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Una proposta di legge per il ripopolamento dei Borghi d’Italia

proposta di legge per i Borghi

di DEMETRIO CRUCITTI – Garantire lo sviluppo dello smart working nei borghi d’Italia, col fine di incentivarne il ripopolamento progressivo e permanente, e per migliorare la qualità della vita dei lavoratori. È questo l’obiettivo della proposta di legge per il ripopolamento dei Borghi d’Italia, ispirata e ideata da Francesco Maria Spanò, membro del Cts del club I borghi più belli d’Italia, presentato ieri mattina presso la sede dell’Anci, l’Associazione dei Comuni Italiani.

La proposta di legge si compone a partire da quattro pilastri, elaborati in tre articoli: il ripopolamento dei borghi d’Italia, una nuova e più versatile definizione di smart working, garanzia dei servizi essenziali e di incentivi volti alla migrazione presso i piccoli comuni, la valorizzazione del territorio e delle attività locali e artigianali.

«La rinascita dei piccoli borghi è vitale per la ripartenza del Paese ed è fondamentale il ruolo che può avere la tecnologia», ha commentato il senatore Bruno Astorre, primo firmatario del disegno di legge.  La proposta mira a creare un nuovo sistema cittadino grazie all’ausilio della tecnologia. L’obiettivo è rianimare i borghi grazie alla versatilità che il digitale garantisce: rendere i piccoli comuni dei centri innovativi per la vita lavorativa di tutti coloro che sceglieranno, grazie a incentivi per il lungo periodo, di risiedere lontano dalle città metropolitane ma in un ambiente «a misura d’uomo».

Secondo Astorre, «È ora di ripensare la morfologia dell’Italia come un sistema diffuso che valorizzi la nostra identità culturale. Sono i borghi del Paese i primi detentori di questa eredità ultramillenaria. Il ripopolamento dei piccoli comuni e dei nostri magnifici borghi rappresenta la principale sfida che abbiamo davanti, proprio per non disperdere quelle straordinarie ricchezze di cui essi sono fatti. E la pandemia, pur con tutti i disastrosi effetti che ha prodotto sul tessuto sociale ed economico del Paese, le centinaia di migliaia di vittime che ha mietuto, può offrire lo spunto per ripensare un modello di rinascita per i piccoli comuni. Comunità con meno di 5 mila abitanti, disseminate lungo la dorsale appenninica e sull’arco prealpino, comprese le isole maggiori, che rappresentano oltre il 70 per cento dei quasi 9 mila comuni italiani, con una popolazione di 11 milioni di cittadini.

La strategia nazionale per le aree interne ideata e avviata un decennio fa proprio per contrastare la marginalizzazione e il declino oggi può trovare nel lavoro agile (smart working) un ulteriore elemento di forza. Vivere e lavorare nei piccoli borghi, rafforzando le reti digitali e sfruttando le potenzialità dello smart working, è una possibilità tutt’altro che remota e impraticabile.

Il lungo anno di pandemia ha favorito questo processo. Molti lavoratori in regime di smart working hanno scelto ed apprezzato il lavoro svolto nel proprio comune natale, contribuendo ad una oggettiva rivitalizzazione dei piccoli centri. Questa inversione di tendenza non solo va colta, ma va resa strutturale. Ed è proprio questa la finalità del presente disegno di legge di delega».

«Pendolari, studenti, o, più semplicemente, lavoratori in regime smart working – ha spiegato Spanò – hanno scelto di permanere, durante l’annus horribilis, nella città natale, favorendo il ripopolamento dei piccoli comuni a scapito delle aree metropolitane. Un’inversione di tendenza che dobbiamo accogliere: adesso abbiamo la possibilità di dare nuova linfa a quei borghi, gioielli italiani, fino a oggi troppo spesso dimenticati. Adesso è il momento di riappropriarci del nostro patrimonio culturale, fatto di queste piccole realtà, che hanno il potenziale per diventare hub di idee e creatività».

«I nostri territori – ha dichiarato Riccardo Varone, presidente Anci Lazio – hanno vissuto per anni il fenomeno dello spopolamento, una goccia cinese che ha solcato le tante piccole realtà che costellano il Lazio e l’Italia intera, fatta di borghi, di tradizioni antiche, di volti e personaggi che con il tempo rischiano di scomparire ed essere dimenticati, ora è il momento di invertire la tendenza, riappropriarsi delle proprie radici e ricostruire se stessi e quelle realtà che hanno solo bisogno di un soffio per spazzare via la polvere posatasi sopra di esse per tornare a brillare. Abbiamo un patrimonio importante, un tesoro unico che grazie alla sensibilità di leggi come questa può tornare ad essere un vanto e una modalità di vita nuova, un’occasione importante per cittadini e amministratori che Anci Lazio accoglie con estrema positività».

Il disegno di legge di Bruno Astorre prevede:

 

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