A Cosenza, in pieno centro città, la Maccaroni chef academy, accademia di cucina tradizionale, si conferma polo attrattivo per il turismo esperienziale ed enogastronomico. «Dal 2017», afferma il manager Corrado Rossi, «siamo contattati da molti tour operator per i “cooking lab”. C’è un grande lavoro di programmazione dietro fatto di incontri e call, anche notturni dato il fuso orario, con tour operator per valutare l’esperienza culinaria più adatta».
I viaggiatori sono sempre più alla ricerca di un’esperienza immersiva, che li porti a conoscere un posto dall’interno e nella sua autenticità, nell’intimo delle sue tradizioni.
«Amiamo ciò che facciamo, trasmettere la nostra tradizione ci viene quasi spontaneo. Solitamente il tour continua per Tropea, la nostra “esperienza” è solo una tappa che dura circa 3 ore, giusto il tempo “di impastare”. Negli anni abbiamo ospitato americani, tedeschi ma soprattutto giapponesi e cinesi, conserviamo le loro dediche sui nostri grembiuli, tanti sono stati i “cheese” scattati in Accademia», racconta Rossi.
È tanta la voglia di indossare il grembiule e di mettersi ai fornelli, fatto sta che l’expérience della pasta fresca in genere si conclude con un pranzo: i turisti mangiano ciò che hanno fatto da soli, dopo aver dosando, sotto la guida attenta degli chef, olio d’oliva, patate, pasta, caciocavallo e sale per la quotatissima “pasta e patate ara tijeddra”.
«La difficoltà più grande? Non è tanto quella di insegnargli a preparare la ricetta ma quella di insegnargli a pronunciare correttamente la parola “Tijeddra”, appunto. Siamo orgogliosi di aver creato negli anni qualcosa di unico, che oggi ci viene riconosciuto dai sorrisi dei tanti visitatori che annualmente “assaggiano” un po’ della nostra tradizione. La stagione è appena iniziata e non vediamo l’ora di dare il nostro “Huānyíng”(benvenuto) agli ospiti d’oltreoceano», anticipa il manager calabrese.
«Il più grande viaggiatore di tutti i tempi, Ulisse, lo sapeva già: è per questo che Dante, pellegrino celeberrimo, gli ha messo in bocca i famosi versi. Niente riuscì a vincere dentro Ulisse “l’ardore” di “divenir del mondo esperto, /e de li vizi umani e del valore” e così esortò i suoi compagni: “non vogliate negar l’esperienza”(…)“fatti non foste a viver come bruti,/ma per seguir virtute e canoscenza”. I tempi sono cambiati, il viaggiatore è diventato un turista, e scomodare Ulisse e Dante è certamente una provocazione. Ma quella voglia di “divenir del mondo esperto” e di “non negar l’esperienza” sta tornando in auge. Oggi più che mai. Per questo motivo parliamo di turismo esperienziale». (rcs)