/suolo/acqua ad evidenza pubblica, per rispondere alle preoccupazioni circa un’eventuale legame tra i roghi sprigionatisi dai rifiuti e ed eventuali patologie; di provvedere ad un’analisi delle sostanze bruciate e immesse nell’atmosfera, calcolandone la dispersione e la ricaduta nei territori interessati e riportando una mappatura con l’esito di tale studio, indicando le aree di maggiore criticità, in particolar modo quelle destinate alle colture e/o al pascolo». (rrc)