di FRANCO BARTUCCI – La nona edizione della Notte dei Ricercatori che si è svolta all’Università della Calabria lo scorso 30 settembre si è chiusa, dopo due anni di sospensione, causa gli effetti della pandemia Covid-19 e relative varianti, con enorme successo di partecipazione e affluenza di tantissimi giovani provenienti da vari istituti scolastici della regione ed anche della vicina Basilicata avendo il progetto interessato nella promozione anche l’Università della vicina Regione.
Vedere il ponte Bucci con la Notte dei Ricercatori, che ha segnato il ritorno alla normalità, ripopolandosi di migliaia di visitatori tra scolaresche, famiglie e cittadini curiosi di scoprire il Campus di Arcavacata e quanto in esso viene prodotto dalle ricercatrici e dai ricercatori che con passione, dedizione ed impegno si dedicano alla ricerca scientifica e tecnologica con risultati di assoluto rilievo internazionale, è stata una emozione incredibile e ancor di più pensando al fatto che tale iniziativa è avvenuta nel cinquantesimo anniversario del primo anno accademico 1972/1973 dell’Università della Calabria, sotto la guida ed impulso del suo primo Rettore, prof. Beniamino Andreatta.
Una figura che credeva nella nostra Università e soprattutto nei giovani che avrebbero affollato il Campus, in cui con tutto quello che è accaduto sul ponte Bucci nella circostanza di questa nona edizione della “Notte dei Ricercatori” ne vediamo la freschezza e l’attualità del suo pensiero ed azione del fare.
Della nascente Università diceva: «L’Università di Cosenza assume una funzione civile oltre che scientifica e mobilita nelle coscienze dei professori e degli studenti tutte le energie per realizzare un grande ed effettivo motivo fusivo. L’impegno fondamentale è quello di considerare l’Università come luogo di convergenza non soltanto dei giovani ma degli adulti, un luogo dove, al di là della formazione didattica, si sviluppi un rapporto di tipo pubblico. È un traguardo molto ambito. Vorrei, insomma essenzialmente questo: che l’intera società calabra e non soltanto una minima parte di essa, trovasse nell’Università un ben più profondo significato di quanto non ne abbiano avuto, finora, tutte le altre Università».
«L’Università di Cosenza – ha proseguito – deve diventare una città dei giovani, con tutti i servizi e le infrastrutture necessarie. Bisogna adottare una nuova mentalità di studio, come quella che hanno gli studenti inglesi di Oxford o di Cambridge, e attuare un nuovo ambiente, con campi sportivi, luoghi di ritrovo, di divertimento, di studio. A Cosenza deve sorgere una società veramente nuova di giovani, in una dimensione di grande libertà. Una cosa simile in Italia non esiste. Questa società di giovani avrà veramente la possibilità di studiare in modo nuovo, entro un ambiente nuovo. Perché oltre ai temi professionali si darà ampio spazio anche ad altri temi culturali e sportivi come il teatro, le piscine, le palestre, i campi da gioco. Un mondo studentesco inedito».
Vedere quella folla ci ha riportato a riflettere sulla figura di Beniamino Andreatta e sulla esigenza di dare consapevolezza e forza a queste nuove generazioni non coscienti di avere queste importanti radici che possono contribuire, se se ne acquisisce consapevolezza, a creare una società, un ambiente, una regione ed un mondo migliore. Più che giusta, quindi, la soddisfazione espressa dal Rettore, prof. Nicola Leone, per il risultato ottenuto che dà valore a tutte le componenti dell’Università per essersi mobilitati a svolgere un ruolo di accoglienza ed informazione.
Ogni dipartimento ha organizzato i suoi stand espositivi e i luoghi dove esporre ed illustrare le varie attività di ricerca scientifica, peraltro visitati dallo stesso Rettore, oggetto di interesse da parte di tutti i visitatori.
In rappresentanza dei 14 dipartimenti ed altre istituzioni del territorio presenti, ci soffermiamo a dare voce ed ascolto al prof. Alfredo Garro, delegato all’Orientamento per il Dipartimento DIMES, noto per essere uno dei padri dello SpaceFOM, lo standard scelto da NASA per realizzare le simulazioni delle missioni spaziali del programma Artemis e di tutti i suoi elementi costitutivi, e per essere stato il primo accademico ad aver rivestito il ruolo di presidente dell’Associazione Italiana di Systems Engineering (AISE – INCOSE Chapter “Italia”).
«È stato emozionate – ci ha dichiarato – vedere soprattutto tanti bimbi e ragazzi partecipare attivamente ai vari esperimenti, ospitati nei tanti stand dislocati lungo il Ponte Bucci, che avevamo come filone conduttore la salvaguardia del pianeta e le transizioni ecologica e digitale non più rinviabili. In particolare, lo stand del Dimes è stato organizzato, grazie alla collaborazione di tante colleghe e colleghi, in diverse aree finalizzate a promuovere l’offerta formativa del Dipartimento».
«Nell’Area dedicata all’Ingegneria Informatica – ha proseguito – era possibile sfidare un’Intelligenza Artificiale in un divertente gioco da scacchiera: in molti hanno accettato la sfida e qualcuno è riuscito persino a pareggiare la partita! L’area dedicata all’Ingegneria Chimica permetteva di cimentarsi nella realizzazione del biodiesel a partire da semplice olio già utilizzato in cucina per la frittura di cibi e di effettuare diversi esperimenti che andavano da applicazioni dell’Ingegneria Alimentare all’interazione con fluidi in grado di cambiare il proprio comportamento in base al tipo di forza ad essi applicata. L’area dell’ingegneria Elettronica vedeva invece la proiezione, su un grande schermo da 65 pollici, di applicazioni sviluppate dagli stessi studenti del Corso di Studi in svariati ambiti che andavano dal monitoraggio dell’ambiente e dell’individuo a quello delle strutture mediante sofisticati sensori ed algoritmi di analisi dei dati. Infine, una parte dello stand è stata riservata all’esposizione ed illustrazione di Poster relativi all’Ingegneria delle Telecomunicazioni, all’Ingegneria dell’Automazione e alle attività dei tanti laboratori che operano presso il Dimes».
«Sono soddisfatto per il numero di visite ricevute e per l’interesse dimostrato dai visitatori verso le attività proposte e l’offerta formativa del Dipartimento che risulta essere molto attrattiva. Anche quest’anno, per alcuni Corsi di Studio le richieste hanno superato il numero di posti messi a disposizione tanto da doverli incrementare quando è stato possibile. Mi auguro davvero che l’evento “Notte della Ricerca 2022” possa segnare il definitivo ritorno alla normalità del nostro Campus che fa della residenzialità e del continuo e costante rapporto tra i membri della comunità che lo popolano la sua nota distintiva sin dalla sua fondazione».
Una sperimentazione che potrà costituire materia di studio e lavoro in preparazione della decima edizione che dovrà avere nel 2023, come riferimento, l’importanza della scienza per essere strumento di Pace in spirito di fratellanza fra gli esseri umani. l’Università della Calabria per la presenza del suo campus può svolgere un ruolo di lievito nella costituzione di un “giardino della pace”, del quale se ne avverte il bisogno. (fb)